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Autore: Shariel Lowely    12/06/2014    4 recensioni
Una minishot natalizia, abbastanza romantica e senza drammi di mezzo.
Una storiella che spero vi faccia sorridere un pò =)
Edward e Bella, stanno insieme da due anni, ma nessuno sa di loro,questo perchè le loro famiglie si odiano e non accetterebbero mai una relazione tra i due.
Ma Edward, stanco di questa situazione, le proporrà qualcosa, un modo per stare insieme.
Dal capitolo:
« Il natale non è un vero natale se non lo si passa in famiglia, e questa non è più la mia famiglia da molto tempo. » mormoro più a me stessa che a Kate che mi guarda dispiaciuta sapendo che è cosi.[...]
« Ed, che significa? » gli chiedo, guardandolo dritto negli occhi e scorgendo la serietà nel suo sguardo.
« Significa che anch’io sono stanco Bella. Voglio poter vivere la nostra storia serenamente, ma sappiamo entrambi che non succederà mai, a meno che non prendiamo delle decisioni che ci porteranno a rinunciare a molte cose.
Bella accetterà la proposta di Edward? E cosa succederà alle loro famiglie?
Entrate a leggere per scoprirlo ;)
Storia dedicata a Jess(Vanderbilt) e Angela(Piccolaluce) due delle persone più importanti della mia vita.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film, Contesto generale/vago
Capitoli:
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divisor

3.

PovBella.

« Mrs. Cullen, sono arrivati dei clienti. Dicono di aver prenotato un tavolo da cinque, ma non c’è nulla a loro nome. » oggi compirò diversi omicidi. Il ristorante è strapieno, e ci diamo tutti un gran da fare, ma io sono troppo stressata. Mi chiamano ogni due secondi, e non riesco a finire questo benedetto dolce! 
« Vai da Jane, fa ricontrollare tutte le prenotazioni per bene! Se non dovesse esserci, preparate un tavolo per cinque al piano di sopra, veloce! » scappa dalla cucina come un fulmine. Per fortuna che tra due settimane è natale e, anche se mi sembra ancora molto lontano, Edward è stato chiaro con tutti, a natale resteremo chiusi e anche per capodanno.
Vogliamo passare delle feste decenti e non a lavorare, e poi c’è anche nostra figlia, è piccola e non capirebbe la situazione. Finalmente finisco questi cavoli di alberi di natale con i brownies, per carità lo amo questo dolce, ma farne parecchi, tutti in poco tempo, servirli e non assaggiarne neanche uno, ti fa incazzare, soprattutto se si è una patita di dolci come me. « E’ pronto questo cavolo di arrosto per il tavolo tredici? » ecco che compare mio marito, bello nei suoi pantaloni neri e camicia bianca, da far eccitare anche le vecchiette. Siamo in un ristorante, anche lui lavora nelle cucine, è normale che si vesta in quel modo? No, ovvio che no. Ma lo fa di proposito, per farmi imbestialire, prima o poi glie la farò pagare per bene.
« Servite questi alberi di brownies, prima che li faccia volare dalla finestra! » Edward mi raggiunge, abbracciandomi la vita da dietro. « Cosa ti hanno fatto di male questi dolci dall’aspetto invitante? » mormora al mio orecchio, mentre mi pulisco le mani. « Sono invitanti, appunto. Non posso neanche assaggiarne uno, piccino piccino. Ti odio. La prossima volta ti metti tu a fare dolci, e io penso ai secondi! » piagnucolo come una bambina, mettendo su un broncio che lo far ridere più forte. Mi bacia la guancia, e poi mi aiuta a fare altri dolci, questa volta, i tronchetti. Ci guardiamo, e sorridiamo complici, ricordando quale fine ha fatto il tronchetto che cucinammo io e Grace, per lui.

Sono ancora le cinque, è possibile?! Questa giornata di merda non passa più! E voglio tornare a casa, con mio marito, dalla nostra bambina. Per fortuna che c’è Irina con lei, sa come distrarla e farla divertire, cosi da non farle ricordare la nostra assenza. Irina è la sorella di Jasper, un’altra zia acquisita insomma. E’ una pazza, sta organizzando il cenone di natale da almeno un mese, tutto a casa nostra. Per distrare Grace le dice cosa faremo, cosa mangeremo, come aggiungeranno altre decorazioni natalizie in casa, e la mia piccolina si diverte a far parte dei suoi piani. Me la sta deviando, mia figlia non può diventare pazza come lei!  « I clienti del tavolo venticinque stanno aspettando il secondo da un quarto d’ora! Vogliamo sbrigarci o devo licenziarvi sotto le feste di natale, eh? » la voce incazzata di mio marito mi desta dai miei pensieri. Volto lo sguardo verso di lui, e resto un attimo interdetta. E’ incazzato, un po’ troppo.
 Non vedo quello sguardo pieno di ira da quando sua sorella si è presentata a casa nostra, dieci giorni prima. Non si è più fatta vedere, e non so se esserne felice o preoccuparmi.
Continua ad urlare, dando ordini a destra e manca, come un pazzo.
Mi avvicino a lui, prendendo per un braccio e portandolo verso l’ufficio.
« Sei impazzito? Siamo tutti stressati, ma non puoi trattare cosi i tuoi dipendenti Edward!  E’ una giornata di merda per tutti, cerca di calmarti. » sospira pesantemente, passandosi una mano sul volto. Punta i suoi occhi nei miei, e la rabbia che c’era prima è sparita, sostituita da un velo di sofferenza. 
Mi avvicino nuovamente a lui, accarezzandogli il volto. « Cosa ti turba amore mio? » gli chiedo, accarezzandogli i capelli, mentre lui prende il mio viso tra le mani, e poggia la fronte sulla mia.
« Voglio solo essere felice. Voglio che stiano alla larga da noi. E’ chiedere troppo? » non capisco a cosa si riferisce, ma cerco di calmarlo; gli do un bacio, cercando di rassicurarlo, e poi ritorniamo in cucina, dove riprende a dare ordini, ma con più calma.
Passando vicino alla porta, noto quando sia pieno oggi il ristorante, mi sporgo un po’ per dare un occhiata e mi sembra di vedere… no, non è possibile. Anche se fosse, perché Edward si è infuriato tanto? Lei ci ha aiutati, non avrebbe senso.
E se invece fosse qui con Rosalie? Ha già avuto un incontro/scontro con la sorella, deve esserci qualcun altro per essersi infuriato cosi.
Sospirando, ritorno in cucina e riprendo a cucinare, pregando che questa giornata passi in fretta, senza intoppi.

Quando chiudiamo il ristorante, sono più o meno le dodici meno un quarto; la strada, a quest’ora di sera, dovrebbe essere deserta, invece c’è ancora gente che va in giro, chi con il proprio compagno, chi con i figli, per prendere una cioccolata calda o semplicemente passeggiare sotto la neve che ha cominciato a scendere da poco.
« Ti va di fare una passeggiata, prima di tornare a casa? » annuisco semplicemente alla domanda di Edward, che mi circonda le spalle con un braccio, stringendomi a se, e cominciamo a camminare.
Restiamo in silenzio, un silenzio piacevole che nessuno dei sue ha intenzione di spezzare, ma credo che lo farò io. Ho bisogno di sapere chi ha visto oggi.
« Ed, posso sapere cos’è successo oggi? » gli chiedo, senza guardarlo. Non voglio metterlo in difficoltà, o farlo preoccupare, e non voglio neanche litigare con lui, di nuovo, per qualcuno come sua sorella.
« Sei andata in sala oggi, non hai visto chi c’era? » chiede, ridendo. Ma la sua non è una risata vera e propria, no. E’ una risata amara, con una pizzico di rabbia.
« Mi è sembrato di veder- » mi interrompe, e risponde lui per me.
« Kate. » conferma la mia ipotesi, lasciandomi assorbire quella piccola notizia, prima di sganciare quella più grande. « Non era sola. C’era Rosalie con lei, e non solo. » mi giro a guardarlo, chiedendogli chi altro c’era, solo con uno sguardo. Chiude gli occhi, per non farsi prendere dalla rabbia, e poi risponde alla mia muta domanda.
« C’erano tutti Bella. Tutti. Mancava tua madre, ma c’erano tutti. I nostri fratelli, i miei genitori, e tuo padre. Ci credi? Charlie Swan e Carlisle Cullen, seduti al tavolo del nostro ristorante, a parlare come se fossero vecchi amici? » resto attonita dalla sua rivelazione. 
« No che non ci credo! E poi,  come cavolo hanno fatto a sapere che eravamo li? E come fanno a sapere che è il nostro ristorante? » Edward, corruga la fronte, e assume uno sguardo pensieroso, sta riflettendo su qualcosa. Magari me ne mettesse al corrente!
« Credo che non lo sapessero. » risponde dopo qualche minuto.
« Come? » ci sto capendo davvero poco.
« Si, credo che loro si siano trovati li per caso. Non si comportavano come se aspettassero di vederci comparire da un momento all’altro. Loro sono stati al nostro ristorante, senza sapere che era nostro. » annuisco, comprendendo finalmente. Ma poi una lampadina si accende nella mia testa.
« E se fingevano? Insomma, c’era anche Rosalie, può averglielo detto lei. E se ha scoperto dove viviamo, perché non avrebbe dovuto scoprire dove lavoriamo? »
« Senti amore, a me poco me ne importa. Che lo sappiano o no, non ci interessa. Se ci dovesse capitare di incontrarli, li affronteremo e manderemo a fanculo. Semplice, no? » si semplice, o almeno, sembra semplice. Che rottura di palle! Perché si divertono cosi tanto ad incasinare la mia testa?
« Si semplice. Manderemo a fanculo loro, non noi. Giusto Edward? » si gratta la nuca, imbarazzato. Ha capito che mi riferisco all’episodio della volta scorsa con Rosalie, quando mi ha urlato contro. « Giusto moglie, cercherò di non perdere le staffe, promesso. » giriamo un altro po’ , parlando del più e del meno, e poi torniamo indietro andando verso l’auto.

Durante il tragitto in auto nessuno dei due parla, c’è solo una canzone in sottofondo di un gruppo che non conosco.
Ad interrompere quel bel silenzio, è il cellulare di Edward.
« Amore, rispondi tu per favore? » annuisco, e prendo il cellulare dalla tasca del suo giubbotto. Guardo prima chi è, e dopo aver fatto un sorrisetto ad Edward, che mi guarda interrogativo, apro la chiamata.
« Questa è la segreteria di Edward Cullen, se non vi rispondo è perché non voglio essere rotto le palle,  voi le rompete, e tanto anche. Lasciate un messaggio dopo il bip. BIP! »
« Molto simpatica Isabella. Vi ho interrotti sul più bello? Che peccato. Non mi dispiace per niente. Dov’è quell’idiota di tuo marito? »
« Prima cosa, idiota sei tu. Potessi avere solo la metà del cervello che ha mio marito. Secondo, non hai interrotto proprio nulla. Noi quando ci accoppiamo come conigli, spegniamo i cellulari. Terzo, sta guidando e non posso passartelo. Sai com’è, ci teniamo alla nostra vita. Dimmi cosa vuoi, e io glie lo riferisco. »
« Uff, volevo parlare con il mio BFF! » piagnucola come un bambino.
« BFF? »
« Best Friend Forever. Linguaggio usato dai ragazzini su facebook. »
« I ragazzini possiamo tollerarli, ma tu, alla soglia di ventisei anni, no! Dai Emm, dimmi cosa vuoi da Edward, stiamo tornando a casa, e Grace e Irina staranno sicuramente dormendo. Quindi, parla adesso perché tra poco non potrai più.  »
« Uff che palle! Ok nulla, glie lo dico domani. Vengo a pranzo da voi, notte! » silenzio. Non può averlo fatto, che gran maleducato!
« Mi ha chiuso la chiamata! » Edward ride, scrollando le spalle. Si ok, è tipico di Emmett, lo fa per gioco, ma mi danno su i nervi quando mi chiudono la chiamata senza darmi il tempo di rispondere.
« Che voleva? » chiede Edward, sorridendo, ma tenendo gli occhi sulla strada.
« Boh! Ha detto che te lo dice domani, e che viene a pranzo da noi. E io cucino il piatto preferito di Grace, cosi impara. » Grace ama tanto un pasto italiano che ho imparato a cucinare, fusilli alla carbonara. E’ un piatto di pasta con uova e pancetta, ad Emmett non piace, e io per ripicca lo cucino domani per pranzo.
Arrivati a casa, notiamo subito le luci spente, le uniche accese sono quelle dell’albero di natale, che è in salotto, e le decorazioni fuori in giardino.
Entriamo in silenzio e andiamo in salotto; come previsto, Grace e Irina sono profondamente addormentate sul divano, avvolte in una pesante coperta.
Edward prende Grace e la porta di sopra nella sua stanza, e io ricopro Irina; se si sveglia vorrà andare a casa, credendo di disturbare, e non voglio, non è prudente andare in giro a quest’ora di notte  da soli.
Mi tolgo le scarpe, e cerco di essere il più silenziosa possibile per non svegliarle; arrivata al piano di sopra corro velocemente nella camera da letto, e il mio cuore si arresta.
Edward, che mi da le spalle, si sta spogliando lentamente, ha già tolto la camicia, e ora sta passando ai pantaloni, e tutto ciò manda i miei ormoni in tilt.
Mi sembra di essere una pervertita, che non lo fa da mesi, e che non vede l’ora di rotolarsi tra le lenzuola con il proprio marito, e farlo per ore ed ore, senza mai fermarsi.
Lo raggiugo e lo abbraccio da dietro, facendo scivolare le mie mani prima sul suo addome, e poi a sostituire le sue che stanno slacciando la cinta.  Sbottono il pantalone, e glie l’abbasso un po’, accarezzandolo sopra l’elastico dei boxer.
« Se stai cercando di farmi impazzire, sappi che ci stai riuscendo » sussurra, prendendo un profondo respiro. Mi alzo sulle punte e gli lascio un bacio sul collo, scendendo sulle sue spalle continuando ad accarezzarlo.
« Ma io non voglio farti impazzire… » sussurro  « … voglio solo farti rilassare un po’. »
« Rilassiamoci insieme allora. » in un attimo mi ritrovo stesa sul letto con lui sopra di me, e ci lasciamo travolgere dalla passione, per tutta la notte.

 

Un suono fastidioso e insistente cerca di riportarmi nel mondo reale, cosi metto la testa sotto il cuscino.
Dei movimenti mi fanno socchiudere gli occhi, e cerco di vedere cos’è; Edward spegne la sveglia e si rimette i boxer.
« Non ricordo di aver detto che potevi rivestirti. » mormoro sbadigliando. In risposta ridacchia, voltandosi poi verso di me.
« Amore, se fosse per me, resteremo tutta la giornata a letto ad amarci. Ma nostra figlia piomberà nella nostra stanza da un momento all’altro, e Irina è di sotto, pronta a piombare nella nostra stanza insieme a lei. Se vuoi che mi veda come mamma mi ha fatto, basta dirlo. » gli tiro un cuscino, facendolo ridere, poi mi alzo e mi dirigo in bagno per farmi una doccia.
« No, no caro. Io vado di la a farmi una doccia, tu aspetti qui. Quando io finisco, entri tu, chiaro? » dico ad Edward, quando lo vedo alzarsi e venire in bagno con me.
Fa quel sorriso sexy che riesce a farmi cedere ogni volta, ma non posso cedere, non questa volta.
L’ha appena detto lui che ci sono le ragazze, e che dobbiamo sbrigarci, non può dire una cosa e poi fare il contrario.
« Ma se ci laviamo insieme, faremo più in fretta. » dice, accostando le sue labbra al mio orecchio, facendomi venire i brividi, e non di freddo, ovviamente.
Poggio i palmi sul suo petto e lo spingo, rifugiandomi subito nel bagno e chiudendo la porta a chiave.
« Rimetti un po’ in ordine la stanza, vedrai come faremo più in fretta cosi! » urlo, ridendo dal bagno.
Sento che dice una cosa tipo “che piccola stronza” e dopo un “Va bene, come vuoi” lo sento muoversi nella stanza, segno che sta riordinando il casino che abbiamo combinato stanotte.
Apro il getto dell’acqua e mi infilo nel box doccia, lasciando che l’acqua calda scivoli su di me, riscaldando il mio corpo.
« Tesoro c’è qualcuno qui per te! » urla mio marito da dietro la porta.
« Mamma ho fame! » urla la mia piccola peste dopo suo padre.
« Un attimo amore mio! Mamma ha finito, ora scendo. Va a svegliare zia Irina! » resto sotto la doccia, uscendone qualche minuto dopo.
Mi vesto in fretta uscendo dal bagno, non trovando nessuno in camera; scendo in cucina e trovo Irina stesa sul tavolo ancora assonnata, e il mio sexy marito e mia figlia che cercando di fare due frittelle.
« Ok tu va di sopra a far la doccia, e tu amore siediti qui che mamma ti prepara la colazione. Irina sveglia! » sobbalzando tutti e tre alle mie urla, facendomi ridere.
« Che rottura di pa-ahia! Patate, volevo dire patate! » urla la mia bionda amica, dopo che la picchio con un cucchiaio sulla testa. Edward, ridendo, mi da un bacio e scappa di sopra, e Grace si siede aspettando pazientemente la sua colazione.
Mentre aspetto che si cuociano le frittelle, comincio a tirar fuori il succo e il latte, poi faccio un caffè per Irina senza zucchero. Come fa a berlo cosi, senza mangiare nulla oltre ad una brioche, non lo so,
io morirei se dovessi mangiare solo quello per colazione.
Cominciamo a mangiare, e dopo qualche minuto ci raggiunge Edward, che mormora qualcosa all’orecchio di nostra figlia, facendola sorridere e annuire energicamente.
« Amore, io e Grace usciamo oggi. Abbiamo da fare alcune cose, tu puoi darti alla pazza gioia e stare un po’ con le ragazze. » annuisco, guardandolo con un in modo sospettoso. Nell’ultimo periodo è strano, so che sta combinando qualcosa, ma lo lascio fare, sempre sperando che non stia facendo un mega regalo per Grace.
Dopo un po’ escono di casa e restiamo io e Irina, che continuiamo a mangiare in silenzio, o meglio, io continuo a mangiare lei invece fissa la sua tazza, senza vederla veramente.
« Ehi tesoro, tutto bene? » le chiedo accarezzandole il braccio, mentre lei annuisce leggermente.
« Si sto bene, credo. Ho rotto con Laurent. » poggia la tazza sospirando.
« Mi dispiace tesoro. Come siete arrivati a questo punto? Sembrava che le cose andassero bene tra di voi. » non mi ero accorta che Irina e Laurent avevano dei problemi.
« Hai detto bene, sembrava. Stavo insieme solo per abitudine, ma non ci amavamo più. Non c’era più quel sentimento che ci legava all’inizio. Per un po’ abbiamo fatto finita di nulla, cercando di evitare i nostri problemi, ma non c’è l’ho fatta più. Che senso ha stare insieme, quando non c’è più amore? » l’abbraccio, immaginando come si può sentire.
« In effetti, non ha nessun senso. Mi dispiace tanto di non essermi accorta di nulla, come amica faccio schifo! Ero cosi occupata dal lavoro, da Grace e Edward, e dai nostri problemi di essermi dimenticata di te. Scusami. » è vero, come amica faccio schifo. Irina aveva sicuramente bisogno di sfogarsi e io non ci sono stata.
« Non dirlo neanche per scherzo. Siamo stanti molto bravi a nascondere tutto. Hai una famiglia Bella, è vero, di tanto in tanto hai bisogno anche tu di stare con le tue amiche, ma la tua priorità sono loro, è normale che quando ci siano i periodi no, non ti accorgi nulla e pensi solo a tuo marito e tua figlia, non ti biasimo per questo, davvero. Ti invidio invece, sai? » dice ridendo.
« Mi invidi? »le chiedo scettica, mentre annuisce sorridendo.
« Si, ti invidio. Sei sposata con l’uomo che ami e che ti ama, hai una figlia straordinaria, è impossibile non amarla. Un lavoro che ami, degli amici che farebbero qualsiasi cosa per voi. Hai lottato per avere tutto questo, hai sacrificato tante cose, eppure sei felice e non ti penti di nulla. Sai cosa sogno? Di trovare un uomo come Edward, che mi guardi come lui guarda te. »
« Perché, comi mi guarda? » non sapevo che Edward mi guardasse in un determinato modo, ma a quanto pare, sono l’unica che non si accorge di alcune cose ultimamente.
« Come se fossi la sua unica ragione di vita. Quell’uomo ti ama alla follia, morirebbe per te. Voglio anch’io un uomo che mi guardi cosi. » sorrido e arrossisco alle sue parole.
« Lo troverai anche tu un uomo cosi, vedrai. E’ impossibile non amarti! Certo, sei una piccola pazzerella che spesso ha idee assurde, ma è questo che ti rende speciale. L’uomo che ti amerà accetterà tutto di te, pregi e difetti. Prendi me ad esempio, fino a quattro anni fa ero una grande scaricatrice di porto, ero arrabbiata con il mondo intero e scaricavo la mia rabbia sugli altri, soprattutto su mia sorella. Ma a Edward non ha importato nulla, mi voleva lo stesso. Sai quando mi sono addolcita? » le chiedo ridendo, mentre lei scuote la testa, ridendo con me. « Solo quando ho preso per la prima volta in braccio Grace. » annuisce ancora, rattristandosi un po’.
« Qualche giorno fa mi ero accorta di avere un ritardo. Ho prenotato una visita dal ginecologo, ma era un falso allarme. Ammetto di esserci rimasta un po’ male, ma credo che sia meglio cosi. » stringo la sua mano nella mia, facendole capire che ci sono. Ma è solo un attimo, quando mi blocco sul posto. Mi alzo di scatto andando vicino al calendario, lo guardo e riguardo, ma non c’è nessuna crocetta rossa. Oh cielo!
«Bella,va tutto bene? Che succede? » chiede Irina, non capendo cosa mi sta succedendo.
« Io… non lo so. Devi aiutami. »

 

PovEdward.

« Eccoci qui. Sei pronto? Hai gia un idea di ciò che vuoi prenderle? » annuisco, guardando il mio amico.
« Papà, dobbiamo complale un legalo alla mamma? » mi volto verso mia figlia e mi inginocchio per raggiungere la sua altezza.
« Diciamo di si, è un regalo speciale, ma avrò bisogno del tuo aiuto e devi mantenere il segreto. Non devi dire nulla alla mamma, cosi le facciamo una bellissima sorpresa. » saltella, ridendo e gridando “si solplesa, solplesa” per strada, alcuni si voltano nella nostra direzione, chi sorride per la felicità che emana mia figlia, chi curioso, chi invece disturbato dalle grida, ma a noi non importa di nulla.
M’importa solo del regalo per Bella, sperando che non mi mandi al diavolo quando glie lo darò.
Voglio che quel giorno diventi memorabile.
Mi volto di nuovo verso Emmett, che sorride come un imbecille.
« Sono pronto. Andiamo! » dico, prendendo in braccio mia figlia, e entrando in quel negozio.
Spero di riuscire a trovare quello giusto.



« Amore, siamo a casa! » urlo, entrando in casa con in braccio Grace,Emmett dietro di noi e una busta di caramelle zuccherate. Una cavolata devo pur inventarla per non far sospettare nulla a Bella.
Ora devo solo trovare il posto giusto per nasconderlo, sperando che mia moglie non lo trovi.
Non ricevendo risposta mi avvio, sempre con Grace in braccio e Emmett alle calcagna in salotto, dove si butta, letteralmente, sul divano,  e poi in cucina, dove troviamo un biglietto sul tavolo.
 
Sono uscita con Irina per un urgenza, torno dopo pranzo non mi aspettate.
Vi amo.

p.s: ho lasciato qualcosa per voi nel forno.


« Ok tesoro, mamma ci ha mollati. Che ne dici di pranzare e poi di giocare un po’? » la mia piccolina annuisce sorridendo, e poi corre verso il bagno a lavarsi le mani trascinandosi lo zio Emm, e poco dopo, li raggiungo anch’io.
Tornati in cucina, apparecchiamo il piccolo tavolo che c’è li e poi riempiamo i piatti di pollo e di patate che la mia bella moglie ha lasciato per noi. Ah, morirei senza di lei!
Dopo andiamo in salotto per guardare un po’ di tv, ma la spegniamo subito quando Grace si impunta di voler giocare al gioco “con le palline cololate e la luota” , meglio conosciuto come twister, Emmett, ovviamente, l’accontenta subito.
Cerco in tutti i modi di non cadere sopra la mia bambina, ho paura di perdere l’equilibrio e di farle male, sarebbe la volta buona che Bella mi seppellisce vivo, e ne avrebbe tutte le ragioni per farlo.
« Mano destra sul colore verde! » urla lo scimmione.
« Mano destla sul colole vedde! » urla mia figlia, ripetendo ciò che ha detto Emm.
Guardo Grace mentre mette la mano sinistra sul colore verde.
« Ehi furbacchiona, quella è la mano sinistra non la mano destra. » mi fa una linguaccia e si infila proprio sotto di me.
« Ah è cosi? Adesso ti spetta una bella punizione.
» le faccio il solletico alla pancia facendola ridere fino alla sfinimento, e Emmett la tiene dalle braccia.
« Basta, basta! Pefavole! » smetto di farle il solletico, divertito dalle sue suppliche, e mi sdraio accanto a lei, sul tappeto, chiudendo gli occhi.
« Beh ragazzi, io ho delle commissioni da fare, ci vediamo più tardi o domani. Ciao piccola » Emm scocca un bacio sulla guancia di Grace e va via, lasciandoci sul tappeto, mezzi addormentati.
« Papino? » mi chiama dopo un po’ mia figlia.
« mmm? »
« Mi lancconti di come tu sei diventato il plincipe di mamma? » un sorriso mi sorge spontaneo, ricordando la prima volta che l’ho incontrata, quando l’ho rivista alle superiori,  i nostri battibecchi, la scommessa e la corte spietata che le ho fatto.
« Beh vedi amore, la prima volta che ci siamo incontrati eravamo piccoli. » si avvicina a me e io l’accolgo sul mio petto, felice di sentire il calore che emana il corpicino della mia piccola. E’ incredibile pensare che questa piccola creatura sia una parte di me e Bella, una parte del nostro amore.
« Come me? » chiede curiosa, alzando il viso per guardami.
« Un pochino più grandi tesoro, ma poi non ci siamo più visti. Ci siamo rincontrati quando eravamo più grandi. All’inizio io e mamma non eravamo amici, ci prendevamo in giro a vicenda, lei crede che in quel periodo non le volessi bene ma, vuoi sapere un segreto? » le dico, mentre lei annuisce vigorosamente e sorride.
« Io ho sempre voluto bene a mamma, anche quando eravamo piccoli. Però non potevo ancora dirglielo. »
« Pecchè no, papà? »
« Che state combinando voi due? » la voce di Bella, ci fa sobbalzare dallo spavento.
Mi alzo con Grace in braccio, e le andiamo in contro, da un bacio a Grace che si agita tra le mie braccia perché vuole scendere, la lascio andare e mi giro verso mia moglie abbracciandola.
Scioglie subito l’abbraccio e si siede sul divano.
« Amore,ti va di vedere un cartoon con noi? » chiedo a Grace che annuisce sdraiandosi a pancia in giù sul tappeto, mentre metto il dvd di Cenerentola.
Le accarezzo e poi mi siedo sul divano vicino a Bella che, come se non avesse aspettato altro, poggia la testa sul mio petto, abbracciandomi la vita.
« Cos’è successo? » mormoro al suo orecchio per non disturbare mia figlia.
« Nulla. Cosa vuoi che sia successo? » il suo tono di voce sembra tranquillo, ma io lo sento che è nervosa. La conosco meglio di quanto conosca me stesso.
« Bella, nel biglietto hai scritto che uscivi per un urgenza con Irina. Deve essere successo qualcosa. » le faccio notare in modo tranquillo, accarezzandole le braccia.
« Siamo andate a fare un giro, Laurent e Irina si sono lasciati e lei aveva bisogno di distrarsi un po’. » mormora, guardando fuori dalle vetrata che sta all’altro capo del salotto, dove c’è l’albero di natale.
« Questa non la sapevo. Come mai hanno rotto? » scrolla le spalle, continuando a guardare fuori, senza degnarmi di uno sguardo.
La osservo bene e noto che è un po’ nervosa e triste. Possibile che la rottura tra Laurent e Irina la rattrista cosi tanto?
« Non si amano più, stavano insieme solo per abitudine, almeno è cosi che ha detto lei. » la sua voce si affievolisce, e capisco che sta per crollare.
La stringo a me continuando a guardare la televisione, ma senza vederla veramente.
Dopo un po’ , cado nelle braccia di morfeo anch’io.

 

Un suono insistente mi fa sobbalzare dal divano, cosi facendo si sveglia anche Bella, che dormiva appoggiata a me.
« Ed, stacca quel cazzo di telefono! » lo dice sotto voce, ma è chiaro come il sole che è incazzata come una belva. Odia essere svegliata dal telefono che squilla, e non le do torto, lo odio anch’io.
Mi alzo velocemente per recuperare il cellulare dal giubbotto. Quando vedo chi è il disturbatore, mi viene in mente di far parlare Bella, che lo terrorizzerebbe a vita con le sue minacce, ma non voglio farla arrabbiare di più.
« Dammi una buona ragione per non spaccarti la faccia. »
« Non mi dire che stavate ancora dormendo?! Ci credo che la piccola, quando deve andare a letto, non ha sonno! » urla Emmett, riflettendo tra se e se.
Guardando fuori dalla finestra mi rendo conto che è calato il sole e, come Bella stesa sul divano, anche la nostra piccolina si è messa sulla poltrona addormentandosi.
« Ma che cazzo di ora è? » bisbiglio per paura che Bella mi lanci qualcosa per farmi stare zitto.
« Le sei del pomeriggio idiota! » urla,ancora, quello scimmione del mio quasi ex-amico.
« Ok ok, ora sveglio Bella e Grace…ma tu che cazzo vuoi che hai chiamato? »
« Ah giusto, me ne stavo dimenticando! Volevamo organizzare una serata a casa di Jazz. Credo che tu abbia saputo di Irina e Laurent, no? Jasper vuole farla distrare e quale miglior modo, di passare la serata con i propri amici dimenticandosi dei problemi? » mi dispiace che Irina stia cosi male, è una ragazza stupenda, ovviamente mia moglie per me è la migliore di tutte, ma non merita di soffrire per un cretino cosi.  Laurent è sempre stato un buon amico, nulla da ridire su questo, ma è sempre stato un tipo libertino, non so se ha mai tradito Irina ma, se l’ha fatto, nessuno di noi lo saprà mai.
« Ok Emm, ora sveglio Bella e glie lo dico. Senti…posso chiederti un favore? » dico, mentre mi allontano dal salotto e mi dirigo nella sala da pranzo, che si trova dall’altra parte del salotto, in antistante al corridoio che ci porta in cucina.
« Dimmi tutto fratello! »
« Ecco, Bella mi è sembrata un po’ strana quando è tornata a casa. Vorrei portarla a fare un giro,farla rilassare e farla parlare, magari mi dice cos’ha che non va. E mi chiedevo se pot- » mi interrompe prima che finisca la frase.
« Se potessi tenere Grace per un po’. No problem, si divertirà di sicuro in mia compagnia! » esulta come un bambino a cui hanno detto che sta per ricevere una grande busta di caramelle.
« Ecco, si. Grazie fratello. Ora vado a svegliare le mie donne, ci vediamo tra poco. »
« A tra poco! » stacco la chiamata e torno in salotto.
Noto Bella seduta, che si stropiccia gli occhi come se fosse una bambina, continuo a fissarla divertito.
E’ proprio buffa ogni volta che si sveglia, i suoi capelli diventano un nido per uccelli, sbadiglia due o tre volte,i vestiti stropicciati o scomposti, e la sua aria da bambina indifesa, la rende adorabile ai miei occhi. Ma anche tanto eccitante, sembra quasi che abbiamo fatto sesso con i vestiti addosso.
« Che hai da guardare, pasticcino? » mormora, prendendomi in giro.
« Oh nulla, guadavo solo com’è sexy mia moglie appena sveglia. » bofonchia un “ruffiano” e poi si alza per svegliare Grace.
« Amore mio, sveglia forza. Basta dormire o questa notte faremo tutti le ore piccole, e mamma e papà domani devono lavorare. »
« Ma io ho tanto sonno » mormora Grace, stropicciandosi gli occhi e girandosi dall’altra parte.
Scostando leggermente Bella, mi avvicino silenziosamente e la prendo in braccio e me la carico sulle spalle, sotto le sue urla.
« Papino batta! Metti giù! »
« Metterò giù questa monella solo se darà ascolto alla mamma! » le dico ancora, facendole il solletico.
Bella ci guarda divertita, mentre Grace comincia a ridere e scalciare.
« E tu non sei più il mio plinciple! » urla ancora tra le risate.
« Non fa nulla. Tanto ho la mamma. »
« Mamma è mia! » ora è arrabbiata. E’ cosi legata a noi che lei ci definisce “suoi”.
« Amore di papà, la vedi questa? » indico la fede « sta ad indicare che mamma è mia! » scoppio a ridere quando lei incrocia le braccia e fa una faccia buffa. Si vede che è nostra figlia.
« Uffa, va bene! Pelò se faccio la blava, mamma può essele pule mia? » annuisco, sorridendo ancora come un deficiente. Che ci posso fare? Amo le mie donne.
Passo la bambina a Bella che la prende subito in braccio.
« Moglie, devo darti una notizia. » la guardo in modo serio, prendendola in giro. Capendo il gioco, si volta verso di me e fa una faccia seria anche lei.
« Ti ascolto marito, dimmi tutto. » Grace ci guarda curiosa, cercando di capire cosa cavolo stiamo facendo. Restiamo un po’ in silenzio, sapendo che Grace vuole sapere di cosa stiamo parlando, e poi finalmente scoppia.
« Uffa! Voio sapele anch’io la notisia! Non palate con i pensielo pecchè io non lo so fale! » Bella scoppia a ridere e la seguo anch’io. Tutte le volte è divertente prendere in giro la piccola, mi fa morire dal ridere quando scoppia cosi.
« Andiamo a mangiare la pizza da zio Jasper, vi va? » annuiscono entrambe e, quando dico loro che Emmett vuole giocare un po’ con Grace, scappano di sopra a prepararsi.
Io, invece, sistemo il salotto e poi salgo di sopra a darmi una rinfrescata; dopo la doccia indosso dei comodi jeans e una felpa, con le nike bianche.
Scendo in salotto e accendo la tv, facendo un po’ di zapping.
Dopo circa mezzora arrivano le mie donne, pronte per uscire.

« Dai Ed! Ho voglia di cioccolata calda,non puoi negarmela perché ai le rotelle fuori posto! »
« Ma io non te la sto negando! Ti sto solo dicendo che ti rovinerai la cena cosi. »
« Ma perché, tra tante donne peccatrici al mondo, proprio io dovevo beccarmi il marito rompi palle!? Perché? » dopo aver accompagnato Grace da Emmett, ci siamo diretti al centro commerciale.
So che a Bella piace fare acquisti nel periodo natalizio proprio perché le piacciono i pupazzetti o le piccole bomboniere di Babbo Natale, o delle renne, i pupazzi di neve… insomma, tutto a tema natalizio.
Ammetto che l’ho fatto anche per ammorbidirla, sperando che si apri da sola con me.
Ora si è fissata della cioccolata calda, è impossibile falla desistere.
« Ah, e quindi sarei un marito rompi palle? »
« Mica solo. » volta la testa dall’altra parte, facendo finta di offendersi.
« E va bene. Andiamo a prendere questa benedetta cioccolata! » alzo gli occhi al cielo, divertito e esasperato, mentre lei ridendo mi salta addosso ringraziandomi.
Prendiamo una cioccolata calda con la panna, e continuiamo il nostro giro, senza fermarci a gustarcela per bene.
« Amore, mancano nove giorni a natale, e non abbiamo ancora preso nulla per Grace. » mormora Bella frustrata.
« Beh, siamo qui senza di lei, che ne dici di vedere qualcosa? » le circondo le spalle con il mio braccio, e l’attiro a me, cercando di tranquillizzarla.
« Si, però non voglio farle qualcosa di scontato. Niente bambole con passeggini o fasciatoi. Nostra figlia è troppo piccola per fare la madre, anche se è per gioco. E neanche quei trucchi a giocattolo, non mi piacciono, sono orrendi. Quando comincerà a truccarsi, dovrà avere come minimo quindici anni e- »
« Ehi donna, frena un attimo! Ma non tocca a me la parte del genitore geloso? » incrocia le braccia sotto il seno e mette il broncio, che mi fa ridere come un cretino.
« Non ridere! E’ solo... dov’è scritto che solo il papà è geloso della propria figlia? Anch’io sono gelosa, e non voglio che cresca cosi in fretta! »
« Tesoro, c’è tempo. Abbiamo ancora tanto tempo da passare con lei, non compirà quindici anni domani. »
« Lo so » piagnucola afflitta, abbracciandomi per la vita. Cerco di distrarla, portandola in un negozio di decorazioni natalizie e, infatti, corre subito a vedere e comprare qualcosa trascinandomi con se, e i pensieri tristi sono un lontano ricordo.

Passeggiamo ancora per il centro commerciale, entrando di tanto in tanto in qualche negozio per prendere qualcosa per Grace, chiacchierando un po’.
« Oh mio dio.  » mormora Bella, fermandosi all’improvviso.
« Cosa? »
« Guarda là. » indica un negozio che ha l’aspetto, leggermente, antiquato. « E’ il regalo perfetto per la nostra bambina Ed! » sposto lo sguardo sulle vetrine, inquadrando subito il regalo perfetto.
Una grande casa delle bambole, tutta color panna con il tetto rivestito di tegole marroni.
Ci avviciniamo  alla vetrine cosi da poterla osserva meglio, infatti noto altri particolari.
Le finestre hanno delle decorazioni, fatte sicuramente con qualche tipo di ferro decorativo, la porta è semplicemente marrone e ha un manico dorato.
Sulle finestre ci sono dei piccolissimi vasi di fiori finti e ai lati, salendo su per il tetto, c’è dell’erba finta a dare l’idea che c’è del muschio.
Prendo per mano mia moglie, e la trascino nel negozio. Se da fuori aveva un aspetto antiquato, da dentro sembra uno di quei negozietti magici che si vedono nei film fantasy, ha quel non so che da fiaba. Ci sono lavori fatti a mano di ogni tipo. Bambole, roba da cucina, per camerette, roba a tema natalizio, ovviamente. C’è di tutto. Mi giro verso Bella che ha un sorriso che va da un orecchio all’altro e gli occhi che brillano di felicità. Ricambio il sorriso, stringendola a me.
Mi piace vederla cosi felice.
Credevo che non ci sarebbe stata anima viva, invece il negozio è abbastanza affollato.
« Buongiorno signori. Posso esservi utile? » una donna di mezza età, con i capelli ricci brizzolati e gli occhi di un azzurro tendente al verde, si rivolge a noi.
« Si. Vorremmo vedere la casa delle bambole che è in vetrina, per favore. » risponde Bella.
La donna ci rivolge un sorriso e i chiede di aspettare un attimo.
Poco dopo compare con un uomo, anche lui di mezza età, e altri due uomini che lo stanno aiutando a trasportare qualcosa, poi vengono verso di noi.
« Ecco, i signori vorrebbero vedere la casa delle bambole che è in vetrina. Ne sa più di me, dato che l’hai fatta lui, può darvi tutte le informazioni che volete. » con un altro sorriso si dilegua.
Parliamo un po’ con l’uomo, Bella chiede di tutto per soddisfare più la sua curiosità che altro; se ci sono cose fatte con materiale pericoloso, se ci sono altri pezzi, se ci sono una o più bambole, se è questa casa è adatta ad una bambina di quattro anni.
Poi ci porta a vederla e quando la vediamo, è più grande di ciò che credevo, e quando la apre Bella resta a bocca aperta e non è l’unica. Ogni cosa è creata, dipinta e cucita a mano. Dalle piccole tendine alle mini-tovaglie, ai piccoli divani ai letti. Sono sicuro che costerà molto, ma non m’importa.
E’ il regalo perfetto, Bella ha ragione, e Grace l’amerà tantissimo.
Ci mettiamo d’accordo su come e quando farla arrivare a casa, di certo una cosa enorme come questa non posso trasportarla da solo. Pago la casa delle bambole e do un anticipo per il trasporto a casa.
Arriverà domani mattina, abbiamo deciso di portare con noi Grace al ristorante e di chiedere a Jasper o Emmett di stare a casa nostra per ricevere l’enorme pacco.


« Perfetto! Abbiamo trovato il regalo per nostra figlia, qualcos’altro da prendere marito? »
« No, non credo. Abbiamo il regalo per Emmett, Jasper, Irina, Victoria,Laurent non credo che passerà più una sola festa con noi e poi, il tuo io l’ho già preso! »
« Anch’io. » dice facendo un mezzo sorriso.
« Sai, non vedo l’ora che arrivi Victoria! » esclama poco dopo.
« La rossa rompi palle? Io per niente! » scoppio a ridere quando mi guarda come se volesse uccidermi.
« Dai amore, Victoria è una rompi palle, lo sai anche tu. Rompi palle…ma simpatica! Le voglio bene, ma sai…a volte ha quei atteggiamenti che non mi piacciono molto. » dico, cercando di riparare al danno. Però è vero, è simpatica, intelligente, una grande amica… ma certi comportamenti che ha da gatta morta nei confronti di Jasper o di altri ragazzi che l’attraggono, non mi vanno giù. E se glie lo fai notare ti risponde in modo brusco dicendo che la vita è una sola e che deve essere vissuta.
« Amore lo sai… non ha passato un bel periodo. Lasciala divertire come meglio crede, presto tornerà ad essere la nostra vecchia Victoria. » anche questo è vero. Victoria ha beccato il suo ormai ex-ragazzo, Riley se non ricordo male, con la sua amica dai tempi delle medie. E’ stata male, anche se l’ha nascosto bene. Non so cosa proverei io se beccassi mia moglie con Emmett, beh forse squarterei lui, posso solo immaginare cosa abbia provato, e mi dispiace molto per lei.
« Se potessi lo ucciderei con le mie mani quel bastardo. Ma sai come la penso. Le delusioni fanno parte della vita, si impara dai propri errori e si va avanti, a testa alta. »
« Dalle tempo. Non l’ha ancora superato. » dice, dandomi un bacio a fior di labbra.
Continuiamo a gironzolare per il centro commerciale, ricordando alcune delle nostre serate folli con i ragazzi, ridendo come non facevamo da tempo.
« Edward » una voce, molto famigliare, ci fa girare di scatto.
Dietro di me, vicino ad una vetrina di abiti da sera, c’è una donna, una donna che riconoscerei tra mille.
Vestita di tutto punto, proprio come la ricordavo, un pantalone nero a fasciarle le gambe, con una pelliccia a ripararsi dal freddo, e i tacchi a spillo.
I suoi lunghi capelli castani raccolti in un chignon che lascia cadere due ciocche ai lati del viso, i suoi occhi azzurri velati di tristezza, trattengono le lacrime, e mi guardano impazienti di un gesto da parte mia.  Le sue labbra tremano, ma cerca di distenderle in un sorriso, triste, impacciato.
« Mamma » sussurro, facendo dei passi indietro. Bella mi stringe forte la mano, ma io cerco di mettere quanta più distanza possibile tra me e lei, mia madre.
Un dolore che credevo aver superato lo sento tornare prepotente a distruggere una parte del mio cuore come se fossero lame affilate.
Mia madre è stata l’unica donna importante nella mia vita, prima di incontrare mia moglie; avevamo un rapporto cosi speciale, cosi... nostro. Lei sapeva di Bella, sapeva tutto fin dall’inizio, mi sfogavo con lei, piangevo solo davanti a lei, lei mi aiutava ad organizzare delle sorprese alla mia ragazza, lei mi consigliava i luoghi da frequentare, luoghi dove nessuno ci avrebbe visto.
Mi prometteva ogni volta che avremmo trovato una soluzione, affinché io e Bella potessimo stare insieme senza preoccuparci di niente e nessuno.
Quando sono scappato via con lei, l’unica cosa che mi pentivo di aver fatto, è stata quella di non lasciare neanche una misera lettera a mia madre per spiegarle la nostra decisione.
Sapevo che avrebbe sofferto con la mia fuga, cosi come sapevo che mi sarei odiato per il resto della mia vita per averle fatto tanto male.
Fa qualche passo nella mia direzione, ma di istinto arretro ancora, trascinando con me Bella.
« E-Edwa- »
« Edward calmati, va tutto bene. » sento le braccia di ma moglie avvolgermi e sussurrarmi all’orecchio che va tutto bene e che nessuno mi costringe a fare qualcosa che non voglio.
Lei sa tutto, e come potrebbe non saperlo? E’ mia moglie ma è anche la mia miglior amica, c’era lei a consolarmi quando urlavo che ero un mostro per il male che facevo a mia madre, dopo tutto ciò che ha fatto per me, quando esausto sussurravo che mi mancava. Esme è stata per tanto tempo il mio punto di riferimento. Lei, non mio padre con la sua fissa di volermi far diventare come voleva lui, un medico stimato e con una puttana come moglie.
« Che ci fai qui? » ritrovo l’uso della parola, ma resto comunque nella mia posizione, senza muovermi di un millimetro.
« Vi va di parlare davanti ad un tazza di caffè? Non credo che sia appropriato parlare qui, con tutta questa gente che comincia a guardarci incuriosita. » dopo un po’ di tentennamento, guardo Bella che mi sorride. Lei mi sta incoraggiando a seguirla, vorrebbe che riattaccassi un qualunque tipo di rapporto con lei.
Annuisco e la seguiamo in silenzio fino bar.


Siamo seduti ad un tavolino abbastanza appartato, io sono seduto di fronte a lei, mentre Bella è in mezzo a noi.
Aveva intuito che non volevo sedermi vicino a Esme, e si è ritrovata lei vicino a mia madre.
Povero amore mio, immagino quanto sia imbarazzante per lei stare accanto alla suocera mai conosciuta e, sono sicuro, si sta facendo le solite paranoie dalla serie “questa donna mi odia perché le ho portato via il figlio” .
Arriva il cameriere a prendere le ordinazioni, Esme ordina tre caffè e ,appena il cameriere va via, cala il silenzio. Restiamo cosi per diversi minuti, io guardo lei, lei guarda Bella con un sorriso, ma Bella guarda ovunque, tranne me e lei.
« Allora, cosa mi racconti? Come va la vostra vita? » è lei la prima a rompere quel silenzio.
« Alla grande! » rispondo di fretta, non volendole dire nulla. Non so neanche perché, è come se volessi difendere me e la mia famiglia da lei, da loro.
« Abbiamo un ristorant…ino…ehm gli affari vanno bene. Viviamo in una villetta e…mmm… non ci manca nulla. » Bella risponde alle domande di mia madre, modificando e omettendo delle cose. Tipo che il “ristorantino” è un ristorante di lusso ed è uno dei più frequentati di tutta Londra, e che in quella villetta viviamo in tre.
« Ma dai, un ristorante? Cucina anche Edward? Non riesco ad immaginarmelo dietro i fornelli, magari con un grembiule a fiorellini! » Bella ridacchia e fa un respiro profondo. A quanto pare per lei il peggio è passato, per me deve ancora venire.
« No, preferisce dare ordini e cucinare con indosso camicie bianche per sedurre alcune dipendenti » sorrido anch’io, ripensando alle gelosia di Bella, e le prendo la mano.
« Lo sai che lo faccio per farti arrabbiare. » rido più forte di fronte allo sguardo assassino di Bella « E poi cosa ci posso fare scusa? Sono molto sexy, non è colpa mia se tutte cadono ai miei piedi. »
« Modestia portami via! Un giorno di questi ti sbatterò fuori casa, tieniti pronto. » alza gli occhi al cielo esasperata, ma cerca di nascondere un sorrisino divertito.
« Non lo farai. Non farai crescere Grace senza un padre! » le rispondo fintamente sorpreso.
« Questo è tutto da vedere. E comunque ho detto che ti sbatto fuori casa, non che ti ucciderò. »
« Avete una figlia?! » un urlo strozzato di Esme, ci fa ricordare che lei è ancora qui. Eravamo cosi presi nel nostro gioco, che ci siamo dimenticati di lei.
« Ehm… si ha-a quasi quattro anni. » risponde Bella un po’ spaventata dalla sua reazione.
« Ma siete troppo giovani! » Bella abbassa lo sguardo, non so se è ferita dalle sue parole o sta cercando di calmarsi per non strozzarla. Io invece sono incazzato come una bestia.
Chi si crede di essere per giudicarci? Prendo Bella per mano, alzandomi e costringendola ad alzarsi, Esme si alza con noi.
« Edward io… »
« Sta zitta! Non sono venuto qui per farmi giudicare e non ti permetto di dire mezza parola su mia figlia! Saremo anche troppo giovani ma l’amiamo più della nostra vita. » sgrana gli occhi, forse sorpresa della mia reazione.
« E-Edward io non volev- »
« Sai una cosa? » la interrompo bruscamente « Non saremo i genitori migliori del mondo, infin dei conti chi lo è veramente? Ma almeno non siamo come voi! » mano nella mano con Bella, mi allontano velocemente da quel bar, da lei.
Non posso credere che abbia detto davvero quelle parole, non posso e non voglio credere che sia diventata come a mio padre.
Bella scioglie le nostre mani e avvolge il suo braccio attorno alla mia vita, mentre io poso il mio sulle sue spalle. Si avvicina di più a me, cosi da potermi parlare all’orecchio.
« Non essere arrabbiato. » mormora « Loro non capiranno mai, e noi non possiamo distruggere la nostra felice, ottenuta con non poca fatica, per delle persone che hanno una mente bacata. » mi posa un bacio all’angolo della bocca e si allontana di poco sorridendo, facendo sorridere anche me.
E’ questo che mi piace del nostro rapporto, con piccoli gesti riusciamo a dirci quanto siamo importanti l’uno per l’altra.
Non importa se le nostre famiglie non accetteranno mai la nostra unione e non faranno mai parte della nostra vita, noi tre stiamo bene anche senza di loro.

 

 

Eccomi di nuovo qui.
Dopo sei mesi sono tornata, lo so faccio schifo, non inventerò scuse per giustificare il mio ritardo, ma ho avuto tanti problemi: scuola, vita sociale,famiglia, dopo il modem rotto ho fatto il cambio di linea e quelli di infostrada ci hanno messo due benedetti mesi per attaccarmi la nuova linea!
Tornando alla storia, per farmi perdonare ho scritto ben 14pagine di word! Un vero record per me =D
In questo capitolo ne succedono parecchie di cose, che ne pensate? I nostri protagonisti si ricongiungeranno alle loro famiglie?
Alla fine della storia mancano 2 capitoli+epilogo, ora che iniziata l’estate conto di terminarla presto ;)
Prometto di non deludervi =)
Un bacione e alla prossima!


Shariel Lowely!

Raggiungetemi nella pagina facebook dedicata proprio alle mie storie! = = = > Shariel Lowely
Troverete spoiler, immagini e quant’altro sulle mie fanfiction. Vi aspetto ;)

 

   
 
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