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Autore: Marie Claire    11/06/2014    2 recensioni
/crossover Axis Powers Hetalia e Inazuma Eleven/pairing vari/
cosa succederebbe sele Nazioni cominciassero a sparire, portando il mondo nel caos?
e se dietro ci fosse un complotto?
America si vedrà costretto ad accettare la proposta di Giappone di chiedere aiuto ai nostri giocatori di calcio preferiti per combattere il misterioso rapitore, che sembra avere piani più minacciosi di quanto pensino ...
tratto dal primo capitolo:
La bocca s’incurvò in un ghigno soddisfatto, che stonava sui lineamenti delicati del suo viso.
Il primo passo era stato compiuto.
La rinascita di Pangea si avvicinava sempre di più.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Dylan Keith, Edgar Valtinas, Mark Kruger, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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–É tutto pronto. Non ci resta che aspettare.
Cina si era lasciato cadere sulla poltrona accanto alla scrivania con un sospiro esausto. Germania lo imitò stravaccandosi sul divano poco dopo insieme a Francia, Spagna e Italia Romano-il quale però, considerando che le alternative includevano la possibilità di ritrovarsi decisamente troppo vicino a un biondo pervertito o a uno spagnolo “generoso d’affetto” nei suoi confronti, prese la saggia decisione di accontentarsi del bracciolo.
–Mannaggia! Non potevamo andare direttamente noi a recuperarli? ci avremmo messo meno tempo!
–Avremmo solo creato scompiglio, lo sai …-la risposta di Ludwig era stata pacata, ma il ricciolo del ragazzo molleggiò nervosamente verso l’alto, e il suo proprietario sibilò fra sé e sé-era troppo stanco per sbottare come si deve; non sembrava, ma fare tutte quelle telefonate intercontinentali per questioni burocratiche era stata una faticaccia!
–Lo sapevo, infatti! Non dire cose inutili, stupida patata macho!
Mentre la seria Nazione passava sopra con ammirevole pazienza al nervosismo dell’altro, lo spagnolo sorrise gentile all’inviperito ma perlomeno tranquillo ragazzo che lo sovrastava.-Dai, Lovinito! Sbarcheranno in giornata, no?
–Mi sembra che l’avesse già detto Cina! O non hai sentito? Amplifon!-Fu la riconoscente battuta che uscì dallo sboccato, ma il sorriso di Antonio aveva resistito a peggiori ingiurie e rimase illeso.
–Ho capito! Hai bisogno di essere risollevato? FUSOFUSOFUSO!
–Ehi, chi ti ha detto di allargarti?! Stammi lontano!-si alzò in piedi: non si sapeva mai se Spagna avesse voluto allungare un po’ di più le mani e stritolarlo come un tacos  ben arrotolato …
SBAM!
A riscuoterli dalla quiete passeggera e ad allontanare l’attenzione di Antonio da Lovino ci pensò nientemeno che Alfred F. Jones, irrequietissimo per l’imminente scontro.
Capiamolo: per uno che ha passato la sua vita a parlare di alieni, battaglie nello spazio, e mirabolanti meraviglie tecnologiche con annesse strane storie-baggiannate, come non mancava di rettificare un certo inglese-oltre che rigorosissime scazzottate all’ultimo sangue, era la pentola d’oro che si trova alle pendici dell’arcobaleno!
–Beh?! Cosa sono quei musi flaccidi? In piedi! Dobbiamo prepararci!-esclamò sdegnato alla vista di quelli che, secondo lui, stavano a poltrire senza ritegno su un divano.
I quattro sfiniti si limitarono a guardarlo male, senza ribattere.
A differenza loro, America aveva sbolognato il fardello di discutere col proprio capo della faccenda all’innocente Matthew; il poveretto non aveva fatto neanche in tempo a richiedere ulteriori delucidazioni che lo strafottente americano gli aveva mollato la cornetta in faccia per andare a sfogare la sua eccitazione pre-rissa.
–Come on! Non stenderete quelle Nazioni bacucche a suon di sbadigli!-sferrò due pugni a vuoto.-Dovete mettere su un po’ di muscoli, soprattutto tu, South Italy!
–Mi stai dando del gracilino?!-il livello di arrabbiatura di Lovino si era alzato da “Scazzato ma innocuo” a “Vi renderò farina per  pizze e userò il sangue come condimento” e si preparò a dare a quel gradasso un assaggio delle sue effettive abilità fisiche …
–America, non credi di doverti calmare un attimo?-cercò di farlo ragionare Spagna, e intanto prese il rissoso italiano per la collottola e lo sistemò sul divano accanto a lui.
–Ahahahah! Ma io non ho di certo bisogno di allenamenti extra!
–Te lo do io l’allenamento-borbottò Lovino sprofondato tra i cuscini, ma si limitò a appoggiare meglio il capo allo schienale e a ritrarre il braccio di Spagna dal suo con la grazia che lo caratterizzava.
–Ma davvero, non ci pensate? Tra poco scenderemo in campo! Li concerò come punching-balls! Li farò andare ai miei piedi! Imploreranno pietà, anche quella lì, Pangea o come si chiama!
–Bien sur, ma forse non ne avremo bisogno ….
–Piangeranno e si dispereranno! “Oh America, sei un Eroe!”, “E certo! Don’t you see?”, “Aaah, come ho potuto darti del falso Eroe! Come mi pento!” Gli farò vedere la forza degli USA, soprattutto alla piccoletta spettinata!-si immaginò la scena: Laurasia abbracciata alle sue ginocchia pregando perdono.
Le avrebbe fatto rimangiare quelle parole infamanti contro il suo eroismo!
–Guarda che dobbiamo salvare anche loro! Sono innocenti, delle semplici pedine in un gioco troppo pericoloso-Aru!-Provò a ribattere il cinese, senza riuscire a distogliere il pomposo Alfred dal suo momentaneo ‘daydreaming’; continuò comunque a sciorinare le sue ragioni, in modo che qualcuna raggiungesse quella testa bacata.
–I veri nemici sono gli spiriti delle Nazioni dentro di loro! Se non ci sbrighiamo, potremmo perdere la nostra unica possibilità per riportarli dalle loro famiglie sani e salvi!
Un silenzio attonito accolse l’affermazione.
–Cina … Cosa significa? Cosa accadrà a quei ragazzi?
Il ragazzo sospirò, facendo sollevare il ciuffo al lato del  viso.
–Per un essere umano avere dentro di sé l’essenza di una Nazione è estremamente nocivo. All’inizio le anime sono perfettamente sovrapposte e la Nazione controlla a proprio piacimento il corpo, ma in seguito il legame si fa più labile, e c’è un capovolgimento di ruoli: la persona posseduta, specie se ha un’anima poco incline all’assoggettamento, influenza lo spirito dentro di lei, al punto di farlo parlare al posto suo.
Lovino ebbe un sussulto: la ragazza che aveva rapito suo fratello gli aveva rivolto uno sguardo di pura tristezza e frustrazione, in netto contrasto con la sfrontatezza dimostrata gli attimi prima.
“Allora … Quella non era Laurasia?”
–A quel punto la situazione si fa seria: se non vengono separati, la Nazione uscirà naturalmente dal contenitore, danneggiandolo in modo irreversibile-Aru!
“C-Cosa?!”
Strinse i pugni. Non poteva finire così. Non dopo che aveva scoperto di aver combattuto con un avversario tanto vigliacco da non essere capace di farsi pestare in prima persona e schierare una ragazzina innocente al posto suo(A questo proposito, neanche il suo comportamento era stato così impeccabile … ).
–Non potevi dirlo prima?! Dobbiamo sbrigarci!-e nel mentre colse l’occasione per dare una scrollata a Germania e farlo cadere dal divano per poi balzare in piedi lui stesso.
–Ahahah! Così si parla! See? L’italiano musone mi dà ragione!-Alfred circondò le spalle di Lovino con il braccio in modo confidenziale.
–Non dire cazzate! E togli quella mano dalla MIA spalla!
–Dude, non essere così scontroso! Sono il capitano, no?
–Ma capitano di che, sottospecie di Pulcinella bionda?! Preferirei … preferirei ritornare a sgobbare per Spagna, ecco!
E prontamente lo spagnolo abbandonò il comodo divano per sedere sul pavimento in un’area buia e triste …
–Ma cosa dici? Io sono l’Eroe, con la ‘E’ maiuscola! Non posso essere  rifiutato! Dai, ditelo anche voi altri!
Di nuovo il silenzio arrivò, ma dopo appena qualche secondo fu Lovino a parlare di nuovo, dando voce ai pensieri e all’irritazione di tutti.
–Eroe?! Ma và a farti un giro con il tuo mantello rosso possibilmente il più lontano da qui se proprio vuoi crederti Superman!
America rimase col sorriso strafottente e fiducioso congelato sulle labbra, il braccio teso a mezz’aria.
–Vuoi farti l’allenamento speciale così potrai dire a tutti quanto sei figo? Bene, vai allora, perché adesso sei solo un super-rompiballe!
–…
 
Alfred abbassò la testa e la rialzò repentinamente. Tutti si aspettavano da un momento all’altro di veder comparire su quella faccia da schiaffi un broncio spettacolare e che cominciasse a protestare a gran gesti come un bambino viziato quale era.
Invece, si ridiresse a gran passi verso l’ingresso e esclamò, senza guardare nessuno in particolare:–È proprio quello che farò.
E chiuse la porta con calma, senza sbatterla come suo solito, lasciandosi dietro cinque novelle statue di ghiaccio.
–…Umprf!-Lovino fu il primo a riprendersi, e guardò con aria di superiorità il legno lucido da dove era uscito America.-Avete visto? Gliel’ho fatta vedere a quell’americano montato! Ben gli sta!
–Questa sì che è davvero spettacolare.-commentò Francis, appoggiando la testa a una mano. Sembrava deliziato dalla piega degli eventi.-Amerique sta diventando grande … Potrei addirittura commuovermi, oui.
–Lo so, fa sempre quest’effetto vedere uno dei tuoi piccoli crescere…-aggiunse comprensivo Antonio con aria sognante. Lovino gli lanciò un’occhiata al vetriolo.
–A chi stai dando del piccolo?!
–Rimangono sempre tanto lindos, però.
–Oui, oui!
–PIANTATELA, VECCHIE COMARI!
 
 
 
“Eh eh! Gli ho lasciati a bocca aperta! Mi dovrebbero dare uno, che dico, mille Oscar!”
Poco lontano, ‘l’Uomo Maturo’ stava ridendo rumorosamente.
“Sono un genio! L’attore degli attori! Super in tutto: la camminata decisa senza esitazioni, la voce profonda e sicura, e la porta … La porta chiusa dolcemente è stato un colpo da MAESTRO! Spielberg si dovrebbe mettere in ginocchio e offrirmi contratti da record! Beccatevi questa, mammalucchi! QUESTO è essere eroi!”
Era talmente preso nel suo autocompiacimento interiore ed esteriore che non si accorse del pallone rotolato ai propri piedi.
–Mi scusi, signore.
Si fermò e guardò in basso.
Un bimbetto di appena cinque anni lo fissava circospetto dal basso verso l’alto.
–Potrei riavere la palla?
–What? Oh, certo! Tieni, lil’dude!
La calciò leggermente e il bimbo la prese subito con le mani.
–Grazie.-lo studiò con gli occhi socchiusi, ancora incerto.
–Nothing! È mio dovere aiutare le persone in difficoltà!-rispose prontamente Alfred osservandolo attentamente.
“Wow, ha degli occhi davvero grandi per un bambino! Sembrano quelli di un gattino, gialli e leggermente inquietanti, yeah … OOOH, ma che capigliatura strana! Sembra che in Giappone non ci sia una persona senza i capelli aerodinamici! E dire che pensando a Kiku non si direbbe, serio e compito com’è …”
–… Va bene. Grazie mille.-ripetè il piccolo, allontanandosi.
L’americano si imbronciò istantaneamente.
“Che piccoletto impertinente! Dovresti essere grato di trovarti di fronte a me, damn!”
Ovviamente non gli passò per l’anticamera del cervello che fosse lui a sbagliare nel farsi bello per un’azione insignificante come quella. Era straordinariamente sollecito nel riconoscere i propri meriti America, sì. Talmente sollecito nel dimenticarsi se fossero effettivamente importanti o meno …
–Kyousuke! Ecco dov’eri!
Un altro bambino, di forse nove anni, venne incontro a loro. Alfred non potè fare a meno di sussultare.
Era sopra ad una sedia a rotelle e si avvicinava spingendo le ruote con le mani. Erano molto magre, notò Alfred.
Eppure, nonostante l’evidente fatica che faceva, aveva un sorriso calmo sul volto infantile.
–Non saresti dovuto venire da solo!-quasi urlò Kyousuke dando voce anche ai suoi pensieri. Si avvicinò ansioso alla carrozzina.
–Mamma e papà sono nelle vicinanze. E poi quello che rischia di venir sgridato perché si è allontanato sei tu fratellino, mica io.-vide il pallone, e si illuminò.-Stavi giocando?
–… Sì. Yuuichi, ho completato il tornado di fuoco!-per Alfred fu quasi uno shock osservare il visetto corrucciato dell’altro bambino illuminarsi a sua volta, come se quelle parole bastassero a scacciare tutta la tristezza presente nel mondo.
–Non ci credo.-ribattè con uno sguardo leggermente dispettoso Yuuichi.
–Ah no? Ti faccio vedere!
–Ok. Dopotutto la pazienza è la virtù dei forti. Cercherò di essere tale.
–Antipatico! Quando diventerò grande e sarò un grande giocatore non ti dedicherò nessun gol!
–Ma dai, che cattivo!E io allora chi verrò a tifare?-lo prese in giro bonariamente Yuuichi mentre il più giovane spingeva la sedia a rotelle dalla parte opposta della strada.
Li sentì ancora parlare tra loro mentre si allontanavano.
–Yuuichi?
–Mh?
–…Scherzavo. Ti dedicherò tutti i miei gol. Così …-si interruppe, e guardò con tristezza le gambe del fratello, rigide e immobili.
–… Grazie, Kyousuke. Io sono fiero di te.
Alfred, che per tutto il discorso era rimasto fermo nel punto dove si trovava, riacquistò l’uso dei propri arti improvvisamente.
Non si sentiva più grande e grosso,al contrario, si sentiva piccolo, piccolissimo, più di quei due bambini.
Ecco due eroi, talmente grandi da offuscarlo, riflettè.
Una lacrima scese lenta lungo la guancia e si rese conto con stupore che stava per mettersi a singhiozzare.
E non sapeva nemmeno se era per ciò che aveva visto  o per quell’ultima frase così sorprendente.
Sono fiero di te.
Si asciugò la faccia con forza.
Gli Eroi non piangevano.
Men che meno per gli errori del passato.
 
 
 
–Ah, ma che sorpresa … Ci rivediamo, ‘Eroe’.
 
  
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