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Autore: Paddy_Potter    13/06/2014    1 recensioni
Ciao a tutti! Questa storia è il proseguimento di "A Brother to Save", una mia fanfiction terminata l'estate scorsa. Qui narrerò di Orion Black, di come la sua giovinezza non fu così tranquilla come immaginiamo. Ora che entrambi i suoi figli se ne sono andati, tristi ricordi affiorano alla sua mente. Con uno slancio di fantasia ho aggiunto un nuovo personaggio, destinato a cambiare molte cose nella famiglia Black e a riportare alla luce alcune verità che sono state taciute.
Ma forse non è troppo tardi per salvare la situazione.
Perché, alla fine, anche le stelle più nere riescono a brillare.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Orion Black, Regulus Black, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Ciao a tutti!! Dopo un lungo periodo di inattività, eccomi che torno con una nuova long. È la continuazione dell’altra mia storia “A brother to save” e, anche se cercherò di riallacciare i contenuti, per capire appieno questa nuova fic sarebbe meglio dare uno sguardo anche alla precedente.
Buona lettura!:)

 
 
Forgive me



 
 
 
"Non voglio più avere niente a che fare con te! Mai più! Io qui non ci torno, me ne vado. Per-sempre."
 


Le parole di Regulus mi risuonano ancora nella mente mentre lo vedo dirigersi con Sirius verso l’uscita, seguito da tutti gli altri.
Non riesco a muovermi, sono paralizzato di fianco all’entrata di una cella. Tra un respiro e l’altro passano infiniti secondi, mentre nelle orecchie rimbombano i battiti sconvolti del mio cuore e la voce tagliente e ferita di Reg. L’aria è pesante, sembra quasi che voglia schiacciarmi a terra.
La mia bacchetta è a pochi metri da me, ma non la prendo; riesco solo a guardarli voltarsi per l’ultima volta e poi andarsene. La porta dei sotterranei si chiude si cela nel muro grazie all’incantesimo che le imposi anni fa, svanendo come la mia ultima speranza di riabbracciare i miei figli.
E il silenzio che mi invade si fa più tetro.

A riscuotermi dallo stato di trance in cui sono caduto è l’urlo frustrato di Bellatrix che giunge dal corridoio, seguito dai lamenti degli altri Mangiamorte che si rialzano a fatica dopo la battaglia.
Mi giro e mi trascino come in sogno verso l’uscita.
Passo davanti a Bella: lei mi parla, mi chiede qualcosa, mi scuote. Io mi libero dalla sua stretta e, senza degnarla di uno sguardo, continuo a camminare. Supero la cucina dove Walburga è ancora distesa sul pavimento e sorrido: l’Aconito nella grappa non ha avuto effetto su di me perché sono diciotto anni che lo utilizzo come sonnifero, ormai il mio fisico vi si è abituato. In questo momento rimpiango di non essere rimasto lì a dormire: almeno ora non avrei il cuore lacerato.
Non ho idea di dove mi stiano portando i miei piedi finché non mi ritrovo davanti alla camera di Regulus con una mano sulla maniglia.
Entro e mi chiudo la porta a chiave alle spalle. Mi guardo intorno e sorrido: qui l’ordine regna sovrano. Tutto è precisamente dove dovrebbe essere, dai libri alle sedie al letto completamente rifatto, dai mobili ai quadri agli abiti ripiegati sulla sedia.
Tutto così apparentemente tranquillo e misurato…come Regulus. Fino a ieri pomeriggio avrei giurato che questa stanza lo rappresentasse, ora mi sembra un’eresia.
Come ho potuto non accorgermene? Come ho potuto non vedere che si stava sacrificando al posto di Sirius? Insomma, anche se dovevo seguire le precise regole comportamentali dei purosangue, ero comunque suo padre: come ha fatto a celarmi tutto, a rinchiudere dentro di sé la sua vera natura, a nascondere chi davvero era così bene?
La voce dolce e triste di una donna si insinua nei miei pensieri: “Esattamente come hai fatto tu, Orion.”
Mi abbandono sul letto e mi accorgo che è ancora impregnato dell’odore fresco e pungente che caratterizza Regulus. Respiro a fondo mentre le lacrime cominciano a rigarmi il viso senza che la mia tipica impassibilità riesca a fermarle.

Ho rovinato tutto, ho perso, sono riusciti a battermi. Non ho più i miei figli, non ho più qualcosa per cui combattere…mi hanno tolto tutto.
Ma mi sono meritato ogni singolo attimo di dolore che sto provando, questo non lo nego. Esprimo un ultimo desiderio prima di abbandonarmi ai singhiozzi. Un ultimo, disperato rimpianto ormai impossibile da realizzare.
“Ti prego, perdonami Isabelle.”
 
 


 
Angolo autrice
Ed eccomi che ritorno dopo circa 6 mesi di pausa: lo so, mi faccio pena da sola, ma non avevo uno straccio di idea! L’ispirazione è venuta qualche settimana fa, verso le 2 di notte di un placido sabato sera. Ho ripensato a come avevo trattato Orion nel penultimo capitolo e me ne sono un po’ pentita, così ho deciso di rimediare.
L’inizio è molto corto, ma solo perché è il prologo; con il favore delle vacanze credo che riuscirò a scrivere capitoli più lunghi e dettagliati.
Lasciate una recensione per dirmi cosa ne pensate!
A presto,
Anna
  
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