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Autore: __PandaCloe__    11/06/2014    1 recensioni
dal capitolo 1 - A due villette dalla sua sentì una forte musica provenire da un garage.
La porta aperta e la sua irrefrenabile curiosità la spinsero ad entrare con il suo molosso al seguito. Appena entrata vide quattro ragazzi, tre le sembrava di averli già incontrati. La musica si fermò e il ragazzo dai capelli strani le chiese: " E tu chi sei?"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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I WAS BORN TO LOVE YOU

CAPITOLO 2
 AEREOPLANO DI CARTA
 
Il ragazzo con i capelli strani chiese “ E tu chi sei?”. Anne tentò di rispondere e scusarsi ma dalla sua bocca uscirono solo strani versi che fecero solo aumentare il suo imbarazzo finché la ragazza non uscì indietreggiando dal garage per poi correre seguita dal cane fino a casa sua.
 
Per la vergogna prese la drastica decisione di non uscire di casa fino al giorno d’ inizio della scuola, l’ 1 febbraio. ‘E se dovessi incontrarli? Non se ne parla, resto chiusa in casa in casa piuttosto. Ma io quei tre li ho già visti da qualche parte …’ Mentre cercava di ricordare Carlos entrò bussando nella sua stanza: “ Ehi,noi facciamo un minuetto in giardino, vieni?”. I Wilson erano fatti così: per loro la musica era tutto. Vivevano di musica: se ne nutrivano, la respiravano, era la loro fonte di sostentamento, era il rifugio dai problemi e dalla vita frenetica: minuetti, sonate, concerti per pianoforte e archi diventavano luoghi in cui perdersi in balia delle note. La mente volava sul pentagramma e le dita su tastiere e corde.
 
Anne prese il violoncello e raggiunse i fratelli sotto il grande albero che ombreggiava il prato curato. Sistemarono sedie e leggii e cominciarono. La musica dolce del terzetto d’ archi si levò nella calda giornata di fine gennaio. Le loro dita suonavano in perfetta armonia dopo anni di prove e sudore. Tornò loro alla mente  il ricordo delle bacchettate sulle mani quando sbagliavano il tempo, le note e le entrate al pianoforte e le grida di Conrad durante i lunghi pomeriggi nella camera da musica nella vecchia casa.
La musica rallegrò gli animi di tutto il vicinato che godendosi l’ultima settimana di vacanza prendeva il sole e si rilassava in giardino. Fu così che i Wilson si fecero conoscere in tutto il quartiere.
 
Qualche giorno dopo arrivò il primo giorno di scuola. Anne si recò al liceo accompagnata dai fratelli che più tardi si sarebbero recati alla Sidney University. Scesa dalla macchina varcò la soglia del cancello e andò alla ricerca dei suoi amici nell’ atrio.
“ Anne! Siamo qui!” la chiamò Maddalena abbracciata a Cameron.
 “Maddy! Mamma quanto mi sei mancata!” Si salutarono con affetto dopo due mesi di lontananza.
“Alistar è andato al bar della scuola con Jenn. Farai meglio ad andare se non vuoi che quella troietta ti freghi il ragazzo il primo giorno.” Disse l’ amica indicandole la direzione con un movimento del capo.
Anne si inoltrò nella folla di studenti che affollavano l’atrio. Entrò nel bar e corse incontro al suo adorato Alistar. Sottolineo l’ aggettivo perche Anne non amava assolutamente Alis, diciamo che ci stava insieme ormai per abitudine. Lui la prese in baraccio e la baciò dolcemente. Jenn era accanto a loro con i suoi capelli biondo tinto e le lenti a contatto azzurre. Era proprio Jenn la motivazione delle azioni di Anne, doveva marcare il territorio. Normalmente no si sarebbe andare in effusioni troppo ostentate in pubblico e, oltretutto, odiava i baci di Alistar: a detta sua ci metteva troppa saliva e le sue labbra erano da ‘femminuccia’. Ovviamente nei limiti possibili. Alistar era un ragazzone alto, moro, muscoloso e con poco cervello. Capitano della squadra di calcio della scuola, come ogni fiction adolescenziale che si rispetti, e gran rubacuori.
Dopo che lui la fece scendere, lei salutò con un accenno di sorriso tirato la biondina che rispose allo stesso modo. Preso per mano il suo ragazzo uscì facendosi strada tra gli alunni del liceo. Raggiunsero Maddalena, Cameron e gli altri e cominciarono a chiacchierare aspettando la campanella che sarebbe suonata di lì a pochi minuti.
Con la schiena appoggiata al petto di Alistar, Anne parlava vivacemente esprimendo tutta la serenità di quel momento con la sua risata cristallina. Fu proprio allora che li vide. I tre ragazzi del garage parlavano tra loro e quando quello con i capelli castani la vide diede un colpo di gomito al biondino. Tutti e tre si girarono a guardarla e la salutarono con un sorriso e una mano alzata. Anne si sentì morire e involontariamente aumentò la pressione delle dita sulle braccia di Alis che le cingevano le spalle. Alistar non si accorse di nulla troppo distratto dalla risatina stridula di Jenn e delle altre ragazze che gli ronzavano sempre intorno. La la prima campanella suonò.
 
 Anne e Maddalena si avviarono verso la segreteria facendosi strada tra gli alunni. Superata la massa di ragazzi cominciarono a raccontarsi cosa avevano fatto durante le vacanze di Natale, che, tenendo conto delle stagioni nell' emisfero australe, erano anche quelle estive. 
"Che hai fatto in questi due mesi?" Chiese la prima.
"Niente di che - rispose l,'amica - siamo andati in Portogallo da mia nonna. Tu invece?" 
"Non un granché. Ho suonato quasi tutto il tempo. Ah! Ti ho detto che ci siamo trasferiti?"
"Davvero? Finalmente! Allora oggi pomeriggio passo da te così mi fai vedere."
"Si, ci vediamo davanti alla vecchia casa alle 17.00"
"Ok, e che non diventino le 17.30" aggiunse Mad guardando male Anne che aveva la brutta abitudine di non rendersi conto del tempo che passa più velocemente di quanto ci si accorga.
Una volta arrivate la segretaria, una anziana zitella con la faccia da rospo e la voce sgradevole come il suono delle unghie  passare su una lavagna, rese loro gli orari delle lezioni: tutte le ore in comune tranne biologia e inglese.
Si diressero ai loro armadietti e presero le uniformi per l’ora di ginnastica.
In palestra continuarono la loro conversazione.
"E con Cameron come va?" Chiese Anne.
"Mah, non so. Insomma, non è più come alla' inizio. Capisci che intendo?”
“ Capisco benissimo. Con Alistar sto bene, ma è vero che stiamo insieme da tre anni. E poi se la fa con tutte e io non ce la faccio più.”
“E invece il problema di Cameron è proprio che non ha occhi che per me. Questo complica tutto: se lo lasciassi ci starebbe malissimo e non vorrei mai che soffrisse…”
Mentre parlavano si avvicinò il professore: il temibile mr. Hoffmann.
La sua voce tuonò rimbombando in tutta la palestra richiamando le due allieve agli esercizi alla spalliera.
 
Due ore dopo Anne si ritrovava a correre nei corridoi vuoti per raggiungere l’ aula di biologia. Spalancò la porta.
“scusate il ritardo!” disse affannata alla prof e all’ intera classe ammutolita.
“Wilson, sempre la solita! – esclamò mrs. Joanson ormai abituata ai continui ritardi della ragazza.- pensavo che almeno il primo giorno saresti arrivata in orario alle mie lezioni. Va’ a sederti e continuiamo la lezione.”
“Prof non succederà più glielo assic…”
L’ insegnante la interruppe lievemente spazientita: “Non dirlo neanche. Sappiamo tutti che succederà eccome.”
 
Circa un quarto d’ora dopo vide arrivare sul suo  banco un aeroplano di carta. Lo aprì e lesse: Guarda alla tua destra.
Si girò e rimase pietrificata alla vista del biondino che la salutava. Continuò a leggere la lettera: Mi chiamo Luke, vieni domani alle 18.00 al garage dove ci hai visti suonare l’altra settimana.
Si rigirò verso Luke con un espressione interrogativa e lui le rispose con un occhiolino. 
“Wilson! Potresti gentilmente ripetere ciò che ho appena detto?” chiese mrs. Joanson, la quale si era accorta della distrazione di Anne
“In biologia prende il nome di metafase il secondo stadio della mitosi, il processo tramite il quale una cellula eucariota si divide in due cellule figlie. Durante questa fase, i cromosomi raggiungono il massimo grado di condensazione e si allineano lungo il piano equatoriale della cellula.” Citò testualmente Anne.
Seguire due conversazioni o leggere due pagine contemporaneamente era una dei vantaggi di aver studiato musica per tutta la vita. Suo padre diceva sempre: “In orchestra bisogna avere tre occhi e tre orecchie! Un’ occhio puntato sullo spartito, uno sul direttore e un’ altro sul nostro strumento. Così come le orecchie: una ascolta solo il nostro suono, uno quello dello strumento che ci sta accanto e un altro quello dell’ intera orchestra!”
Mai come in quel momento ringraziò il cielo degli insegnamenti di Conrad.
 
Pochi minuti dopo suonò la campanella che avvertiva gli alunni dell’ ora di pranzo.
Anne andò al suo armadietto dove trovò Mad che riponeva i libri.
Insieme si diressero alla mensa e Anne raccontò all’ amica ciò che era successo.
“ Ci devi andare!” esclamò Maddalena.
“Ma non se parla! Non li conosco nemmeno.” Ribadì l’ altra allarmata.
“E allora? Devi fare un po’ di opere di buon vicinato. Dai…”
In mensa si sedettero al solito tavolo con il solito gruppo:Alistar, Cameron, Jenn, Robby e Gregory.
“Ne riparliamo oggi Pomeriggio ok? -rispose Anne - Ora fammi mangiare in santa pace.”


Angolo Autrice:
Ciao Pandini miei (?),
Mi scuso per non aver scritto nel mia angolo nello scorso capitolo. In questo cominciamo a conoscere meglio la nostra protagonista, la sua faigla e i suoi amici. Non voglio dilungarmi a farvi sapere cosa ne penso ma spero vivamente lo facciate voi :* VI PREGO RECENSITEEE!
Unica cosa: non mi piace molto il titolo che si dovrebbe capire un po' più in là nella storia. Voi che ne pensate? Avete altre idee? Fatemelo sapere. Ringrazio coloro che hanno messo la storia tra le preferite, da ricordare e seguite. Devo andare che mi si sta spegnendo il comuter !!
Baci a tutte 
- Anna


 
  
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