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Autore: Sky_Anubis    14/06/2014    0 recensioni
Il nostro mondo ospita così tanti Pokémon che se ne conoscono solo una minima parte. Tra questi vi sono i cosiddetti Pokémon leggendari, che si dice abbiano creato il mondo. Spesso gli diamo così tanta importanza che ci dimentichiamo dei Pokémon "normali", che ci sono accanto nella vita di tutti i giorni, a casa, in giro, ci accolgono come loro figli quando ci sentiamo soli, ci amano. Ognuno di loro contribuisce allo scorrere in armonia del cerchio della vita. Ci sono anche molti Pokémon a cui sono dedicate molte leggende. Ed esistono anche molte creature leggendarie ad esse ispirate, come il Kappa, spirito giapponese delle acque.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Una sera, nell'antico Giappone...

"Mamma, ho fatto un brutto sogno" il piccolo era terrorizzato, non aveva mai sognato qualcosa di così brutto.
"Vieni qui e raccontami tutto" disse bonaria la madre, con un grande sorriso sulle labbra. Stava ricamando una nuova coperta per suo figlio.
"Ecco, ho sognato di essere attaccato da un altro Pokémon scuro, solo che io avevo troppa paura per difendermi e Vulpix e Chikorita si sono messi tra me e il Pokémon. Hanno provato a lottare, ma lui era troppo forte e li ha sconfitti subito. Li ha buttati nel fiume"
"Oh, cielo, dev'essere stato terribile per te"
"Si. Ero così spaventato"
"Bene, adesso che mi hai raccontato tutto, che ne dici se chiediamo al Baku di non farti fare più brutti sogni?"
"Va bene"
"Allora ripeti con me: io cedo il mio sogno al Baku perchè lo mangi"
Il bambino ripetè la frase per tre volte, come voleva la tradizione, dopodichè diede un bacio alla mamma e andò a dormire.
La donna era preoccupata, quando sentì un rumore provenire dal giardino. Credendo fosse un ladro, si precipitò in cucina e afferrò un coltello per difendersi. Si avvicinò cautamente alla porta d'ingresso, tenendo l'arma ben stretto in mano, pronta a sferrare il colpo. Quando la porta si aprì, quella alzò il braccio, ma un uomo la fermò giusto in tempo.
"Hey, hey, Sakura, che stai facendo?" chiese.
"Oh, Ryushi, santo cielo, mi hai fatto prendere un colpo! Credevo fosse un ladro!" rispose.
"Sono inciampato in un vaso. Con questo buio non si vede nulla"
"Oh, giusto, ho dimenticato di accendere le lanterne in giardino, scusa"
"Fa niente. Piuttosto, come sta Sasuke? Gli incubi continuano?"
"Si, purtroppo. Poco fa è venuto qui, tutto spaventato. Ha detto di aver visto un Pokémon scuro che voleva fargli del male"
"Sono preoccupato, Sakura" 
Era preoccupato davvero, si leggeva lo sgomento sul suo volto.
"Anch'io, ma non possiamo fare nulla, purtroppo, soltanto pregare" 
"Che ne dici se andiamo a dormire, adesso? Domattina andremo al tempio a pregare il Baku di non far fare più brutti sogni a Sasuke"
"D'accordo"
E la notte trascorse lenta ed insonne per i due genitori, e carica d'angosce. Nessuno dei due riusciva a dormire. Erano troppo preoccupati per Sasuke e per i suoi incubi. Il piccolo si svegliò altre due volte quella notte, ed
entrambe le volte raccontò di aver visto un Pokémon scuro che voleva fargli del male e, anche se tentava di scappare, l'essere lo raggiungeva sempre e lo fissava con i suoi occhi malvagi, incutendogli un terribile timore.

Il mattino dopo, Sakura e Ryushi si alzarono di buon'ora. Sakura andò a svegliare il piccolo Sasuke, che, controvoglia si alzò. In cucina li aspettava
una ricca colazione, preparata dalla donna per tutti e tre. Finito di mangiare, Ryushi ricordò alla moglie di mettersi il kimono delle grandi occasioni. 
"Ricordati," disse "dovrai essere elegante per il giorno della festa in onore del Baku. E' un grande onore essere una delle damigelle del corteo, anche se solo per un giorno"

La città in festa era una cosa fantastica. C'era gente che danzava, che rideva, che sfilava. C'era perfino un enorme dragone di stoffa che girava per il paese a dare la benedizione del Baku. E poi c'erano Pokémon di tutti i tipi che giocavano, si rincorrevano, oppure che accompagnavano i loro padroni al tempio. Già, il tempio. Il posto che a Sasuke proprio non piaceva, perchè lì non si poteva correre, non si poteva giocare, mangiare, parlare, niente. Si doveva stare in silenzio, col capo chino a rendere omaggio agli déi. E lui, a fare questo, proprio non era bravo, non ci riusciva proprio. Ma il bosco vicino il tempio, quello si che era un posto che gli piaceva. Sasuke adorava i boschi, gli piaceva sdraiarsi sull'erba a sentire storie che la madre e il padre gli raccontavano. Gli piaceva giocare coi Pokémon coleottero del bosco, e a loro piaceva giocare con lui. Anche Vulpix e Chikorita adoravano quel posto, ci erano nati. Ogni anno andavano a trovare i loro familiari, infatti all'ingresso del bosco il giorno della festa del Baku, c'erano sempre due Ninetales e due Meganium che li aspettavano. "Mi raccomando, tornate presto e state attenti" diceva ogni volta Sasuke ai suoi due Pokémon, e loro obbedivano. Quando tornavano a casa erano tutti felici e spensierati, specie Sasuke. Ma quell'anno non sarebbe successo tutto questo. No, quell'anno sarebbe stato diverso. Da un paio di mesi a quella parte erano cominciati gli incubi. Lui tentava di restare sveglio, ma alla fine cedeva sempre al sonno. E puntualmente, arrivavano gli incubi. E vedeva quell'essere scuro. Sembrava fatto d'ombra, di tenebre, e aveva quegli occhi, oh quegli occhi così terribili, così malvagi, che gli provocavano un timore assurdo, profondo, tale da scuotergli l'anima, che gli facevano capire che quella cosa era il male.

Ma tutto questo avveniva solo di notte. Di giorno Sasuke era un bambino normalissimo, come tutti gli altri, che faceva le cose che fanno tutti: giocava, rideva, scherzava, si divertiva. Ma questo solo dall'alba al tramonto.

Quella mattina il tempio era strapieno di gente. Si vedeva anche da fuori. Sasuke non ne poteva già più di quel posto, e invidiava Vulpix e Chikorita che stavano con le loro famiglie e giocavano. Vulpix e Chikorita però non avevano visto quell'ombra in un angolino fuori dal tempio, non avevano visto quel pezzo di tenebra che si alzava poco a poco, fino a fluttuare in aria e che apriva gli occhi, rivelando la malvagità pura e la paura che inondavano, e che sembrava non colpire nessuno tranne lui, il piccolo Sasuke, che stava iniziando a piangere a singhiozzi vicino la madre.
"Sasuke, Sasuke, che ti prende?" gli chiedevano i genitori. Ma lui non rispondeva. Non ce la faceva, la paura era troppa per fare qualcosa diversa dal piangere.
"Sasuke, che hai? Perchè piangi?" insisteva la madre. Finalmente il piccolo trovò il coraggio per rivelare ai genitori ciò che aveva visto.
"Mamma, in quell'angolo... in quell'angolo c'è quel Pokémon scuro che vedo quando dormo. I suoi occhi... i suoi occhi... mi fanno così tanta paura..."
E riprese a singhiozzare.
"Sasuke, lì non c'è nulla. Sei sicuro di aver visto il Pokémon scuro?"
Il piccolo non rispondeva, piangeva solamente. Ma il suo pianto voleva dire una sola cosa: "Si". Quella era la risposta alla domanda della madre. Si, lui lo aveva visto, aveva visto il Pokémon dei suoi incubi, quello che la notte lo tormentava così tanto, quello che la notte gli faceva sognare tenebre e oscurità, quello che lo faceva svegliare in preda al panico, tutto sudato. Si, era quello, ne era assolutamente certo.
"Va bene, caro, adesso basta piangere, non preoccuparti, qualunque cosa fosse se n'è andata. Adesso entriamo nel tempio"
"Andiamo, Sasuke" gli disse il padre, prendendogli la mano.

Erano nel tempio, ma Sasuke non aveva ancora smesso di tremare. Non riusciva proprio a togliersi dalla testa quegli occhi malvagi. 
Il corteo stava entrando nell'edificio, e il bambino guardava la madre che sfilava. Si girò un attimo verso il padre e... ancora quegli occhi, ancora quella tenebra. Dietro una colonna c'era quell'essere che lo osservava con quegli occhi che irradiavano tenebra. E Sasuke ricominciò a piangere. 
"Sasuke, di nuovo? Che cosa hai visto?" gli chiese il padre.
"Papà, dietro quella colonna... dietro quella colonna c'è il Pokémon scuro, guarda, girati, è là!"
Ryushi si girò verso la colonna, ma non c'era nulla. Sakura aveva uno sguardo preoccupato. Era vicino all'altare, ma aveva visto la reazione del figlio. Fece cenno al marito di uscire dal tempio.

Fuori, Sakura chiese cosa fosse scuccesso.
"Mamma, ho visto di nuovo quel Pokémon... era dietro una colonna e mi guardava con i suoi occhi cattivi"
"Davvero? Sasuke, mi stai facendo preoccupare"
"Ma mamma, è la verità!"
"Certo, ma adesso entriamo dentro"
"NO! Non voglio tornare lì dentro un'altra volta, con quella cosa che mi fissa!"
"Sasuke, ora basta. Nel tempio non c'è nulla del genere!" Ryushi iniziava ad alterarsi.
"No! Non voglio andare lì!"
"Fermi!" una voce proveniente da un angolo li aveva fatti fermare. Non era una voce qualsiasi. Era profonda e molto roca, come quella di un demone. Da un angolo sbucò un'ombra, ma quell'ombra... si muoveva! Si, si muoveva e si avvicinava ai tre. Arrivò a tre metri di distanza da loro e iniziò a sollevarsi, a prendere forma, a modellarsi da sola, finchè non si rivelò nel suo vero aspetto. Era un Pokémon scurissimo, sembrava per davvero fatto di tenebra, di oscurità.
Il suo corpo sembrava un vecchio mantello strappato ed era completamente nero. Intorno al collo aveva una cresta rossa, le sue mani erano nere e munite di artigli, sulla testa aveva un cappuccio bianco, che copriva uno dei suoi luminosi occhi azzurri, quegli occhi così spaventosi. Era il Pokémon Darkrai.
"E' Darkrai!" urlò Sakura.
"Esatto, e adesso vi porterò nel Mondo delle Tenebre!" e usò Vuototetro.
La sfera nera si avvicinava, si avvicinava, si avvicinava. Arrivò a mezzo metro da Sasuke, ma all'improvviso un Ninetales apparve dal nulla usando Protezione sulla famigliola. 
"Ma cosa..." il bambino era stupito. Ma lo fu ancora di più quando vide Vulpix e Ninetales usare Lanciafiamme contro Darkrai, e Chikorita e i suoi genitori usare Foglielama.
"Vulpix! Chikorita!"
Ma Darkrai non aveva ricevuto il benchè minimo danno. Continuava ad usare Vuototetro e Ninetales continuava ad usare Protezione. Ma, ad un certo punto, il Pokémon Neropesto fu più veloce e riuscì a far andare a segno un attacco. Ninetales e Meganium caddero a terra addormentati. Non c'era più speranza, Darkrai avrebbe portato Sasuke, Sakura e Ryushi nel Mondo delle Tenebre.
Si avvicinò al bambino, scaraventando via Vulpix e Chikorita, che avevano tentato di frapporsi tra lui e il Pokémon.
"Tu verrai con me" gli sussurrò. E aprì un abisso di tenebra sotto di lui.
"No! Fermo!" una voce si fece sentire. Era davvero una voce meravigliosa, cristallina come non mai. Ed un altro Pokémon fece la sua apparizione. Era un Pokémon bellissimo. Aveva un corpo azzurro con il ventre giallo e due ciuffi rosa che formavano due archi ai lati del corpo. La testa era ornata da due protuberanze che le davano la forma di una falce di luna.
"Cresselia... cosa vuoi?" chiese Darkrai.
"Lascia stare quella creatura!"
"Neanche per sogno! Prova a prendermi, se ci riesci! In quanto a te, ragazzino, ti perseguiterò finchè non avrai esalato il tuo ultimo respiro, e ti infonderò una paura così potente, che desidererai poter morire in quel preciso istante"
E sparì nell'ombra. 
Sasuke iniziò a piangere a singhiozzi. Cresselia gli si avvicinò e gli disse: "Stai tranquillo, non ti succederà nulla. Tu sei sotto la mia protezione. Purtroppo non posso curarti. Arceus mi ha maledetto e le mie piume non hanno più il potere di scacciare gli incubi come un tempo. Ma posso dirti questo: al tramonto vai in quel bosco" e indicò il bosco di fianco al tempio "e troverai ad aspettarti un Pokémon speciale. Lui custodisce l'Alalunare di un mio antenato, ma senza di lui l'artefatto non ha effetto. Sarà restio a seguirti, ma tu devi convincerlo con ogni mezzo necessario. E ora vai, ti do la mia benedizione" detto questo Cresselia si dileguò, veloce come era arrivata.
"Mamma..."
"Non ti preoccupare, Sasuke, ci andremo insieme"

Nella parte più profonda del bosco c'era un tempietto, come quello del Bosco di Lecci, ma lì non vi era lo spirito di Celebi. Sakura fu la prima ad avvistare il tempio e ad avvicinarsi. Su un braciere fluttuava l'Alalunare, l'artefatto leggendario. La donna si avvicinò al braciere, ma subito si alzò il vento. Indietreggiò di qualche passo e davanti a lei apparve un Pokémon. Era non molto alto, di colore giallo, con la corporatura simile a quella di un uomo. Intorno al collo aveva una criniera bianca e in mano reggeva un filo a cui era legata una moneta bucata. Sembrava un pendolino.
"Io sono il Baku," disse "cosa volete da me?"
Sasuke si nascondeva dietro la madre, che non riusciva a proferire parola.
Fu Ryushi il primo a parlare: "Ti prego, ci serve che tu usi l'Alalunare su nostro figlio Sasuke. E' stato maledetto da Darkrai e Cresselia ci ha detto che solo tu avresti potuto aiutarlo"
"E perchè dovrei farlo?"
"Cresselia ci ha detto che saresti stato restio ad aiutarci, ma ti prego, ti prego, aiuta Sasuke"
"Potrei anche farlo, ma prima voglio qualcosa in cambio"
"Ma certo, tutto quello che vuoi"
"Io voglio... la vostra vita!"
"Cosa?"
"Esatto. Voglio le vostre vite per guarire vostro figlio. Queste sono le mie condizioni"
"Papà..."
"Ssshhh... va tutto bene. Io e la mamma siamo felici di farlo, vero, Sakura?"
"Certo. Sono felice di morire per mio figlio. Grande Baku, concedici solo un ultimo desiderio"
"Sentiamo"
"Concedici di salutare nostro figlio e di dargli la tua benedizione affinchè cresca sano e forte anche senza noi due"
"Concesso. Usate questo per il sacrificio" gli porse un pugnale finemente decorato con motivi in oro. Ryushi lo guardò bene: sul manico c'era incisa una falce di luna crescente. 
"Dammi, Ryushi. Faccio prima io. Non sopporterei di vedere mio marito togliersi la vita" disse con le lacrime agli occhi.
Si puntò il pugnale al cuore, intenta a trafiggersi. 
"Qualunque cosa ti succeda, Sasuke, sappi che noi siamo con te e che ti vogliamo bene"
E la mano si mosse. Si avvicinava al cuore sempre di più, sempre di più, ma a un millimetro dalla propria pelle il pugnale si fermò.
"Cosa? Che succede?" chiese Sakura. Il pugnale era circondato da un'aura azzurra. 
"Non c'è bisogno che vi sacrifichiate. Ho capito che eravate sinceri" rispose il Baku "Molti stolti sono venuti qui credendo di poter rubare l'Alalunare impunemente per un profitto personale, ma quelle persone non hanno avuto una vita molto lunga"
Sasuke tirò un sospiro di sollievo e corse ad abbracciare la madre.
"Va tutto bene, Sasuke, va tutto bene"
"Sasuke!" chiamò il Baku "avvicinati" il piccolo obbedì.
"Con questo le tue sofferenze hanno fine, Darkrai non ti tormenterà più" e gli appoggiò l'Alalunare sul capo. Quella emise una luce sfolgorante, che scacciò via le tenebre da Sasuke.
Il Baku gli consegnò l'artefatto leggendario.
"Ricordati che tra sette giorni dovrai riportarmi l'Alalunare. Se non lo farai gli incubi saranno perfino peggiori di prima. Ora va' a casa e dormi, farai sogni bellissimi e pieni di luce, senza la minima traccia di oscurità. Ma ricorda, se tra sette giorni non mi riporterai l'Alalunare gli incubi torneranno, e stavolta nulla potrà salvarti, nemmeno muovere a compassione lo stesso Darkrai. Ora andate"
E il Baku sparì.
"Grazie, grande Baku, me lo ricorderò"

Io "Rieccomi dunque al vostro cospetto con un nuovo capitolo dopo appena 6 mesi di assenza! *schiva un pomodoro* Uff... ci è mancato poco."
Hypno "Te lo meritavi quel pomodoro in faccia. Sei scomparso da EFP per la bellezza di 6 mesi. In effetti non è un'assenza più lunga di quella dell'altra volta..."
Io "Uffa, Hypno, ma tu non sei mai dalla mia parte? Mi farò perdonare con il nuovo capitolo, bello lungo (assurdamente lungo) e sudato. Sono stato tre ore al computer a scrivere."
Sasuke "Sky, ma a te capita mai di pensare che farmi ricordare cose di questo genere può essere alquanto sgradevole?"
Io "Ogni tanto, ma è un pensiero che scaccio subito."
   
 
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