Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: Donixmadness    14/06/2014    2 recensioni
La vita ci mette, alle volta, dinnanzi a scelte tanto difficili quanto importanti.
Non è ammesso lasciare il foglio in bianco e questo ci mette in sotto pressione, perchè è ovvio che si voglia beccare la risposta giusta.
Quattro adolescenti di IE Go dovranno superare la prova in assoluto più difficile: vivere al meglio.
"Quando varcai per la prima volta la soglia del Sun Garden, mi imposi di non fidarmi mai di nessuno, per quanto gentile si mostrasse. E invece ora?
Sono stato adottato da due tizi che –ne sono certo– non hanno tutte le rotelle apposto, frequento la Raimon e ho perfino dei compagni di squadra, dei quali mi fido.
O almeno credo. Tenma dice che siamo “amici”.
Sì, forse. Ma credo che sarà il tempo a stabilire se sia davvero così. Alla fine io il vizio non l’ho perso, ma come si dice … sto smettendo, no?"
Coppie: Shin x Nuovo; Ran x Masa, (Mina x Kura accenni).
Buona lettura!
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Kariya Masaki, Kirino Ranmaru, Shindou Takuto, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

*Capitolo 1*




Masaki sbatte le palpebre sorpreso. Si è dileguato. Sparito.
Confuso, fissa con i suoi occhi felini il punto in cui c’era l’uomo.
“Beh! Meglio così … forse era un ubriaco …” eppure c’è qualcosa che lo lascia decisamente perplesso. Una strana sensazione, ma la scaccia via subito etichettandola come insignificante, però …
-Mi sto fasciando troppo la testa … - mormora tra sé e sé grattandosi la nuca, ma poi all’improvviso si blocca: si ricorda di una cosa molto importante.
-JunJun!!! Ohh!! Accidenti! Come ho potuto dimenticarlo!!- esclama ritornando sui suoi passi e correndo per il cortile a grandi falcate.
La prospettiva di perdersi il suo programma preferito – e soprattutto la sua adorata idol – gli fanno scordare l’irrequietudine di poco fa. Eppure, ingenuamente, Masaki non può sapere che quella sensazione tornerà molto presto ad albergare nel suo cuore.
 
 
La sveglia squilla prepotente sul comodino e un braccio penzolante spunta fuori dalle coltri. La mano tasta a tentoni la superficie finché non trova l’oggetto incriminato e lo spegne. Masaki è completamente immerso sotto le coperte e, ovviamente, non ha alcuna voglia di alzarsi. Si crogiola in quel cantuccio dimentico di tutti i suoi impegni: quindi della partita. Sta per appisolarsi di nuovo quando ode distintamente dei passi fuori dalla sua porta.
“No ti prego! Vattene via! Non mi svegliare!” supplica mentalmente, sapendo già che cosa accadrà. Infatti, la porta si spalanca all’improvviso e la figura di Midorikawa troneggia sulla soglia. Il verde sbuffa nel vedere il figlioccio ancora sotto le coperte.
-Avanti Masaki, è ora di alzarsi!- annuncia avvicinandosi al letto. Per tutta risposta il kohai si raggomitola ancora di più sotto le coltri.
Ryuuji sospira per l’ennesima volta, contrariato, e comincia a tirare le coperte:
-Andiamo!! Alzati! Ti ricordo che oggi hai la partita!
-Mhmm!!!- mugugna quello, testardo. Alle fine di quella dura lotta vince il tutore, il quale tira via con uno scatto fulmineo la trapunta, lasciando completamente scoperto il povero difensore. Subito il freddo pungente del mattino lo colpisce e per reazione si raggomitola su se stesso come un gattino.
“Un gattino petulante e lamentoso …” si ritrova a pensare Midorikawa che lo sveglia tutte le sante mattine e si ritrova davanti sempre la stessa scena.
-Naahhh! Ryuuji-san! La coperta!- si lagna stropicciandosi gli occhi.
-Per l’ultima volta: alzati e scendi giù. La colazione è pronta!- e così dicendo scende di nuovo in cucina, premurandosi però di lasciare la porta della camera aperta, perché, in caso contrario, il furbacchione ne approfitterebbe per infilarsi sotto le coperte.
Controvoglia, il kohai si mette seduto al bordo del letto, ma la testa è più di là che di qua. Sbadiglia sonoramente per poi stiracchiarsi: ha dolori dappertutto, infatti ieri l’allenamento è stato più intenso proprio perché era la vigilia di una partita molto importante.
-Ehi! Masaki! Guarda che è pronto! Scendi!! – la voce squillante di Midorikawa gli arriva alle orecchie, quasi stordendolo.
-Sì, sì! Arrivo!!- risponde altrettanto e si alza.
“Cavolo! Ma come fa ad essere così sveglio e lucido di primo mattino?!” si chiede con stizza e scende le scale diretto in cucina.
Quando varca la soglia la scena è famigliare: la tv è accesa sul notiziario, sul tavolo c’è la sua colazione con una abbondante ciotola di riso e, seduto al solito posto, c’è Hiroto che legge il giornale.
Masaki sbuffa già a vederlo, infatti si aspetta che lo saluterà con il suo solito modo di fare: cioè pimpante e allegro come una scolaretta. Si trascina così a sedere e meccanicamente prende ciotola e bacchette.
-Oh, buongiorno. – lo saluta il rosso, come da copione. Il tredicenne, fin troppo assonnato, risponde con un tacito cenno del capo. Spera con tutto il cuore che non inizi il discorso, perché non ha nemmeno la forza di rispondergli.
-Elettrizzato? Oggi c’è la partita.- continua il rosso. Ecco, come non detto.
-Mmh- risponde con un mugugno, masticando un altro boccone di riso. Dal canto suo, sebbene Masaki non ne sia entusiasta, il rosso lo guarda divertito e per niente offeso dalla sua mancanza di comunicazione. In fondo, non è mai stato un ragazzo espansivo e il rapporto che sono riusciti a tessere in un solo anno di convivenza è già di per sé un enorme passo avanti. In effetti, rispetto a quando viveva in orfanotrofio, c’è stato un notevole miglioramento. Ma Kiyama non ha fretta: sa perfettamente come vanno queste cose e comunque ha fiducia che, con l’andare del tempo, il loro legame diverrà più profondo.
-Mi raccomando! Date del vostro meglio!!- dice ancora con un sorriso e il kohai lo scruta a metà tra l’annoiato e lo scocciato. Sa benissimo che cosa deve fare, non c’è bisogno che glielo dica lui!
Con una foga dettata dalla stizza, termina la ciotola di riso e passa alle uova, tuttavia quadruplica la sua velocità quando butta un occhio sull’orologio.
-NO! Sono già le sette e mezza!! – esclama e si getta con furia sul cibo.
-Io te l’avevo detto di alzarti subito, pigrone!- lo rimbecca Ryuuji con un sospiro stanco e rassegnato, mentre Hiroto sghignazza dietro le pagine del giornale. Masaki se ne è accorto, ma è troppo occupato per indirizzargli uno sguardo raggelante.
Finita la colazione si precipita subito in bagno e poi, una volta indossata la tuta, ficca velocemente la divisa da calcio nel borsone (giusto per precisare: il verde gli ha fatto trovare tutto pronto sul letto e Kariya si è ritrovato a ringraziare il cielo per la presenza di quel ragazzo!). Sicuramente, dato che è un tipo preciso, Ryuuji-san al posto suo avrebbe preparato già tutto la sera prima, mentre lui, invece, è troppo sfaticato per pensare con lungimiranza.
Infine è pronto per le sette meno dieci, ma andando a piedi, anche di corsa, non farà mai in tempo. Per cui è costretto ad accettare un passaggio dai suoi tutori. Con la rombante Porche di Hiroto, arrivano nei pressi della Raimon J.H. appena in tempo.
-Fermati qui!- ammonisce Kariya, prima che arrivino davanti al cancello. È domenica, non c’è nessuno in giro, però Masaki non vuole rischiare che lo vedano insieme a loro. Non che si vergogni – almeno così dice – solo  che vuole evitare di rispondere ad eventuali domande sul suo conto. Ma, checché lui dica, la verità è che gli dà fastidio farsi vedere con loro: uno dei suoi maggiori difetti, purtroppo, è che ha sempre paura di cosa possano pensare o dire gli altri di lui. Quindi fa in modo si attirare l’attenzione il meno possibile, come un’ombra.
-D’accordo.- lo accontenta il rosso, frenando a qualche metro dall’ingresso e il ragazzo scende dall’auto.
-Mi raccomando date il massimo eh!- lo incoraggia ancora Kiyama e il tredicenne svia lo sguardo grattandosi la nuca.
-Certo. Tranquillo!- tra le più calorose risposte del suo repertorio. Fra i tre, Ryuuji però è quello che lo guarda più preoccupato, tuttavia non dice nulla limitandosi soltanto a salutarlo. E così i due ex-giocatori dell’Inazuma Japan sfrecciano via, lasciando indietro il loro figlio adottivo.
Dopo già qualche minuto, Midorikawa abbassa lo sguardo, assorto, ma Hiroto se ne accorge subito: -Sei preoccupato, vero?
L’altro lo guarda un po’ sorpreso, per poi rispondere: -Sì … è solo che … ho paura che non si fiderà mai completamente di noi. Sai a questo punto saremmo dovuti essere più vicini, invece, lo sento ancora distante. Come se non fosse evidente che si vergogna a farsi vedere con noi … In fondo, per tutti gli altri, siamo semplicemente i suoi tutori.- confessa esalando un sospiro. Kiyama assottiglia lo sguardo, il quale rimane fisso sulla strada.
-Credimi, comprendo come ti senti e non posso negare di provare anch’io la stessa sensazione. Ma lo sai com’è Masaki: lui non si lega subito alle persone, ha bisogno di tempo … ti ricordo che ha subito una grande delusione.
-Questo lo so! Ma temo che non riuscirà mai ad accettarci ed ad affezionarsi completamente … o meglio, parlo per me, perché con te si apre di più anche se in certi limiti.
-E’ questo che ti tormenta? Hai paura di non piacergli? – domanda il rosso con un sorriso comprensivo.
-Beh … praticamente sì. – ammette infine, sconsolato. Arrivati al semaforo rosso, l’auto si ferma.
-Lo sai che quel che dici non ha alcun senso? Sei la persona più in gamba e gentile che conosca, non penso proprio che ti odi! – gli risponde con sicurezza, ma il verde non sembra del tutto persuaso da queste parole.
-Mah! Non so! È così difficile per me!! –esclama disperato, Ryuuji.
-Sta tranquillo e lascia che il tempo faccia il suo corso. La nostra piccola peste non è cattiva, a cuor più leggero riuscirà a relazionarsi meglio con noi. Adesso gioca a calcio e soprattutto ha dei compagni che lo sostengono, penso che dobbiamo essere grati di questo. Non è più chiuso in se stesso, almeno non come prima.
Midorikawa annuisce più sollevato e riprende il suo sorriso.
-Hai ragione! Non devo avere fretta! – e l’auto riparte diretta alla Kira Company.
-Non penso ti odierà mai: se vincono la partita, stasera tu gli farai trovare una bella torta alle fragole!- ridacchia il rosso seguito dal suo amato.
-Credimi, gliela avrei preparata comunque!
 
 
Intanto, più indietro, Masaki rimane solo sul marciapiede mentre pochi metri lo distanziano dall’ingresso. Sta per affrettarsi a varcarlo quando una voce lo pietrifica, bloccandolo seduta stante:
-Kariya!
E il kohai si volta meccanicamente, come un automa: tra tutte le persone che potevano arrivare, si chiede il tredicenne, perché proprio lui ? Ma, soprattutto, perché proprio adesso?
Ovviamente nel suo campo visivo, spuntano due inconfondibili codini rosa e il suo sguardo azzurro, il quale lo osserva un po’ perplesso.
-Oh … Buongiorno Kirino-senpai!- saluta nel tentativo di ricomporsi, ma è palese quanto sia nervoso.
“Speriamo non mi abbia visto! Speriamo non mi abbia visto!! Ti prego, ti prego!” è l’unico pensiero che gli martella in testa.
-E’ tardi.- afferma Ranmaru muovendo qualche passo, tuttavia Masaki non comprende appieno le sue intenzioni.
-E’ già.- risponde, con un sorrisetto palesemente falso, mentre rimane fermo nella sua posizione.
-E allora andiamo!!- lo sveglia Kirino prendendolo per un braccio.
-Ah sì certo! – risponde subito, caduto dalle nuvole, ma mentalmente tira un sospiro di sollievo: “Meno male! Niente domande!”.
Per cui, ormai sicuro di sé, riprende il suo atteggiamento strafottente:
-Oggi solo? Non c’è Shindou-senpai con te?- domanda con il solito ghignetto. Il rosa gli invia un’occhiata distratta, mentre entrambi corrono verso il campo esterno dove c’è l’autobus.
-No. Oggi no. – taglia corto il senpai, mantenendo l’autocontrollo.
-Strano! Di solito state sempre insieme!!- rincara con tono canzonatorio e il numero tre alza gli occhi al cielo.
-Guarda che anche se siamo migliori amici, non vuol dire che stiamo appiccicati ventiquattrore su ventiquattro! – replica esasperato. Kariya sghignazza.
-Oh! Ma non era mia intenzione insinuare questo, senpai ~ - e marca con finta innocenza l’ultima parola. Per fortuna arrivano dagli altri, i quali stanno già davanti al pullman insieme all’allenatore Kidou, per cui il discorso cade.
“Finalmente!” pensa Kirino “Altrimenti l’avrei strozzato!”.
-Ehi! Siete in ritardo!- gli riprende Kurumada, puntellando le mani sui fianchi.
-Scusate.- asserisce il rosa -Allora partiamo!
-Non ancora.- gli dice Sangoku -Mancano Shindou e Furude.
-Cosa? Sul serio? Mi aveva avvertito che era un po’ in ritardo, ma pensavo che fosse arrivato prima di me! Che strano …
Il difensore non fa in tempo ad esprimere le sue perplessità, quando da lontano si ode uno scampanellio accompagnato da delle voci.
-Pista!! Siamo arrivati! Siamo arrivati!!
-Sì! Ma vai piano!
-Guarda che facciamo tardi!
-Siamo già in ritardo! E comunque non ci tengo a schiantarmi.
-Non ti schianterai!!
E con una virata, particolarmente pericolosa, Takuto e Rin fanno il loro ingresso trionfale a bordo di una bicicletta.
I componenti della squadra rimangono a bocca aperta di fronte a tale scena. Nessuno se lo aspettava, di certo non da un tipo come Shindou, il quale era sempre stato impeccabile praticamente in tutto. Invece il capitano si è ridotto ad accettare un passaggio in bici dalla nuova componete della squadra, la quale è lei a pedalare e quindi guidare il mezzo.
-Ehi ragazzi ci siamo! Scusate il ritardo!!- Furude agita energicamente una mano, mentre solo l’altra è sul manubrio. Al numero nove per poco non prende un infarto, visto che lui è seduto sul sellino con due borsoni in spalla mentre lei è in piedi sui pedali. La due ruote frena a poca distanza dal gruppo, ma per precauzione i ragazzi fanno un passo indietro: non si sa mai!
-Buongiorno a tutti. Kanto-kun.- saluta Rin, accennando anche a Kidou. Shindou, intanto, tira un sospiro di sollievo: infatti, ancora un po’ pallido, scende dalla bicicletta e poggia i borsoni a terra.
-Scusate il ritardo.- rammarica con un sospiro stanco e i suoi compagni lo guardano divertiti.
-Questa me la devi proprio spiegare! – gli sussurra Kirino, quando gli si avvicina.
-Lascia perdere! E’ una lunga storia!- risponde al migliore amico, tagliando corto.
-Accidenti! Quanto la fai lunga! – si lamenta Furude, scrutandolo con uno sguardo indispettito.
-Sì certo, però … ahhh! Sbrigati a lasciare la bici, abbiamo una partita che ci aspetta!- ribatte, tentando di darsi un contegno in qualità di capitano della Raimon.
-Agli ordini!!- gli dice la ragazza con tanto di saluto militare e ridacchiando va a legare la bici ad un palo lì vicino.
Dietro i ragazzi, l’unica a non essere proprio divertita è Akane, la quale focalizza l’obiettivo sul bel volto del pianista, tuttavia non riesce a premere il tasto di scatto.
Il motivo è sconosciuto anche a lei, ma i suoi occhi si velano di una insolita malinconia che non sa definire.
-Akane? Ci sei Akane? – Midori le poggia una mano sulla spalla, riscuotendola. La giovane fotografa si gira e guarda confusa l’amica.
-Dobbiamo salire.- spiega la Seto.
-Mmh … - è l’unica cosa che riesce a pronunciare mentre tutti gli altri prendono posto nell’autobus del club.
Una volta pronti e allacciate le cinture, il mezzo parte verso lo Stadio Roulette.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Cavolo! Eccomi dopo un’infinità di tempo ad aggiornare questa storia, la quale vedo che vi sta piacendo. Non sapete quanto questo mi renda soddisfatta del mio operato! XD
Non che sia il massimo … ma comunque! Ancora non è stata svelata l’identità dell’uomo misterioso –che avverrà presto– per cui mi sono permessa questo capitolino per descrivere un po’ il rapporto nella HiroMidoMasa –Family *0* . Sì, loro sono i miei preferiti e i primi accenni –diciamo inesistenti- alla RanMasa. Come avete visto non ho eliminato completamente la questione di Shindou e Rin, la quale si vedrà … si vedrà. Niente Spoiler stavolta! XD
Concludo qui questo sclero e ringrazio ancora chi ha recensito fin’ora. Un bacione <3   
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Donixmadness