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Autore: Lilith_and_Adam    16/06/2014    1 recensioni
[SOSPESA]
"Perché ogni uomo ha cercato, dall’inizio dei tempi, l’amore e l’onore, ma nessuno di loro è stato mai disposto a pagare il prezzo che ne scaturiva. Senza l’odio non riuscivano a trovare l’amore, senza la guerra non trovavano la pace, senza il tradimento non trovavano l’onore che bramavano sempre. Fu allora che decidesti che una messaggera dovesse essere spedita sulla terra, così creasti una donna, Kaguya, con un sogno di pace e amore, che considerammo a tutti gli effetti nostra figlia e messaggera sul mondo degli uomini " Dal capitolo 14
Ecco cosa accadrebbe se aggiungessimo un personaggio alla normale storia di Naruto. Sarà un personaggio buono o cattivo? Quali saranno i risvolti della storia?
Buona lettura!
Dal 14° capitolo potrebbero esserci spoiler, in effetti, non ho idea di dove sia arrivata la serializzazione italiana, quindi mi attengo all'originale.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Nuovo Personaggio, Orochimaru, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 1: Colui che mi ha creata

 

Sono sveglia. C’è una luce che mi fissa. No. Sono occhi. Gli occhi di un uomo, mio padre.
La stanza è fredda e anche il mio giaciglio, è tutto freddo qui, sterile e vuoto.
Perché sto piangendo? Per il freddo? Non so, ma quegli occhi mi calmano, mi perdo in quell’oro brillante e nel suo pallido viso.
<< Benvenuta. >> La sua voce è così calma quasi felice. La prima parola che odo. Queste sensazioni, tutte nuove, mi rendono felice e curiosa e spaventata allo stesso tempo. È questo il mondo? È così grande. Chissà cosa c’è oltre questo piano, oltre quell’uomo e quelle mura.
Non sono sveglia, sono viva.
Mi avvolge in qualcosa di morbido e caldo, poi mi abbraccia e mi solleva, che strano anche lui è freddo. Usciamo da quel mondo, chissà se rivedrò ancora quel posto, il luogo in cui sono nata. Caspita quanti ricordi e pensieri e sensazioni, ormai sono stanca, i miei occhi si chiudono da soli e mi riappare il buio, ma sono viva è questa la cosa più importante. 

<< Izanami, svegliati. >> mi ha ordinato così e io obbedisco.
È passato tanto tempo dalla mia nascita, credo che si dica “anno”, almeno così ho sentito dire a mio padre. Chissà quanti “anni” ha vissuto lui. Ho scoperto tante cose, come, ad esempio il suo nome, se ho capito bene si chiama “Orochimaru”, quando l’ho imparato non ho smesso di ripeterlo, chiamarlo mi faceva stare più vicina a lui. Oh, e io, io anche ho un nome, è Izanami, è il nome di una dea credo.
 
Che male! Sono caduta. E pensare che oggi è anche il mio compleanno, di sicuro mi sgriderà non avrei dovuto correre per tutto il corridoio, ma voglio vederlo subito, il prima possibile, devo chiedergli una cosa importante. Eccola, la porta del laboratorio, lì non devo fare casino o mi sgriderà ancora.
<< Padre, posso entrare? >>
<< Si, se proprio devi. >> Sempre freddo.
<< Devo chiederti una cosa. >> Lui è in silenzio immerso nel suo lavoro, non parla così io continuo. << Volevo chiederti cos’è una madre. >> Si blocca. << Dove hai sentito questa parola? >>
<< Bhè, prima l’ho sentita dire a Kabuto. >>
<< Capisco. Sapevo che prima o poi questo argomento sarebbe saltato fuori. Una madre è la persona da cui nasci. >>
<< Oh, e la mia chi è? >>
<< Tu non hai una madre, Izanami. >>
<< Perché? >>
<< Perché no, ora va via. >>
<< M-ma io voglio saperlo, ti prego. >>
<< E va bene, seguimi. >>
Usciamo e attraversiamo tutto il corridoio, ancora ho dolore alla gamba per la caduta di prima, ma ora sono altre le mie priorità, devo sapere. Lui apre una porta, non credo di essere mai stata in questa stanza. Invece si, ora ricordo. È la stanza dove è iniziato tutto, il primo mondo che ho visto.
<< Guarda. >> Davanti a me si erge una grande colonna di vetro, è piena di un liquido verdastro strano e viscido, intorno è pieno di tubi e aggeggi di ogni tipo, cosa dovrei guardare? Cosa centra con la mia domanda?
<< Questa è quella che si potrebbe definire tua madre. Non sei nata come tutti gli altri, io ti ho creata. Questo è quanto. Ora và. >>
<< Perché? >>
<< Perché mi servi, ecco perché. Un oggetto si costruisce solo se è utile, le cose inutili non hanno ragione di esistere. Tu sei solo uno degli stadi della mia ricerca. >>
Lui esce dalla stanza, ma io resto fissa a guardare quella colonna. Creata. Come si fa a creare qualcosa? 

   
 
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