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Autore: MetalheadLikeYou    11/06/2014    2 recensioni
Till ed Eleonora vanno finalmente, dopo aver tanto penato, a vivere insieme a Berlino, la convivenza sarà una dura "lotta", ce la faranno?
Bho.......
Continuo di "Ohne dich kann ich nicht sein...Ohne dich".
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 18


Così come avevo previsto, iniziarono di nuovo i problemi, le discussioni e le continue ed estenuanti litigate.
Till una volta finito il libro delle poesie, si concentrò su come allestire la mostra per i disegni e comunque per vendere il suo capolavoro.
Avevamo poco tempo per stare insieme, giusto la sera e la maggior parte delle volte eravamo troppo stanchi anche per parlare due minuti.
Come se non bastasse Richard e la mia amica decisero di mollarsi, lui tornò qui in Germania per starsene da solo e lei non si fece mai sentire, nonostante le mie continue telefonate.
Alla mostra, tanto per aggiungere nervosismo e minare la mia pazienza si presentarono due donne, che conoscevo solo di nome e di fama.
Simone e Sophia Thomalla, madre e figlia.
Proprio come avevo letto, si rivelarono subito per quelle che erano, ovvero delle approfittatrici e delle false che restavo nel mondo dei "vip" solamente per i loro scandali.
Due squali, che fin da quella sera iniziarono a mettermi i bastoni fra le ruote.
<< Non mi piacciono>> esordii mentre Marie mi fissava con attenzione.
<< Sei stressata, non piacciono neanche a me ma tu non incavolarti>>
<< Guarda, ultimamente la mia pazienza è sotto zero>> 
<< Lo so>>
Lo sapeva davvero, nell'ultimo mese lei e il mio migliore amico mi avevano trascinata via da casa quando stavo da sola e quando avevo bisogno di sfogarmi un po.
Till non riusciva a capire.
Continuammo a bere il nostro caffè e dopo aver pagato, ci alzammo e uscimmo dal bar.
Ce ne andammo come sempre a far shopping, che ormai sembrava esser diventato una forma di antidepressivo.
Sapevamo di esser seguite, ormai ci avevo fatto l'abitudine.
I giornalisti di gossip erano degli squali, nel vero senso della parola, non ti lasciavano nemmeno un secondo per respirare e se prima le voci sul mio conto erano decisamente poche e sporadiche, dopo la mostra erano diventate una specie di moda.
Tutti che parlavano di me.
Tutti che volevano conoscermi perchè ero la fidanzata di Till Lindemann.
Sbuffai di nuovo.
<< Devi abituarti>> mi consigliò Marie, che nonostante le discussioni e le brutte parole che ci eravamo dette, ormai era diventata una buonissima amica.
<< Lo so, ma non posso più nemmeno uscire di casa, se proprio devo essere famosa vorrei esserlo come fotografa e non come la fidanzata di tuo padre>> risposi stanca.
Sentii il telefono squillare.
Lui.
Risposi sorridendo.
Ero innamorata e ancora mi sembrava strano poter stare con lui.
<< Amore ciao...sta sera dobbiamo andare ad una cena>>
<< Mmh ok>> risposi lagandomi un po.
Se c'era una cosa che proprio non sopportavo erano le cene, bisognava ostentare tutto, sorrisi, belle parole e bisognava sempre e comunque essere perfetti.
Anche lui non le amava particolarmente, ma purtroppo doveva andarci e per sopportare quelle riunioni di pura falsità mi trascinava con se.
<< Appena finisco con Marie, torno a casa>>
<< Ti aspetto, ti amo>>
<< Anche io>> risposi, mentre il mio cuore batteva frenetico.
Non mi sarei mai abituata alla sua voce, alle sue parole e a quei "ti amo" sussurrati con dolcezza.
Marie al mio fianco scoppiò a ridere come una bambina, fissandomi con attenzione.
<< Che c'è?>> domandai inarcando un sopracciglio, incuriosita da tutta quella ilarità.
<< Sei arrossita e sei proprio cotta>>
Sorrisi appena, sentendomi sotto esame ed arrossendo di nuovo.
<< Lo amo>>
<< Sono contenta che sei tu a stare con lui>>

Tornai a casa, con le solite buste e bustine, lasciandole cadere a peso morto sul pavimento e abbassandomi ad abbracciare il cane che mi era corso vicino, per farsi coccolare.
Mi alzai trovando il mio compagno poggiato allo stipite della porta del salone, che sorrideva innamorato.
<< Fatto shopping>> 
<< Tua figlia mi uccide ogni volta>> risposi, baciandolo.
<< Mmh, dovrò dirle di stare attenta, come faccio senza di te?>>
<< Forse sono io a dover dire ciò>> 
Lui scoppiò a ridere, baciandomi di nuovo e coccolandomi per qualche minuto.
<< Andiamo a prepararci>>
<< Mi faccio una doccia...>> cominciai andando veso il bagno, seguita da lui, << Chi ci sarà?>>
<< Noi, Paul, le due Thomalla..>>
Sbuffai sonoramente alzando gli occhi al cielo.
<< Perchè sbuffi?>>
<< Non le sopporto, prevedo casini e non so...>> ammisi, lui rise divertito della mia gelosia e delle mie parole.
<< Ma dai>>
Mi buttai nella doccia, lasciando che l'acqua portasse via i miei cattivi pensieri e rilassandomi.
Dopo di me, anche Till decise di farsi una doccia veloce, cantando.
Scoppiai a ridere, mentre mi asciugavo i capelli, lasciandoli ricarede poi mossi sulla schiena.
Ci preparammo.
Molto eleganti, io con un vestito blu che risaltava i miei occhi e dei tacchi piuttosto alti, lui in camicia e giacca.
<< Sei bellissima>> disse baciandomi e accarezzandomi la schiena, << Rimaniamo a casa>>
<< Ne sarei molto felice>>
<< Ma poi il mio manager romperà...>> disse sbuffando, << Quasi quasi lo licenzio>>
<< Fa solo il suo lavoro, appena finiremo tutti e due di lavorare così tanto avremo tempo per stare insieme>>
<< Lo spero>>
Lo baciai di nuovo, stringendogli le mani e sentendo il cuore scoppiare di felicità.
Lo amavo davvero tanto e nonostante tutto sapevamo uscir a testa alta da ogni brutta situazione.
Sorrisi e prendendolo per mano, uscimmo da casa, recandoci al ristorante, dove ci aspettavano gli altri ospiti, comprese le due arpie.
Simone salutò con calore il mio compagno, rivolgendomi poi uno sguardo ed un saluto freddo e di circostanza, stessa cosa fatta poi dalla figlia che sembrava muoversi, dire e fare tutto sotto il continuo controllo della madre.
<< Non si salutano più i vecchi amici?>> una voce alle mie spalle mi fece girare di scatto e quasi lanciandomi, abbracciai Paul, stringendolo con forza e calore.
<< Sempre il solito>> risposi ridendo.
Lui mi sorrise dolcemente, per poi salutare il suo amico.
Entrammo tutti, sedendoci poi al tavolo riservato.
Till alla mia destra mi osservava sorridendo e rispondendo a tratti alle continue domande di Simone, che sembrava voler indagare sulla mia vita.
Mi infastidiva tutta quella sua curiosità e come me anche Paul aveva i suoi strani pensieri.
<< Quindi hai 25 anni>>
<< Quasi 26>> risposi sorridendo appena, lei annuì di rimando, girandosi poi verso la figlia che stava zitta.
<< Potreste essere amiche>>
Quasi mi strozzai quando sentii quelle parole.
<< Certo mamma, insomma siamo coetanee, sarebbe bellissimo>>
Fissai la ragazza che fingeva in modo parecchio deprimente tutta quell'euforia e felicità.
Till intercettò il mio sguardo stupito e allo stesso tempo di fuoco, non avrei fatto amicizia con quella nemmeno se mi avessero pagato milioni e milioni.
Era falsa e sinceramente non volevo entrare anche io in quel mondo di invidia e falsità nel quale vivevano le due.
Sbuffai.
La cena sarebbe stata molto, ma molto lunga.








**********
Hallo, ciao sono tornata.
Chiedo perdono per la lunga attesa, ma la scuola è stata decisamente troppo impegnativa in quest'ultimo periodo, ma ora che è finita ho tutto il tempo per scrivere e pubblicare.
Le idee ci sono e sono molto buone.
Prevedo dei guai per la povera Eleonora, che deve sopportare tutto ciò...forza e coraggio.
Bene detto ciò, ringrazio voi: LitaLindemann, UlissA e RoarGirl che non mi avete mai abbandonata e soprattutto che avete atteso con tantissima pazienza.
Grazie mille.
Un bacione e alla prossima :3
  
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