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Autore: aduial    16/06/2014    9 recensioni
"Sembra quasi che quei ricordi felici, ora abbiano un sapore tutto nuovo. Non li aveva vissuti così quella volta, li aveva dati quasi per scontati, sicuro che ce ne sarebbero stati altri. Ora, solo vedendo tutto ciò che ognuno di loro aveva perso in quella guerra, riusciva a capire quanto fossero preziosi".
Breve storia di ricordi su un campo da Quidditch.
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Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Nickname su EFP: aduial
Titolo della storia: La felicità delle piccole cose
Pacchetto scelto: 5 (felicità)
Rating: verde
Contesto: Appena alla fine della II Guerra Magica
Genere: Introspettivo
Note/avvertimenti: Nessuno
Note dell'Autore: So che all’inizio non sembra molto felice come storia, anche se ho scelto il pacchetto “felicità”, ma ho cercato di far passare il concetto che la vera felicità, quella che ha trovato Ron, si trova nelle piccole cose di ogni giorno. Per esprimere la crescita del personaggio, ho deciso di usare i ricordi, quelli delle cose più semplici, che però hanno portato allegria e felicità nella sua vita. Spero che ti piaccia!
 
La felicità delle piccole cose
 
Hogwarts è distrutta. La battaglia è finalmente finita. Non riesce ancora a crederci, hanno vinto.
Ma Fred è morto e con lui molti altri. Troppi. Lacrime amare gli rigano il volto davanti alla devastazione del luogo che per lui è stato come una seconda casa. Macerie. Ecco cos’è rimasto. Macerie e cadaveri.
Si allontana dal castello. Non sa dove sta andando, segue semplicemente la strada che gli indica il cuore. E il cuore lo porta davanti a uno dei luoghi che più ha temuto e amato nella sua carriera scolastica: il campo di Quidditch.
Incapace di trattenersi entra e si pone esattamente nel centro della distesa erbosa, chiudendo gli occhi e immaginandolo com’era una volta. L’erba brillante e morbida sotto le suole dei giocatori pronti a levarsi in volo, i pali con gli anelli che svettavano alti, stagliandosi fieri nel cielo limpido, la moltitudine di studenti che invadeva le scalinate, inneggiando alla loro squadra. Era così giovane allora. Ingenuo e inesperto credeva che la vita fosse quella che si svolgeva tra le quattro pareti di casa sua o dentro le mura di Hogwarts. A quel tempo non conosceva veramente il male. Ma forse non conosceva nemmeno la vera felicità. Non sapeva quanto la gioia potesse essere profonda e totale. Era come vivere nella bambagia, dove venivano attutite sia le emozioni negative che quelle positive.
Riapre gli occhi e il campo si presenta com’è in realtà: una distesa d’erba bruciata della cui magnificenza non resta che un vago ricordo. Esattamente davanti a sé c’è la tribuna d’onore, quella dove di solito sedevano i professori. Proprio lì il primo anno Hermione aveva dato fuoco al mantello di Piton. A quel ricordo si ritrova, suo malgrado, a sorridere.
«Ron» una voce lo chiama dietro di lui. Hermione. Si volta e la vede, sporca, con i capelli arruffati e i vestiti laceri. Perfetta. O almeno, perfetta per lui.
«Che fai qua?» gli chiede la ragazza.
«Ti ricordi quella volta che hai dato fuoco al mantello di Piton?» la ragazza lo guarda spaesata. Non capisce.
«Sicuro di stare bene?»
«No, ora no. Ma starò bene di nuovo e sai perché? Perché i momenti brutti passano. E se non ci fosse il dolore, come potremmo godere fino in fondo della gioia? Noi abbiamo provato il dolore sulla nostra pelle, un dolore indicibile. Ma proprio per questo la nostra felicità sarà più grande»
La ragazza lo guarda stupita. Non si sarebbe mai aspettata parole simili da Ron. Parole profonde, mature. Parole da uomo.
«E tu, ti ricordi al secondo anno la caduta di Malfoy mentre tentava di soffiare il boccino ad Harry?» sdrammatizza lei.
Ron sorride: «Impossibile da dimenticare! A momenti ci lasciava i gioielli di famiglia!»
«Ronald! Non essere così scurrile!»
«E, in quella stessa partita, Dobby ha incantato il bolide perché seguisse Harry e Allock gli ha fatto sparire tutte le ossa del braccio»
Senza quasi rendersene conto, anche Hermione si ritrova a sorridere: «E al terzo anno è proprio qui che Sirius è apparso per la prima volta» continua, ormai presa dal flusso dei ricordi.
Ron le cinge le spalle con un braccio: «Al quarto anno ti ricordi come l’avevano conciato per la terza prova del Torneo Tremaghi?»
«E come dimenticarlo? Sei stato insopportabile per una settimana. Sembravi quasi più preoccupato per il campo che per Harry …»
«Adesso non esagerare! Ero davvero preoccupato per Harry!»
«E quella volta che George ha lanciato un bolide a quella rospa della Umbrige?» chiede Hermione, ormai incapace di trattenere le risate.
Sembra quasi che quei ricordi felici, ora abbiano un sapore tutto nuovo. Non li aveva vissuti così quella volta, li aveva dati quasi per scontati, sicuro che ce ne sarebbero stati altri. Ora, solo vedendo tutto ciò che ognuno di loro aveva perso in quella guerra, riusciva a capire quanto fossero preziosi. Lo avevano sostenuto nella ricerca degli Horcrux, gli avevano dato la forza di andare avanti. Perché Harry era il Prescelto, Hermione era la mente e lui? Cosa lo aveva spinto a continuare, se non i ricordi felici? Tutte quelle piccole gioie che aveva provato anno dopo anno. Aveva lottato perché le persone che amava potessero vivere ancora la felicità delle piccole cose di ogni giorno.
«Già, una scena grandiosa. E poi, l’anno dopo, sono diventato portiere. Ti ricordi la figuraccia di McLaggen?» commenta il ragazzo, contorcendosi dalle risate.
Hermione arrossisce e comincia a balbettare: «S-sì, davvero, esilarante …»
Ron non si accorge del momentaneo imbarazzo della compagna, troppo preso ad asciugarsi le lacrime di allegria e dolore che prepotenti gli sbucano dagli occhi: «Sai Hermione, quando abbiamo vinto la coppa, quando i Grifondoro cantavano Perché Weasley è il nostro re ero davvero felice»
«Lo hai detto tu stesso, lo sarai ancora»
«Se tu sei con me, lo sarò sempre»
La ragazza si alza in punta di piedi, per avvicinarsi a quel viso che negli anni ha imparato ad amare: «Allora preparati ad affrontare lunghi anni di felicità insieme a me» gli soffia a un centimetro dalle labbra».
E Ron sorride, sorride sulla bocca di quella ragazza che gli ha preso il cuore e si sente improvvisamente più leggero. Forse le sue cicatrici hanno cominciato a guarire, il suo dolore a scemare. Forse quegli anni di felicità che lei gli ha promesso, sono già iniziati.
   
 
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