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Autore: marauder11    10/06/2014    2 recensioni
E se qualcuno fosse arrivato in tempo la notte del 31 Ottobre? Se qualcuno, avesse precedentemente intuito i piani del signore oscuro?
Genere: Avventura, Generale, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Ordine della Fenice, Regulus Black | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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Capitolo 9 – Fiamma

Sirius non aveva toccato cibo per giorni, non aveva dormito. Remus era preoccupato per Sirius, per i Potter e per Regulus, molto preoccupato, e continuava a credere in quello che aveva detto quest’ultimo, anche se non poteva evitare di sentirsi in colpa. Provava a parlare con Sirius ma questo puntualmente trovava un pretesto per poter deviare la discussione.  Anche Mary aveva notato la tensione che aleggiava nell’aria e che si poteva tagliare con le forbici, tanto era fitta. Domenica pomeriggio, mentre era in giardino con Sirius, decise di parlarci. Sapeva che Remus ci aveva  provato invano e sapeva anche perché Sirius aveva deciso di deviare.

Felpato aveva fiducia nei suoi amici, piena fiducia in loro e gli avrebbe affidato la sua stessa vita, se si fosse presentata l’occasione. Qualche tempo prima però, per James, aveva dubitato di Remus e, dopo quella discussione, aveva giurato a se stesso che non avrebbe mai più dubitato di un suo amico. Si sentiva ancora terribilmente in colpa per Remus; lui, James e Peter erano stati un tempo la famiglia che non aveva mai avuto, erano tutto quello che aveva.

Non riusciva però a dimenticare lo sguardo ferito di Regulus mentre gli diceva addio, sentiva che Regulus aveva ragione e non aveva mentito. Ma non riusciva ad accettarlo, perché questo avrebbe implicato che non si fidava di un suo amico, e non poteva, ma allo stesso tempo non poteva non fidarsi di suo fratello, che era finalmente tornato da lui. Avrebbe voluto raggiungerlo ma non sapeva dov’era e che fine aveva fatto.

“Sirius…”

“Si, Mary?” disse Sirius sorridendo debolmente in direzione della bionda. Non poteva evitare di sorprendersi sempre più della bellezza di lei, ogni volta ne rimaneva incantato.

“So quello che stai passando e… lo capisco. Io mi sono fatta un’idea.”

“Sputa il rospo, Mac”

“Secondo me Regulus… Secondo me Regulus non mentiva.”

“lo credi davvero? Chi ci dice che sia davvero dalla nostra parte?”

Mary lo guardò sorridendo triste e si avvicinò a lui, prendendogli il viso con le mani per far sì che la guardasse negli occhi, mentre stava seduto.

“Non c’è bisogno di mentire, Sir. Lo so che anche tu lo credi.”

“Sono… sono stato un’idiota, Mary!!”

Sirius non poté proprio evitarlo, non ci riuscì. In quel momento le sue difese crollarono e si appoggiò a Mary, quasi dipendesse da lei la sua stessa vita. Mary, alta quanto lui lo aiutò ad alzarsi e gli fece poggiare la testa sulla sua spalla. Sirius pianse, pianse come non mai. Aveva perso Regulus, dinuovo. E non sapeva se aveva davvero perso anche Peter e se avrebbe perso di conseguenza anche James. Ma cosa doveva fare?

Remus aveva seguito tutto da dietro la finestra e aveva scagliato con forza un bicchiere di vetro, che si era frantumato sotto di lui. Si era sbriciolato sotto i suoi occhi come i suoi amici, che pian piano stavano perdendo tutto. Per quel bicchiere ormai che era diventato scaglie di vetro piccolissime non c’era niente da fare. Per loro invece? Qualcosa poteva essere ancora salvato?

 

 

Si svegliò, per i caldi raggi del sole che filtravano dalla finestra e avevano raggiunto il suo viso, così si girò dalla parte opposta. Aprì pian piano gli occhi e scorse, accanto al suo cuscino, una cascata di boccoli rossi. Si beò della vista della splendida moglie, che sembrava dormire tranquilla dopo molte notti insonni. Sospirò, pensando improvvisamente a tutto quello che gli stava succedendo. Pensando alla sua famiglia, alla sua Lily e al loro piccolo Harry. Sarebbe stata una famiglia perfetta, se non fosse giunto quell’incubo chiamato profezia. Harry, a quanto pareva, era destinato a combattere Voldemort, quel mago orribile che uccideva chiunque gli capitasse a tiro. Rabbrividì al pensiero del suo bambino in pericolo, di fronte a quel pazzo. Si alzò lentamente dal letto, per raggiungere la cullina di Harry. Si affacciò su di essa e vide che Harry, come lui, era già sveglio, con i suoi grandi occhioni verde smeraldo sbarrati. Sorrise alla vista del padre che gli sorrise di rimando. Era così simile a lui! Aveva i capelli sparati in ogni direzione e sembrava attirare i guai. Proprio qualche giorno prima aveva rotto un vaso di Lily, un vaso che in realtà non le era molto caro; i due genitori però sentendo il botto del vaso che cadeva a terra in frantumi, si precipitarono nella stanza in cui c’era Harry con un’espressione preoccupatissima in viso. Ormai qualsiasi rumore li preoccupava, qualsiasi cosa li metteva in agitazione, anche se cercavano di far finta che andasse tutto bene. James sentiva, ogni sera, i pianti silenziosi di Lily mentre metteva a letto Harry. Puntualmente si precipitava da loro e li stringeva in un abbraccio rassicurante, regalando alla sua famiglia uno dei suoi sorrisi più belli. James era fatto così, riusciva a nascondere i suoi sentimenti e le sue paure pur di far stare bene gli altri. Lily lo amava per questo, perché sapeva che qualunque cosa fosse successa, lui sarebbe stato lì, pronto a sorriderle.

James prese in braccio Harry con grande gioia del piccolo e lo portò sul lettone, su cui ancora Lily dormiva. Il piccolo si avvicinò gattonando alla madre e, afferrata una ciocca di capelli rossi, iniziò a tirargliela, ridendo. Lily si svegliò dapprima infastidita ma poi, vedendo l’artefice dei suoi fastidi, sorrise e strinse a sé il suo bambino.

«Buongiorno, miei amori»

«Ciao, tesoro mio.» disse James, schioccando un sonoro bacio sulla fronte della moglie, che arrossì. Quel gesto intenerì James che abbracciò la sua famigliola di slancio, ridendo. «Jamie, dobbiamo parlare.» Subito James cambiò espressione e si incupì. Sapeva già dove voleva andare a parare.

«Dimmi tutto…»

«So che è difficile per te accettarlo e so che probabilmente ti arrabbierai o…»

«Lily, arriva al punto per favore.»

«Beh, ecco. Io ho una teoria. Io credo che il fratello di Sirius… Insomma, io credo che fosse sincero.»

«Lily, basta con questa storia! Come puoi fidarti delle parole di un mangiamorte?»

Lily allargò le braccia e si alzò, incrociando le braccia «Sembrava sincero Jam, tutto qui! E se non l’hai capito qualcuno ci tradisce, qualcuno che è molto vicino a noi! Vuoi accettarlo, per favore?»

«Lily io non ci capisco niente, davvero. Non so più che pensare, cosa credere e di chi fidarmi. Non so che fare, mi sento impotente. Io devo proteggervi ma non so da chi devo farlo! Capisci che significa? » Il tono di James si inclinò e, quando pronunciò l’ultima parola, una lacrima solcò la sua guancia. Lily cercò di ignorare il tono di James e continuò

«Jam, capisco perfettamente ma non possiamo ignorare ciò che sentiamo dire, ciò che sentiamo dentro. Qui si tratta di Harry e non possiamo sottovalutare niente. So che è dura ma bisogna ammettere che Peter è stato strano… specie ultimamente»

James sbuffò e si sedette sul letto, su cui stava anche Harry che continuava a muovere le braccine verso i genitori, sbuffando. Lily stava in piedi ma all’improvviso udì uno schiocco e si ritrovò catapultata tra le braccia del marito.

Harry batteva le manine di fronte alla scena, aveva fatto muovere la mamma contro la sua volontà e l’aveva portata tra le braccia di papà. Aveva fatto la sua prima magia, che era stata unire i suoi genitori. Lily e James si ritrovarono con il viso a un centimetro di distanza e subito dopo scoppiarono a ridere, guardando il piccolo Harry. Lily lo prese in braccio e lo strinse a sé, facendolo ridere ancora di più. James godette di quella vista e abbracciò le due persone più importanti della sua vita.

Possibile che una famiglia così perfetta fosse destinata a frantumarsi?

 

 

 

 

Un uccello rosso era partito quel venerdì dalla torre di astronomia, si era librato leggero nell’aria ed era scomparso. Qualche giorno più tardi era tornato al tramonto e si era poggiato sul suo trespolo, mentre sgranocchiava qualcosa. Sembrava fremere di gioia, continuava a picchiettare le zampe sul legno su cui era poggiato. Guardava continuamente la porta dell’ufficio del preside che in quel momento non era lì. Aspettava di vederlo entrare da un momento all’altro e dopo pochi minuti, questo lo fece.

“OH! Amica mia, cominciavo ad essere in pensiero… Porti delle liete nuove?”

Fanny fischiò contenta in direzione del suo proprietario, volò e gli si poggiò su una spalla.

“Suppongo di si… Quando dici tu Fanny, andiamo!”

Fanny si librò fino a poggiarsi sulla testa del professor Silente ed entrambi, qualche minuto dopo, sparirono in una fiamma rossa fuoco.

Una piccola luce di speranza, si.


Ciao a tutti! :3 chiedo scusa per il terribile ritardo, mi rendo conto anche di quanto possa far schifo questo capitolo ma è un capitolo di transizione, era necessario farlo! Ringrazio tutti quelli che seguono la storia, l'hanno aggiunta tra preferite e ricordate, e ringrazio un po' di più tutti quelli che hanno recensito, mi siete stati davvero d'aiuto!! Invito tutti gli altri a lasciare un commento, ho bisogno di consigli, consigli e consigli!!! Grazie mille anche a tutti coloro che silenziosamente leggono... <3 -M11

ALLA PROSSIMA! :D
  
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