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Autore: veronicarufini    15/06/2014    0 recensioni
“Dio ti ha dato questa vita perché sapeva che tu eri abbastanza forte per viverla.”
Disgrazie, difficoltà e tanto amore saranno presenti in questa storia ricca di emozioni fra due ragazzi molto innamorati.
"Avrei voluto dirgli che non lo avrei mai lasciato, ma non trovai nemmeno io le parole adatte. Forse perché tutti lasciano tutti, ma io non l’avrei mai lasciato."
Allison e Liam, la coppia perfetta. Riusciranno a rimare insieme nonostante tutto? Si ameranno per sempre?
“Promettimelo.”
“Promesso.”
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uscimmo dalla stanza disinvolti. Cosa facemmo lì dentro lo lascio alla vostra immaginazione. Ormai erano le due di notte e io sarei dovuta tornare a casa di lì a breve. Mi girai dietro verso di lui e gli sorrisi. “Devi tornare a casa, vero? Ti accompagno io.” Annuì con la testa e sorrisi di nuovo. Ci incamminammo verso Charlotte per salutarla, dopodiché uscimmo dalla porta principale. Liam provò a prendermi la mano, ma io mi scansai perché non volevo che la gente pensasse che stavo “tradendo” Devin. In un certo senso l’avevo già fatto; non eravamo nemmeno fidanzati ufficialmente, non c’eravamo nemmeno mai baciati. Sì, c’era un certo feeling fra noi che poteva trasformarsi in qualcosa di più, finché non arrivò Liam e il suo bellissimo ciuffo fluente. “Di che hai paura?” Lo guardai con un viso interrogativo. Che domanda era? “Intendo dire, dopo stasera hai paura che la gente ti veda darmi la mano?” In quel momento mi riaffiorarono molti ricordi: tutta la nostra relazione, dalla panetteria all’Empire. Il primo bacio, i primi sorrisi, il primo sesso. Ripensai a quella sera passata con lui in una stanza sconosciuta. Pensai a quando venne a dormire da me. E ripensai alla prima volta che lo vidi. Gli afferrai la mano saldamente, adesso mi sentivo protetta in una strada oscura priva di persone. Salimmo in macchina e lui chiuse tutte le portiere, come se non potessi scappare. Le cose erano due: o era diventato un maniaco sessuale o voleva parlare. Speravo proprio fosse la prima, perché non avrei saputo che dirgli se avessimo iniziato a parlare. “Liam, c-cosa vuoi?” “Parlare.” Perfetto. Almeno ero sicura che quello che aveva fatto con me poco prima non era per scopi propri ma per scopi di entrambi. Ma di cosa avrà voluto parlare? La sbornia era già finita? “Di cosa?” “Di noi.” “Non so che dire.” Era la verità, non sapevo che dire. Volevo che iniziasse lui il discorso così magari mi sarebbe venuta qualche parola da spiccicare di bocca. “Non lo so nemmeno io ma voglio parlare di noi. Allison, mi sei mancata così tanto. Non sono più riuscito ad avere una relazione con nessun’altra. Non sono riuscito a dimenticarti. Lo so, sono stato un idiota ad aver lasciato che finisse tutto, lo so. Ti amavo veramente, solo che non me ne sono mai accorto. Adesso te lo dico, Allison. Io ti amo. Amo ogni singola cosa di te: i tuoi bellissimi occhi verdi, i tuoi capelli così morbidi, la tua bocca così perfetta, le tue gambe e il tuo modo di fare, di comportarti. Non riesco a trovare nemmeno un difetto in te, io ti amo.” “Visto che sapevi cosa dire.” Sorrisi e distolsi lo sguardo dai suoi occhi e fissai fuori dal vetro della macchina. Ero rimasta senza parole. Abbassai la testa e pian piano mi girai verso di lui che nel frattempo si era sistemato con una mano sopra il volante e una in tasca e fissava il vuoto. Mi avvicinai e gli presi il viso portandolo vicinissimo al mio: i nostri nasi si sfiorarono e lì sussurrai quattro semplici parole che avevo paura di dire. “Anche io ti amo.” Lo baciai così appassionatamente che mi vennero i brividi. Appoggiò le sue mani sul mio bacino e io mi alzai in ginocchio sul sedile. Quando ci staccammo ci sorridemmo e lui mise in moto la macchina e io mandai un messaggio a Bridget per dirle che non sarei rientrata quella sera. Come se lui avesse già capito non svoltò nella via in cui abitavo, ma andò a dritto verso casa sua. Salimmo fino al terzo piano ed entrammo. “Che bella casa, ma quando…” Mi fece voltare verso di lui e mi baciò. “Non ci avevo mai portato nessuna.” Andammo in camera sua e mi lanciò una sua maglietta che avrei utilizzato come pigiama. Aveva il suo odore. Ci distendemmo sul letto e iniziammo a parlare abbracciati; io tutta rannicchiata sotto il suo braccio mentre lui era a pancia in su con una mano sopra il petto e con l’altra stringeva la mia. Non facemmo niente, restammo semplicemente lì a parlare insieme finché non ci addormentammo. Volevo stare con lui, lo volevo più di ogni altra cosa. Volevo vivere con lui tutta la mia vita: volevo avere una bella casa con lui, dei bei bambini, un bel cane, una bella vita. Perché se ero con lui, ero felice e nessuno poteva impedirmelo. Erano quei momenti che mi facevano sentire protetta.
  
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