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Autore: Tomocchi    12/06/2014    5 recensioni
Un incontro avvenuto nell'infanzia.
Un incontro avvenuto per dovere, per suggellare un patto tra divinità, ovvero quelle della pace e della guerra.
Sensō ed Heiwa, in quanto novizie dee, dovranno affrontare delle prove per completare il loro percorso ma allo stesso tempo avranno a che fare con sentimenti forti e del tutto incontrollabili.
E il suo profumo. Oh, il suo profumo! Quella particolare fragranza di cui la ragazza odorava la mandava fuori di testa.
L’aveva sentito anche nel giardino della casata della guerra, era certa che fosse profumo di Azalea.
Genere: Avventura, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
Capitoli:
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Azalea2

PROFUMO DI AZALEA

Capitolo 2
Profumo

 

 

 

“Attenta a quel demone, Heiwa!”
La novizia dea della pace si voltò, alzando una mano contro quell’essere orrendo dalle fattezze umane ma dai poteri maligni, bloccandolo con una formula magica insegnatale proprio dalla m
adre durante il suo addestramento.
Il demone rimase fermo, immobile, finché Sensō non gli piant
ò un pugnale nel cuore, buttandolo poi a terra con un calcio ben assestato.
“Grazie dell’avvertimento, era di spalle e…” l’albina tentò di giustificarsi, ma l’altra la bloccò, come faceva sempre: “Di nulla. Siamo compagne, lo abbiamo giurato. Ma ricordati che dobbiamo avere tutti i sensi sempre all’erta e mai concentrati solo un punto. Non te lo hanno insegnato?”
Heiwa strinse le labbra, mordicchiandosi il labbro inferiore con i denti, prima di annuire più volte.
“Mi è stato insegnato, solo che… mi ero… distratta un attimo, ecco tutto.”
Era distratta perché aveva notato, con la coda dell’occhio, un demone puntare alla novizia della guerra, ma questi era riuscita a trafiggerlo prima che lei potesse urlarle qualche avvertimento.
Si erano stabilite da poco in un villaggio a nord della regione in cui erano arrivate da una quindicina di giorni e appena giunte in quel luogo lo avevano trovato assediato da un gruppetto di demoni di bassa lega.
Era stata una battaglia lunga, durata qualche giorno, ma quella mattina ne erano rimasti tre e finalmente avevano debellato la minaccia.
I paesani, baraccati nelle loro case, erano usciti per ringraziarle e offrire loro ospitalità e preghiere.
Perché una divinità viveva solo se invocato e pregato regolarmente da un buon gruppo di persone; se queste smettevano di credere, il dio moriva, spariva senza lasciare traccia e insieme a lui tutta la sua casata.
Per questo scendevano sulla Terra: per rassicurare e aiutare i fedeli, per dimostrar loro che c’erano, che erano lì per loro, una volta ogni duecento anni circa.
Erano passati già cent’anni da quel famoso incontro per suggellare il patto: Heiwa aveva compiuto da poco i centocinquanta anni di età, ma ne dimostrava solo quindici, così come
Sensō ne aveva centosessanta ma ne dimostrava solo sedici.
Da quel giorno, in cui si erano conosciute nel giardino della casata della guerra, si erano viste di rado.
Heiwa era rimasta colpita dalla ragazza, dalla sua tempra, dalla sua forza, iniziando a provare una innata ammirazione e un sentimento che sembrava bruciarla dall’interno ogni volta che la vedeva.
Desiderava il suo contatto, sfiorarla, toccarla, sorprendendosi più volte a fissare quelle labbra sottili così rosse della compagna, rosse come il vestito che ora indossava.
Si era impegnata per non apparire più una lagnosa bambina in cerca di attenzioni solo per lei, solo per non vedere più quegli occhi colmi d’invidia e di odio.
Desiderava che quello sguardo si tramutasse in interesse, in ardore e amore nei suoi confronti.
Fu riportata alla realtà dalle parole della ragazza, che la invitò a seguirla all’interno della locanda per poter rassicurare i cittadini che era tutto finito.

Passò qualche giorno in completa tranquillità, in cui gli abitanti del paese ringraziarono e pregarono le due novizie divinità, regalando loro vitalità e longevità.
Ma accadde qualcosa di inaspettato.
La sera di due giorni dopo la vittoria, giunse alla locanda un gruppo composto da sei novizi, compagni che le due ragazze conoscevano fin troppo bene.
Heiwa li osservava sulla soglia della porta, uno ad uno, a bocca semiaperta.
C’era Etheonoa, il novizio dio della cultura e dell’intelligenza, un ragazzo dalla pelle scura con i rasta castani, provvisto di occhiali e una sacca piena di libri su cui annotava sempre tutto, con la sua relativa compagna Ueuecoyotl, la novizia dea della natura selvaggia, una ragazza dalla pelle chiara, lunghi capelli di un rosa antico raccolti in una alta coda laterale fermata da un curioso fiore verde acqua, vestita, come sempre, il minimo indispensabile per non turbare eventuali pudici; vi era poi Bronte, suo cugino, il novizio dio del tuono e del fulmine, un ragazzo molto alto dagli elettrizzanti capelli biondi legati in una coda bassa,  mentre il suo compagno, Ymir, il novizio del ghiaccio, stava al suo fianco –e alla sua altezza, soprattutto…-, un ragazzo apatico con un caschetto azzurro chiarissimo, tanto che sembrava sfumare verso il bianco; infine, ultimi ma non meno importanti, si fecero avanti Zachi, il novizio dio del metallo, protettore dei fabbri, un ragazzo dai capelli grigio scuro lunghi fino a poco sopra le spalle, seguito dalla piccola Klodian, la novizia dea del legno, uno scoppiettante esserino sempre allegro dai capelli verde muschio acconciati in modo curioso tranne che per un ciuffo sempre fuori posto.
Sensō inarcò un sopracciglio, osservando i suoi compagni con aria contrariata, certamente non contenta della loro ingombrante presenza.
“Cosa ci fate qui?” domandò subito la corvina, alzandosi per piazzarsi di fronte al gruppo con fare autoritario.
Etheonoa parlò per tutti, evidentemente eletto capogruppo per il suo innato acume: “ Abbiamo deciso di formare un’alleanza tra di noi, in modo da proteggerci meglio le spalle l’un l’altro. Il viaggio sarà più lento, ma la cosa importante è la sicurezza dei nostri fedeli. Seguendo le voci, vi abbiamo raggiunto qui, per chiedervi di unirvi a noi.”
Heiwa lanciò un’occhiata alla novizia del conflitto, che ponderava la cosa. Era sempre lei a decidere per tutte e due, si fidava delle sue scelte che si erano sempre rivelate migliori delle sue proposte. Ma quella volta voleva poter esprimere il suo pensiero.
“Secondo me dovremmo accettare. Mi sembra un’ottima soluzione: nel caso capitassero altri attacchi e occupazioni come questa che abbiamo affrontato pochi giorni fa, loro ci aiuterebbero a debellarla più in fretta.” Disse, mentre il novizio dio dell’intelligenza annuiva, senza dimenticarsi del parere dell’altra ragazza, che fissò la compagna albina e, dopo quello che parve un interminabile minuto, accettò la cosa a sua volta.
L’alleanza era suggellata, il gruppo formato.
“Lo faccio solo per te.” Sussurrò la corvina all’orecchio di Heiwa, che rabbrividì appena per il suono di quella voce tagliente che allo stesso tempo amava sentire. Apprezzò molto quella gentilezza, sorridendo piena di gioia all’indirizzo di
Sensō, che borbottò poi altri vantaggi che in effetti avevano più che senso alla luce dei fatti.
I novizi déi si sistemarono nell’ostello per quella notte, riprendendo il viaggio il giorno successivo.

Tutto sembrava funzionare correttamente e sempre meglio. Dopo aver unito le forze, era più semplice sconfiggere demoni di forza superiore, anche se non mancavano i tagli, le ferite, ma nulla che non si potesse risolvere con un’ottima fasciatura o con una piccola magia di guarigione di Heiwa o Etheonoa.
Il vero problema era la notte.
Accampandosi in gruppo nelle varie pensioni, ogni coppia aveva una stanza per sé, mentre
Sensō ed Heiwa erano state abituate a dormire in letti separati, mai nello stesso.
La vicinanza dell’altra metteva la novizia della pace in uno stato di tensione, privandola spesso e volentieri di molte ore di sonno.
Anche quella nottata, la novizia della guerra dormiva pacifica, contrariamente alla sua natura, ancora più vicino alla compagna per la presenza incessante di una forte tempesta fuori. Bronte era riuscito a controllare i fulmini e a tenerli lontani dall’edificio, ma la burrasca fuori era comunque molto grave, tanto da spaventare un po’ la ragazza corvina che Heiwa considerava tutta d’un pezzo.
Non l’aveva mai vista così agitata, prima che l’altra si stringesse a lei e si rasserenasse, alimentando così i costanti e sempre più forti battiti del suo cuore, tanto da risuonarle perfino nelle orecchie.
La guardava, distesa al suo fianco, mentre il petto si alzava e si abbassava con regolarità, tempi dettati dal respiro sicuro; guardava la sua pelle liscia, morbida, come constatò nel toccarla con i polpastrelli delle dita; guardava i suoi fluenti capelli neri, in cui passò una mano per farle una carezza.
Guardava le sue labbra, quelle labbra così vicine,  le sarebbe bastato avvicinarsi di poco per poterle sfiorare… E il suo profumo. Oh, il suo profumo! Quella particolare fragranza di cui la ragazza odorava la mandava fuori di testa.
L’aveva sentito anche nel giardino della casata della guerra, era certa che fosse profumo di Azalea.
Tremante, si sporse, incapace di trattenersi, fino a premere le proprie labbra contro quelle di
Sensō, un muto bacio desiderato e pieno di aspettativa, un’aspettativa che soddisfò i suoi pensieri.
Quel bacio sembrò farle esplodere qualcosa nel petto, sentì le guance scaldarsi, il suo intero corpo pareva in fiamme, spingendola ad un contatto maggiore che la novizia della pace si negò, nel tentativo di controllarsi.
Si staccò con un sospiro mal trattenuto, voltandosi dall’altra parte mentre il cuore continuava a battere ad una velocità spropositata, tanto da impaurirla e farle temere che l’altra lo sentisse.
Ad occhi sgranati fissava il muro senza realmente vederlo, con un turbine di pensieri che affollavano la sua mente sconvolta.
Desiderava ancora baciare Senso. Desiderava il suo tocco, la sua bocca su di sé, il suo corpo intrecciato al proprio, il suo calore e la sua fermezza.
Desiderava la sua voce sussurrarle, come aveva fatto alla locanda, parole d’amore, parole che, era certa, non sarebbero arrivate, o almeno, era quello che credeva.
Sensō a quel contatto si era svegliata, ma aveva aspettato parecchio tempo prima di aprire gli occhi.
Fissava la schiena nivea della novizia dea pacifica, sorpresa a sua volta da quel gesto inaspettato.
Rimase interdetta per qualche attimo, prima di darsi un tono e richiudere gli occhi per riprendere sonno, fallendo miseramente.

La mattina erano tutti pronti per partire di nuovo: Etheonoa dirigeva le azioni dei compagni, esortandoli a muoversi e a lasciare tutto perfettamente in ordine, come lo aveva trovato.
Heiwa faticava a lasciare il letto, stava seduta sul bordo con il naso affondato nel lenzuolo che stava stringendo al petto, come un pupazzetto; se era tanto audace, era perché Sensō si era recata al bagno per darsi una rinfrescata e la novizia ne aveva approfittato per bearsi ancora di quell’odore tanto buono e inebriante.
Non lo voleva dimenticare…
Il ragazzo con i rasta le si avvicinò, con uno sguardo interrogativo e scocciato.
“Si può sapere cosa stai facendo?”
Heiwa sobbalzò, alzando appena la testa ma senza staccarsi da quel lenzuolo, rossa come un pomodoro. “A… annuso.” Sussurrò.
“Annusi?” il compagno sembrava sconcertato e lei si maledì internamente per aver rivelato cosa stava facendo veramente. La sua maledetta sincerità!
Annuì appena con un leggero cenno, fuggendo con lo sguardo: “Io… c’è questo profumo buono che non voglio dimenticare…” spiegò, cercando di restare vaga.
Etheonoa la fissò ancora per qualche minuto, ma poi le batté un libro sulla testa, autoritario.
“Poche storie, potrà anche essere profumo di rose, ma io voglio partire al più presto e con i letti rifatti! Perciò alzati, preparati e cammina!” le ordinò, prima di voltarsi e andare ad occuparsi di altri eventuali pigroni.
Heiwa sospirò, lasciando a malincuore quel pezzo di stoffa così prezioso.
L’attimo dopo Sensō rientrò nella stanza e le due si fissarono negli occhi per qualche istante, prima di volgerli altrove, colte da un grande imbarazzo.
Heiwa non si accorse che anche la compagna aveva dissuaso quel contatto da lei, perciò rimase ferma nei suoi pensieri non corrisposti e si preparò in silenzio, pronta a riprendere il viaggio.

 


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Parla Tomocchi:
Nuovo capitolo! Messo il bannerino su, così vedete le due ragazze… qui c’è il pezzo che c’è nell’intro :D Vedo che la storia piace e ne sono contenta *-* qui il tempo è passato, come è scritto, e presento un po’ anche i loro compagni… ci sono disegni anche di loro sul mio Deviantart!
Ma passo ai ringraziamenti! Un grazie a Soheila per avermi segnalato sviste tremende lol, un grazie a Nomura, Nemainn e Veritaserum00 per aver messo la storia tra le seguite, a maria_sharapova per averla messa nelle preferite e a Manny_chan, Soheila e Hanna Lewis per aver recensito! <3
Grazie grazie grazie e alla prossima! :D <3

   
 
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