Un'altra
notte in giardino, stese sulle coperte, a guardare le stelle.
Come
nei film americani per adolescenti.
Quando
sembra andare tutto per il verso sbagliato, e poi
all’improvviso, ti senti lucky
girl.
Capiterà
anche a noi?
Forse
aver acquistato quel biglietto potrà rappresentare
l’inizio di qualcosa.
Si certo. Contaci
come al solito. Immagino che già ti vedi al concerto mentre
scambi occhiate di
fuoco con Georg.
-Cass?-
-uhm?-
-Abbiamo
quindici anni.- dissi con voce rassegnata.
-Ma
va?!-
-Loro
ne hanno diciotto quasi diciannove, intendo i gemelli.-
Meglio che non dico
l’età di
Georg se voglio evitare una repentina depressione.
-Allora
se vuoi mettere i puntini sulle i, noi ne abbiamo quindici quasi
sedici-
-Siamo
minorenni...-
Lo
dissi in tono sdegnato, come se odiassi la mia età.
Ma io la odio.
-come
può succedere qualcosa se siamo minorenni? Questa condizione
già ci elimina un
casino di opportunità!-
E
basta con
queste opportunità. Quali poi?
-Mi
elimina un casino di opportunità- rettificò
l’amica – Bill ha sempre detto che per
lui non conta l’età!-
-Ma
non potevo nascere nell’ ’89?-
Vedi
tu che
problemi ti crei. Se potevi nascere nell’ ’89.
Finiamola
con
queste stupidaggini! Stai diventando una delle tante ragazzine oche che
odi!
Che palle...
Dovresti
ringraziare che l’ultimo neurone rimasto nel tuo cervello
bacato qualche volta
si faccia sentire!
-Caschmira,
lo sai qual è il problema?-
-Il
problema? Secondo me tu ne hai così tanti che ormai hai
perso il conto-
-Seriamente-
continuai – Io ho sempre pensato: ma non potevo essere una
fan normale che si
accontenta di andare ad un concerto, e ascoltare le loro canzoni? Devo
per
forza star male ogni volta che penso che non conoscerò mai
il vero Bill? Che
non parlerò mai con lui e che non sarà mai a
conoscenza di quanto lui conti per
me?-
-Non
so se questo è un bene o un male, o addirittura normale, ma
forse le fan “regolari”
non provano quello che senti tu quando ascolti una loro canzone.-
Era
vero. Ogni volta che mi lasciavo cullare dalle loro canzoni mi
commuovevo
sempre.
Scatenavano
in me troppe emozioni.
E
a
volte mi faceva paura tutto questo. Mi chiedevo come fossero capaci di
aizzare
mille sensazioni tutte in una volta e cambiarmi l’umore a
loro piacimento.
-Ca...e
se al concerto non succedesse niente?-
Mancava
una settimana al concerto e io ero decisa nel rendere note tutte le mie
paure.
-Cioè-
continuai, volendo essere il più chiara possibile,
rendendomi perfettamente
conto di risultare al quanto complicata. –..ci saranno troppe persone.-
Ti
prego...ancora
con questa storia? Ti vuoi rassegnare? Se continui a nutrire tutte
queste
speranze sarà un colpo eccessivamente enorme anche per te.
Io lo so. Ma sento che deve
succedere qualcosa.
Forse
è meglio
che ci rinuncio.
Oo●oO
Cioccolata...c’è.
Patatine...ci
sono. Tutte le possibili schifezze dolciarie che ti fanno rischiare uno
choc
diabetico?...presenti.
Adoravo
andare al supermercato.
Ok,
diciamo che mi piaceva andare al supermercato per acquistare questo
genere di
alimentari. Se si possono definire così.
Si,
si.
Alimentano cellulite, brufoli, glicemia e colesterolo.
-Vabbè
...- mi ritrovai a sussurrare iniziando a sentirmi troppo presto
pervasa dai
futuri sensi di colpa –...per una volta..-
Io
propongo di
specificare che tutti i tuoi “per
una
volta” in questo periodo si ripetono con intervalli regolari
di massimo 3
giorni.
Mi rendo conto che le tue
proposte nascono sempre da buoni propositi.
Io proporrei invece di
specificare che le mie delusioni in questo periodo si ripetono con
intervalli regolari di massimo 3 ore.
E poi chi sei tu per mettere
in discussione le mie tecniche anti-depressive?
Sono
quell’
adorabile parte di te stessa a cui tu, hai dato erroneamente addio
tempo
addietro.
Sai,
la parte
normale e responsabile. Per chiariti meglio le idee sono il tuo unico,
ultimo,
indispensabile neurone sano. Chiamami pure Ultimo, come Raul Bova
nell’omonimo
film.
Che ne pensi invece di
“SchiaccianteProvaDelMioPreoccupanteSquilibrioMentale”?
Scandalosamente
occupata a sproloquiare con la parte semi-conosciuta del mio instabile
cervello
mi accorsi di essere ferma con il carrello davanti alla sezione
libri-dvd-cd da
più di 10 minuti.
Decisi
allora di potermene permettere anche altri due, in modo da sbirciare
qua e là
nuovi titoli.
Poi
qualcosa mi attirò. In un grande cesto di metallo
più di cento cd di diverso
genere disposti alla rinfusa, in offerta.
Poi
il mio cuore emise un urlo silenzioso, coordinato a quello altrettanto
privo di
suoni del ragazzo immortalato nell’immagine che
contemporaneamente osservavo.
So
che poteva sembrare strano ma non avevo mai comprato un cd originale.
Mai.
Preferivo
scaricare le canzoni che più mi garbavano tramite dei
programmi assolutamente
gratuiti.
Non
ero tirchia. Direi
oscenamente attenta a
qualsiasi uscita ed entrata nel mio portafoglio, spaventata
più che altro da
giorni come quelli in qui il mio motto era “Si vive una volta
sola, ed i soldi
non te li porti nella tomba”.
Motto
assurdo. Ma che vi potevate aspettare da me?
Accarezzai
quella copertina un infinità di volte. Con gli occhi
esageratamente dilatati e
smarriti.
Sicuramente
non giovò al mio stato semi-comatoso la brillante idea di
qualche deejay della
stazione radiofonica trasmessa dagli altoparlanti gracchianti del
vecchio
supermarket, di
diffondere per una di
quelle rare volte la voce di Bill e le note di tutti quegli altri dei
che si
dilettavano nel strimpellare der letz tag.
Solo
il messaggio di Cass, che si voleva informare come stesse procedendo la
mia
giornata mi permise di scrollarmi dallo stato in cui ero entrata dieci
minuti
dopo la fine della canzone.
Sono
quei momenti che mi preoccupano. Quei momenti che mi confondono e mi
fanno
pensare di essere una povera scema.
A
volte sentivo la mancanza di Bill.
Non
so com’ era possibile, ma a volte percepivo una voragine
dentro di me, quando
mi rendevo conto che lui era lontanissimo.
-Perché
devo fare sempre doppio lavoro?- sbottai un giorno.
-Cosa?-
mi chiese non più di tanto confusa Caschmira, abituata ai
miei ormai frequenti
deliri.
-Cantano
in Tedesco. E va bene, li capisco è la loro lingua madre.
Ora cantano anche in
Inglese, li capisco è la lingua internazionale. Ma per i fan
come me è un
casino!-
-Non
ti seguo..-
-Le
loro canzoni sono più belle nella versione tedesca,
perché secondo me le
“sentono” di più. Solo che quando si
esibiscono in Italia Bill canta in
Inglese. Non posso imparare due versioni!-
-Guarda
che non sei obbligata!-
-Lo
so, ma se ascolto sempre quelle in tedesco, poi quando vado al concerto
non
posso cantare con lui!-
-Senti
perché non giochiamo a The Sims invece di parlare sempre dei
TH?-
Ha ragione, ha ragione, ha
ragione. Sembro quasi ossessionata.
Neanche
cinque minuti di gioco, perché un Sim accende la radio e la
prima canzone che
si sente è Ich bin da.
-Cazzo!-
scoppiai alzandomi dalla sedia.
Cazzo cazzo cazzo.
-Cass
perché non sono normale?- chiesi con voce disperata.
–Perché ogni volta che
sento una loro canzone devo per forza avere un mal di pancia
fortissimo?-
continuai iniziando a girare in tondo alla mia stanza. –Io
non ce la faccio
più. Mi stanno rubando il cervello!-
Finalmente
ci
sei arrivata!
-
Io
non voglio provare queste cose. Io non li conosco. Come fai ad amare
una
persona che non conosci? Forse conosco la sua maschera. Provo tutte
queste
cose, cose che non ho provato mai per una maschera.
La
cosa più triste è che non lo conoscerò
mai, che rimarrò con il rimpianto, non
saprò mai per chi provo tutti questi sentimenti di merda.
Sembra impossibile ma
c’è una cosa ancora più triste.
La
cosa più triste è che lui non hai la minima idea
di chi sono io. La minima idea
che esisto.-
-Io
non voglio sentirmi male quando ascolto una loro canzone! Non voglio
smettere
di fare tutto appena sento la sua voce o vedo una sua immagine! Non
voglio
nutrirmi di un sogno che non si avvererà mai!-
-Altea…-
provò a interrompermi con la sua voce comprensiva.
-No,
Cass, davvero. Sono nauseata. Io dovevo mantenere le distanze, e invece
non
l’ho fatto. Non dovevo diventare come tutte le fan oche che
noi critichiamo
sempre!- spiegai, provocando un mega “puff”
lasciandomi cadere sul divano.
-A
volte, e ti giuro che mi dispiace moltissimo pensarlo, non so quale sia
la cosa
migliore. Conoscerli o non conoscerli. Loro fanno bella musica, anzi
bella è
dir poco, mi hanno conquistato con la loro spontaneità e con
le cazzate che
fanno come per dimostrarci che sono esattamente come noi. Poi
però viene la
parte brutta della storia. Non dico di essere ossessionata, ma quasi.
Ci penso
sempre ,e a volte mi chiedo se sia normale idolatrare persone che
effettivamente
non conosci.- proseguii nel mio monologo.
-Mi
secca, ma non so cosa dirti.- rispose allora Cashmira.
Oo●oO
Mi
sento molto sola.
Per
quanto possa sembrare il contrario, io non ho veri amici.
A
Cass non le dico tutto. Le parlo dei miei angeli.
Ma
non le dico tutto.
Parliamo
del sole, della luna, di cose in generale, dei nostri sogni, ma io non
le ho
mai detto tutto di me.
Sono
una persona diffidente e cinica. Non ci posso fare niente.
Sono
molto restia dal fidarmi degli sconosciuti. Ma anche delle persone che
conosco
da tanto tempo.
Il
problema è che alterno momenti di puro scetticismo a momenti
in cui ho una
voglia matta di fermare qualcuno per strada e chiedergli di diventare
il mio
migliore amico.
Ho
avuto periodi decisamente orribili, e uno di questi è
inerente alla separazione
dei miei genitori.
In
quei momenti, e tuttora, mi è sembrato come se i Tokio
Hotel, e in particolare
Bill, fossero gli unici che inconsapevolmente mi capissero e mi dessero
una
mano.
Ed
è
molto triste quando litigo brutalmente con mia madre, e ho voglia di
morire
perché penso che non c’è nessun motivo
per vivere, pensare che l’unico motivo
per cui accantono l’idea sono loro. Persone che non hanno mai
fatto niente
(volontariamente) per me. Che quando ne ho bisogno, non mi possono
abbracciare.
Non
mi sembra normale.
Intanto
non mi sembra neanche giusto pensare queste cose. Ci sono persone che
darebbero
di tutto per vivere ancora un solo attimo. Chi si aggrappa con le
unghie alla
vita.
E
io,
che non sono neanche adulta, penso di voler morire.
Che
poi lo penso senza neanche avere dei validi motivi.
Il
fatto è che a volte la solitudine mi opprime.
Cioè, non avere nessuno che
conosce tutto di me, al
quale dire tutto.
Posso
avere tanti pseudo amici, è vero.
Ma
io
ne ho bisogno di veri.
Purtroppo
gli amici non si cercano, si trovano.
In
ogni caso, sarà stato che il tutto mi ha colto in un momento
un po’
particolare, ma il fenomeno Tokio Hotel mi ha travolto.
Mi
ci
sono rifugiata.
Leggendo
una fan fiction. Ecco l’ origine.
E
poi
è un attimo.
Su
internet trovi foto, informazioni…e ti lasci inghiottire dal
vortice.
E poi, scaricare video ed esibizioni.
Ecco, sinceramente quello che proprio mi ha fatto precipitare nella
fissazione,
è stato vederli muoversi sul palco, sono stati i loro
movimenti, il loro
sguardi, le loro interpretazioni.
La sua interpretazione.
E’
quando cominci a guardarti i backstage, i video rubati, le immagini
“dietro le
quinte” e quando leggi le interviste o vedi le interviste
video, che scatta
proprio la molla definitiva.
E’ li che capisci che è incredibile come in una
sola persona, Bill Kaulitz, si
riescano a conciliare così la bellezza, la timidezza, la
dolcezza, lo stupore
di un ragazzino, la purezza delle sue risate e il “battito
animale” che riesce
a provocare quando è on stage.
E
ti
innamori. O forse no. Provi affetto quasi.
Ma,
e
so che mi ripeto, come fai a provare del vero e proprio affetto (per
non
parlare di un sentimento come l’amore) per un ragazzo
così distante? Per una
persona che non ci sarà mai per te? Per una persona che
comunque non conosci?
A
quel
punto io mi sono chiesta se ero normale. Se mi stesse succedendo
qualcosa. Se
era normale piangere guardando i video o sentendo le loro canzoni.
Così, di
punto in bianco, senza pensare a niente. Ti senti soltanto imbambolata
e le
lacrime che scendono sul tuo viso.
Non
ti sei ferita, non hai sbattuto contro nessuno spigolo, non hai
ricevuto
schiaffi né botte.
Il
tuo cuore è soltanto un po’ più gonfio
e lavora un po’ di più.
Perché
anche se non te ne accorgi il tuo subconscio, o comunque il mio neurone
sano si
ribella e quelli rimanenti, i pazzi assatanati e drogati da 4 ragazzi
tedeschi
rispondono.
Una
piccola guerra insomma.
Tra
razionalità e fantasia.
E
a
volte non so davvero per chi fare il tifo.
Mi
scuso per il ritardo, ma l’ispirazione non c’era.
Voglio
ringraziarvi tutte per aver letto questo e il
precedente capitolo.
Soprattutto
grazie per le recensioni. Mi tirano su il morale, e soprattutto m
incoraggiano
a continuare, nonostante io scriva anche per
me stessa.
_ToMSiMo_: Spero che ora
tu
abbia capito la storia. Ovviamente all’inizio non era molto
facile
comprenderlo, in particolar modo il primo capitolo. In ogni caso grazie
per la
recensione!
moonwhisper: un mega-grazie
anche a te, specialmente a te. Spero vivamente che questo
capitolo non ti abbia deluso. Questa parte della storia è un
po’ riflessiva,
scava e descrive l’animo e le sensazioni di Altea, a cui io
tengo molto. Sono
lusingata, compiaciuta, troppo contenta. Grazie davvero, ma davvero per
la tua
recensione. Non so, quando l’ho letta mi sono sentita
come…compresa. Come se
tutto quello che volevo trasmettere con la mia fanfic fossi riuscita a
trasmetterlo. Ed è una sensazione bellissima. Grazie. Spero
davvero che commenterai
anche questo capitolo, se ti ha deluso, ti prego di dirmelo, e di far
presente
quello che secondo te non va. Io non ho molta esperienza nello scrivere
e
pubblicare fanfiction, per questo spero in tutti i vostri consigli, i
modo da
migliorare pian piano. Ti ringrazio un’altra volta. Sei un
amore.
broken93: sono contenta
che ti piaccia la fanfic per ora. Fammi sapere se continui
a pensarla così! Grazie ancora! XD
Sarah92: Grazie anche a
te Sarah. Che dire, più che lusingata dal tuo commento.
Soprattutto perché è un commento fatto da una
grande scrittrice, oltre che da
un’amica. (eh si, ormai ti considero tale! XD) Sono felice
che il capitolo e
che la storia in generale ti piaccia, in particolar modo per il fatto
che anche
tu hai capito il senso della storia e che ti incuriosisce. Grazie
davvero. Mi
hai reso felice (si, so anche di ripetermi continuamente, ma che ci
vuoi fare…).
Spero che troverai un altro minutino per recensire questo nuovo chap.
Antonellina: Grazie
tantissimo per la tua recensione. Comunque no, non sei stata tu a
darmi l’ispirazione, ma ti assicuro che questo periodo di
intensa amicizia mi
ha aiutato per la tanta aspettata ispirazione. Grazie anche a te. Per
tutto.
Anche per le tue cazzate. Ora sei al concerto di Marco. E mi dispiace
non sai
quanto di non essere là. La con te. Aspetto ovviamente con
ansia anche il tuo
commento. Grazie ancora.
Ok, ora vi
lascio davvero.
Un ultimo grazie
a tutti.
Soprattutto a
chi vorrà lasciarmi un piccolo
commentino.
Un bacio. Auf
widersehen.
Eliana.