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Autore: SynysterIsTheWay    11/06/2014    7 recensioni
L'amore devastante è quello che non può essere urlato al mondo. Quell'amore segreto, che nessuno sa. Quell'amore così profondo, quanto distruttivo. Quando due mani, non possono ricongiungersi in alcun modo, ma possono sentirsi anche senza toccarsi. Brian ed Haven lo capirono subito, che i loro, non erano semplici sguardi. Capirono...che riuscivano a vedersi nei propri occhi, ma Haven è la moglie del suo capo. Del boss della mafia più temuto di Huntington Beach. Brian non può tradire l'uomo che considera come un padre, da anni. L'uomo, che gli ha dato un tetto sopra alla testa e due pasti caldi al giorno. L'uomo che era il migliore amico di suo padre. Riuscirà Brian a placare la sua sete d'amore e a trattenere i suoi istinti, vedendo la donna che ama, tra le braccia di un altro? Lo scoprirete, solo vivendo la storia nei panni dei due protagonisti.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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1° And that's how it all began.






 
L'amore è come le epidemie: più uno le teme, più è esposto al contagio.
(Nicolas de Chamfort)






Apro gli occhi, sentendo la guancia ancora bruciarmi per gli schiaffi ricevuti l'altro giorno, da Stéphane.
Ogni volta, è sempre la stessa storia.
Mi alzo dal letto matrimoniale con lentezza, osservando poi il lato destro, completamente vuoto. 
Sospiro, aggiustando al meglio il letto con le sue coperte, aspettando l'arrivo della domestica di turno e  dirigendomi verso il bagno per poter fare 
una doccia veloce.
L'acqua scorre lenta sul mio volto, ripulendolo da tutti i dolori.
Uscita dalla doccia, mi asciugo con velocità, ritornando nella mia solita camera e prendendo un libro tra le mani.
Ormai, li ho già letti tutti.
Nessun altro libro mi entusiasma più di tanto e sono stanca di leggere sempre gli stessi, intrappolata in questa stupida camera.
La mia vita ormai, è appesa ad un filo sottilissimo che non mi dà la possibilità di fuggire e nascondermi in qualsiasi altro luogo.
Ma dopotutto...vorrei avercelo per davvero il coraggio di abbandonare Stéphane. Il problema, è che non ne sono capace.
Sfoglio diverse pagine del libro, trovando poi una rosa ormai appassita,stretta tra due pagine.
Credevo di averla persa...ed invece, eccola qui.
Quella rosa tanto ignorata, quanto odiata.
Una rosa che mi riporta ad anni fa...quando ero solo una quindicenne ed ero stata promessa in sposa a Stéphane. Ricordo quel giorno,
come se fosse ieri.
Mia madre mi osservava con dolore...come anche mio padre e mio fratello Lois. Sembravamo essere una famiglia felice noi...prima che compissi
i miei quindici anni.
Eravamo una di quelle solite famiglie americane che fanno spesso vedere in televisione e vivevamo la nostra vita al meglio.
I miei genitori non hanno mai fatto mancare nulla né a me e né a mio fratello. Io e Lois non siamo mai andati troppo d'accordo, ma tuttavia...
ricordo che quel giorno, scoppiò a piangere dinanzi a tutti.
Stavano tutti male...ma nessuno superava il dolore che provava mio padre, nel lasciarmi tra le mani di un capo della mafia pur sempre
rispettato in tutto il mondo.
A quell'epoca Stéphane, era già abbastanza famoso per esser riuscito addirittura a corrompere gran parte della polizia della California.
Egli era già un uomo rispettato da tutti ma tuttavia, non si sporcava mai le mani per nessuno.
Lasciava sempre che fossero i suoi scagnozzi a svolgere il lavoro sporco e questo in parte...lo rendeva una persona degna di gran rispetto ma pur
sempre di poca affidabilità.
Un solo debito nei suoi confronti...e ti avrebbe trasformato in carne da macello.
Nonostante tutto però, mio padre decise di convocarlo a casa nostra. Ricordo ancora tutte le parole di incoraggiamento che mi sussurrava con dolcezza,
per non farmi spaventare troppo.
Mi parlò della situazione ed in quel preciso istante...potevo dire di aver accanto a me un padre per lo meno sincero.
Mi raccontò dell'accaduto di anni prima...quando erano giovani e Stéphane aveva già il controllo su tutta l'organizzazione.
A quell'epoca, mio padre faceva parte di un giro a dir poco preoccupante e si faceva di sostanze tossiche che ovviamente gli procurava
proprio Stéph. 
Dopo alcune dosi comprate dal capo della mafia per eccellenza, mio padre non aveva più soldi per pagare la roba e fu in quel preciso istante
che si stipulò una sottospecie di contratto tra i due...che avrebbe portato proprio me, tra le braccia dell'uomo.
Papà non sapeva più come sdebitarsi e Stéph gli aveva fatto una proposta allettante: un giorno, sarebbe tornato a prendersi ciò che gli avrebbe spettato
di diritto e mio padre, non avrebbe potuto far niente per fermarlo.
La cosa peggiore fu vedere gli occhi di Stéph quella sera...totalmente incollati su di me.
Si sarebbe ripreso ciò che gli spetta...ed in quel caso, ha scelto proprio me. 
Sarei stata io la sua preda e non avrei potuto oppormi in alcun modo.
Stéph minacciò mio padre di uccidere mia madre e con lei mio fratello...e dopo ovviamente, sarebbe passato a lui stesso. Così,
quando Stéph espresse il desiderio di sposarmi, furono i miei genitori a spingermi tra le sue braccia e a far sì che il matrimonio potesse
svolgersi non appena avessi compiuto i miei diciotto anni.
Quella notte, non riuscii a dormire.
Avevo impresso  nella mente lo sguardo di Stéph ed in qualche modo...mi spaventava sapere di esser stata promessa in sposa ad un uomo
molto più grande di me.
Avevo paura che potesse farmi del male...conoscendo i suoi trascorsi e chi era stato capace di diventare.
Da quel punto, la mia vita era stata completamente segnata.
Stéphane mi regalò questa rosa in segno del suo amore nei miei confronti ed io la accettai sotto gli occhi dei miei genitori a cui avevo promesso
di esser sempre gentile e lasciarmi amare a mia volta.
Sposai Stéphane dopo aver compiuto i miei diciotto anni e a quel punto...mi ritrovai costretta ad abbandonare persino il mio nido.
Venni a vivere qui, in compagnia dell'uomo che era appena diventato mio marito...e la notte stessa in cui ci eravamo sposati...persi la 
mia verginità.
Il giorno dopo, piansi disperatamente e man mano che i giorni passavano...cominciavo a sentirmi sempre più sola.
Stéphane non c'era mai per colpa della sua organizzazione ed il più delle volte, era circondato da persone orribili con cui non volevo mai avere
nulla a che fare.
Egli provava in tutti i modi a farmi partecipare alle sue cene nei club, tra pesce crudo e champagne, ma io ero sempre pronta ad inventare
una nuova scusa per non mischiarmi tra quella gente.
Così, decisi che questa camera...sarebbe stato il mio nuovo nido ed il mio nuovo rifugio. E' qui che sono stata chiusa per tutto questo tempo.
Uscivo di qui solo per pranzo e cena, ma il più delle volte, eravamo solo io e Stéph. I suoi scagnozzi...mangiavano probabilmente da qualche altra
parte ed il più delle volte, erano fuori per svolgere le varie commissioni richieste dal loro capo.
E' strano...ritrovarsi così, di punto in bianco, ad essere la moglie del boss più temuto della mafia e di quasi tutto il mondo.
Inoltre, nell'ultimo periodo ho deciso di vivermi un po' di vita ed uscire con lui per andare a delle stupide feste organizzate nei locali di sua
proprietà.
Avevo bisogno di prendere un po' d'aria, ma è qui che la situazione è letteralmente peggiorata.
Stéphane ha cominciato pian piano a mostrarmi vari lati del suo carattere...tra cui, la sua ossessione nei miei confronti e la sua
terribile gelosia.
Nessuno può toccarmi, nessuno può guardarmi, nessuno può sfiorarmi, nessuno può sorridermi.
Sono queste le regole da seguire per evitare una scazzottata in pubblico.
Ma sarebbe stato più facile...se non avesse deciso, di far del male anche a me.
Stéph è così terribilmente ossessionato da me che arriva anche al punto di picchiarmi, se sono io anche solo a salutare un altro
uomo che non sia lui.
Strano, ma vero, come ciò che accadde qualche sera fa. 
Non avrei mai immaginato che potesse arrivare al punto di farmi del male ed invece...non lo conoscevo tanto bene come credevo.
E' sempre stato un tipo piuttosto violento...ma non con me. 
Non aveva mai cercato di mancarmi di rispetto in nessun caso...ma si sa come spesso va a finire no? Stéphane non è di certo un santo e quando
gli toccano ciò che gli appartiene...è la fine.
Diventa un'altra persona...e sarebbe capace persino di uccidermi.
E' per questo motivo...che dovrei allontanarmi dal suo mondo, il più possibile.
Osservo ancora la rosa appassita, chiudendo poi il libro e riponendolo tra gli altri libri, situati in questa mia sottospecie di libreria
personale.
E pensare che...non ho neanche più contatti con la mia famiglia. 
Stéphane non mi permette di uscire da sola di casa e così, delle volte, sono costretta a sentirmi telefonicamente con mia madre anzichè andarla
a trovare.
Nonostante tutto...mi mancano davvero tanto i miei genitori e mio fratello più grande. Mi mancano tutti, ma non posso farci niente.
Sono destinata a stare qui, autoconvincendomi di amare Stéph quando invece...l'amore che sogno io, è tutt'altro.
-Signorina Haven, il pranzo è pronto.- Mi annuncia Maria, la nostra domestica di turno che arriva qui alle dieci in punto per pulire l'intera
casa e resta fino alla sera per preparare la cena.
Maria è una donna sulla sessantina,di origine italiana, molto dolce e raffinata, dagli occhi cristallini ed i capelli biondi quasi ingrigiti.
Ella ha degli occhialini piccoli sporgenti sul naso ed un sorriso che dà vita a due fossette a dir poco simpatiche.
Ho sempre amato questa donna, anche perchè abbiamo un bellissimo rapporto.
-Maria, quante volte dovrò ripeterti che puoi chiamarmi semplicemente Haven?- 
Ed infatti, gliel'avrò ripetuto più di una settantina di volte.
-Signorina, lei sa bene che suo marito potrebbe arrabbiarsi se...-
-Non deve importanti assolutamente. Quindi smettila di darmi del lei e chiamami con il mio vero nome. Io non le gradisco
tutte queste formalità.- Dico alla donna, che sospira arrendendosi, mentre sul suo volto comincia a dipingersi uno splendido sorriso.
-D'accordo sign...Haven.-
-Si, così va meglio.- Ricambio il sorriso della donna e la seguo verso la sala da pranzo fin troppo ampia per i miei gusti.
Da quando sono in questa casa, non faccio altro che meravigliarmi della sua grandezza e degli oggetti di valore che la compongono.
Arrivata nella sala principale della casa, osservo il tavolo abbindato da cibi di tutti i tipi ovviamente cucinati da Maria e la figura
di Stéphane a capo tavola.
Stéph mi si alza improvvisamente dalla sedia, avvicinandosi a me, lasciandomi un bacio sulle labbra che non sono in condizione di rifiutare
in alcun modo.
Ricambio il bacio di mio marito, non riuscendo a percepire alcuna sensazione come al solito.
Che so...magari qualche volta, queste farfalle nello stomaco, potrebbero darmi qualche soddisfazione no?
Ma è inutile...non si sceglie di certo chi amare. Si ci può solo autoconvincere e farsi bastare ciò che si ha.
Mostro uno dei miei falsi sorrisi a Stéph, vedendolo poi aggiustarmi la sedia come un vero e proprio gentiluomo, aspettando che sia io
a sedermi.
In alcun modo,non riesco proprio ad apprezzare i suoi modi di fare...ma dovrò farmeli bastare.
-Grazie.- Sussurro, sedendomi al mio posto ed osservando poi l'uomo sedersi proprio di fronte a me.
Maria mi posiziona un tovagliolo sulle gambe, senza volersi subìre una qualche ramanzina da parte di Stéph che la tratta sempre come 
una vera e propria schiava.
Capisco che ci tiene a determinate cose...ma...io penso che a volte, esageri.
-Maria, metti del vino alla mia signora.- Borbotta Stéph, dando ordini alla donna, che si avvicina al tavolo per mettermi del vino nel bicchiere
in vetro.
-No, grazie Maria, adesso non ne ho voglia.- Ribatto, sembrando un tantino acida contro Stéph ma aiutando in qualche modo Maria che dev'essersi
stancata fin troppo.
Non è di certo facile pulire da cima a fondo una villa da tre piani con più di quaranta stanze. 
Per non parlare poi della sottospecie di banchetto che si sente costretta a preparare tutti i giorni, sia a pranzo che a cena.
Delle volte invece...prepara anche colazioni abbondanti ma io in genere, mi sveglio sempre troppo tardi per permettermi anche la colazione.
Ah, giusto, quasi dimenticavo.
In questa casa, non siamo da soli...quindi suppongo che debba cucinare qualcosa anche per gli scagnozzi di Stéphane che ho avuto
il piacere o forse il dispiacere di conoscere ieri.
Se non altro, ricordo di aver sentito qualcosa dentro di me, nel momento stesso in cui uno di loro era intento a fissarmi.
Ci siamo scambiati degli sguardi continui...eppure, nonostante fossi così spaventata, non ho smesso neanche per un attimo di osservare quegli
occhi color nocciola che mi hanno rapito sin dal primo istante.
-A cosa stai pensando, amore?- Mi domanda improvvisamente mio marito, addentando del rosbiff.
-Ehm...a niente.- Rispondo, cercando di sembrare abbastanza convincente.
E' quando Stéph mi rivolge lo sguardo, per porgermi qualche altra domanda, che nella sala...entra uno dei suoi scagnozzi, correndo.
Se non sbaglio...mi sembra di averlo già visto prima.
-Signor Mason.- Borbotta il ragazzo dai capelli neri e gli occhi azzurri, fin troppo alto per i miei gusti e con delle manette
tatuate sul collo.
Oh mio Dio.
-Jimmy, qualcosa è andato storto? Qualcuno ti ha riconosciuto?- Domanda Stéph, posizionando la forchetta sul piatto e rivolgendosi al ragazzo.
-No signore, ma sono riuscito a trovare un solo biglietto aereo dell'ultimo minuto...e la partenza è prevista per oggi pomeriggio.-
-Oggi pomeriggio? Mh...- Stéph si gratta il mento, sembrando pensieroso.
Che voglia partire per uno dei suoi soliti viaggi "amministrativi"?
-Va bene. Allora partirò nel pomeriggio...-
-E signore, mi scusi ancora se la interrompo ma...cosa ne facciamo di Luke?-
-Puoi farlo venire qui anche stasera stesso. In questo caso troverà voi e sapete già cosa fare.-
Jimmy, Timmy o come si chiama lui, annuisce, e solo ora mi sono resa conto della pistola che tiene sulla cintura.
Anche solo vederle quelle armi...potrebbe provocarmi un infarto immediato.
Eppure...non posso credere che anche un ragazzo come lui che sembra esser piuttosto giovane...ieri ha avuto il coraggio di uccidere
quell'uomo con cui ho solo ballato al club.
Eppure, da quel che ricordo...solo il ragazzo dagli occhi color nocciola aveva la maglia e le mani sporche di sangue.
-Bene signor Mason...la lascio pranzare in santa pace.-
-Ottimo lavoro come sempre. Tra una ventina di minuti, convoca tutti nel giardino. Devo assegnarvi alcuni incarichi prima della mia
partenza.-
-D'accordo. A dopo Signor Mason.- Continua il ragazzo, inchiandosi per metà al proprio capo ed uscendo dalla sala da pranzo.
Io non riesco più a mangiare. 
Stranamente...mi è passato l'appetito.
-Parti?- Domando a mio marito, vedendolo bere un sorso di vino rosso.
-Si, ma stai tranquilla...non starò via per molto. Tornerò tra quattro giorni esatti.-
-E dove andrai?-
-Gran Bretagna. Ho alcuni affari da risolvere lì.-
-E porterai anche qualche cadavere con te?-
Ammetto di esser stata un po' troppo acida ma...non sono proprio riuscita a trattenermi.
Un minuto di silenzio e Stéph mi guarda quasi in cagnesco.
Posa il suo calice di vino sul tavolo emettendo un rumore a dir poco fastidioso e a momenti, avrebbe potuto rompere anche il bicchiere.
Strano ma vero...la sua espressione si è appena addolcita.
-Avanti amore, lo sai come sono fatto. E dopotutto...sai anche che questo è il mio lavoro.-
Non mi sento in vena di ribattere, stringendo il più possibile i denti.
Ma ora che ci penso...ha davvero intenzione di lasciarmi qui tutta sola, probabilmente con i suoi scagnozzi?
Ma di cosa mi stupisco...stiamo ancora parlando di Stéphen Mason...il capo della mafia più spietato della California.
Sospiro con debolezza, alzandomi poi dalla sedia e buttando il tovagliolo sul tavolo.
-Io vado, non ho molta fame.- Sbotto, uscendo dalla sala da pranzo e dirigendomi verso la solita camera.
Mentre mi dirigo verso la camera però, sento qualcuno parlare e ridere sguaiatamente. 
Sembrano essere dei ragazzi.
Si stanno divertendo e ridendo a crepapelle.
Come vorrei ricominciare anch'io a ridere in questo modo così...sincero.
Demoralizzata, entro nella mia camera e mi butto sul letto, con lo sguardo perso contro il soffitto.
E' vero che ho sempre cercato di restar fuori da tutta questa brutta situazione ma...adesso mi è proprio inevitabile restarci male.
Stéph a volte, fa uccidere anche persone innocenti...che non meritano di morire per lo più così giovani.
A lui basta un debito per essergli un nemico giurato.
Può sembrare assurdo, ma è proprio così. Non ha pietà di nessuno e l'unica cosa per cui davvero ne vale la pena vivere, secondo il suo
punto di vista è il denaro.
Perchè ovviamente...lui potrebbe anche nuotarci nei suoi soldi.
E a me questa situazione pesa. Non fa sempre piacere essere la moglie di uno spietato capo criminale pronto a tutto pur di uccidere.






























Nel tardo pomeriggio, ci ritroviamo tutti in giardino.
Maria porge la valigia a Stéph ed io invece, mi sento continuamente osservata.
C'è qualcuno che continua a fissarmi...eppure, credo già di sapere chi.
Sposto per un attimo il mio sguardo contro gli scagnozzi di Stéph, notando poi due occhioni color nocciola
che già conosco alla perfezione.
Mi sento terribilmente a disagio, mentre vedo il ragazzo sorridermi, ma io non mi sento in grado di ricambiare.
E' uno dei suoi scagnozzi...è una persona pericolosa solo per tutto il sangue che lo circondava l'altro giorno.
Stéph si è appena fatto aiutare da due dei suoi scagnozzi a caricare il tutto nella sua auto. 
Il primo, credo di aver sentito che si chiami Zacky, mentre il secondo, Matt.
Zacky ha gli occhi cerulei, quasi cristallini, i capelli neri ed è ricoperto di tatuaggi come il resto dei suoi coetanei.
Matt invece, ha gli occhi verdi, due fossette abnormi, i capelli corti ed un sorriso da bravo ragazzo che non lo fa sembrare 
per niente uno degli scagnozzi di un capo della mafia.
-Grazie ragazzi.- Sussurra Stéph ai giovani, camminando poi verso di me e sorridendomi, indossando i suoi occhiali da sole.
-Piccola, tornerò presto, stai tranquilla okay?- Continua Stéph, accarezzandomi un braccio ma voltandosi ben presto contro il ragazzo
dagli occhi color nocciola che sembra essersi appena irrigidito.
-Tornerai davvero tra quattro giorni?- Domando a mio marito.
-Non tarderò un giorno in più...e poi qui sei al sicuro.-
In realtà, non mi sento proprio tanto al sicuro. E se qualcuno con cui ha dei conti in sospeso, penserebbe di fare irruzione a casa
sua e farmi del male?
Potrebbe accadere di tutto quando sei la moglie di uno come lui.
-Al sicuro?- Ribatto, inarcando un sopracciglio.
-Saranno loro a tenerti al sicuro. Mi fido ciecamente dei miei ragazzi, quindi puoi stare tranquilla.- 
Mi volto verso i cinque ragazzi dinanzi a me, che hanno degli sguardi da serial killer nati.
-Ma io...- Provo a ribattere, ma Stéph mi precede ancora.
-Gates, la affido a te.- Continua l'uomo, rivolgendosi poi al ragazzo dagli occhi color nocciola che questa volta, non sembra voler
incrociare il mio sguardo.
-Stia tranquillo signor Mason. Ha altre comunicazioni per noi?- Ribatte Gates, con una voce seria e pacata che però...risveglia
in me uno strano senso di protezione.
Oh mio Dio. Non posso neanche credere di averlo pensato.
-Quando arriverà Luke stasera...già sapete cosa dovete fare.- 
-Sarà fatto.- Continua Gates, mettendosi poi tra le labbra una sigaretta ed accendendola con velocità.
Sento che questo Luke...non vivrà abbastanza per poter avere una famiglia o che so io.
-Ti chiamo quando arrivo.- Mi sussurra Stéph accarezzandomi il volto e dandomi un bacio a stampo, sulle labbra.
Ricambio il bacio di Stéph, dimenticandomi di aver messo il rossetto rosso che tanto lo infastidisce.
-E che cazzo Haven! Lo sai che odio quando mi baci con questi cazzo di rossetti!- 
Abbasso la testa, non facendo troppo caso alle urla di Stéph.
-Scusami...- Sussurro, per paura di non esser menata davanti a tutti.
Stéph non risponde più, si limita ad accarezzarmi per un po' il viso e poi sale in macchina per potersi dirigere verso l'aereoporto.
Osservo la macchina mentre si allontana sempre di più mentre continuo a sentirmi ancora osservata.
Lo sguardo del ragazzo è ancora su di me ed il fumo che sta aspirando dalla sigaretta, continua ad infiammarmi le narici.
Mi volto verso gli scagnozzi, osservando poi un nanetto e Jimmy, ridere a più non posso.
Li ho davvero divertiti così tanto con la storia del rossetto?
Sentendomi un po' offesa, incrocio le braccia contro il petto, rendendomi conto però...che lo sguardo di Gates è ancora su di me.
Questa volta mi volto verso di lui e ad incrociare i miei occhi sono proprio i suoi color nocciola.
Ha gli occhi con degli uragani dentro, che non gli invidio. 
Io e lui continuiamo a fissarci, ma io comincio seriamente ad imbarazzarmi, nella speranza di non esser diventata rossa come un pomodoro.
Ma il suo sguardo su di me, persiste, come se non volesse guardare nient'altro.















































NOTE DELL'AUTRICE.

Ma buonsalve a tutti miei carissimi lettori!
Ci risentiamo eh? Beh, dopo l'ultimo capitolo di Nymphetamine, spero che siate
tutti ancora vivi XD.
Tuttavia...l'ispirazione del momento e l'aiuto della mia dolcissima beta, Saya, hanno fatto sì che possa
continuare questa ff e magari, riuscire ad esprimervi qualcosa anche questa nuova storia.
Come vedete...potrebbe sembrare una storia stile Waking the fallen ma assolutamente no. Tratterò tematiche ben diverse e 
concetti un pò più particolari.
Spero che anche questa ff possa incuriosirvi perchè io mi diverto un sacco a scriverla...ad ogni parola, trovo un'ispirazione
diversa quindi si...purtroppo l'ispirazione arriva quando meno te l'aspetti, non quando te la vai a cercare.
Ma veniamo al dunque.
Saya, la mia beta, mi sta aiutando tantissimo a migliorare i capitoli perchè come sapete io non ho mai tempo di rivisionarli
dopo averli scritti.
Quindi un applausone anche a lei!
Bene...ovviamente, ho visto che a molti lettori già ha incuriosito la storia e credetemi che ne vedrete delle belle!
Quindi, attendo come sempre le vostre considerazioni e recensioni...(che arriveranno, vero? Lol) e non immaginate neanche che idee
pazzesce sto cercando di far partorire alla mia mente per questa ff!
Che dire, qui siamo solo all'inizio...no? Ma dal prossimo capitolo ehehe...vabbè basta, non posso spoilerare!
Quindi, al prossimo capitolo miei carissimi lettori (sempre se volete!)
Un bacio dalla vostra...








-SynysterIsTheWay.
 
   
 
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