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Autore: Yuno97    11/06/2014    0 recensioni
- Potresti diventare la mia rovina - disse mossa dai sentimenti, qualcosa le diceva che se quel ragazzo entrava nella sua vita, non sarebbe entrato come amico.
- Oppure la tua salvezza - rispose lui con dolcezza.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 3 - 
(Mercoledì 17 Ottobre)

Dopo la notizia che Gaia le aveva dato, Erika non sapeva se essere felice o essere seria. Lei dubitava delle persone, e su una cosa del  genere non le piaceva giocare. 

La sveglia segnava le sei del mattino, Erika non si sentiva molto bene. Decise di restare a casa per riposare, ma prima di rimettersi a dormire avvisò Harry con un messaggio.

A: Harry <3

Ciao Harry! Oggi non vengo a scuola mi dispiace, non mi sento molto bene, perfavore prendi appunti pure per me. Al massimo domani me li prendo, Grazieee

Appoggiò il telefono sul cuscino e chiuse gli occhi. Il trillio del telefono la fece sobbalsare. Harry l'aveva chiamata. Rispose.

- Buon giorno... -  disse titubante Erika.
- Ma come non vieni?!?! - le urlò tramite il telefono Harry.
- Non mi sento bene... - disse con un sorriso Erika.
- Posso passare dopo da te? - le domandò ingenuamente.
- E se poi ti svengo davanti che fai? - chiese lei con tono istigatorio.

Harri mantenne il silenzio, forse si era un attimo imbarazzato.

- Niente... - sussurrò.
- Va bene dai, fammi riposare adesso - disse Erika.

Si salutarono e lei riattaccò. Sprofondò in un sonno profondo e agitato. Aveva molto caldo. Sudava. 

La sveglia puntava le quattro del pomeriggio e lei era seduta nel letto e guardava la parete difronte a se. Sbruffò.

- Ancora non arriva... - pensava mentre guardava l'orario sul cellulare.

Si alzò a fatica, si sentiva calda e fredda insieme, probabilmente febbre. Si diresse in cucina, aprì il frigo e prese la bottiglia d'aqua. L'appoggiò sul tavolo e poi prese un bicchiere. Ci versò l'acqua dentro e socchiudendo le palpebre lo guardava un po' turbata. Sbuffò. La pigrizia le era come saltata addosso. Una mano sul bicchiere mentre l'altra faceva d'appoggio al braccio. Ci stava giocando. Ad un tratto sobbalsò, era il campanello che stava suonando. 

- Arrivo! - urlò lei sbuffano.

Si alzò e andò verso la porta strascinando il peso del suo corpo. Si sentiva come se fosse ubriaca. Poggiò la mano in modo sfaticato sulla maniglia e aprì. 
Era Harry, sorridente come al solito. Vestito con dei jeans neri attillati e una camicia bianca latte. Aveva i capelli un pò arruffati e teneva su una spalla lo zaino. Erika sorrise. 

- Posso entrare o... devo restare sull'uscio della porta per un altro po' di tempo? - disse lui ridacchiando.

Erika continuando a sorridere lo fece entrare. Si rese conto che il suo corpo le stava dando contro. Sorrideva come un ebete e l'impulsività le era aumentata di almeno un 30%. Lui entrò e chiuse la porta. Si diressero in cucina e si sedettero. Lei sbracata sul tavolo e lui seduto composto che la squadrava. Aveva appoggiato sul tavolo lo zaino e restava a guardare Erika e lo fissava con un sorrisone.

- Eam... Si può sapere che hai? - chiese alzando un sopracciglio. 
- Niente - disse Erika alzandosi e sorridendo. 

Anche lui si alzò. Le si avvicinò e le bloccò un braccio. Lei attaccò a ridere. L'espressione facciale di Harry cambiò. Era un poco preoccupato, perché Erika non si era mai comportata così prima.

- Ma che vuoi fare? - chiese Erika sorridendo e andandogli addosso.

Harry la lasciò e indietreggiò guardandola un po' dubbioso. Lei ridacchiò. Lui prese un po' di coraggio è la bloccò, le mise una mano sulla fronte e notò che aveva la febbre alta. Erika ebbe un capogiro e si appoggiò a lui.

- Non mi sento bene... - disse con un filo di voce.

Lui strinse le labbra e le passò una mano sotto le ginocchia e la sollevò. La portò in camera da letto, come se lei fosse una principessa. Lei iniziò a respirare in modo affannosso.
La sistemò sul letto e le chiese dov'era il termometro. Lo prese e poi si sedette vicino a lei.

- Ora misurati la febbre - disse Harry porgendo il termometro.

 Lei sbuffò, prese tra le mani l'oggetto, lo guardò e lo appoggiò sul ventre.
Questa cosa turbò Harry.

- Mamma mia... Su dai Erika! Misurati la febbre! - disse lui pazientemente.
- Non ho voglia... - 
- Dormi allora, se ti senti male mi chiami, io me ne vado - disse sospirando.

Si alzò e le accarezzò la testa. Lei era silenziosa e gardava verso il basso. Quando lui staccò la mano dalla sua guancia lei allungò una mano e lo fermò.

- No aspetta per favore... - sussurrò guardandolo cercando di trasmettere più tenerezza possibile.

Lui si sedette vicino a lei e le ripetè che doveva misurare la febbre. Lei mise il termometro sotto il braccio e si accucciò sotto le coperte continuando a guardarlo. Lui sorrise e le teneva la mano.

- Voi un po' d'acqua? - le chiese.

Lei annuì solamente e lui si diresse in cucina, prese il bicchiere dove c'era l'acqua e lo portò in camera. Lei lo bevve.
Passarono cinque minuti e Harry si fece ripassare il termometro. 
Harry sgranò gli occhi. La sua espressione era di qualcuno preoccupato.

- Quaranta.... - sussurò.

Erika riprese a respirare affannosamente.

- Ho caldo... - disse lei.

Lui prese le coperte e le levò. Scoprì i piedi di lei e le disse di dirgli dove poteva trovare una tachipirina e una bacinella. Dopo aver trovato tutto, diede a Erika qualcosa da mangiare e poi le fece ingerire la tachipirina. Prese la bacinella e la riempì di acqua fredda. Andò in bagno, aprì uno sportello, trovò le lamette, il coltellino con le rose che attirò particolarmente la sua attenzione. Poi prese una spugna e la immerse nella bacinella.
Si diresse in camera. Lei era ancora tutta sudata.
Si sedette vicino a lei e disse:

- Tranquilla, ora stenditi e cerca di riposare - 

Prese la spugna, la strizzò fino a renderla umida e le bagnò la fronte. Ripetè l'operazione finché non vide che lei migliorava.
Si addormentò e quello fu un buon segno di ripresa. Continuò per altri dieci minuti con la spugna e poi si mise seduto su una sedia vicino al letto e aspettò che si svegliasse. Inviò un messaggio ai suoi che era rimasto fuori fino a tardi.

Si fecero le otto, gli occhi di Erika si aprirono lentamente e notò che Harry si era addormentato sulla sedia ed era rimasto li a sorvegliarla, le aveva anche messo un lenzuolo addosso per non lasciarla scoperta. 
Si sentiva bene. Doveva ringraziarlo ma non voleva svegliarlo. Prese il lenzuolo e lo mise su Harry, a lei non serviva più. Si diresse in cucina e preparò la cena per entrambi sperando che si fermasse a mangiare con lei.
Harry ancora non si svegliava, pensò fosse il caso di svegliarlo.
Andò in camera e si avvicinò a lui.

- Harry è tardi - disse un po' titubante.

Appoggiò una mano sulla spalla di lui e sperava si svegliasse. Invece era entrato in un sonno profondo. Lo osservò. Sembrava innocente come un bambino, e magari lo era, trasmetteva anche tenerezza, ma anche sicurezza. Erika sorrise, si accostò alla sua guancia e gli diede un bacio e sussurrò un grazie, mentre lei si stava staccando lui aprì gli occhi di scatto e si mosse male. Per sbaglio le labbra di Harry si appoggiarono su quelle di Erika che arrossì. Lui sgranò gli occhi e poi senza pensaci le afferrò la testa con una mano mentre con un altra l'attirò a se. La baciò ancora. Erika aveva le mani sul petto di lui e stava andando a fuoco, chiudeva gli occhi e respirava velocemente e il suo cuore correva nel suo petto. Harry le stringeva la nuca mentre un braccio le spingeva la schiena verso di lui. Quando Erika senti che lui stava per introdurre la lingua sussultò un attimo e iniziò a spingere lievemente, da una parte voleva essere baciata da lui, da un'altra non era pronta e si sentiva impaurita.
Lui lo notò, spostò il braccio da dietro la schiena e lo portò sulla guancia di lei, e con il pollice le accarezzava un tratto di viso. La baciò veramente. Con la lingua Harry cercava quella di Erika e quando la trovò non esitò a impadronirsi della bocca di lei.
Ad un tratto Erika si staccò con forza. Era seduta su di lui, le braccia dritte sul suo petto e entrambi respiravano in modo affannato. Lei senza rendersense conto, presa dal panico iniziò a piangere e si alzò indietreggiando.
A questa scena lui venne attaccato dalla paura, si alzò di scatto andando verso di lei. Con uno scatto l'abbracciò e le disse pervaso dal panico di aver fatto qualcosa di sbagliato:

- Perdonami, ti prego perdonami, non volevo spaventarti o altro -

Lei cercava di divincolarsi poiché era presa dal panico. Erano le prime volte che provava queste forti emozioni, erano per l'appunto le sue prime volte. Ma la sua fragilità la rendevano come una bambola di cristallo, se non la sapevi prendere potevano romperla.
Lei respirava in modo affannato e continuava a divincolarsi. Lui la strinze di più cercando di calmarla. Il profumo di lui le entrò nella testa.

- Perdonami Erika... - le sussurrò chinando la testa sulla spalla di lei.

Lei fece tre profondi respiri e si aggrappò a lui e scoppiò in un pianto. Stringeva forte la camicia e lui, strofinando il viso sul suo collo e tra i singhiozzi gli disse:

- Io ho paura... te lo avevo detto che potevi distruggermi... -
- Io ti voglio salvare, voglio essere io quello che raccoglie le tue lacrime, che prenderà ogni tuo abbraccio, felice o triste che sia. Voglio esserti vicino per consolarti e per farti sentire protetta! Non voglio distruggerti! Voglio custodirti! Io mi sono innamorato delle tue debolezze, del tuo carattere... di te!  Ti prego... fatti salvare  - sussurrò stringendola ancora di più.

Lei si lasciò coccolare. E gli sussurrò:

- Allora fallo! -

Harry le diede un bacio sul collo e poi la baciò sulla fronte, non voleva affrettare le cose. Voleva godersi questa serata e prima di andare via le diede il bacio della buona notte, sperando in un nuovo giorno.


Nota d'autore :

Rieccoci qui ^^ grazie di leggere la mia storia :) ho voluto mettere un po' di passione in questo capitolo :) spero vi sia piaciuto e scusate se l' ho pubblicato con ritardo 
  
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