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Autore: Chemical Lady    11/06/2014    2 recensioni
[Da Vinci's Demons week, summer 2014]
“Ne sei davvero certo? Io ho ricordi diversi.”
Ormai l’attenzione dei due apprendisti era tutta su Zoroastro.
Leonardo aveva da rimetterci solo il suo orgoglio.
“Pensi il contrario?”
“Leonardo, quante volte hai fatto esplodere una persona, per iniziare?”
“Non so a cosa ti riferisci.”
“Girolamo.”
“Ah….” Non poteva ribattere, perché era successo almeno sette volte. E quelle erano solo quelle che aveva subito riportato alla mente. Con un moto di orgoglio, Leonardo drizzò le spalle e lo guardò attentamente “E sia! Ti sfido a trovare almeno cinque volte in cui ho fatto qualcosa di estremamente stupido.”
Zoroastro rise, portando una mano alla fronte sudata “Sei sicuro? E se poi te ne penti?”
Genere: Comico, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Leonardo da Vinci, Un po' tutti, Zoroastro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo raccolta: E se poi te ne penti?

Titolo della one: Un problema di nome.

Rating:  Verde
Betareader: //
Avvertimenti: Spoiler sulla seconda stagione!

Capitoli:  3/7
Prompt: 
'Un giorno scriverò un libro!'

Genere: Generale, Comico.

Personaggi:  Amerigo Vespucci e Yana

Disclaimer: Non possiedo la Starz o Da Vinci’s Demons, i suoi personaggi, o le sue storyline. Non possiedo nemmeno i nomi dei personaggi o le loro storie.

 

 

E se poi te ne penti?

Un problema di nome.

 

{Amerigo & Yana.}

 

 

“Nuovo mondo? Siete stato nelle Americhe, maestro?”

“Questa, Francesco, è una storia davvero lunga…

 

 

Marzo 1479, terzo mese di navigazione.

Da qualche parte nell’oceano Atlantico.

 

 

“Maestro? Non mi torna la data.”

“Non fare domande, Salai. Davvero non farle.”

“Ma Colombo non ha-”

“Ascolta il tuo mastro, ragazzo, e fammi raccontare!”

 

La ferita alla gamba del conte si stava infettando sempre più; Leonardo non aveva davvero tempo per le lamentele di Vespucci riguardo l’attendibilità del loro viaggio.

“Non abbiamo prove!” stava sbraitando, mentre Girolamo stringeva i denti, sentendo l’artista rimuovere uno ad uno i punti che aveva messo in via provvisoria solo un paio di giorni prima, per poter lavare la ferita.

Il tanfo di marcio che li investì appena essa fu riaperta li zittì tutti e tre.

“Amerigo, credo che dovreste trovare le vostre risposte fuori di qui.” Disse nemmeno troppo paziente il fiorentino, mentre Nico gli porgeva un secchio pieno di acqua di male.

Il sale avrebbe disinfettato più del poco vino rimasto.

“E dove? Nell’oceano?” chiese piccato il navigatore, mentre Leonardo iniziava a versare l’acqua.

Riario non ci vide più. Sputò il legnetto che aveva messo in bocca per sopportare il dolore, guardando con occhi furenti Vespucci “Uscite, o giuro su quanto ho di più caro in questo mondo che vi ficcherò in mio bastone in posti che nemmeno immaginate.”

“Forza, fuori!”

A prendere in mano la situazione fu Yana. Con una forza che nessuno le avrebbe mai attribuito, spinse verso la porta della cabina Amerigo, che decise di non cedere fino alla fine “Da Vinci, me lo dovete!”

“Scrivete un libro sul viaggio! Chi potrà confutarlo, se lo arricchirete di dettagli?!”

 

“Questa sarebbe una delle sciocchezze che ho commesso? Perdi colpi, Zo.”

“Non ho finito, Leo. Zitto e ascolta.”

 

Mentre il caro artista se ne stava chiuso nella cabina del duca Alfonso insieme al conte Riario per tutto il viaggio, sfuggendo così al male, gli altri del gruppo dovettero subirsi Vespucci in tutto il so furor creativo.

 

“Il conte Riario è da aggiungersi all’elenco delle vostre conquiste, maestro?”

“Per quanto ci abbia provato, anche Leonardo da Vinci ha fallito nel far divertire il caro Girolamo; quella puttana cattolica non si sarebbe calato le gonne nemmeno se gliel’avesse domandato la Madonna in persona.”

 

Giorno dopo giorno, per i mesi di navigazione che li tennero sopra a quella maledetta barca, non fece altro che parlare della sua maledetta Vespuccia.

“Nome ridicolo” sottolineò Yana, incrociando le braccia sul seno.

“Come dovrei chiamarlo, questo nuovo mondo?” domandò il navigatore piccato, seriamente offeso dal fatto che quel nome che lui sentiva così musicale fosse oggetto di derisione da parte della circassa.

“Nemmeno a me piace, se posso dir la mia” si intromise Zoroastro, passando di lì con una canna da pesca sotto al braccio. Quel giorno non tirava vento, ergo la nave si spostava molto lentamente; il momento adatto per qualche provvista.

Il cibo iniziava a scarseggiare, rendendo tutti nervosi. Naturalmente, Amerigo non aiutava.

“Nessuno ha chiesto la tua perizia, Zo.” Rilanciò quindi Vespucci, tornando a leggere gli appunti che aveva scarabocchiato in quasi due mesi al centro esatto del nulla.

Quanto meno, si era tenuto impegnato.

“Un giorno scriverò un libro, su questa Vespuccia; terra ospitale e dalle grandi opportunità.”

“Se foste sceso a terra con noi, la pensereste diversamente.” Disse con tono ironico Nico, prendendo una delle canne da pesca per inseguire poi il tartaro su per le scalette che conducevano al timone.

Il silenzio calò nuovamente sul ponte, interrotto ogni tanto da qualche mozzo di Sidonia, che inveiva contro le vele statiche e il mare piatto.

Solo allora, la circassa si alzò in piedi dal suo cantuccio sotto alle scale, raggiungendo Vespucci. Appoggiò le mani sulle sue spalle, assottigliando i grandi occhi blu zaffiro verso l’orizzonte.

Con un sospiro, diede poi alito ai suoi pensieri “America.”

Senza capire, Amerigo alzò lo guardo verso di lei, guardandole il mento “Uhm?”

“America. Dovresti chiamarla America.”

 

“State cercando di farci credere che è stata una donna circassa che nemmeno sapeva leggere, a dare il nome alle Americhe?”

“Non avrà saputo leggere ne scrivere, ma in Yana vi era una mente fin troppo fine. È stata in assoluto la donna più forte e arguta che io abbia mai avuto il piacere di conoscere. Tornando però a quel disastro che è il vostro maestro.”

 

Amerigo perse così tanto tempo, a scrivere quel maledetto libro, che il suo caro amico Cristoforo rubò la sua scoperta, portandola astutamente alle attenzioni della regina Isabella di Castiglia.

Grazie a Leonardo, Amerigo verrà ricordato per il nome, certo, ma non per il merito di averla trovata.

 

 

 

 

 

 

  
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