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Autore: Umpa_lumpa    11/08/2008    4 recensioni
“E’ orribile…..come….no, cosa, cosa può spingere una persona a compiere una simile azione?”pronuncia solenne e disperata la donna che stringe spasmodicamente il telecomando, gli occhi leggermente inumiditi di una tacita compassione per una giovane mai conosciuta. L’uomo seduto a tavola non apre bocca, non lascia sfuggire una sola parola, non un solo battito cardiaco da sotto il suo panciotto verde. In fondo, la sua espressione traumatizzata, ancora fissa sullo schermo nero, parla da sola. E mentre la donna, ormai tediata da quel silenzio rispettoso, troppo rispettoso, riprende a mangiare raschiando la forchetta sul piatto di porcellana, come a sottolineare che ora bisogna cambiare argomento e concentrarsi su qualche priorità maggiormente interessante e vicina, l’uomo non accenna a distogliere gli occhi dall’oblio. Già…cosa può spingere a compiere un simile gesto?
Genere: Triste, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Un’occasione




“La scorsa notte, assassinata nuovamente una giovane ragazza sui venticinque anni e dall’aspetto piacente. La poveretta è stata rinvenuta la mattina dopo l’omicidio, trucidata ed ormai morta nel corso della notte. Ancora non si è scoperta l’identità del misterioso killer e la polizia rifiuta di rilasciare commenti a riguardo.”

Fu improvvisa la decisione di spegnere il televisore. Travolse tutti, inquietante, quel silenzio, rendendo le orecchie vuote, incomplete. Già, incomplete…..era opprimente la sensazione che in quella stanza ora mancasse qualcosa.
Un singhiozzo.
“E’ orribile…..come….no, cosa, cosa può spingere una persona a compiere una simile azione?”pronuncia solenne e disperata la donna che stringe spasmodicamente il telecomando, gli occhi leggermente inumiditi di una tacita compassione per una giovane mai conosciuta. L’uomo seduto a tavola non apre bocca, non lascia sfuggire una sola parola, non un solo battito cardiaco da sotto il suo panciotto verde. In fondo, la sua espressione traumatizzata, ancora fissa sullo schermo nero, parla da sola. E mentre la donna, ormai tediata da quel silenzio rispettoso, troppo rispettoso, riprende a mangiare raschiando la forchetta sul piatto di porcellana, come a sottolineare che ora bisogna cambiare argomento e concentrarsi su qualche priorità maggiormente interessante e vicina, l’uomo non accenna a distogliere gli occhi dall’oblio. Già…cosa può spingere a compiere un simile gesto?

***

L’odore, anzi, il profumo del sangue è inebriante, ingannevole. Si diverte a giocherellare con le narici nello stesso modo di una giovane formosa ed esperta che si “cimenta” con un povero ragazzino alle prime armi.
Sfugge, sembra voler scappare così tu lo cerchi, disperato finchè questo non si fa più forte, ti stordisce, ti ammalia, ti controlla, ti deruba.
Di qualcosa, non sapresti definire con precisione.
Un’altra donna; anche questa notte non sei riuscito a fermarti. Ma in fondo, non hai fatto nulla di male, lo sai; hai solo assecondato un istinto. Già, perché uccidere altro non è che un istinto, per questo ti riesce così difficile comprendere tutta quella gente che si addolora, che si chiede come si possa fare qualcosa di simile.
Insomma…..gli uomini sono animali, giusto?
E gli animali, uccidono: per sopravvivenza, per affermare la propria potenza o semplicemente per il piacere di farlo, come te.
Ci hai messo un pochino di tempo a comprendere ciò; già, perché prima, da bravo bambino che osserva il mondo con sguardo curioso ed allucinato, tutto appariva differente, tutti dicevano che lo fosse: gli uomini hanno un intelletto superiore, ciò che li distingue dalle bestie. Perciò hanno la facoltà di comportarsi bene, ed è questo ciò che DEVONO fare. Dapprima, questa litania, straziante era quasi diventata una professione di fede per te.
Questo, prima che ti rendessi conto che l’intelletto maggiormente sviluppato non cancella il fattore animale, ma coesiste con esso.
 Perché in fondo, per quanto più intelligenti, sempre bestie siamo.
 Insomma, uccidere non è affatto un gesto inumano, al contrario è perfettamente contemplabile: è proprio questo il problema.
Sapevi bene che questo non costituiva un incitamento ad incoraggiare un tale desiderio, se mai si fosse presentato. Ma un giorno, l’istinto di uccidere, di vedere cosa si provasse a farlo, scavalcò qualunque cosa e tu semplicemente non lo fermasti….perchè farlo, d’altronde?
Ti eri limitato a lasciarti andare, ed una volta assaggiato il frutto proibito, la facoltà di scegliere la vita o la morte di qualcuno, di vederla soffrire, fermarsi non fu più possibile.
Così, eccoti, come tutte le sere, mentre afferri un cappotto, perché il panciotto verde non è sufficiente a riscaldare un gracile e cagionevole commercialista come te, ed esci di casa avviandoti in qualche stradina stretta buia.
Dapprima ti riprometti che non succederà nulla visto che non senti alcun bisogno di far si che qualcosa movimenti la serata.
Ma poi, senti quel rumore di tacchi alti, qualche ragazza giovane camminare sola (perché il mondo non ne sarà mai sprovvisto) e la tentazione di avvicinarsi è troppo forte.
E il suo profumo è irresistibile.
E la lama del coltello nella tua tasca è troppo lucida.
Così, seguirla diventa facile e di questo devi ringraziare il tuo aspetto innocuo e il tuo panciotto verde che ti conferisce un dolce aria da povero ingenuo.

Ti rendi conto, infine, che vederle colare, sgorgare dal collo quel sangue rosso vermiglio è un piacere irrinunciabile, che guardare le sue nudità prive di vita è un sadico studio di anatomia, semplicemente privo di libidine, ma solo ricco di curiosità.
Questo, finchè il piccolo, pallido sole non fa capolino dal lieve spiraglio di una finestra.
Come tutte le altre volte, ti senti afferrato da una strana angoscia, da un senso mero e puro di agonia, attanagliante, maestoso, più grande di te. Lente lacrime scendono sul tuo viso, i singhiozzi ti scuotono in una silenziosissima tortura, permettendoti appena di renderti conto dei tremori che ti attraversano.
Ti concederai l’occasione di uccidere qualcun altro una di queste sere. Lo sai. Permetterai a te stesso di farlo, esattamente come sei consapevole che ti concederai l’occasione di morire, di sentirti morire, una volta ed un’altra ancora fra un singulto e l’altro, in una fredda mattina come tante, come tutte le altre.




Delirio notturno scaturito da non so cosa. Siate clementi.


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