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Autore: Celestellina    10/08/2008    1 recensioni
Esperimenti di poesia in stile stilnovista, dove per forza di cose la donna-angelo è sostituita dall'uomo-angelo! endecasillabi, rime e topos letterari ci sono, chissà che ne avrebbe pensato Petrarca, o Dante? Io mi accontento di sapere che ne pensate voi! "Specchierei quei tuoi occhi corvini E quel dolce sorriso tuo ameno, il tuo sguardo che fa tornar vivi e il tuo cuor che m’ha avvinta e legata in un dolce languor che non duole."
Genere: Romantico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gioia pura sei tu al mio cuore

Gioia pura sei tu al mio cuore

 

Gioia pura sei tu al mio cuore

che al vederti freme contento

Spinto da amor, quel gran dittatore.

Pur nulla nasconder sa il suo talento,

se solo mi guardi, nel viso scoloro

e ciò ch’è al cuor gioia, per me è gran tormento.

Cupido alato con le frecce d’oro

Ha colpito il mio cuor sì fortemente

Che se tu sei andato, m’addoloro.

 

Nel tuo viso, arcano mistero,

splendon soli di forte bagliore,

che d’altro distolgono ogni pensiero,

tali che è nulla ogni altro splendore.

Dai loro raggi è partito il mio canto:

occhi vitali, vi dono il mio amore.

Angeli in cielo ne fanno un decanto:

“Guardate in quelli, creature gentili,

vedrete il Creator che vi ama tanto”.

 

Le rosee tue labbra son sì agognate,

com’è un fior dall’ape cercato

e se non viste, son certo sognate

che tanto sapore in esse ho trovato,

o più del nettare dolci dolcezze,

che forse in questo ho fatto peccato.

Ma fredde non son tutte queste bellezze

Che dal Sommo Amore han preso calore

E sono vasel di più gentilezze.

 

Tu l’aria grigia trasformi in sole,

alla mia vita fai prender colore

con una sola delle tue parole.

Amor che dai calore,

dolce gioia fai del mio pianto,

metti fine allo scorrer dell’ore,

spezza l’attesa, comincia l’incanto

della favola antica di sempre

ch’ogni donna ha il suo principe accanto.

 

Vola, corri, e arriva lontano,

canzonetta dal cuore gentile,

và da lui e sussurragli piano

ch’è il mio sole primaverile,

bacialo lieve e tiengli le mani

fagli capire che non son puerile,

che lui e amore son miei sovrani.

Portagli svelta il mio ardente cuore,

sì che domani, vedendolo, m’ami.

 

(14/02/2001)

Carissima "amica di tastiera" BLU REI, come vedo ti sei documentata! Sono contenta che ti sia piaciuto questo stile poetico, che anche se ormai "antiquato" mantiene un certo fascino e sta alle basi della cultura letteraria italiana, almeno secondo me! Citereata non l'hai trovato perchè in realtà è una parola che ho ... diciamo "inventato" , e starebbe ad indicare Venere. Stando alla Teogonia di Esiodo, Cronos castrò Uranòs e gettò i suoi genitali nel mare a est di Citera: i loro resti materializzati in una grande conchiglia in movimento verso Citera daranno la luce alla dea della bellezza Afrodite, la Venere latina.  Spero in questa canzone di non avere usato termini incomprensibili, in caso fammi un fischio, che arrivo con le delucidazioni!Ti do una comunicazione in anteprima, ho scritto il soggetto del mio originale a capitoli, mi sa che richiederà molte ricerche, perchè ho avuto un'idea ancora migliore di quella della geisha! Se ti va te la mando via mail, o se preferisci resti con la curiosità! Baci, Celeste

Cara Kaoru, devo dire che tu riesci benissimo a tenermi d'occhio, e di questo ti ringrazio di tutto cuore! E' veramente bello scrivere qualcosa e aspettare la vostra opinione! Mi fa piacere che tu abbia pensato ad un poeta antico, l'intento era proprio quello, quindi significa che avevo studiato bene! Baci, Celeste
   
 
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