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Autore: DaisyBuch    16/06/2014    1 recensioni
Olivia, Yvonne e Jolene non si conoscevano, ognuna di loro aveva una storia diversa, un passato diverso. Eppure quella sera si erano trovate, ma erano rimaste coinvolte da una cassaforte. La vita delle tre ragazze sarà rovinata da un colpo troppo grosso, che le porterà ad un'avventura al di sopra delle loro aspettative.
Dal capitolo 7:
"-Per quanto tempo ancora continuerai a non guardarmi negli occhi?- le chiese Max.
Olivia dovette fare uno sforzo per rispondere e per guardarlo, quindi ci concesse un po’ di tempo prima di farlo e un grande respiro per l’autocontrollo. Avrebbe potuto rispondergli peggio, ma la ragione le ricordava che quella sera avrebbero avuto bisogno del suo aiuto.
-Fino a che non me ne andrò.- rispose Olivia. Finì in una sorsata il caffè e si alzò dalla tavola. Lui ovviamente non disse niente, non reagì. Lui non faceva mai niente."
Genere: Avventura, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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cap5

Non appena i genitori di Olivia se ne fossero andati, Jolene si era lasciata andare, oramai doveva dire tutto alle altre e dovevano cominciare a ragionare tutte insieme per risolvere quella situazione. Si sedette sul letto con lo sguardo fisso su un punto indefinito. La principessa d’Etiopia, sul serio? Non sembrava una collana del IV secolo, avrebbe dovuto accorgersene, no? Si fece coraggio e l’idea di lei cacciata dall’appartamento da Yvonne e Olivia e poi in prigione si fece più vivida. –Yvi! Olly! Venite un attimo.- le chiamò dall’altra stanza. Respirò profondamente e le vide arrivare una con i guanti da cucina e l’altra con lo spray per pulire le superfici, -sedetevi.- disse cautamente. Loro si scambiarono uno sguardo preoccupato e si sedettero.
-Devo dirvi una cosa, probabilmente mi caccerete dall’appartamento, però devo farlo.- non aveva il coraggio di guardarle negli occhi. Olivia le prese la mano, -Sai che non è così, dai racconta.- disse.
-Beh, avete presente quando eravamo sedute a tavola a guardare il telegiornale?- Loro annuirono.
-Hanno passato la notizia del furto della collana d’Etiopia, quella da seicentomila dollari..- loro continuavano a guardarla, Yvonne si mise le mani davanti alla bocca. –L’ho rubata io.- ammise con gli occhi rivolti verso il basso. Ci fu silenzio per una decina di secondi, poi Yvonne scattò in piedi –Oh mio dio Jail.- sembrava spaventata, -Oh mio dio Jail!- adesso la sua espressione era quasi divertita. Si alzò in piedi e la guardò dal basso verso l’alto, -Jolene, giovane studentessa di legge, ruba una collana da seicentomila dollari, oddio, avrei scommesso su Olivia ma mai su di te!- disse stupita.
 –Ehi!- la rimbeccò Olivia.
-Non è divertente, finirò in prigione, e ti ricordo che quella sera eri con me. Inoltre potrebbero anche rintracciare Olivia per i trentamila,- sospirò e stavano per uscirle le lacrime, -scusatemi, l’ho fatto senza pensarci.- riuscì a dire. Olivia continuò a massaggiarle le spalle, -Ehi Jail, riflettiamo, non ti abbattere subito, possiamo restituirla.- propose.
 –Si, così ci arrestano.- disse Yvonne, che stava passeggiando avanti e dietro per la stanza.
-Dunque, hanno scoperto il furto oggi, giusto? Noi siamo uscite l’ultima volta dalla suite ieri, e oltre al fatto che sono in ritardo di un giorno, il che è strano, potrebbe anche averla rubata qualcuno oggi.- ipotizzò Yvonne, sempre passeggiando avanti e indietro. Loro sembravano non capire.
-L’abbiamo rubata noi, ok, ma la colpa potrebbe ricadere anche su qualche cameriere, donna delle pulizie, e questa notte potrebbe aver portato nella stanza altre ragazze, non siamo per forza in cima alla lista.- ragionò Yvonne.
-E le telecamere? Se siamo le uniche registrate ad entrare ed uscire dall’hotel?- chiese Olivia.
-Tu non c’entri.- tagliò corto Jolene.
-Io sono entrata nella hall con voi, ho fatto da diversivo, e ci sono stata tutto il tempo in cui voi siete entrate. Non sono affatto esclusa.- ribattè Olivia.
-Già, le telecamere sono un problema.- ammise Yvonne. –Guarderanno tutti i video, e ci interrogheranno per forza perché siamo state nella suite.-  Tutte restarono in silenzio. Dopo qualche minuto, in cui tutte cercavano qualcosa che avrebbe aggiustato la situazione in qualche modo, l’unica idea venne in mente ad Olivia.
-Partiamo.- disse.
-Che?!- quasi gridarono all’unisono Jolene e Yvonne.
-Si, prima che ci interroghino e ci scoprano, partiamo.- ripetè con voce calma.
-Ma che cavolo dici Olly, così è peggio!- disse Yvonne.
-No,  andiamo a stare a Las Vegas, dove vive la mia famiglia, per l’estate.-
-Verrano a cercarci, è una collana da seicentomila dollari!- sottolineò Jolene.
- Se andranno a Las Vegas , sarà solo per vedere la collana al suo posto.- continuò Olivia.
-Nelle nostre valige?- ironizzò Yvonne.
-No, al suo posto, ma voi avete ascoltato il servizio? Il mausoleo a cui appartiene si trova a Las Vegas,- disse con il tono di chi sta spiegando qualcosa di ovvio e semplice, -lo rimettiamo al suo posto.- concluse.
Jolene ed Yvonne si guardarono allibite. –Ma..ma non è strano che ci abbiano visto nella suite, e poi a Las Vegas, nei pressi del mausoleo?- balbettò Yvonne.
-Basta che la collana sia lì, senza un graffio.- alzò gli occhi al cielo Olivia. Jolene ed Yvonne non erano molto sicure della riuscita del piano di Olivia stavolta, e per dirla tutta nemmeno Olivia era molto sicura, ma i suoi piani avevano sempre funzionato, e dovevano mettere le cose apposto.
-Facciamo le valige, allora!- sorrise Yvonne, che della situazione vedeva sempre il lato positivo. Era appena iniziata l’estate, la sessione estiva degli esami sarebbe iniziata tra un mese, e loro si concedevano una breve “vacanza” .
Fecero le valige in fretta e furia, dovevano arrivare il prima possibile. Come al solito Yvonne fu l’ultima, e quando le dissero che si sarebbe dovuta portare solo un trolley, impazzì e rifece da capo tutta la valigia.

Finalmente arrivarono all’aeroporto e presero il primo volo per Las Vegas.
-E i tuoi genitori?- chiese Jolene.
-Avevano detto che si fermavano in città per un po’, qualcosa riguardo gli affari di mio padre.- disse Olivia in fila per il check in.
-Ma andremo a stare dai tuoi, giusto?- chiese Yvonne, scocciata.
-La casa dei miei è fuori città.- annuì. –Tranquille, ho le chiavi,- rise. –Non c’è nemmeno bisogno che io gli dica che andiamo là.- alzò le spalle.
Il volo partì la sera tardi, e le tre dopo poco, si addormentarono, stanche ma incredule per quel viaggio inaspettato.
Arrivarono la mattina presto, fecero colazione all’aeroporto e preso subito un taxi, la casa dista mezz’ora di macchina, ed appena scesero si stupirono della casa dei genitori di Olivia, che essendo di modeste dimensioni era assolutamente diversa dalle altre, molto più classica e carina.
-Io non sarei mai scappata di casa, Olly!- ridacchiarono Yvonne e Jolene, metre posavano le valige nell’atrio, e si guardavano attorno quasi estasiate dalla semplicità e dal gusto con cui era arredata la casa.
-Portate le valige in camera mia!- urlò da fuori mente pagava il tassista, -la seconda porta a sinistra.-
Le due si diressero nella stanza di Olivia, che aveva un enorme letto matrimoniale, inoltre nella stanza c’erano molti libri e molte medaglie. Yvonne si sedette sul letto e si sentì sprofondare.
-Il materasso è ad acqua, vi da fastidio?- chiese Olivia nel momento esatto in cui Yvonne se n’era accorta.
Yvonne rise istericamente per un po’ ed invitò Jolene a provarlo. –Oh mio dio, è fantastico! Perché non ne abbiamo uno nel nostro appartamento?- disse saltando sul letto.
-Non vi divertite troppo,-sorrise Olivia,- sarà solo per pochi giorni, fino a che non restituiremo la collana.- Così spense tutto il divertimento di Yvonne, che si stava dirigendo verso la cucina per prendere un po’ da mangiare.
-Ehi Olly, ce li avete i… Aaah!- urlò Yvonne.  Jolene corse verso di lei dalla stanza accanto, ed Olivia scese di corsa le scale.
-Che c’è? Ci sono scarafaggi o ragni? No perché è molto comune qui!- disse Olivia preoccupata. Sapeva che Yvonne odiava gli scarafaggi.
-C’è un uomo nudo nella tua cucina!- urlò senza voce. Olivia e Jolene si guardarono allarmate e si diressero in cucina.

   
 
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