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Autore: foreverwithyou    11/06/2014    3 recensioni
Felicity Whitmore è stata travolta in un incidente stradale. Ora è in coma.
I suoi sensi sembrano averla abbandonata. Pare che voglia lasciare questo mondo che, per lei, è diventato una piaga.
Ma torniamo indietro a due mesi prima dell’incidente, due mesi prima che Felicity finisse su un letto d’ospedale attorniata da quelli che '' le vogliono bene ''
Torniamo indietro e scopriamo la causa di tanto rancore, di tanta intolleranza.
Torniamo indietro a quando Felicity, seppure sofferente, gustava appieno il sapore della sua vita..
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Flavor of life.
Blackout.



 
 
   Pov’s Narratore

«Ho chiamato Colin, ha detto che non tornerà prima di due giorni.. Il convegno sembra essere molto impegnativo!» dice Neera a sua madre.
«Sta prendendo tempo: non si sente pronto a compiere un passo così decisivo» risponde di rimando.
Dopo un lungo momento di silenzio, Neera riprende la parola «Felicity non è ancora tornata.. Dove pensi che stia?»
«A farsi consolare tra le braccia del professore, mi pare ovvio. A quanto pare, voi giovani possedete tutti dei bollenti spiriti!» scherza Sabrina portandosi la sigaretta accesa alla bocca, la solita sigaretta scacciapensieri.
Neera scuote il capo indignata: nelle parole di sua madre avverte una specie di richiamo, di insulto. Non si poteva negare, ovviamente, che tra lei e Colin c’era stato qualcosa, qualcosa che forse non si era ancora stanato, ma che era comunque nato e tenuto a bada: la lotta fra passione e il timore si scatenava non appena Colin sfiorava la pelle diafana di Neera.
La ragazza ritiene inutile continuare a parlare di questa cosa, l’ansia per una mancata telefonata di sua sorella, presunta scomparsa da qualche ora, cresce.
Lo squillo del telefono la fa sobbalzare, Sabrina spegne la cicca nel posacenere e raggiunge il telefono dall’altra parte del tavolino, allungando il braccio.
Risponde con la stessa disinvoltura con cui rivolge un’occhiata benevola alla cameriera Hanna, che stava per anticiparla nell’azione.
Bastano pochi secondi e ti senti il mondo cadere letteralmente addosso. Una pentola di acqua bollente, la definirebbe Sabrina, dato che le si è -paradossalmente- ghiacciato il sangue nelle vene.
«Non può essere» soffia lasciandosi sfuggire la cornetta dalla mano.
I singhiozzi di Sabrina sembrano essere più rumorosi dell’aggeggio che si scaraventa sul pavimento.
Neera si butta per terra, forzando il peso sulle ginocchia e afferra la cornetta portandosela all’orecchio, comprendendo che sua madre è troppo sconvolta per darle delle risposte.
Hanno già messo giù, purtroppo.
«Mamma, cosa è successo? Felicity, vero? Parla, ti prego» dice afferrando Sabrina per le spalle, costringendola a guardarla negli occhi mentre Hanna tenta di rianimarla offrendole dell’acqua fresca, tremando come una foglia.
«Un.. incidente. Felicity è stata travolta in un incidente, è al Bridge Hospital. Dev’essere operata urgentemente»
Neera si porta una mano sulla fronte per lo stupore. Le tempie le pulsano e le fanno sentire un dolore lancinante.
«Dobbiamo andare là. Sbrigati.» Dice scattando verso l’ingresso.
Appena entrata nel Bridge Hospital di Londra, Neera si reca alla reception e domanda di Felicity: sembra essere determinata a sapere della sorellastra mentre la hall si affolla di giornalisti e fotografi che vengono bloccati dai vari sorveglianti e medici che intimano loro di rimanere lontani.
«Vogliono lo scoop della giornata» ammette Sabrina notando la marmaglia.
«Felicity» sussurra Neera, una volta finita la conversazione con un presunto infermiere.
Alcuni giornalisti, più acuti, notano la presenza delle Davis nella hall e si avvicinano a loro con la speranza di placare i loro animi curiosi.
Dopo poco, madre e figlia sono invase da impertinenti domande.
“Signora Whitmore, cosa è capitato alla sua figliastra?” “Ci può dare dettagli?” “I medici dicono che è grave” “Signora Whitmore, signora Whitmore”
Echi fastidiosi e continui martellano la mente di Sabrina che sembra volersi annullare davanti agli occhi speranzosi della dozzina di giornalisti che l’attorniano.
«Due mesi fa ho perso Klaus, ora non posso perdere Felicity.» Si dilegua in un corridoio, trascinando Neera per un braccio.
Le due donne lasciano cadere i loro corpi su delle sedie posizionate nel corridoio dove, in fondo, si accede alla sala operatoria, nella quale si trova Felicity.
Pianti silenziosi e pieni di sensi di colpa accompagnano lunghe preghiere. Preghiere che salveranno la vita a Felicity, si presuppone.
Neera ferma un’infermiera che, con nonchalance, passa di lì con delle cartelline colorate sottobraccio.
«Quanto dovremmo aspettare? Mia sorella, Felicity Whitmore, è in sala operatoria da circa quaranta minuti»
«L’operazione è molto lunga e complicata. Attendete, vi prego»
Attendere. Neera non crede di farcela. Troppe cose sono in sospeso, troppe cose non sono state dette.. Cose che avrebbero sicuramente cambiato le sorti di una povera ragazza, nemmeno venticinquenne, con tutta la vita davanti.
«Vado a chiamare Colin. Deve sapere» dice allontanandosi da sua madre che, a quanto pare, sembra non ascoltare le sue parole, troppo attanagliata dai pensieri e dal dolore che essi le provocano.
Neera aggira la hall e si piazza in un angolino, nascondendosi dai giornalisti impazienti rimasti lì. Sfila il cellulare dalla tasca del cappotto e compone il numero di Colin West, l’avvocato che ha fatto breccia nel suo cuore, il futuro marito di sua sorella. Sebbene questa sia l’inaccettabile realtà, Neera non ha saputo resistere alla tentazione. Sapere di essere amata, desiderata, da un uomo come Colin, le impediva di essere razionale e ignorare questi sentimenti che avrebbero rovinato non solo la sua vita, ma anche quella di Felicity. Quante notti, con la scusa di dormire da un’amica, ha incontrato Colin e ci ha fatto l’amore per poi rincasare solo la mattina dopo e incontrare sua sorella come se nulla fosse? Tante, troppe.
Allora, però, Felicity era ancora viva, del tutto ignara di quello che le accadeva attorno: il doppio tradimento, da parte di Neera e pure Sabrina. Quelle due le stavano rovinando la vita da quando avevano messo piede in casa, Felicity aveva ragione.
Era già morta.
«Colin, finalmente hai risposto. Devi assolutamente tornare in Inghilterra: Felicity ha avuto un incidente» dice con voce rotta dal pianto.
L’avvocato, nella lontana Dublino, soffia un ‘Arrivo’ per poi riagganciare.
Neera sta per tornare da sua madre, non appena nota il professor Pearce discutere animatamente con un infermiere. Non curante dei giornalisti, la bionda si avvicina ai due e intima all’infermiere di allontanarsi.
«Dov’è?» chiede Jayden, col respiro affannato e l’espressione sconvolta.
«In sala operatoria e ci rimarrà per un bel po’. Dobbiamo aspettare»
Il Bridge Hospital è in fermento, ma per loro è come se tutto fosse paralizzato: l’ansia cresce e l’alba sembra sempre più lontana.
Verso le sei, un medico dà notizie: l’operazione è andata bene, ma Felicity non è del tutto fuori pericolo.
«Ha subito una contusione celebrale causata dal forte impatto durante l’incidente»
«Posso vederla?» domanda Jayden.
«Solo pochi istanti»
Jayden si precipita nella stanza dove giace su un grande letto la piccola Felicity che, collegata a vari tubi collegati, a loro volta, ad un macchinario posto accanto al letto che le permettono ancora di respirare, è in uno stato di pura incoscienza.
Dopo alcune ironiche frasi, Jayden scoppia in un pianto soffocato. Quel viso che prima era pieno di vita, ora è pallido e medicato all’altezza del sopracciglio.
Il tempo è scaduto e Jayden deve abbandonare la stanza. Fa scivolare la mano di Felicity via dalla sua con la promessa che sarebbe tornato a trovarla.
Il professore, dall’aspetto trascurato e cupo, ritorna dalle Davis e ci trova anche un’altra persona.
«Voi non siete un familiare, eppure siete ancora qui» sputa Colin.
«Potrei dire la stessa cosa di voi» ribatte Jayden.
«Come fate a dirlo, se nemmeno mi conoscete?»
«Siete l’avvocato, no? Il fantoccio che dovrebbe sposare Felicity? Allora sì, vi conosco»
«Come vi permettete?»
«Basta!» Si introduce Sabrina «Signori, stiamo dando spettacolo. Risparmiate le parole per quando affronterete i giornalisti»
 
È passata più di una settimana dal giorno dell’incidente. I medici non danno buone notizie, ma neanche cattive: Felicity è sempre perduta nella sua incoscienza e continua ad essere legata ai tubi.
Neera e Sabrina, ogni tanto, fanno capolino nella stanza d’ospedale dove giace ancora Felicity e piangono ai suoi piedi come se non ci fosse più speranza, come se fosse già morta e avesse strappato a madre e figlia la possibilità di riscattarsi o almeno confessare i loro più osceni peccati.
Colin va e viene. Il lavoro prima di tutto. Deve distrarsi, troppe ore in quell’ospedale gli fanno perdere la lucidità e la chiarezza mentale di cui ha assoluto bisogno per affrontare la vita.
In quanto a Jayden, cosa dire del premuroso professore di filosofia? Scorrazza per l’ospedale due, tre volte al giorno e, alle volte, dorme pure lì. Sembra l’unico che, nonostante combatta per non farsi sopraffare dal dolore, porti luce in quelle buie sale.
«Signora» chiama un medico correndo verso Sabrina, pronta per dare il cambio a Neera.
La donna si volta contrariata.
«Sua figlia è miracolosamente sveglia!»
A Sabrina manca l’aria per un istante: non può credere alle sue orecchie, come gli altri dietro di lei.
«Seguitemi. Le prime persone che dovrà vedere, dopo questa brutta settimana, sono quelle a cui vuole bene»
Tutti seguono il medico, scalpitando dalla gioia. Entrano nella stanza, per metà ancora mista alla penombra e si avvicinano al letto sul quale Felicity è ancora sdraiata. Stavolta, però, è cosciente. Stavolta è sveglia.
Gli occhi spaventati e ancora semichiusi di Felicity incontrano quelli di Sabrina che la chiama ripetutamente per nome, sperando in una sua reazione.
La ragazza volta lo sguardo a destra e intravede Colin, Jayden e Neera ma è come se fossero vuoto per lei.
«Chi siete?» domanda con un filo di voce.
Le espressioni dei presenti mutano, perfino quella del dottore. Diventano sbalordite, incredule. Non si aspettavano una cosa del genere: Felicity non si ricorda di nessuno.


 
Angolo Autrice
Chiedo venia per l'enorme ritardo. Mi dispiace davvero tanto, credetemi.
Ho avuto il cassico blocco dello scrittore. Sarà perché sono presa da un'altra storia adesso.. boh.
Spero possiate perdonarmi.
Anyway, piaciuto il capitolo?
Troppo triste? Lacunoso? Ipocrita? Fatemi sapere.
Nella parte centrale ho riassunto -o quasi- le parti più importanti presenti nel capitolo uno.
Non ho assolutamente idea di quando scriverò il prossimo capitolo, quindi non vi prometto nulla.
Alla prossima//♥

foreverwithyou

 
   
 
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