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Autore: giapponesina6    13/06/2014    5 recensioni
- 368 Mai intraprendere relazioni di tipo affettuose con il capitano. Gli equilibri della ciurma non vanno sfiorati.
Ma l'amore può fermarsi dinanzi a delle stupide regole? e se contro avessimo anche i compagni? Nami riuscirà a gestire il suo sentimento. E il nostro capitano riuscirà a resistere al fascino della sua navigatrice.
Ormai la passione prese il controllo della situazione, era riuscita a dimenticare anche il dolore alla ferita, ora contava solo lui.
Prese a spogliarla lentamente e strofinarle le labbra sulla pelle, soffermandosi lievemente sulla fasciatura al costato.
Lei notò che quella ferita gli procurò lo sguardo lucido, lo attirò a sé facendogli intuire che andava tutto bene.
Fu un turbine di mani.
Baci.
Carezze.
Spasmi di piacere.
Attimi e respiri.
Fecero l’amore.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo dell'Autrice:
Eccomi sono tornata con una nuova storia sulla ciurma che più amo. Adoro la coppia LuNa... e mi lascio trasportare dalla mia fantasia romantica. Spero vi piaccia. Buona Lettura!



Codice Etico Del Pirata:
  • 365 Il capitano sarà l’ultimo ad abbandonare la nave.
  • 366 La ciurma al primo posto.
  • 367 In caso di pericolo salvare prima membri donne per poi procedere per età.
  • 368 Mai intraprendere relazioni di tipo affettuose con il capitano. Gli equilibri della ciurma non vanno sfiorati.
Chi non rispetta questo codice verrà immediatamente esonerato dall’albo dei pirati e non potrà mai prendere parte a nessuna ciurma.
La rossa navigatrice aveva letto quelle righe milioni di volte. Tutte le sembravano corrette. Tutte tranne una.
La numero 368.
Non riusciva a spiegarsi perché non poteva innamorarsi del suo capitano. Strinse quei fogli con tutte le sue forze quasi a disintegrarli.
< Molto probabilmente chi ha scritto questa idiozia ha dovuto soffrire molto per un amore. Dannazione > disse a denti stretti per poi buttare qui fogli sul pavimento.
Si recò sul ponte, tutti erano indaffarati in qualcosa.
Zoro come suo solito schiacciava un riposino.
Robin era alle prese con un nuovo libro su degli scavi appena scoperti.
Usop stava preparando una nuova arma.
Franky teneva la rotta.
Sanji stava preparando il pranzo in cucina.
Brook stava cercando di incidere una nuova canzone.
E Chopper era alle prese con un medicinale.
Tutto era come il solito.
Il sole picchiava forte, poi il suo cuore si fermò
Luffy.
Il suo capitano era nella sua solita posizione a fissare l’orizzonte.
Quei capelli scompigliati dal vento gli davano un’aria così trasandata, ma dannatamente attraente. Il suo corpo era cambiato notevolmente in quei due anni. Si era delineato da muscoli. Quella cicatrice sul petto rappresentava un passaggio alla maturità, provato dalla sofferenza.
Si sentì nuovamente in colpa per non essere stata con lui in quel momento.
Lui parve accorgersi dello sguardo della ragazza su di lui, si voltò e le sorrise come solo lui sapeva fare.
Il suo sorriso fu il colpo finale.
Arrossì come una ragazzina, ma tentò di nascondere l’imbarazzo.
< Hey Nami. Hai visto che bella giornata? Il mare è una tavola >
< Già > si limitò a dire ripensando alla numero 368.
< Raggiungimi, da qui la vista è davvero unica >
< Ecco io > non avanzò nemmeno di un passo.
< Coraggio su > fu lui a muoversi per primo e allungando il suo braccio l’attirò a sé.
Il contatto con la sua pelle la fece trasalire.
Stare tra le sue braccia era come trovarsi al di fuori del mondo. Si lasciò crogiolare dal suo buon odore e inspirò a pieni polmoni.
< Avevi ragione. Oggi è proprio una bella giornata > e per un attimo dimenticò la numero 368 e si godette il suo capitano.
 
Robin aveva quasi terminato l’ultimo capitolo, quando notò che la sua amica era ancora col capitano. Lei non era mai stata capace d’amare. Non aveva mai provato e ricevuto tanto, ma la situazione le pareva ovvia. Decise che le avrebbe parlato chiaramente la sera stessa, prima di ritrovarsi in un punto di non ritorno.
 
Luffy stava così bene in sua compagnia. In quei due anni trascorsi lontano dal suo equipaggio aveva sentito tantissimo la mancanza di Nami, nonostante si trovasse su un’isola di sole donne, nessuna di loro era come lei. Nemmeno l’imperatrice.
Aveva notato che anche lei era cambiata, quei morbidi capelli le arrivavano sulla schiena ora e risplendevano di un rosso unico.
Inconsciamente prese a carezzarglieli facendo sobbalzare la ragazza.
< Scusa non volevo > si affrettò a dire.
< No non preoccuparti. Sono cresciuti un bel po’ vero? > prese a passarsi le dita tra i capelli.
< Mi fa strano vederti con i capelli così lunghi >
Lei gli sorrise e lui ricambiò quel gesto.
Il suo sorriso per lei era sempre il colpo finale.
< Senti Luffy, hai mai letto il codice etico del pirata? > si pentì immediatamente di quella stupida domanda.
< Una volta lessi qualche riga, ma era troppo noioso >
< Però dovresti conoscerlo, tutti i pirati dovrebbero rispettarlo >
< Tu credi? È stato scritto così tanti anni fa, non credo che sia così importante >
< Lo è invece > sentenziò.
< Non pretenderai mica che mi metta a leggere un documento tanto noioso? >
Lei si mise a ridere, del resto era sempre il suo solito Luffy.
E lui la imitò.
 
Fu Sanji a riportarli alla realtà, finalmente il pranzo era pronto. Quanto era mancata a tutti quel momento di condivisione e lo stare tutti insieme.
Fu Robin la prima ad alzarsi da tavola.
< Nami potresti raggiungermi in cabina.
La rossa acconsentì col capo, lasciando gli altri ancora a tavola.
Sanji non poté fare a meno di sbavare dietro la sua bellezza. E per la prima volta anche Luffy gli dovette dare ragione.
Nami era davvero bella.
La navigatrice la seguì in camera, Robin  aveva un’espressione davvero seria, poi rabbrividì quando la vide stringere tra le mani i fogli del codice etico del pirata.
Deglutì vistosamente.
< Cosa volevi dirmi? > fece finta di nulla.
< Ho notato che in questi giorni ti stai dedicando anima e corpo a questo documento. Vuoi che ti illustri qualcosa in particolare, visto che lo conosco come le mie tasche >
< No ero solo incuriosita, tutto qua. >
< Sai che questo codice è molto importante tra i pirati e trasgredire ad una di queste regole… > non concluse la frase, ma la continuazione era ovvia.
< Si certo lo so. Ma perché mi stai dicendo queste cose? >
< Devi dirmi qualcosa Nami? >
< Come? >
< Senti il bisogno di volermi confidare qualcosa? >
Aveva capito dove volesse arrivare. Robin sapeva tutto.
< No nulla >
< Vorrei che ti rileggessi la numero 368. >
< La numero 368? > lei sapeva benissimo cosa dicesse quella maledetta regola.
< Gli equilibri di un equipaggio non vanno mai toccati. Per qualsiasi motivo Nami. Abbiamo fatto una scelta e una promessa. Voglio che ti sia chiaro. >
< Mi è chiaro Robin. >
< Bene. Ora possiamo anche tornare di là > le sorrise come una sorella maggiore. Nami sapeva benissimo che lo faceva solo per proteggere lei e il restante della ciurma, ma non riuscì proprio a trattenerle lacrime.
 
Era calata la sera, Usop, Chopper, Brook e Franky avevano preso a giocare a carte.
Sanji e Robin si stavano occupando della cucina, mentre Zoro li fissava.
Nami era alla guida della nave, le toccava stare di turno quando decidevano di viaggiare di notte.
Luffy la raggiunse, e per lei non fu una cosa positiva. Si sentiva ancora stordita dalle parole di Robin e dalle tante lacrime versate.
< Sei così silenziosa Nami, non è da te. Qualcosa non va? >
< No nulla Luffy. Sono solo un po’ stanca >
< Non è necessario viaggiare anche di notte, possiamo fissare l’ancora e proseguire domani >
< No Luffy, non mi va di rallentare il nostro viaggio. Dobbiamo raggiungere la prossima isola il prima possibile. >
Luffy con gesto istintivo si tolse il cappello e glielo posizionò in testa.
< Agli ordini captano! > sorrise.
Lei arrossì vistosamente.
Il suo cappello.
Il suo sorriso.
Il suo odore.
Ogni volta che le consegnava quel cappello la faceva sentire diversa dagli altri. Unica.
Poi venne freddata dal ricordi delle parole di Robin.
Si levò il cappello e lo strinse tra le mani.
< Sei tu il capitano Luffy. > la sua voce era rauca e spenta e dovette trattenere le lacrime.
Il ragazzo si stranì di quella reazione e le prese il viso tra le mani.
Incrociando il suo sguardo intravide  un velo di tristezza celato da uno strato di lacrime che scalpitavano per venire fuori.
< Nami? Così hai? >
Luffy era troppo vicino da sentirne il respiro.
Ormai era troppo tardi.
Una lacrima le rigò il volto.
< Scusami Luffy, ma forse hai ragione. Sarà meglio proseguire domani. > lo lasciò lì impalato senza possibilità di replica.
Ma quelle lacrime furono per lui una fitta al cuore.
 
 
Si gettò sul letto e prese a piangere. Sfogò tutto il suo dolore prima che Robin la potesse raggiungere e vederla in quello stato.
Poi ripensò alla numero 368.
Mai intraprendere relazioni di tipo affettuose con il capitano. Gli equilibri della ciurma non vanno sfiorati.
Odiò se stessa e quel maledetto codice etico.
 
  
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