- I Swear It
 Sam x Rachel
 
Ci siamo staccati appena in tempo. I nostri sguardi stavano diventando pericolosi. Perché? Perché l’ho promesso a lui. L’ho promesso al mio angelo.
 
L’atmosfera si fa rigida quando lo sento sedersi vicino a me con un bicchiere di liquore in mano. Cerco di non guardarlo, ma è come se il suo profumo mi chiedesse di sbirciare. Non posso. Non devi farlo, trattieniti. Trattieniti, Rachel. Fallo per lui. 
 
Parlano, Parlano, Parlano. E’ incredibile quanto Blaine e Santana siano logorroici. –Sapete, questa settimana è dedicata ai Beatles.–racconta Sam. Così, grazie al suo intervento, siamo passati a parlare dal collo di vagine dilatate al Glee Club. Lo sento parlare, mi giro. Stupida, Stupida Rachel. Hai infranto il fioretto, la promessa. Avevi giurato di non guardarlo con occhi sognanti. Di non pensare ai quei suoi capelli biondi, di non guardare le sue labbra da rana. Eppure, lo fai. Mi sorprendo da sola di me stessa.
 
Torno un po’ indietro nel tempo. Ricordo che era già successo. Il ballo, gli sguardi, lo stacco brusco. Ricordo che Blaine e Sam ci avevano raccontato della settimana di Billy Joel e che erano venuti a trovare qualcosa da fare nel futuro. Avevo pure aiutato il biondo a cercare una agenzia di modelli che facesse al caso suo. Lo avevo aiutato. Ma era compassione, non amore. Un aiuto che si da ad un amico.
 
Tra me e Finn era tutto finito, i Finchel non esistevano più. Forse quello era stato un principio di una nuova coppia. L’inizio… dei Samchel? No, no. Non posso fargli questo. Mi tirerà le saette, sarà furioso con me. Tra me e Sam non ci sarà mai niente. Eppure non riesco a stare senza il suo profumo, senza la sua risata e le sue imitazioni. Ormai ho anch’io preso la febbre di Sam, quell’infatuazione che tutte le ragazze del McKinley si erano prese per Bocca da Trota.
 
Kurt e Blaine si sono proposti per andare a prendere un gelato d’asporto. Dico che devo lavare i piatti e che devo stare a casa, in modo che non debba avere problemi con Sam, ma vengo ingannata quando mi propone un aiuto. Accetto che mi dia una mano, anche se un po’ indecisa. Rachel! Sei una deficiente. Non deve venire a sapere niente. Ora che siete a casa da soli potrebbe notare i tuoi sguardi. Speravo che Santana rimanesse con noi, ma alla fine si costringe ad andare assieme ai due piccioncini, lasciandogli nemmeno un briciolo di intimità.
 
Ed eccomi qui. Con lui, davanti al lavandino, a strofinare i piatti con una spugna gialla. Sembra tranquillo. Non dice niente riguardo al ballo, alle occhiate che ci lanciavamo. Mi guarda con la coda dell’occhio e sorride. Faccio l’indifferente e quasi faccio un buco nella padella con la spugna di fil di ferro. –Allora come va qui, a New York?- mi domanda –Bene- esito un po’ a rispondergli –Deve essere caotico vivere in una città grande così..- chiede. Mi limito ad annuire e a mettere in frigo il bricco di Sangria rimasto.
 
Affondo le mani nel lavandino, mentre la schiuma mi bagna le maniche della camicia. Cerco di tirarmele su per non inzupparle, ma da sola non ci riesco. Goffamente, le strattono con i denti, ma invano. –Aspetta, ci penso io.- dice Sam. Vedo le mani di Sam scivolare in su in prossimità della mia manica. Lo sento soffermarsi molto sull’avambraccio, mentre ci guardiamo dritti negli occhi. Sembro quasi stregata da quell’azzurro ottico, che mi ricorda un mare calmo e sereno.
 
No. Rachel, non farlo. Lo so che vuole fare. Siete sull’orlo di un bacio, ma non devi cedere. Resisti per Finn, lui ti sta guardando. Resisti. Sam abbassa lo sguardo per poi rialzarlo e guardarti con un aria come un modello, mentre si morde il labbro sorridendo. Tra me e lui scoppia un sorriso, una risata. Ed eccolo che si avvicina. Vuole baciarti. No, Rachel, no. Perché non lo fermi? Perchè non voglio che si fermi. Ormai sembro pazza, mi rispondo da sola. Le labbra sono quasi appoggiate l’una contro l’altra ed il cuore batte forte. Chiudo gli occhi, mentre lo sento prendermi la mano. Ormai siete lì per baciarvi, il battito è sempre più forte e le mani si incontrano e….. La porta.
 
Sono gli altri, che bussano. Ci stacchiamo, accorgendoci di quel che stiamo facendo. –V-vado ad aprire…- dice lui, mentre cerco appoggio contro il lavello. Lo stavo davvero per baciare? Sono una bugiarda, una traditrice. Lo avevo giurato.