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Autore: beyoungbefree    13/06/2014    1 recensioni
Camilla,quindicenne di un paese sperduto nel sud-Italia.
Dolce,insicura,timida e contemporaneamente forte,decisa e schietta.
Niall,ventiduenne di Mullingar,Irlanda e cantante della boyband più famosa del mondo:One Direction!
E se Camilla riuscisse a incoronare il suo sogno,cioè di andare al loro concerto?
E se fra tante ragazze,lui vedesse lei?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Chapter 3:Firework

In questo capitolo ci sarà una citazione che ho preso da internet e che non è merito mio. Ve la indicherò con degli asterischi rossi.

Camilla's Pov


«Erano loro! Li saprei riconoscere fra mille quegli occhi.» continuavo ad urlare contro Domitilla,ero fuori di me.
Li avevo lì,davanti a me,e non avevo avuto il coraggio di correre da loro e abracciarli.
Di correre da lui e abbracciarlo.
Niall mi stava fissando,e io ero rimasta imbambolata,senza spiccicare parola.
Ogni sera progettavo cosa gli avrei detto in un ipotetico incontro,mi organizzavo discorsi sul mio amore platonico,sulle mie filosofie; quel giorno ce l'avevo davanti e non avevo avuto nemmeno il coraggio di proferire parola.
Stupida,stupida,stupida,ecco cosa ero.
Fatto sta,però,che lui si era fermato a guardare me.
Non aveva guardato Anna,la troia di classe,o Giorgia,la capo-cheerleader,no.
Lui aveva deciso di guardare me,e niente poteva rendermi più felice.
Lui per me è come il luna park di estate,come una festa di sabato sera,come una coperta in una giornata fredda.
Non deve esserci per forza,ma se c'è è tutto più bello.

«Senti,non voglio scoraggiarti o altro,ma se fossero stati loro non pensi che avrebbero avuto migliaia di ragazze alle calcagna?»No,quei suoi discorsi non mi convincevano.
Insomma,erano Niall James Horan,Liam James Payne,Louis William Tomlinson,Harry Edward Styles e Zayn Jawaad Malik.
Loro sapevano cavarsela in ogni occasione.
Scossi la testa,in segno di dissenso.
Erano loro,niente e nessuno mi avrebbe fatto cambiare idea.
Certe cose te le senti nella pancia,o nel cuore,o nel fegato,o alla gola.
Certe cose te le senti e basta.
Ero più che sicura che la mia boyband preferita fosse lì,davanti a me.
E se prima,quando non avevo ancora visto gli occhi del mio angelo,pensavo di esserne innamorata,mi sbagliavo.
Ho capito a cosa assomiglia l'amore appena l'ho guardato negli occhi.
Perchè io sceglierei sempre lui,dopo le lacrime,l'odio,la paura,il rinunciare,gi occhi gonfi,la sofferenza,l'indifferenza,la distanza,io sceglierei sempre e solo lui.

E quel giorno,vorrei aver avuto il coraggio di dirgli che mi piaceva più del gelato,dei maglioni larghi,delle Vans,di un buon libro e dell'Abercroombie.
«Cami,stai piangendo?!» Domitilla ora era accanto a me,mentre io stavo con la testa fra le mani e tante lacrime rigavano il mio viso.
Si,io,Camilla,la ragazza che non piange mai davanti a nessuno,stavo piangendo davanti alla mia migliore amica.
«Sono una stupida,una stupida,un'illusa. Ma che ne so io,io che ne so.
Che ne so io se lui vuole quelle come me,che ne so!
Che poi,guardiamo in faccia la realtà,lui è bellissimo e si merita una persona bellissima al suo fianco.»
Stavo scoppiando.
«Ma..»
«No,non dirmi che io lo sono,non dirmi che sono bella perchè ormai non ci credo più.
Io non sono bella.
Smagliature,fianchi larghi,cellulite,occhi all'ingiù,problemi su problemi,ansia,sorriso spento.IO SONO UN DISASTRO!»
Ecco,un'altra delle mie crisi,mi succedeva spesso di avere questi momenti di insicurezza.
Domitilla si abbassò all'altezza della mia testa,tolse il mio capo delle mie mani e mi costrinse a guardarla negli occhi.
Rimanemmo così,in silenzio,io con i capelli attaccati alla faccia,le labbra screpolate e gli occhi gonfi.
E lei con uno sguardo comprensivo,da mamma quasi.
*«Sapevi che le farfalle non riescono a guardare dietro di loro?» Dove voleva arrivare?
«Non hanno mai visto la bellezza delle loro ali,non hanno mai potuto accorgersi di ciò che sono.»
Inarcai un sopracciglio,non capivo.
«Ecco,tu sei una farfalla,sei bellissima e non te ne accorgi..»
Stavo per abbracciarla,ma lei mi fermò.
«No,aspetta,fammi finire.
Tu sei bella proprio così,perchè sei tu.
E io lo so che tu vuoi fare la ragazza forte,quella che se ne fotte di tutti,quella sempre a testa alta,so che quando dico "tutto bene?" non sei sincera e dici "è tutto ok,non preoccuparti."
Ti vedo quando stai per piangere ma per non farti vedere abbassi lo sguardo e fingi un sorriso,ti vedo quando sei così arrabbiata che non riesci a parlare e stai zitta,quando vorresti urlare in faccia la verità a tutti e non lo fai,lo so che soffri,quegli occhi che hai parlano da soli,lo capisco dai tuoi sorrisi,da come cerchi di tirare su il morale agli altri ma la prima a stare male sei tu.
E' questo il dramma delle persone forti: si accollano il dolore degli altri.
Non ho mai conosciuto una ragazza forte come te,così forte e così fragile allo stesso tempo,ed è per questo che quando ridi sei bella da morire.»*
A quel punto stavamo piangendo entrambe,eravamo due fontane.
Ci abbracciamo nel modo più sincero che conoscevamo,come per dire "io sono qui,mi ricordo che esisti. Non ti lascio,ok?"
All'improvviso la porta si aprì e Brunella e Andrea si catapultarono nella stanza,con una dozzina di buste di vari negozi per abbigliamento.
Brunella si tolse gli occhiali da sole in un gesto da snob,era euforica.
«Stasera ci imbuchiamo!»
«Eh?!» urlammo io e Domitilla.
Era solo il secondo giorno che eravamo in gita,e mia cugina era già in cerca di guai.
«Ditelo anche voi che è impazzita.» continuò Andrea,alzando le braccia in aria e poi facendole ricadere lungo i fianchi con un'espressione disperata.
«Ascoltatemi» sussurrò mia cugina,aprendo una specie di mappa e posizionandola sul tavolo.
«Questo Pub,proprio questo qua. Noi stasera dobbiamo entrarci.» indicò con l'indice un enorme edificio nero con la scritta "Burlesque" in rosso.
«Stasera saranno lì.»Alluse ai One Direction.
Mentre Domitilla e Andrea cercavano di dissuaderla da quel piano che sicuramente ci avrebbe causato un mese di punizione,io le facevo segno di continuare.
«Potremmo entrare dal retro,la porta rimane aperta fino alle dieci di sera,non ci sono telecamere. Solo un tipo sorveglia quella parte del Pub,ma dorme a qualsiasi ora del suo turno. Possiamo farcela.» Concluse seria,guardando me.
Feci un cenno del capo,per annuire.
«Volete davvero andarci?Camilla!
Cercò di richiamarmi la mia migliore amica,ma io ormai avevo fatto la mia scelta:ci sarei andata.
«Vi copriremo noi.»Intervenne Andrea,rassegnato,riferendosi a lui e alla sua squadra di basket. «Tu vai con loro,sei l'unica che ha ancora la testa apposto»Ironizzò poi,guardando Domitilla.
Ci fu un commovente abbraccio di gruppo,poi Andrea abbandonò la camera e rimanemmo solo noi tre,cercando qualcosa di carino da metterci.
 
«Prova questo!» 
Brunella mi lanciò un vestito,rosso,a cuore.
Era tempestato di brillantini,e aveva una profonda scollatura da dietro.
La guardai male.
«Stai scherzando,spero»
«oh,no,per niente.»
Mi sorrise,infilandosi un vestito aderentissimo color pesca.
Uscì Domitilla dal bagno in quel preciso istante,e le mascelle caddero a tutte e tre.
Aveva un vestito.
Domitilla.
Domitilla era un po' come me,anzi peggio,non aveva mai toccato qualcosa di stretto o troppo scomodo.
E ora aveva un bellissimo vestito panna,a stile impero,e la parte di sotto sfumata di tortora.
Era bellissima!
«Se lei si è messa un vestito,c'è speranza anche per te!» esclamò felice Brunella.
E così,mi ritrovai quel vestito color sangue addosso.
Mi guardai allo specchio..Non ero niente male!
I capelli erano stati legati in uno chignon elegantissimo,sul petto ricadeva una collana a forma di cuore che richiamava i brillantini del vestito,e avevo messo anche un tocco personale: un giacchettino di jeans corto e smanicato,sfrangiato,che faceva a contrasto con il vestito elegante.
Le mie amiche mi guardarono soddisfatte,poi mi spinsero fuori dalla camera.
«KEEP CALM AND PARTY ON!»



 
  
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