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Autore: Gemad    16/06/2014    1 recensioni
-Oh Harry! Io e Draco ci siamo chiariti ed ora siamo solo amici- disse Pansy -Sai stavo pensando che voi due potreste essere grandi amici-. -Cosa? Io e Malfoy.... Amici! Tu sei matta Pansy- disse Harry dandole un pugnetto sulla spalla.
Genere: Avventura, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Harry/Pansy, Ron/Hermione
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 23: La talpa


Nei giorni seguenti, Harry riusciva a vivere la vita come quella di un tempo, era riuscito a trovare quella pace che non vedeva da molto tempo. Riusciva a vedere gli amici, riusciva a frequentare le lezioni a fare i suoi compiti, e copiarne la metà da Hermione.
Però sentiva che c’era qualcosa che non andava in lui, come se gli mancasse qualcosa. A volte si trovava a passeggiare nei corridoi e si soffermava molte volte sulla nuova parete dove un tempo vi compariva la Stanza delle Necessità. Però poi si auto-convinceva che era solo la sua immaginazione. Era ormai il 15 Gennaio, ed Harry si ritrovò nell’aula di Difesa Contro le Arti Oscure, ed il professor Lupin stava introducendo l’argomento sulle Salamandre. Harry e Ron erano seduti nello stesso banco a metà fila.
Harry gli parlò di quello strano vuoto che si sentiva all’interno -Capisci Ron?- parlò lui a sottovoce -Non riesco a spiegarmi il perché. Ci ho provato molte volte, ma alla fine riesco a trovare una scusa per andarmene-. 
-E questo problema ti viene quando sei solo?- chiese il rosso.
-Si, esatto- gli rispose Harry speranzoso che l’amico gli possa trovare una spiegazione logica all’argomento. 
-Bè- incominciò Ron pensandoci sopra -Se ci pensi quando sei solo, rimani sempre in compagnia- disse lui facendone una specie di battuta. 
-Idiota!- rispose Harry amichevolmente.
Ma subito i due dovettero riprendere attenzione alla lezione visto che il professor Lupin gli richiamò -Perché non fatte sapere alla classe quello che stavate farfugliando alla mia ora?- chiese lui. 
-Ehm, è meglio di no- disse Ron. 
-Perché no, Ron?-, Ron ovviamente non sapeva trovare una risposta e bofonchiò qualche parola a caso ed incomprensibile. 
-Ho un idea!- disse Lupin divertito -Vieni qui Ron-, anche se il Wesley ebbe un po’ di incertezza si avvicinò alla cattedra e Lupin gli chiese di estrarre una Salamandra.
Tutti diventarono altamente curiosi, Ron cercò di girarsi per cercare qualche consiglio su come estrarla, ma Lupin lo fece subito girare. Fortunatamente quelle erano piccole Salamandre imbottigliate, potevano sembrare innocue dietro un vetro, pensò Harry, ma prenderle in mano era tutta un’altra cosa. Così Ron aprì il tappo del contenitore guardò il professor Lupin che lo incitò a prenderla.
Purtroppo la Salamandra, quando si trovò sul palmo della mano di Ron, si mise a sputare fuoco, le cui fiamme si appoggiarono, ed incominciarono, a propagarsi nei vestiti del fondoschiena di Ron.
-Aaaaaaaaah!- urlava Ron -Spegnetele! Spegnetele! Mi sto bruciando il sedere!-.
Lupin imbottigliò nuovamente la Salamandra e pronunciando con lieve movimento di bacchetta -Aguamenti!- gettò l’acqua sui pantaloni di Ron spegnendo del tutto le fiamme. Tutta la classe stava morendo dal ridere, persino Harry non riusciva a trattenere le risate e le lacrime quasi.
-Ecco cosa succede se non prendi la Salamandra per la coda Ron- disse Lupin. 
-Mi spiega come facevo a sapere come afferrarla?- gli chiese in leggero tono di protesta. 
-Questo l’avresti saputo se tu ed Harry avreste ascoltato le mie ultime parole invece di chiaccherare chissà che cosa. Ora puoi tornare al tuo posto-.
Ron tornò al suo posto con parte dei pantaloni leggermente carbonizzati -Volevo vedere te al mio posto- disse lui rivolto ad Harry una volta seduto.


La lezione proseguì senza interruzioni, con ogni studente che prestava il massimo ascolto, o almeno faceva finta di farlo.
Alla fine della lezione Harry, Ron ed Hermione si stavano dirigendo con le loro borse verso l’uscita -Scusa Harry!- lo richiamò Lupin -Vorrei parlarti un momento-. 
-Ci vediamo dopo- disse Harry alla coppia -Cos’è che abbiamo?- chiese ancora lui. 
-Mi pare che abbiamo un ora buca- disse Hermione. 
-Va bene ci vediamo più tardi-.
Detto questo si avvicinò alla cattedra del professore, che subito lo invitò a sedersi, -Non preoccuparti Harry- lo rassicurò Lupin -Non sei nei guai.
Volevo solo chiederti perché ti sei messo a parlare con Ron alla mia ora di lezione; perché sei sempre attento alla mia ora, e volevo sapere se c’è qualcosa che ti turba-. 
-Ecco- disse Harry chiedendosi se poteva parlarne con il professore  -In effetti c’è qualcosa che mi turba-. 
-Guarda Harry, al di fuori della scuola, puoi chiedermi qualsiasi cosa, non spiffererei nulla!- disse lui, ed Harry sapeva che le sue parole erano gentili e sincere, come quelle di un bambino.
Così Harry spiegò nuovamente la situazione che gli si era posta da molto tempo. 
-Bè Harry- disse Lupin -Non so cosa sia questa cosa, anche perché non ti conosco abbastanza per poterti dare un giudizio-, Harry assunse una faccia un po’ delusa, ma che era consapevole che non sarebbe stato Lupin a potergli dare la risposta. 
-Però ti posso dare un consiglio- a questo punto Harry era tutto orecchi -Dovresti parlarne con una persona che ti conosca abbastanza bene e di cui ti fidi-.
-Ma ne ho già parlato con Ron-. 
-Si lo so, ma con una che abbia un po’ di, ecco….- stava cercando la parola giusta -Tatto!-. 
-Tatto?- chiese Harry. 
-Si tatto! Che sia un po’ più comprensiva, perché lo so che Ron ti avrà detto una battuta, o qualcosa di poco serio-. 
-E lei come lo sa?- chiese Harry. 
-Si è sentita quel tuo “Idiota” fino alla cattedra- rispose il professore -Cioccolato?- chiese lui offrendogliene una barretta, Harry ne prese un pezzo ringraziandolo. Subito dopo si congedò col professore per dirigersi nei corridoi del Castello.

Si mise a pensare alla persona che l’avrebbe capito più a fondo. ‘’Sinceramente potrei provare a parlarne con Hermione!’’ pensò ‘’Ma anche Draco e Blaise potrebbero aiutarmi’’. Così si mise alla ricerca di uno dei tre personaggi.
Uscì a cercare subito i due con cui si era salutato qualche minuto fa. Partì subito verso la Torre dei Grifondoro, e dopo aver pronunciato la parola d’ordine alla Signora Grassa entrò nella propria Sala Comune e vide che era popolato da molte persone del sesto e settimo anno, intente a studiare.
Così Harry si aggirò tra le persone chiedendo informazioni -Ron ed Hermione?- chiese Baston ad Harry. 
-Si proprio loro, li hai visti?-. 
-No, nessuno dei due, scusa Harry- e detto questo, tornò ad analizzare la sua mappa Astronomica.
Poi vide anche il fratello di Percy, -Scusa se ti disturbo- disse subito Harry -Ma ho bisogno di sapere se hai visto Ron-. 
-Mio fratello? L’ultima volta che l'ho visto era uscito dall’aula del professor Lupin insieme ad Hermione-. 
-E non sai dove sono andati?- chiese nuovamente Harry. 
-Ricordo che si stavano dirigendo verso i piani superiori- rispose il Caposcuola dei Grifondoro dopo aver assunto una espressione pensante. 
-Grazie Percy- disse Harry mettendosi a pensare “Allora, l’ultima volta che li ho visti stavano uscendo dalla classe” pensò “E Percy mi ha detto che si dirigevano verso i piani superiori”.
-Scusa Harry?- chiese una persona alle sue spalle interrompendo i pensieri del moro.
Harry si girò di scatto e vide Calì Patil, -Oh ciao!- disse Harry. 
-Stavi cercando Ron o Hermione?- chiese Calì. 
-Si sai dove sono?-. 
-Bè in un certo senso si- rispose lei. 
-Cioè “in un certo senso”?- chiese Harry. 
-Ecco, loro sono saliti in camera vostra ma-. 
-Fantastico, grazie Calì!- e si catapultò verso la camera con i cinque letti a baldacchino che ospitavano lui, Ron, Nevile, Dean e Seamus senza neanche notare che Calì lo stava richiamando. “E’ troppo importante” pensò lui, voleva togliersi questo fardello di dosso.
Quando però aprì la porta di scatto, capì perché Calì aveva tentato di fermarlo, visto che Ron ed Hermione erano avvinghiati tra di loro, baciandosi appassionatamente, sul letto di lui. I due come videro Harry si staccarono immediatamente, con le facce di tutti e tre terribilmente rosse, da una parte Harry che gli aveva interrotti in un momento abbastanza intimo, e dall’altra parte Ron ed Hermione per essere stati visti dal loro amico.
-Harry!- disse Hermione tentando di risistemarsi i suoi capelli tanto spettinati che sembravano una spazzola “Evidentemente ci stavano dando dentro” pensò Harry.
-Ehm scusate, avrei dovuto bussare!- disse Harry aggiungendo -T-tornate a quello c-che stavate facendo!- detto questo chiuse la porta e scendendo nella Sala Comune, e vide per la seconda volta la figura di Calì che disse appena vide il ragazzo -Te l’ho avevo detto! La prossima volta cerca di ascoltare Harry-. 
-Ehm si scusa- rispose Harry ancora più rosso per l’imbarazzo e uscendo dal buco del ritratto decise che questa volta era meglio andare da Draco o da Blaise, ma possibilmente trovarli tutti e due insieme.
Solo che non poteva entrare nella Sala Comune di Serpeverde e chiedere a tutti informazioni come se nulla fosse. Così decise di prendere la Mappa del Malandrino e notò che Silente era nel suo studio, che Piton stava facendo lezione, visto che nell’aula di Pozioni c’erano tanti nomi accavallati fra loro, poi c’era la Biblioteca mezza-vuota, Hagrid nella sua capanna, Neville con Pucey alla Torre di Divinazione, mentre Angelina era, “Un momento” pensò subito Harry, Neville con Adrian Pucey? Era abbastanza insolito. Ma per sicurezza meglio andare a vedere. 


Così gli bastò attraversare tutto il settimo piano, ma poi vide con orrore la figura di Neville a terra sanguinante e priva di sensi. Harry si gettò subito addosso all’amico cercando di scuoterlo per svegliarlo -Neville! Neville!- stava urlando lui urlandogli in faccia -Diamine!- pensò lui, così gli tastò il polso, e per fortuna il cuore batteva ancora, così cercò ancora di svegliarlo.
-Vuoi svegliarti Neville accidenti!- disse schiaffeggiandolo leggermente, e finalmente aprì gli occhi. 
-H-Harry?-. 
-Finalmente- disse Harry sollevato -Ti porto in infermeria- disse prendendolo in spalla aiutandolo a rialzarsi.
-Chi è stato Neville? Chi ti ha fatto questo?-. 
Neville cercò di ricordarsi -Ricordo che stavo cercando di uscire dalla Torre di Astronomia, ma poi Pucey mi ha portato qui-. 
-Pucey?- chiese Harry esterrefatto, tanto da mollare Neville e facendolo cadere a terra.
-Scusami Neville! Scusa, scusa! Non l’ho fatto apposta!-. 
-Ti credo nella parola- disse Neville leggermente dolorante. 
-Ma perché?- chiese Harry -Perché doveva farti questo?-. 
-Oh santo cielo, lui voleva una ciocca dei miei capelli!-. 
-Cosa?-. 
-Una ciocca dei miei capelli Harry!-. 
-Perché un Serpeverde vorrebbe una ciocca di capelli di un Grifondoro-. 
-Non ti ricorda qualcosa? Ricorrente all’inverno-. 
-La Pozione Polisucco!-. 
-Esatto!-. 
-Lui vuole qualcosa di noi Grifondoro, mi ha anche preso la bacchetta Harry-.
-Da quando è successo? Dieci, quindici minuti fa, ma prima doveva trovare la parola d’ordine, ma nei miei panni non avrebbe avuto difficoltà a trovarla, devi fermarlo Harry!-. 
-Prima devo portarti in infermeria Nev-. 
-Non preoccuparti, c’è l’ha faccio da solo- disse cercando di reggersi in piedi da solo, ma con risultati deprimenti. 
-Neville non c’è la fai!- disse Harry -Ora ti accompagno in infermeria da Madama Chips, e non è una richiesta, ma un ordine-. 
-Grazie Harry- disse lui. 
-Di cosa? Di aiutare a guarire un amico? Non devi ringraziarmi-.
Ci mise almeno mezz’ora, cercando anche di rispondere in fretta e di superare tutti gli studenti che si soffermavano davanti alla scena di Harry Potter che aiutava un malconcio Neville Paciock a camminare, in particolare cercava di togliersi di mezzo Colin Canon che non li mollava un secondo.
-Perché voleva trasformarsi in te?- chiese Harry. 
-Non lo so, credo che volesse rubare qualcosa-. 
-Eccoci arrivati- disse Harry quando vide la porta dell’infermeria.
Entrò e subito vide un’altra sfilza di domande della Chips, ma Harry disse di chiedere tutto a Neville e uscì correndo e prendendo subito la Mappa del Malandrino ed aver esclamato per la seconda volta in quella giornata -Giuro solennemente di non avere buone intenzioni!-.
Quello che vide era un orrore, perché il puntino di Adrian Pucey stava attraversando la Sala Comune indisturbato verso la sua camera, doveva sbrigarsi.


Effettuò una corsa degna di una Firebolt e raggiunse la sua Camera vuota e vide che c’era l’impensabile -Aiuto!- disse Harry in una nuvola di fumo -La camera va a fuoco! Va a fuoco!- disse Harry e subito tutti gli studenti più grandi di età che stavano nella Sala Comune salirono cercando di spegnere le fiamme.
Tentavano di tutto “Aguamenti”, “Glacius”, “Reducio”, “Freddafiamma”, “Finite Incantatem” stavano provando di tutto. Harry non sapeva che fare, non poteva dare una mano, era solo del terzo anno, e non sapeva gestire situazioni del genere, ma soprattutto all’interno c’erano tutte le sue cose!
-E’ un Fuoco Gubraithiano, chiamate gl’altri prefetti non potremmo spegnerlo, ma possiamo cercare di placare le fiamme. Intanto qualcuno chiami Silente!- esclamò Percy.
Harry non aveva idea di quello che aveva detto Percy, ma non riuscire a spegnere le fiamme e dover chiamare il professor Silente la cosa doveva essere estremamente grave.
“E’ stato Pucey! E’ stato lui!” pensò Harry, e si diresse subito a cercarlo dovunque fosse, ignorando le richieste di Ron, Seamus e Dean che chiedevano spiegazioni.
-Seguitemi!- disse loro. Così i quattro correvano con gl’ultimi tre che rincorrevano solo Harry.
Quest’ultimo prese la Mappa del Malandrino e vide che era nei Sotterranei. Appena arrivò lì, aveva intenzione di aggredirlo subito, ma vide che stava parlando con una persona “Pansy” pensò Harry.
-Harry mi spieghi perché miseriaccia- chiese Ron che venne subito interrotto dallo stesso Harry con un -Sssh!- si misero con le spalle al muro ascoltando la conversazione.
Si sentiva la voce di Pucey -Ho fatto tutto! Vedrai come si ritroveranno i Grifondoro!-. 
-Che vuoi dire?- chiese Pansy; non sentiva la sua voce da tempo. 
-Sto dicendo che quell’incantesimo di cui ho sentito parlare alla lezione di quel nanetto di Vitious, fa si che si possa appiccare un fuoco che non finisce mai! Te ne rendi conto?-. 
-Tu hai fatto cosa?- chiese nuovamente Pansy ancora più esterrefatta. 
-Lo appiccato nella stanza di Potter!-.
Harry vide le facce sconvolte degli amici, ma continuarono ad ascoltare, -Come hai fatto?-. 
-E’ stato semplice. Ho messo K.O. quello sfigato di Paciock, gli ho rubato una ciocca di capelli, e dopo di che ho eseguito una trasformazione trasformandomi in lui tramite una Pozione Polisucco-. 
-Per questo hai le sue sembianze?-. 
-Esatto!-. 
-Ti rendi conto che metti a rischio numerose vittime?- chiese Pansy urlando. 
-Sta calma! Sono solo Grifondoro traditori del loro sangue- disse lui ridendo. 
-Sono solo Grifondoro?!- chiese lei arrabbiata urlando di più -Prima di essere dei “Grifondori traditori del loro sangue”- disse imitando la voce di Pucey -SONO ESSERI UMANI CON LE LORO VITE!-. 
-Non mi piace il modo con cui mi stai parlando!- disse lui -Ti è chiaro che devi rispettarmi? Ho devo darti un’altra passata di schiaffi? EH?! ALLORA?!- si sentivano gli schiaffi che stava mollando sulle guance della ragazza-. 
Harry non riuscì a sopportare tutto questo, e si slanciò su di Pucey-Neville -Harry no!- cercarono di prenderlo senza successo Dean, Seamus e Ron, cercando di prenderlo per le braccia.
I pugni che stava mollando non erano molto difficili da mollare, visto che aveva tutte le sembianze di Neville, con tutto il rispetto per Neville ovviamente, pensò Harry. Pucey tentò di reagire, ma niente.
Gancio destro, gancio sinistro, testata, ancora gancio destro, calcio, calcio; Harry lo stava riempiendo di botte. Dopotutto Malfoy, aveva detto che senza bacchetta Pucey, non se l’ha cavava. Si continuava nella rissa, con Harry che era in netto vantaggio, e scaricava non solo la rabbia e la frustrazione di avergli incendiato la stanza, ma anche la rabbia per avergli portato via Pansy.
-Stronzo! Questo è quello che ti meriti!- stava dicendo continuamente Harry -Scarafaggio schifoso! Pezzo di merda!-, tentavano Ron, Dean e Seamus di tenerlo buono e di separarlo dal Serpeverde-Grifondoro che riceveva i colpi, ma lui non mollava neanche un secondo.
Alla scena assistevano tutti i Serpeverde, che ovviamente non capivano che quello era un loro coetaneo e che incitavano entrambi a combattere.
-Che-cosa-succede-qui?- chiese la voce di Severus Piton apparsa tra la folla; subito vi fu un silenzio totale ed Harry si staccò da Pucey terribilmente sanguinante, che assomigliava al Neville che aveva portato in infermeria.
-Bene bene! Potter e Paciock che si azzuffano!- disse prendendo i due per il colletto -Spiegami Potter!- Harry non sapeva da dove incominciare, ma quella che parlò era Pansy, -Non c’è ne bisogno-. 
-E perché mai signorina Parkinson?-. 
-H-Harry!- disse lei -Aveva un buon motivo per farlo-. 
-Spiegati meglio Parkinson!-.
Ma lei indicò la faccia di Neville, che cambiò forma, così come tutto il corpo, e trasformarsi in Pucey. Piton aveva il volto arrabbiato, e portò via Pucey ed Harry.
   
 
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