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Autore: Fantfree    12/06/2014    1 recensioni
In fondo all'oceano, sono tutti molto curiosi di sapere come sarà l'erede del re. Ma, purtroppo, si viene a scoprire che il piccolo tritone ha un'inusuale coda rossa che fa allarmare tutti. Grazie all'oracolo marino, tutti si riappacificano, anche se la sua coda è sintomo di un destino del tutto nuovo e molto, molto speciale. Il piccolo Skiidro, infatti, arriverà a conoscere addirittura una bambina umana, ma la sorte che divide i due li separerà per molto tempo... Fino a che...
(Quasi tutta la storia si svolge quando i personaggi sono grandi, quindi, non vi allarmate!)
*********
Dal capitolo 1:
" Non ci sono persone con le ali? "
" Ci sono gli angeli, ma io non ne ho mai visti. "
" Qualcuno lo ha fatto? "
" Non molti. Non si fanno vedere spesso. Ma quando compaiono, sono molto buoni e sono capaci di fare tantissime cose. Realizzano anche i desideri delle persone. "
...
" Sai, Shana, un giorno mi piacerebbe vedere Sydney. "
" Prova a chiedere agli angeli. Magari loro esaudiranno il tuo desiderio. "
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo 3- Ognuno ha un angelo custode accanto a sè

<< Mi dispiace. >> Rispose Skiidro. << Mi dispiace, ma davvero non posso rinunciare al trono. La mia gente si fida di me. >>
“Lo dice perchè è confuso. Lo sento.” Disse Splendor guardandolo e chinandosi verso di lui, anche se il principe non poteva vederlo.
“Seguilo comunque.” Disse l'oracolo.
“Avrà bisogno di me... Ed io... Ormai ho rivelato il mio nome, non mi posso più tirare indietro.”
“Sai cosa vuol dire essere un umano?”
“No. Ma lo scopriremo entrambi.” Splendor sorrise. Avrebbe perduto le ali, avrebbe perduto la sua purezza pur di confortare il suo protetto. Pochissimi angeli lo avrebbero fatto. Ma quanti angeli erano andati a parlare con un essere in contatto con loro? Pochissimi.
<< Mi dispiace, ma io devo tornare là sotto. Prima o poi diventerò re. >> Disse il tritone strappando dalla terra un filo d'erba e guardandolo con stupore. Ma quello non era il momento di meravigliarsi. Non avrebbe dovuto farlo. Quel mondo non gli apparteneva. Doveva smettere di pensare a cose assurde! Insomma, gli umani non erano problema suo... << Ora devo andare. La corte laggiù mi aspetta. >> Sorrise e guardò l'oracolo che a sua volta ricambiava.
<< Tutte le volte che cercherai qualcosa, guarda la luce. >> Rispose l'oracolo orgogliosamente. Skiidro la guardò rasserenato, per poi buttarsi elegantemente in mare.
“Ciao, oracolo. È stato un piacere fare la tua conoscenza.” Disse Splendor con un cenno di congedo e seguendo il principe in mare.
“La luce guiderà entrambi.” Sorrise. “E tu avrai molte cose da imparare.”
L'oracolo osservò quei due allontanarsi sott'acqua: avvertiva qualcosa di diverso nel futuro di Skiidro, una persona nuova e preparata.



Skiidro nuotò elegantemente sotto le increspature delle onde, mentre i raggi del sole entravano in acqua come se fossero entrati da piccole fenditure. Era un vero peccato dover dire addio a tutto quello, ma il dovere di futuro re lo chiamava. Era stato addestrato tutti quegli anni per cosa, allora? Mentre avanzava elegantemente, di tanto in tanto vedeva dei pesci passargli davanti. Chissà come sarebbe stato volare... Ma se in acqua levitare era possibile, perchè in aria no? Non capiva. Perchè gli umani non volavano? Basta. Si impose di dimenticarseli e di fare del suo segreto solo più un lontano ricordo.
In lontananza, vide la bellissima città marina illuminata dai raggi solari. Ah, l'oceano! Quella era la sua casa, quella era la sua dimora ed era lì che doveva restare. Avanzò fra gli sguardi dei passanti che non ammiravano nient'altro che la bellezza del giovane principe. Ad un certo punto, il tritone si sentì toccare una spalla: chi mai avrebbe potuto tastare un membro reale? Si voltò, quasi per protestare, ma davanti a lui non vide altro che un bellissimo tritone, biondo ramato, dal fisico alto ed impeccabile e con gli occhi penetranti dello stesso colore della coda: azzurri. Lo riconobbe: quello non era un tritone come gli altri, quello era il suo compagno d'addestramento Shel.
<< Shel! >> Gridò pieno di felicità. << Non sapevo fossi di queste parti... >>
<< Io nemmeno... >> Sorrise. << Non mi immaginavo che anche tu abitassi qui, principe Skiidro. >>
<< Già, ancora per poco. >> Rispose. << Sappi che dovrò ripartire oggi stesso. >> Lo guardò annuendo. << Il tuo addestramento è finito, il mio no. >>
<< Credo che sia giusto. Tu sei un principe, è così che deve andare. >>
<< Già. >> Ah, no. Parlava proprio quello che se ne stava a casa a fare i propri comodi.
<< Io starò qui e diventerò una guardia scelta. E chissà se mi daranno una promozione. >>
Come? Il suo amico sarebbe diventato una guardia scelta? E lui che aveva creduto male...
<< Quindi non te ne starai a casa a non fare niente... >>
<< Tutti questi anni di allenamenti per starmene qui a fare nulla? Me lo scordo. Non mi è affatto concesso, principe Skiidro. >>
<< Chiamami Skiidro. >> Rispose lui amichevolmente.
<< Come desideri. Il fatto che tu debba partire... >> Guardò in alto, come se avesse cercato conforto nell'increspatura delle onde, o forse nel misterioso cielo del quale si raccontavano moltissime cose... << Mi sconforta molto, Skiidro. >> Abbassò lo sguardo.
<< Ma non sarà per sempre. Tornerò. Saremo di nuovo amici. >>
<< Quando sarai re? >>
<< Quando sarò re. Ed allora ti eleggerò come mio... >>
Una voce li interruppe all'improvviso: << Principe Skiidro! >>
Perchè, si domandò Skiidro. Perchè tutte le volte che salutava qualcuno, doveva lasciarlo così? Non era possibile. Tutte le volte che avrebbe voluto conoscere meglio una persona, ecco l'imprevisto che lo avrebbe catapultato chissà dove. Sbuffò. << Cosa c'è? >>
<< Il re vi cerca. Dovete partire. >>
<< Tornerai? >> Domandò l'amico.
<< Se non mi capita nulla, lo prometto. >> Sorrise. << Ciao Shel. A presto. >>
E così sparì, mentre l'amico ancora cercava la sua coda in mezzo alla folla.



Impensabile! Non riusciva ad accettare una cosa simile. Perchè tutte le volte che avrebbe voluto sapere qualche cosa, arrivava sempre qualcos'altro a rovinarla?
La porta principale del palazzo si aprì, mentre il tritone avanzava pieno di dubbi e di rimorsi.
La sua coda rossa e scintillante fu subito notata dal re, ed anche dall'ospite che aveva accanto.
<< Lui? >> Domandò la misteriosa figura alquanto stupita dalla coda rossa del tritone.
<< Principe Skiidro! >> Gridò euforicamente il re, avanzando nella sua direzione.
Al contrario, Skiidro non disse nulla e si limitò a fare una piccola riverenza non appena lo vide.
<< Devo assolutamente presentarvi una persona. >>
A quelle parole, Skiidro aggrottò le sopracciglia? Una persona? Poco prima di partire?
Magari un compagno di viaggio, pensò. Guardò dietro il re, ma con suo grande stupore non vide un compagno di viaggio, vide una sirena sconosciuta.
<< Principe Skiidro, principessa Aquiara. >>
<< Sono onorata di conoscervi, principe Skiidro. >> Disse lei.
<< Sarà la vostra futura sposa. >>
“Cosa?” Si domandò, anche se la sua unica espressione fu un falso sorriso. A quelle parole fu preso come da un grosso rimorso, un grosso rancore... Perchè? Possibile che la vista di una umana lo avesse infatuato tanto? No, non poteva assolutamente innamorarsi di lei. Ma perchè no? Lei era una sirena e per di più bellissima. Annuì limitandosi a guardarla negli occhi.
<< Partirete proprio per il suo regno a fare l'addestramento, starete insieme. >>
“Cosa?” Pensò di nuovo.
<< Vi darò tutto il tempo per conoscervi meglio. >>
“Ti prego,” pensò “dimmi che è assurdo.”
Certo, il fatto di diventare re lo allettava moltissimo, ma mai nessuno lo aveva avvisato di un futuro matrimonio precombinato... Perchè non far decidere a loro chi fosse meglio amare?
<< Partirete subito, anche perchè siete in ritardo. >> Il re lo guardò serio. << Vi abbiamo cercato tutta la notte, ma di voi proprio non c'è stata traccia. Era come se voi foste sparito. >>
<< Sparito? Avevo solo bisogno di conforto! >> Guardò in basso tristemente.
<< Posso capire la situazione, principe Skiidro. Ma i problemi vanno affrontati ed accettati. Non è questo quello che vi hanno insegnato nell'addestramento? >>
<< Mi hanno insegnato a far fronte in molte situazioni. >> “Ma solo adesso mi accorgo che nessuno mi abbia mai detto come davvero sia il mondo.” Pensò.
<< Principe Skiidro. Una nuova vita si apre davanti ai vostri occhi! Sappiate accoglierla nel migliora dei modi! >>
<< Una vita in un regno diverso? >>
<< Già. Vedrete il mondo, e quando sarà ora tornerete qui. >> Sorrise. << Quel regno lontano vi piacerà di sicuro. >>
“Lo spero.” Pensò cercando di vedere qualcosa di positivo in Aquiara, provando ad immaginarsi come fosse stato amarla.
Dopo averli invitati a seguirli e dopo averli condotti fino alla cima del palazzo, il re disse: << Venite, le scorte di ippocampi sono pronte. >>
<< Prima le signore. >> Disse Skiidro cercando di essere gentile con lei e guardandola adagiarsi sul grande ippocampo che avevano davanti.
<< Grazie, principe. >> Rispose lei.
<< Prego, principessa. >> Poi, fu il suo turno. Arrivò un altro ippocampo ed anche Skiidro si sedette. Certo, non immaginava di andare in un regno lontano... Chissà se i suoi abitanti erano capaci di usare le stelle nelle loro case così come facevano gli umani... Oh, no. Ancora quel pensiero. Il suo mondo era un altro, non quello sulla superficie! Il suo destino era quello di diventare un re, non una fantasia qualsiasi.
L'ippocampo partì mentre il principe era immerso in tutte quelle bruttissime constatazioni. La deconcentrazione fu tale da dimenticarsi di salutare il re e di osservare il viaggio.
La principessa invece continuava a guardare il bel tritone dalla coda rossa e dagli occhi azzurri ed intensi: quello era davvero un bel ragazzo, nonché lo sposo giusto. Chiuse gli occhi e sorrise, guardando il paesaggio che si presentava davanti.



Entrambi furono svegliati però dalle guardie: davanti a loro c'era un grande pericolo.
<< Inevitabile. >> Disse la principessa.
<< Inevitabile che cosa? >> Domandò Skiidro. << Il tunnel delle alghe assassine. Non possiamo evitarlo, ho detto. >>
<< Ah, ottimo. >> Rispose lui. Certo, ci mancavano solo anche quelle. << Non c'è un'altra strada? >>
<< Principe Skiidro, ve l'ho detto. Non c'è. >>
<< E come avete fatto allora a venire nel mio regno? >>
<< Rischiando. >> Osservò il tunnel non indifferente. << Dovevo farlo. E l'ho fatto. È andato tutto bene. >> Sorrise. << Le alghe assassine mangiano solo chi non è puro di cuore. Voi lo siete, vero? Sarebbe un sacrilegio se non lo foste. >>
“Io?” Si domandò. “Certo che lo sono.” Sorrise. Come poteva non esserlo?
<< Questa è l'unica prova che ha posto il mio regno. Gli impuri non passano. >> Osservò il tunnel. << Un principe non può essere impuro. >>
<< Altrimenti? >>
<< Rischia grosso con il suo regno. >>
<< Io non lo sono. >> Rispose. << Non sono impuro. >>
<< Lo credo. Altrimenti il vostro popolo si ribellerebbe. E voi verreste mangiato. Ma se mai doveste liberarvi, subireste la collera della vostra gente. >>
<< Com'è una persona impura? >> Domandò Skiidro per precauzione.
<< Deve aver violato qualcosa. Ma voi, ferreo come siete, non credo abbiate violato niente. >>
<< No. >> Rispose sicuro. << Non l'ho fatto. >> Sorrise. Quando mai aveva violato una legge? O una regola? Mai, non lo aveva mai fatto. Poteva andare sicuro. << Andiamo, allora. >>
<< Andiamo. >> Poi, con una mano fece cenno di seguirlo. Insieme alle scorte di soldati si addentrarono nel tunnel molto buio e profondo.
Nessuno, però, pareva avere paura. In gioco c'era la vita, ma il tritone poteva andare tranquillo.
<< Eccole là. >> Disse la principessa indicando delle alghe che illuminavano la grotta circostante.
<< Sono quelle? >> Domandò Skiidro.
<< Dobbiamo passarci vicino. Ma, principe Skiidro, non vi preoccupate. Se siete puro non vi succederà niente. >>
Skiidro sorrise. Lo era. << Diamoci la mano. >>
<< Come? >> Domandò lei confusa.
<< Siete la mia futura sposa, ci faremo coraggio insieme. >>
A quelle parole, Aquiara si commosse. Non era abituata a tanto coinvolgimento, non aveva mai visto qualcuno come il principe Skiidro. Con la luce delle alghe, lo osservò per intero dalla testa alla coda: era un bellissimo ragazzo alto, magro e muscoloso, il suo volto era bellissimo ed innocente, la sua bocca chiara e sorridente, i suoi denti bianchi come le perle, i suoi capelli neri e lucenti e la sua coda rossa e scintillante. Quello era un tritone molto speciale e bellissimo. Il suo sorriso le diceva di fidarsi. Come poteva essere impura una persona del genere? Timidamente gli tese la mano e poi disse: << Ci sto. Andiamo. >>
I due nuotarono elegantemente insieme verso le alghe, sicuri di farcela. Le loro code si fecero sempre più vicine, finchè... Qualcosa non toccò le loro code. Era qualcosa di ruvido ed aggressivo, qualcosa che si stava arrampicando sempre di più verso i loro corpi. I due si voltarono di scatto, ma ciò che scoprirono fu proprio quello che non doveva accadere: le alghe li stavano catturando!
<< Avevi detto che eri puro! >> Urlò la principessa indignata.
<< Lo sono! Credetemi, principessa! >>
<< E allora perchè le alghe stanno dicendo il contrario? >>
<< Non lo so! Non ho mai commesso niente di male! >>
La principessa mollò la presa: << Lasciami, lasciami! >>
<< Principessa Aquiara! Sono innocente, lo giuro! >>
<< Non potete essere innocente, principe Skiidro. Salvatevi da solo. >> Lo guardò venire pian piano inglobato dalle alghe, finchè la sua coda non fu completamente catturata.
<< Principessa Aquiara! >>
<< Ora non avrete più me e nemmeno il vostro popolo. >> Lo guardò. La sua faccia esprimeva sconforto e dolore. Perchè aveva creduto in qualcosa che mai e poi mai avrebbe potuto essere vero? << Questo è il vostro destino. >> Guardò le guardie: << Andiamo anche senza di lui. Il popolo saprà, purtroppo. >> Lo guardò negli occhi. << Non posso neanche aiutarvi! Non posso... >> Abbassò lo sguardo e se ne andò via indignata, scappando mentre si portava le mani in volto.
Skiidro rimase lì a guardarla fuggire, mentre le alghe si stavano impossessando del suo corpo. Perchè? Perchè? Era innocente! Quale delitto o crimine aveva mai commesso? Non voleva morire, non così. Eppure sentiva il suo corpo sempre più debole, sempre più... Doveva liberarsi, fosse stata l'ultima cosa che avesse potuto fare. Con tutte le forze che gli rimanevano lottò e lottò, finchè con un ultimo colpo del braccio riuscì a fuggire. Sì, per andare dove? Sarebbe morto sicuramente, le sue forze lo stavano abbandonando... Vide il buco da cui era entrato e con colpi di coda molto dolenti riuscì ad uscire. Doveva vedere per l'ultima volta il sole, prima che le forze lo abbandonassero del tutto. Nuotò debole e malconcio verso la superficie, finchè non riuscì a mettere la testa fuori e ad accasciarsi su una piccola spiaggetta.
<< Shana, >> disse << scusami, mi ero sbagliato. Ti amo davvero. >> Sorrise e guardò il sole. << La luce mi avrebbe portato... >> Tossì, le forze lo stavano davvero abbandonando. << Alla salvezza. >> Con l'ultimo respiro che aveva in gola, disse: << Oracolo. La tua è tutta una farsa. Splendor non esis... >> In quel momento si sentì girare la testa e chiuse gli occhi.



Skiidro guardò davanti a sé: era davvero finita? Si guardò attorno, ma non vide altro che un ambiente nero e cupo. Era dunque quella la morte?
<< No. >> Disse una voce dietro di lui. << Questa non è la morte. >>
Skiidro si voltò e con suo grande stupore vide una figura lucente e maestosa, con due ali molto grandi e possenti.
<< Questa è la salvezza. >> Rispose.
<< Oh. >> Rispose Skiidro. << T-tu sei u-un? >>
<< Sono un angelo. Sì. Sono il tuo angelo custode. >>
<< Tu sei Splendor? >> Domandò stupito lui.
<< Quindi esisti davvero? >>
<< Sì, Skiidro. Noi esistiamo davvero. >> Sorrise. << Ora mi vedi. >>
<< Ma come è possibile? >>
<< Tu mi hai chiamato. >>
<< Io ti ho chiamato? >>
<< Hai invocato il mio nome. >> Lo guardò spiegando le sue ali. << Sono stato io a volerti aiutare. Di solito gli angeli custodi non si presentano così ai loro protetti. >>
<< No? E allora perchè tu lo hai fatto? >>
<< Tu sei diverso. >>
Skiidro guardò in basso. << Ancora con questa storia! >>
<< Tu hai scoperto molte cose. >>
<< Già, ma ora sono in un vicolo cieco. Il mio popolo non mi vuole più, sono impuro! Impuro quando non ho mai fatto niente di male! >>
<< Hai violato una legge molto importante. Ed anche io lo sto facendo. >>
<< Che legge ho violato? Che cosa ho mai fatto di male? >> Guardò le sue ali. << Ah, se solo qualcuno del mio regno potesse capirmi. No, io invece mi fido degli umani! >> Gridò. << Come è possibile che uno come me possa venire a contatto con degli umani e di innamorarsi pure di una di loro? Una che nemmeno conosce, fra l'altro? >> In quel momento si bloccò di scatto. Fu lì che capì che cosa aveva mai commesso. Provava amore nei confronti di un'umana! Ma se aveva cercato di dimenticarsela in tutti i modi!
<< Con la principessa Aquiara, Skiidro, tu hai cercato di innamorarti. Hai cercato di fidarti di una persona che neanche conoscevi. >>
<< E allora perchè mi fido di un'umana? Perchè sono ingenuo, forse? >>
<< Non sei ingenuo. >> L'angelo sorrise. << Non hai commesso niente di male. >>
<< Già, vallo a dire al mio popolo che adesso mi starà cercando! Non appena mi avranno trovato, mi faranno a pezzi... >> Guardò l'angelo. Non voleva più avere niente a che fare con loro, nemmeno se lo avessero supplicato di tornare. L'oracolo aveva ragione. Era tutta una farsa, una inutile farsa. Lui era diverso. << Splendor! Non voglio più stare con loro. Non voglio più essere uno di loro! Li voglio dimenticare, per sempre. Che si trovino un altro re! Non mi meritano! >>
Splendor osservò i suoi occhi azzurri e profondamente determinati: già sapeva che sarebbe andata a finire così e lui lo avrebbe aiutato. << Sei sicuro di ciò che stai facendo? >> Lo guardò in faccia. << Tu non sei morto. >>
<< Per loro io sono morto. Ebbene, voglio incominciare una nuova vita. Da adesso. >>
<< Che cosa vuoi essere? >>
A quelle parole, Skiidro sentì un colpo al cuore: in quel momento aveva il potere di poter cambiare la sua vita. Davvero poteva decidere di essere tutto quello che voleva? Uno squalo, un delfino, una manta... No, non gli interessava più essere una creatura acquatica. Basta quel mondo bugiardo e basta stupide farse. Capì che cosa avrebbe dovuto essere. Qualcosa che aveva sempre rinnegato, ma che in fondo in fondo aveva sempre voluto. Due gambe.
<< Un umano. >> Rispose lui guardandolo negli occhi scuri con determinazione. << Basta coda rossa che mi rende diverso dagli altri, basta respirare in acqua. Non voglio più soffrire. Voglio appartenere a quel mondo che mi ha sempre intrigato, quel mondo che mi ha sempre riscosso così tanti dubbi. Io voglio essere un umano! >> Gridò forte e deciso come mai lo era stato prima.
<< Ti darò quello che vorrai. >> Splendor abbassò lo sguardo: << Ma i miei poteri non sono illimitati. >> Osservò le sue ali luminose. << Tutte le volte che io ti cederò i poteri, anch'io diventerò umano. Ma quando toccherai l'acqua, io tornerò ad essere un angelo e tu un tritone. >> Guardò la sua coda rossa. << Mi dispiace, ma più di così non posso fare. >>
<< Come? >> Domandò Skiidro confuso.
<< Ti donerò una nuova forma umana. Potrai bere e mangiare, ma non appena toccherai l'acqua con qualsiasi parte del tuo corpo che non sia la bocca, tornerai un tritone. >>
Skiidro si guardò la coda: ce l'avrebbe potuta fare? Sorrise. sì. Ce l'avrebbe fatta di sicuro.
<< Accetto. >> Guardò l'angelo. << Ad una condizione: portami da Shana. >>
L'angelo ansimò: << Lei non potrà riconoscerti. >>
<< Perchè? >>
<< Ti porterò da lei. >> Gli volò intorno: << Ma la tua forma umana sarà diversa. Sarai sempre un bel ragazzo alto e bellissimo, ma i tuoi lineamenti saranno molto diversi. Accetti comunque? >>
<< Mi amerà lo stesso? >> Rimase un attimo in silenzio, finchè non disse: << Accetto. Però tu mi dovrai insegnare come si comportano gli umani e come si ama. >>
L'angelo rise: << Con me puoi stare tranquillo. Ti renderò una persona molto apprezzabile. >>
<< In che senso? >>
<< Lasciami fare. >> Rispose Splendor sicuro.
<< Sei pronto? >>
<< Prontissimo. >> Rispose il tritone. << Mi fido di te. >>
L'angelo gli volò intorno due o tre volte, finchè Skiidro non fu immerso in un bagliore calmo e rassicurante.
<< Ci siamo. >> Disse l'angelo felice.
Skiidro scosse la testa: << Oh, io... >> Si guardò intorno, conquistato dal suo nuovo corpo umano. Al posto della coda c'erano davvero delle gambe! Allora era vero! Era diventato un umano! Ancora non ci poteva credere! Notò subito come la pelle fosse di un colore leggermente più caldo.
<< E adesso, guardati! >> Splendor gli pose uno specchio davanti alla faccia. Skiidro sul subito chiuse gli occhi: era davvero sicuro di voler conoscere il suo nuovo volto? Capì che se non lo avesse fatto subito, lo avrebbe comunque dovuto fare in futuro. Quindi aprì gli occhi e si guardò. Le iridi erano diventate color nocciola, mentre i capelli a metà fra il biondo ed il marrone... La sua pelle era leggermente più scura, come il resto del corpo, mentre i lineamenti del viso risultavano diversi ma restava sempre e comunque un bel ragazzo.
<< Sai, >> disse << se non mi fossi guardato, stenterei a credere di essere me stesso... >> Osservò il suo corpo nudo e slanciato. Sorrise. << Sono presentabile come umano? >>
<< Prima bisogna aggiustare alcune cosette. >>
Skiidro lo guardò aggrottando le ciglia.
<< Prima di tutto, il nome. >>
<< Il nome? >> Domandò Skiidro confuso.
<< Già. >> Rispose. << Nuova vita, rinnovamento assoluto. >>
<< Ma se torno ad essere un tritone ogni volta che tocco l'acqua! >>
<< Mi correggo: rinnovamento assoluto per la tua nuova forma umana. Nessuno deve sapere che sei un tritone. Solo noi sapremo che sei Skiidro, va bene? >>
<< Ma così Shana non mi vorrà! >>
<< Fidati, conosco molti modi per far cadere ai tuoi piedi le ragazze. >>
<< Ma sì. >> Rispose. << Mi fido! >>
<< Inanzitutto, il nome! >> Sorrise. << Quale umano si chiama Skiidro? >>
<< Un po'? >> Domandò lui confuso. << Non lo so, aiutami! >>
<< Nessuno! >> Rispose l'angelo. << Devi cambiare assolutamente nome! Terremo la “S”... Vediamo... Simon. Può andare? >>
<< Simon? >> Si guardò le gambe. << Voi che dite? >>
<< Ah, un accorgimento: le gambe non parlano. >>
<< Le stavo solo consultando per... Ah, lasciamo perdere. Mi va, mi va. >> Rispose. L'angelo rise sotto i baffi. Era buffo vedere Skiidro approcciarsi per la prima volta con il suo nuovo corpo. Quante cose gli avrebbe dovuto insegnare! << Seconda cosa: i vestiti. >>
Skiidro si grattò le guance: << Cosa sono i vestiti? >> Si interruppe per tastarle di nuovo: erano molto ruvide: ma che? << Oddio! Ho le guance deturpate! >> Gridò.
<< Calma, calma. >> L'angelo gli si avvicinò. << Questa si chiama barba. Ti crescerà se non la taglierai. >> “Come i capelli.” Pensò. Ah, già. Erano da sistemare anche quelli.
<< Come quella che ha il re? Fa male tagliarla! >>
<< Agli umani no. >>
<< E se poi si ribella? >>
Splendor si portò una mano alla fronte: gli avrebbe dovuto insegnare molte, moltissime cose.
<< Senti. Ora guarda. >> Indicò i capelli lunghissimi e mossi. << Gli umani tagliano i capelli. >>
<< Ma perchè Shana li aveva lunghi? >>
<< I maschi li tagliano. >> Sbuffò. << Così. >> Con un gesto della mano. Glieli tagliò fino in prossimità della spalla. << Visto, ti ha fatto male? >>
<< No. >> Rispose Skiidro guardandosi l'immensa massa chiara fluttuargli davanti. In effetti quell'umano accanto a Shana li aveva corti...
<< O anche più corti, così. >> Gli passò una mano sopra il capo tagliandogli via altri capelli lasciandoglieli più corti, questa volta. << Ora guardati di nuovo. >>
Skiidro prese di nuovo in mano lo specchio, osservando di nuovo la sua nuova forma: << I miei capelli! >> Espirò ed ispirò. Poi disse: << Mi ci devo abituare... >>
Poi, l'angelo disse: << I vestiti. >>
<< Che cosa sono? >>
<< Qualcosa che non devi togliere mai, per nessun motivo. >> Sorrise. << A casa invece puoi cambiarteli. >>
<< Perchè? >>
<< Evitiamo domande. Devi evitare di farlo. >>
<< Ok... >> Rispose confuso.
L'angelo alzò la mano ed iniziò a rotearla: << Ho già l'abbigliamento che fa per te. >> Skiidro fu di nuovo avvolto dal bagliore di prima e poi ne uscì vestito di tutto punto. << Stai benissimo. >> Disse Splendor. << Sei proprio vestito bene. >> In effetti il suo abbigliamento rispecchiava molto quello dei ragazzi umani della sua età. Avrebbe sicuramente fatto colpo.
<< Se lo dici tu... >>
<< Terza cosa, la vista... >>
<< La vista? >> Domandò Skiidro estremamente disorientato.
<< La vista di molti umani purtroppo è pessima. >>
<< Ed io devo essere uno di quelli? >>
<< Devi essere irriconoscibile, Skiidro! >>
<< E perdere la mia vista così? No! >>
<< Ma non la perderai! >> Rispose lui amichevolmente. << Sarà solo un po' sfocata. >>
<< Che cosa intendi per sfocata? >>
<< Te ne accorgerai non appena sarai sveglio. Ti consiglio però di mettere questi. >> A quelle parole, l'angelo pose al ragazzo uno splendido paio di occhiali da vista neri dai lati smussati che, al contrario di molti altri, esaltavano la forma del volto. << Questi si scuriscono anche al sole. >>
<< Quindi non vedrò niente di niente! >>
<< Questo non è vero. Tu fidati di me e vedrai! Ti insegnerò a comportarti come un umano, tu però seguimi. All'inizio sarà difficile, ma col tempo capirai. >>
A quelle parole, Skiidro si mise addosso gli occhiali.
<< Devi aprire le stanghette... >> Disse Splendor scocciato. << E mettertele in volto... Così. >> Con estrema delicatezza, l'angelo infilò le stanghette degli occhiali dietro le orecchie di Skiidro e appoggiò la parte frontale sul suo naso. << Non toglierti neanche questi. >>
<< Ma sono fastidiosi! Io non voglio vedere il mondo attraverso un vetro! >>
<< Un giorno ti insegnerò come non metterli più. Al momento tienili. >> Gli pose di nuovo lo specchio. << Ora credo che tu sia perfetto. >>
<< Ed irriconoscibile. >> Skiidro si accorse di non volere un cambiamento così drastico, ma che scelta aveva? Essere un umano doveva essere anche difficile, ma lui avrebbe imparato. Nel suo regno lo stavano cercando per farlo fuori, mai e poi mai sarebbe tornato. Il suo pensiero andò a Shana pregando di non fare la figura dello stupido. Ma si fidava di Splendor.
<< Sei pronto. >>
<< Bene, allora. Svegliami. >>
<< Ah, un'ultima cosa. Io per le persone devo essere Samuel. >>
<< E va bene, Samuel. >> Rispose lui acconsentendo felicemente. << Ma adesso svegliami. >>
<< Non ti preoccupare. Benvenuto Simon, allora! >>
<< E sia. >>



Simon si sentì strattonare da qualcuno: lo avevano trovato? Ah, no. Impossibile. Nessuno lo avrebbe mai cercato fuori dall'acqua. E allora chi mai avrebbe potuto essere?
<< Simon, Simon! >> Disse una voce. << Sveglia, Simon! >>
Simon aprì gli occhi di scatto: come faceva a sapere il suo nome? Come faceva a conoscerlo? Si guardò intorno: era ancora nella spiaggetta di prima, solo che lui non aveva più una coda rossa... Aveva due gambe! Era davvero diventato un umano! Si diede un colpo per assicurarsi che non stesse sognando questa volta, ma certificò che era tutto vero. Si tolse gli occhiali, ma vide solo delle immagini confuse e poco nitide: ah, ecco che cosa intendeva Splendor... Se li rimise addosso, anche se un po' scocciato.
Davanti a lui vide un ragazzo alto, moro e con gli occhi scuri.
Simon, si alzò e disse: << Ma dai! >>
<< Ma dai cosa? >> Domandò lui.
<< Mi cambi l'aspetto completamente, mentre tu rimani tale e quale? Non è giusto! >> Si alzò per andare da lui, ma cadde. << Caspita, non credevo che fosse così difficile camminare. >>
<< Ti ci abituerai in fretta. >> Rispose Samuel. << Comunque il mio aspetto non cambia. Non posso fare altro. >>
<< Dici così perchè... >> Si interruppe. In fondo che cosa gli interessava? Era umano, no? Era quello che aveva desiderato! << Non importa. Portami da lei. A Sydney. >>
Samuel lo guardò leggermente sconcertato: << Ah, Simon. >>
<< Dimmi. >> Rispose lui felice.
<< Non è che potresti toccare di nuovo l'acqua? Lo sai, non posso fare niente senza poteri. >>
Simon sorrise. << Certamente. Ma solo se mi prometti... >>
<< Lo farò, lo farò. Ma io che cosa ti ho detto? >>
<< Di fidarmi. Ok, ok. >> Simon toccò di nuovo l'acqua, ritrasformandosi in un tritone e squarciando tutti i vestiti.
<< A quelli ci penserò dopo. >> Disse Splendor ritornato angelo.
<< Da quand'è che ti posso vedere? >> Domandò Skiidro.
<< Da quando ho deciso di aiutarti. Ma tranquillo: in questa forma posso fare tutto ciò che voglio. >>
<< Ah, la mia limitazione diventa la tua libertà, ho capito bene? >>
<< Sotto certi aspetti potrebbe esserti d'aiuto. >>
<< Non fa niente. >> Rispose felice. << Il mio era solo un commento. >>
<< D'accordo, allora. >> Disse l'angelo spiegando le ali. << Saremo a Sydney in un batter d'occhio! >>
  
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