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Autore: _keys_    13/06/2014    1 recensioni
-Perché sei venuta qui?-.
-Volevo evadere da quella città e da quelle brutte situazioni e provare a volare-.
-Provare a volare?!- mi chiese in maniere retorica.
-Si provare a volare. Come le farfalle.-.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La felpa.

Si quella doveva essere proprio l’inizio di una nuovo vita. La partenza anticipata mi aveva messa un po’ in ansia. Salutare così in fretta Dotty, Stu ma soprattutto Charlie non era stato molto facile per me. Avrei voluto volentieri portare Charlie con me, ma era quasi impossibile dato che non avrei avuto tempo per badare a lei, ma soprattutto non avevo abbastanza denaro per mantenerla una volta lì. Comunque sapevo che lasciavo una bambina di sei anni in buone mani, così ero in parte tranquilla. Per tre mesi non avrei dovuto pensare a niente se non a divertirmi. L’unica mia preoccupazione era mia madre. Le avevo lasciato sul tavolo l’equivalente di tre mesi di stipendio, quindi i soldi c’erano tutti, ma avevo paura che avrebbe combinato qualche macello per via della mia partenza. Non potevo sopportare l’idea che o lei, o quel lurido di James, avrebbe potuto mettere le mani addosso a mia sorella, o a Dotty, come già era successo in passato. Solo l’idea mi metteva così tanta rabbia dentro da spaccare il mondo intero. Anche io avevo spesso ricevuto qualche botta da uno dei due, ma un conto è mettere le mani addosso a una ragazza maggiorenne, un conto è picchiare una bambina che non sa nemmeno leggere e scrivere. Cercai di allentare la tensione, nonostante il volo non mi aiutasse. C’erano molte turbolenze e poi non mi piaceva volare. Maggie invece si comportava del tutto normale, come se non stesse succedendo niente.

Dopo svariate ore di volo atterrammo finalmente all’aeroporto di Los Angeles. Non avevo mai visitato quella città e solo a nominarla mi veniva l’adrenalina. L’aeroporto era immenso e pieno di gente che correva che da una parte chi dall’altra, tutta indaffarata ognuno nelle proprie faccende, nei propri problemi e nei propri casini da risolvere. Ci dirigemmo verso il nastro trasportatore con i nostri bagagli. Il bagaglio di Maggie fu uno dei primi ad arrivare. Aspettammo altro tempo per il mio, che non arrivò. Tutti i passeggeri del nostro stesso aereo avevano il proprio bagaglio. Ci dirigemmo verso gli addetti della sicurezza per chiedere informazioni e ci dissero di aspettare qualche altro minuto. Aspettammo ancora e i fatti il mio bagaglio arrivò. Forse era meglio se non fosse arrivato per niente: la fodera rossa era diventata nera e il dietro della valigia aveva un grosso buco dietro. Per fortuna non era uscito fuori nessun effetto personale. Maggie mi disse che per queste cose si veniva rimborsati ma non avevo voglia di sporgere denuncia perché ci sarebbe voluto troppo e volevo troppo che la mia vacanza cominciasse.
Ci dirigemmo fuori in cerca di un taxi che fortunatamente trovammo subito e ci portò nella nostra casa, proprio sulla spiaggia di Santa Monica. Era uno spettacolo pazzesco quella comunità di Los Angeles. La casa si vedeva già da fuori che era immensa. La pittura all’esterno era gialla, ma era visibilmente trascurata. Il vialetto per raggiungere il portone era dismesso e il cancelletto che lo sbarrava cigolava. Il bello era che fuori dal vialetto era tutta sabbia, varcato il cancelletto erano mattoni rovinati. Percorremmo quella stradina fino alla porta. Maggie prese le chiavi e le infilò nella serratura che era difettosa. Aprì la porta e ci trovammo davanti agli occhi una tale quantità di polvere che sembrava nebbia. Tossii e socchiusi gli occhi infastidita da tutto quello sporco.
-Per fortuna che c’erano pochi lavori da fare- disse Maggie ironica guardando il pavimento per terra che mancava di qualche mattonella.
-Guarda il muro- le dissi facendole notare delle grosse macchie di muffa.
-Grazie mille zio per la bellissima casa-.
Io scoppiai a ridere divertita da tutto quello che vedevo.
-E ora?- mi disse Maggie guardandomi.
-E ora visitiamo il resto della casa- dissi io buttando a terra la valigia curiosa di vedere se fosse rovinata anche il resto dell’abitazione.
Appena entravi dalla porta c’era un grande salotto, illuminato tantissimo dato che era dotat di porte finestre che prendevano tutta la parete.Il divano del salotto era intatto ma puzzava di pipi di gatto. Il bagno sembrava essere fatto da poco dato che c’era una doccia pulita, ultimo modello, con tanto di specchio dentro e vari rubinetti.
-Direi che per adesso la doccia è la cosa più bella di questa casa- scherzai.
Il resto del bagno era apposto.
La cucina mancava di un tavolo che però era fuori in veranda, sporco ovviamente. I fornelli e il frigo erano ancora nuovi dato che erano rivestiti ancora di varie pellicole. Il muro del sottoscala era tutto muffo. Salimmo le scale per raggiungere le camere, che erano tre: due matrimoniali e una singola. Quest’ultimo puzzava di chiuso e aveva un letto che si reggeva per miracolo. Era illuminata però da una grande finestra che portava ad un balcone fighissimo: oltre ad essere immenso aveva una scala a chiocciola, chiusa da un cancelletto, che portava direttamente sulla spiaggia. Era fantastico. Le altre due camere erano più o meno intatte. Il bagno di quel piano assomigliava per le sue dimensioni al salotto: era grandissimo, una sola parete era occupata dagli specchi, c’era una vasca interrata e una doccia che prendeva una parete più corta. Insomma era un bagno imperiale. Era visibilmente fatto da poco. C’era ancora un scala che portava alla terrazza sul tetto. Era accessibile solo una parte, dato che il pavimento era rovinato in una parte. Provammo comunque a salire e da quel piccolo pezzetto notammo che quel posto era immenso, che aveva una vasca idromassaggio da una parte e una piscina interrata dall’altra. Il panorama era grandioso: il sole stava tramontando e faceva un effetto grandioso.
-Dobbiamo assolutamente aggiustare questo posto- consigliai a Maggie.
-Mio zio spaccia secondo me- disse dopo essere restata in silenzio per dei secondi.
Io scoppiai a ridere mentre lei continuava a ripetere “spaccia”.
-Deve spiegarmi dove ha preso tutti i soldi per fare questa casa, ma soprattutto per fare questi bagni-.
Io continuai a ridere.


Entrambe curiose andammo verso la spiaggia, dove giravano migliaia di volantini. Prendendone uno notammo che ci sarebbe stata una festa di inizio estate quella sera. Ci guardammo e capimmo che dovevamo andarci. Sul volantino c’era scritto di indossare il costume, che a mezzanotte ci sarebbe stato il primo bagno per inaugurare l’estate. Rientrammo in casa e cominciammo a prepararci: io indossai un bikini, di cui il pezzo di sopra a fascia, azzurro e un vestito sopra dello stesso colore molto morbido. Maggie invece indosso un bikini dello stesso modello mio ma color pesca, e sopra mise un tubino nero. Entrambe indossammo delle zeppe nere.
La spiaggia era addobbata: c’erano tantissimi chioschi con i cocktail, festoni e palloncini vari. Il mare era bellissimo, luccicava e era piatto come una tavola da surf. Nonostante la brezza marina si facesse sentire, si stava bene e non ebbi bisogno di un copri spalle. L’aria era tranquilla, non era una festa chiassosa, almeno fino a quel momento. infatti dopo un po’ la gente fu sempre di più e venne messa musica da discoteca. Io e Maggie ci buttammo in mezzo alla mischia. I cellulari li avevamo lasciati a casa per non avere preoccupazioni. Ci stavamo divertendo come pazze e poi andammo a bere qualcosa. Io ordinai un Bloody Mary mentre Maggie prese un gin lemon. Quello fu il più buon Blody mary che bevvi. Avevo ancora voglia di bere qualcosa così presi un margarita, mentre Maggie si limitò a prendere un’aranciata. Lo reggevo abbastanza bene l’alcool. La gente era sempre di più e a me sembrava solamente di essere schiacciata sempre di più. Mi divertivo ugualmente ma sapevo che di lì a poco non ce l’avrei fatta. Mentre Maggie era a parlare con un gruppo di ragazzi appena conosciuti, usai la scusa del bagno per allontanarmi un momento e andare verso il bagno asciuga dove non c’era nessuno. Trovai una roccia a cui appoggiare la schiena e mi sedetti a terra. Feci dei respiri profondi mi sembrava davvero di soffocare. La testa mi girava, portai la mano all’altezza del petto e cominciai a respirare profondamente.
-Ti senti bene?- mi chiese una voce estranea.
Mi girai cercando di capire da dove proveniva quella voce ma non vedevo nessuno. Tra il buio si fece largo la figura di un ragazzo: al buio non riuscii a vedere molto ma vidi che era alto, magro e aveva i capelli neri.
-Come scusa?- chiesi io.
-Dico, ti senti bene?- chiese di nuovo.
-Ah, si, è tutto bene grazie-.
Continuai ad ansimare.
-Sei sicura? Continui a respirare profondamente-.
-Si, ho solamente…- mi girai indietro per guardare la folla- corso- continuai e deglutii- velocemente fino qui. mi sentivo schiacciata in mezzo a quella gente-.
-Capisco- disse il ragazzo- Posso?- disse poi indicando il posto a terra accanto a me.
-Certo- risposi io.
Si sedette accanto a me e con più luce potei vederlo meglio. Era un bellissimo ragazzo, con occhi e capelli scuri, labbra carnose e uno sguardo impressionante.
-Scusa non mi sono ancora presentato- disse spostandosi la sigaretta che aveva tra le dita che notai solo in quel momento nell’altra mano e porgendomi quella libera- io sono Zayn-.
Strinsi la sua mano.
-Tu come ti chiami?- mi chiese.
-Eva- risposi.
-Hai un nome bellissimo-.
-Non concordo. Sai, ho provocato tutti i peccati e i dolori del mondo mordendo una mela che non dovevo mangiare-.
-Ah, sciocchezze!- disse lui facendo un tiro alla sigaretta.
-Molti non la pensano così, infatti appena conosco nuova gente e dico il mio nome questa è la loro prima osservazione-.
-Quindi io mi sono distinto dalla massa?-.
-Direi di si- dissi sorridendo.
Prese il pacchetto di sigarette che aveva in tasca e me ne porse una, che ovviamente accettai.
-Ti piace la festa?- mi chiese.
-Si, è ben organizzata, a te?-.
-Si, anche se non è il genere di feste a cui partecipo-.
-In che senso?-.
-Vado a feste in discoteca, nelle vere discoteche, non come questa improvvisata sulla spiaggia-.
Annuii.
-Lavori lì?- chiesi.
-Diciamo di si. Non vado lì per divertirmi ma per fare delle cose-.
-Droga?- mi venne spontaneo.
Rise.
-Nono, per chi mi hai preso. Sono altre faccende-.
Non chiesi altro vedendolo in difficoltà e mi limitai ad annuire.
-Sei qui da sola?- mi chiese.
-No, sono con una mia amica tu?-.
-Con un gruppo di amici-.
Gli sorrisi. Era piacevole parlare con lui.
Rabbrividii percossa da un po’ di vento.
-Hai freddo?- mi chiese.
-Un po’- risposi io stringendomi nelle spalle.
Si tolse la sua felpa e me la porse.
-Tieni- disse.
Rimasi scioccata e a bocca aperta. Non seppi rifiutare così indossai quella felpa che odorava di profumo.
-Che ore sono?- chiesi io per rompere quel silenzio.
-Manca un minuto a mezzanotte- rispose.
-Ora quindi faranno il bagno- notai io.
-Tu non lo fai?-.
-Devo prima ritrovare la mia amica, tu?- chiesi.
-Lo faccio, anche se non mi spingo molto a largo come i miei amici-.
-Non sai nuotare?- chiesi io.
-No solo che…- fece una pausa- Non mi piace tanto il mare, ecco-.
Gli sorrisi. Spensi la sigaretta ormai finita.
-Ti conviene cercare la tua amica. I miei amici mi staranno dando del disperso-.
Risi compiaciuta.
-Si è meglio!- concordai e mi alzai.
Feci per togliermi la felpa e ridargliela.
-No, tienila!- mi disse fermandomi con un gesto della mano.
-Ma no cosa dici, è tua-.
-Se sentirai freddo poi arriverai congelata a casa, tienila-.
-Potrei dire lo stesso per te-.
-Sono convinto che serva di più a te-.
-Beh- dissi facendo una pausa-Allora grazie. Quando potrò ridartela?- chiesi io.
-Considerala come un regalo-.
-Non posso tenerla per sempre-.
-Mettiamola così … se un giorno ci rincontreremo me la restituirai, altrimenti tienila come il ricordo di un perfetto estraneo-.
Sorrisi abbassando lo sguardo.
-Hai un sorriso meraviglioso- mi disse.
Mi morsi il labbro. Quel ragazzo aveva qualche potere speciale e diceva tutto come se dovesse morire in quell’istante, come se non dovesse arrivare al giorno successivo. Era molto strano ma allo stesso tempo il suo modo di fare mi attraeva. Non seppi cosa rispondere e diventai solamente rossa.
-Beh, ora è meglio che vada- mi disse lui sorridendo.
-Già anche io-.
-Piacere di averti incontrata Eva- disse sorridendo.
-Piacere mio Zayn- risposi dolcemente.
Poi si dileguò tra il buio e io rimasi lì, mentre le urla di tutti quanti erano cominciate. Vidi passarmi davanti agli occhi una massa di gente correre verso il mare. Tutti erano felici e si divertivano, io ero scossa dalla persona con cui avevo appena finito di parlare. Ero rimasta piacevolmente sconvolta. Poteva sembrare un ossimoro pensare ciò, ma rimasi davvero sopraffatta dal comportamento di quel ragazzo. Era come se avesse intuito che avevo bisogno di aiuto. Ma io avevo veramente bisogno di aiuto?
-Ecco dov’eri- disse improvvisamente la voce di Maggie che spuntò dietro le mie spalle. Mi girai spaventata.
-Oh, si eccomi-.
-Non dovevi andare in bagno?- mi chiese.
-Si ma poi sono venuta un secondo qua a prendere aria- mentii.
-Di chi è quella felpa?- mi chiese.
La guardai, quasi mi ero dimenticata di indossarla.
-Ah beh, stava qui per terra e avevo freddo-.
-Magari è di qualcuno lasciala lì-.
-Non credo- dissi io stringendomi nelle spalle.
-Va be’, comunque io non ho tanta voglia di fare il bagno- mi disse.
-No, nemmeno io possiamo andare a casa-.
-Ottima idea, andiamo-.
Ci dirigemmo verso casa, che era a due passi. Ci mettemmo due minuti ad arrivare.
Eravamo entrambe stanche, per il viaggio e per la festa, così buttammo a terra tutti i vestiti stravolte e ci mettemmo a letto. Solo la felpa la riposai per bene su una sedia. Solo prima di addormentarmi pensai che potevo rispondere a Zayn che anche lui aveva un bel sorriso.
 A dire il vero era a dir poco meraviglioso.


Spazio autrice.
Hey, eccomi con un nuovo capitolo. È un po’ lungo e forse anche un po’ noioso nella parte precedente ma mi serviva per collegare la parte finale. Ecco a far parte della storia uno dei ragazzi. Che ne pensate? Ho molte idee per questa storia, ma mi dovete aiutare a capire se va bene oppure ha qualche pecca. Che ne dite quindi di lasciarmi una piccola recensione? Bella o brutta che sia! Accetto tutto. Detto questo vi auguro un buon proseguimento di serata! Un bacio a tutte quante.
  
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