Anime & Manga > Lupin III
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Autore: Fujikofran    16/06/2014    1 recensioni
La storia è lo sviluppo, adrenalinico e da leggere tutto d'un fiato, della già edita su EFP "Episodio 0.0", ideata da Monicasuke e scritta da Fujkofran. La storia ora pubblicata è invece stata interamente scritta da Monicasuke, con parziale editing di Fujikofran. L'autrice ne ha autorizzato la pubblicazione.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aprì leggermente gli occhi, svegliato dalla luce del sole che filtrava dalla finestra. Si mise a sedere sul letto, sentendosi ancora intontito. Si alzò, indossò una vestaglia e si diresse in cucina per prepararsi del caffè forte, nero e, soprattutto, rigeneratore. Sbuffò appena vide il disordine che aveva lasciato e iniziò a raccogliere i vestiti che aveva lasciato a terra per poi passare alla bottiglia vuota di whisky e il posacenere stracolmo di mozziconi di sigarette, buttando il tutto nella spazzatura. Un'altra doccia. Andò a rivestirsi e si guardò allo specchio  annodandosi la cravatta    
- Oh mio Dio! Non mi sono mai fatto tanti tagli in vita mia, radendomi-  Esclamò stupito.
Prese la sua pistola, infilandola nella cintura sotto la giacca, dopo averla cercata a lungo, si conficcò il cappello in testa ed uscì di casa.
- Ciao, Jigen! Bella serata! Cos'è, hai fatto a botte con un barbiere stavolta? -  
- Ciao, Sonny! Falla finita! -   
- Tieni… non c'è bisogno che me lo dica tutte le volte quello che vuoi! -.  
Si versò il whisky.    
- Che ti prende, Sonny, ti sei forse offeso? - gli chiese notandone l'aria nervosa  
- A me lo chiedi? Tu, piuttosto! Si può sapere che diavolo hai combinato ieri sera? L'ho sentita stamattina per sapere come stava ed è scoppiata a piangere, e poi vieni qui a darmene la colpa! Ma che diavolo hai nella testa?-   
- Che? Non penserai mica che io... mi sia approfittato di lei! Cielo, Sonny, è una ragazzina! -       
- Tu, sei un ragazzino! Immaturo come un bambino!! Non so che diavolo è successo di preciso e non mi interessa, ma bada a come ti comporti con quella ragazza! Lei è una brava ragazza e non può certo pagare per il fatto che non ti fidi delle donne perché nella tua vita hai conosciuto solo sgualdrine! E poi, cerca di essere un po’ più socievole con la gente! -     
- Che cosa diavolo vuoi dire? -   
- Non ci vuole un genio per capirlo! Sei insopportabile, lunatico, scontroso, asociale e antipatico da morire! Non ti puoi permettere di trattare la gente a seconda di come ti dice il cervello, Damien! -          
- Non chiamarmi più così! Damien è morto, ormai. Non voglio avere più nulla a che fare con quel nome, col mio passato -    
- Sei patetico, come al solito. Il tuo passato te lo sei voluto tu, mio caro. Non ti ci portava nessuno a diventare un mafioso. Hai voluto tu immischiarti in guai più grossi di te, seguendo le orme di quel tizio… quel Joe di quadri, come lo chiamano! -   
- Io non sono un mafioso!!!! -   
- Ah, no? E come me li chiami tu, quelli che ci lavorano come... te! Cos'eri esattamente? Una "guardia del corpo" o meglio, un assassino? un gangster? -           
- Non ti permetto di giudicarmi! - disse versandosi altro whisky.                
- Lo vedi quello che sei? Non fai altro che bere quella roba! Credi che il tuo "fedele" bourbon ti aiuti a dimenticare il tuo passato? Ma ti rendi conto che stai scappando da te stesso? No, mio caro... Non ti servirà a nulla! Non ti toglierà dalla testa le tue numerose "delusioni d'amore", e di certo, non cancellerà quelle cicatrici sul volto e sul corpo! Credi che io abbia rimosso i miei, di ricordi? Lo sai cos'ho provato quando ti ho visto? Per come ti avevano massacrato? Dio, Jigen… Eri ridotto così male che... -  fece una pausa e Jigen rimase ad osservarlo, mentre i suoi occhi divennero improvvisamente lucidi.         
- Non si sapeva neanche se saresti riuscito a campare! Quelli non sono esseri umani... Neanche le bestie farebbero mai una cosa così orrenda! -    
- Non c'è bisogno che tu mi rinfreschi la memoria!- disse Jigen con un filo di voce, voltandosi.
Sonny sospirò. Sapeva di aver toccato un tasto doloroso e se ne rese conto. Si rese anche conto che non aveva superato ancora quella situazione, troppo vivida ancora nella sua mente. Eppure doveva farlo reagire, doveva scuoterlo.   
- Jigen, mi dispiace... Lo sai che per me sei come un figlio e per tale t'ho cresciuto, anche se non è stato affatto facile fare in modo che tu ti fidassi di me. Eri scontroso, diffidente, difficile...un vero ragazzaccio! Sei sempre stato un tipetto caparbio e orgoglioso fino all'osso, fin da piccolo! Ma io ho avuto sempre fiducia in te, t'ho sempre voluto bene, anche se spesso mi rinfacciavi il fatto che io non ero tuo padre! -   
- Mi dispiace, Sonny! Riconosco che non sono stato gran che riconoscente!-  
- Fa niente! Su, stasera offro io... -       
- Come sta? -             
- Cosa? -    
- Eva...che t'ha detto? -   
Sonny sorrise scuotendo il capo    
- Ma dì un po’, ti piace quella ragazza, vero? -            
- Uh? Cosa? Ehm... no, no… era così per sapere.... Non ci siamo lasciati benissimo e... -    
- Mi hai preso per scemo? Ti ho visto come la guardavi la prima sera che l'hai vista! Eri letteralmente imbambolato, non le hai staccato gli occhi di dosso neanche per un secondo! -    
- E va bene! Un po’ si... è simpatica, si!... E anche carina, molto... -    
- Mi sa che anche tu le piaci! Sareste proprio una bella coppia!Si! -   
- Ma… ma che dici?-   
- Oh, Jigen! Un uomo ha bisogno di una donna accanto, e non per un'esigenza fisica! Cerca di lasciarti andare per una volta... non essere il solito musone scontroso! -   
- E' una ragazzina, diamine! Deve avere si e no... quindici, sedici anni! Andiamo, Sonny, io ne ho trenta compiuti. Cosa dovrei farle, da baby-sitter? - 
L'uomo si mise a ridere divertito             
- Cosa ti prende, adesso? -    
- Eva non è una ragazzina di quindici anni, ne ha ben ventitre, tonto! Ti sei fatto fregare dalle apparenze!-   
 - Bah... O quindici o ventitre… credi che una ragazza come lei possa mettersi con un tipo come me? Ma mi hai guardato bene? Ho sempre messo paura alla gente, io! -            
- Si... Mi ricordo di quella tipa che ha detto ai suoi bambini che tu eri l'uomo nero!ahahahahha! -      
- Si... prendimi in giro, bravo! -     
- Se sorridessi, una volta tanto invece di tenere quel tuo perenne broncio, non saresti così inquietante, Jigen. E poi, lei non ti vede come "l'uomo nero", eh! -        
- Tu, dici? -     
- Certo! Ma non vedi come ti guarda? Le si illuminano gli occhi quando entri qui dentro e, quando non ci sei, non fa altro che guardare di continuo la porta nella speranza di vederti entrare! Tu le piaci, figliolo, eccome! Sii un po’ più sciolto, elastico... meno diffidente, ecco!-
Eva serviva la gente al K-Bar come di consuetudine, mentre Sonny faceva rifornimento di bevande di vario genere, sostituendo le bottiglie vuote.   
- Ciao, bambola! -   
- Buonasera, signore! Cosa desidera -    
- Se vieni a fare un giro con me, te lo faccio vedere cosa desidero, tesoro!!! -     
- Scusi ma sto lavorando-   
- Puoi sempre fare una pausa, no? Allora, vieni o devo trascinarti fuori io? Ho voglia di sfogarmi, stasera! -    
- Mi lasci in pace o chiamo qualcuno! Se ne vada...e subito!-     
- Ho capito! Devo fare tutto io! –
Il tizio l'afferrò per un braccio iniziando ad allungare le mani su di lei.   
- Mi lasci subito! Aiuto! -   
- Avanti... Non fare la preziosa! -    
- La signorina ti ha gentilmente detto di lasciarla andare! Sei sordo, per caso? Toglile le mani di dosso... e subito, se non vuoi finire nei guai -   
- Jigen! - 
Eva riuscì a liberarsi.  
- Da dove sei sbucato fuori, damerino? Ti conviene farti gli affari tuoi se non vuoi che ti rovini il tuo bel vestito! -   si accese impassibile una sigaretta  
- Allora, te ne vai da solo o devo buttarti fuori io a calci? -    
- Perche non ci provi? -   
- L'hai voluto tu… - disse avvicinandosi lentamente al tizio con la sua solita aria pacata.
Con uno scatto gli afferrò il braccio bloccandoglielo da dietro.     
-Chiedile scusa o te lo spezzo!-                    
- AHH... Lasciami...Sei pazzo, per caso?-   
- Non fidarti mai dalle apparenze, Il damerino qui presente se si innervosisce diventa parecchio cattivo! Allora? -     - N..no.. Ahi... Va bene!... Scusami... non volevo essere... s.. scortese! Lasciami adesso!-       
- Uh! Così va meglio! -     
lo trascinò fuori dal locale.     
- Non metterci più piede, qui dentro. Se ti becco di nuovo, giuro che non sarò di nuovo clemente!-    
- Tienitela stretta quella sgualdrinella! -  Jigen si avvicinò furioso, estrasse la pistola puntandogliela sotto il mento    
- Sta attento a come parli, amico! Ti avverto che la mia pazienza sta per esaurirsi e se provi ancora a fiatare, giuro che ti faccio saltare quella brutta testa di cazzo che ti ritrovi! Mi hai capito bene?- 
- S... si... si ho capito... sta calmo, amico... stavo scherzando-              
- Sparisci!-   
Ovviamente, il tizio non se lo fece ripetere e si allontanò di corsa.      
- Grazie!-       
- Uh? Oh, e di che? Era il minimo che potessi fare!-   
- Ma tu giri sempre armato? Cosa sei, una specie di buttafuori?-   
- Una specie! Senti, Eva... volevo scusarmi per l'altra notte, non mi sono comportato molto bene, ecco!-   
- Scusato! Posso offrirtelo, un bourbon? -  
- Cosa? No…Non potrei mai accettare... Non è da gentiluomini farsi offrire da bere da una donna! Semmai, sono io che dovrei offrirti qualcosa...magari una cena? Sempre se ti va-               
- Si!-   
- in fondo, sono sempre uno sconosciuto e… -        
- Ho detto di si!-    
-Hai detto... di...che?-       
- Si, ho detto di si!-   
Sorrise imbarazzato.                                  
- Perfetto! Allora facciamo stasera, che ne dici? -    
- Per me, va bene!-    
- Alle otto? Vengo a prenderti qui staser alle otto?- 
Eva sorrise nel vederlo stranamente impacciato.        
- Si, ok… Qui alle otto!-        
-A stasera, allora!-      
- A stasera! -       
Jigen uscì dal locale fischiettando con le mani in tasca.     
- Eh? Che cosa ti è successo?- disse Sonny incrociandolo stupito.        
- Perchè? Che ci vedi?-        
- Beh! Non ti ho mai visto fischiettare in vita mia! Ti senti bene?-              
-E certo, amico che mi sento bene! Non sono mai stato meglio in vita mia, amico! Ti saluto, Sonny! -   
Sonny entrò nel locale 
- Ma cosa gli hai dato da bere?-             
- Niente! -     
- Cosa? Non dirmi che non ha toccato un goccio! Nooo, non ci credo! -   
- E' così! Ah, senti: stasera ho un impegnuccio e non ci sarò! Cioè, ci sarò, ma non per lavorare-                 - Ma che vi piglia a tutti e due?-             
- Mi ha invitato a cena! -          
- Chi -        
- Lui! -        
- Lui, chi?-                          
 - Jigen! -                           
- Che? Lui? Sei sicura? -     
- Siii!- 
Non riuscì a pensare ad altro per tutto il giorno. Si sentiva felice, euforico, vivo. Quella ragazza risvegliò in lui qualcosa che da tempo non provava più e per di più, iniziò a pensare che le donne non erano tutte uguali. Era stato tradito in passato, ingannato più volte da donne senza scrupoli, tanto da arrivare alla conclusione che le donne erano totalmente incapaci di provare sentimenti. Ma lei era diversa, non era come le altre; perlomeno, non come quelle che lui ebbe la sfortuna di incontrare. Il suo sorriso genuino e timido, quell'aria da fanciulla innocente non aveva niente a che fare con Sophie Yeux, una sua ex. Diede un'ultima aggiustata alla cravatta e si guardò allo specchio mettendosi il cappello. Si guardò ancora per qualche istante per vedere se niente fosse fuori posto e riposizionò più volte il cappello, storcendo il naso.   
- Bah!- disse lanciandolo poi sul divano, buttò indietro il ciuffo e uscì. Decise di prendere la moto, era un bel po’ che non la usava e quella gli sembrò una buona occasione. Per sua scelta, non possedeva un'auto, non le erano mai piaciute. Posteggiò la sua Harley-Davidson davanti al locale ed entrò, puntualissimo come un orologio svizzero. Sonny gli si avvicino ridendo. 
- E allora? Che diavolo hai da ridere tanto, tu? -   
- Niente, niente!... Certo che per lasciare a casa il tuo amatissimo cappello devi essere proprio "andato", amico!-        - E falla finita! Piuttosto dammi.... dammi un... caffè, nero, forte e... amaro! -   
- Dio mio! Non sapevo che l'amore facesse certi effetti!-     
- Ma finiscila! Ma quanto ci mette Eva? Ma è mai possibile che le donne non sappiano cos'è la puntualità? -      - Sei cotto, ammettilo!-  
-Ma va’ al diavolo! E che non mi è mai piaciuto aspettare, tutto qui!-         
- Si, Si… -  
Improvvisamente si aprì la porta.      
- Buonasera, amici! Ehi, ma di chi è quella meraviglia posteggiata fuori? -                    
- Ci..Ciao... -  balbettò rimanendo ad ammirare la ragazza, che indossava un delizioso abitino frusciante rosso ed un paio di sandali neri dai tacchi a spillo vertiginosamente alti, che risaltavano le sue gambe affusolate e la sua esile figura.      
- Buonasera, Eva. Sei meravigliosa! -      
- Grazie!- rispose arrossendo.    
- Jigen? Ci sei? Ehi! Svegliati!- lo richiamò Sonny, si voltò di scatto.  
- Che c'è?-            
- Non sei venuto a piedi, no? -    
- Si…Cioè, no! -   
- E' completamente andato in tilt… - lo prese in giro Sonny portandosi una mano sugli occhi.          
- Come farai a salire sulla moto?-           
- Cosa? Non dirmi che quel gioiello è tuo!-   
-Non ho l'aria di un motociclista, vero? -   
- No... proprio no!!.. Ti facevo più un tipo da auto stile berlina o cose del genere! Un motociclista in giacca e cravatta ancora non l'avevo visto!-  disse lei ridendo  
- C'è sempre una prima volta, no? Vogliamo andare? -   
- Ok! -  si diressero verso l'uscita, sonny lo richiamò.  
- Jigen!-    
- Che vuoi ancora?-   
- Il caffè? -    
- Bevilo tu… offro io! -   disse uscendo 
- Lo avesse pagato almeno! Mah! -.   
Jigen mise in moto la Harley  
- E' meravigliosa! Adoro le Kustom! -   
-Riesci a salirci? Con quel vestito corto… -   
- Che fai, il geloso? -    
- No, no...... E'… ehm.. per te!...Comunque, complimenti: sei molto carina! -    
- Anche tu! Cioè, voglio dire... senza cappello!-  
Montò dietro e si strinse a lui  
- Pronta? Tieniti forte, piccola! -
 Posteggiò, scese ed aiutò Eva a scendere, non perchè ne avesse bisogno ma perchè gli andava di farlo. Le porse il suo braccio e si avviarono entrando in un ristorantino sul lungomare con tanto di musica Jazz dal vivo.       - Wow, che bello!- esclamò lei guardandosi intorno.    
- Ti piace?-    
- Si, molto! -   
- Devi essere un tipo romantico, tu... anche se non ne hai l'aria. -      
- Io sono molte cose anche se non ne ho l'aria, come dici tu! Eh si, dietro quest'aspetto da... come ha detto Sonny? Ah… scorbuticone arcigno, si cela anche un lato romantico! -      
- Ho la netta sensazione che tu sei un tipo dalle mille risorse... specialmente se devi conquistare una donna! -     - Diciamo che sono un tipo.... sorprendentemente sorprendente!!! -  rispose ammiccando un sorriso. Consumarono la cena parlando piacevolmente del più e del meno, fino a che non subentrò una reciproca curiosità. Cominciò lui.  
- Allora... Eva.. Di dove sei esattamente? -      
- Roma! Vengo da un paesino sperduto, tant'è piccolo, vicino Roma... anche se io sono di origine calabrese -       - La città eterna! Bella Roma, ci sono stato una volta!.. L'Italia è uno dei miei Paesi preferiti!... Si mangia bene, ci sono bei posti e... soprattutto, ci sono donne bellissime! -  Eva arrossì poichè capì che la battuta era allusiva   - E tu? Parlami un po’ di te! -    
- Eh!Allora, da dove inizio? Io provengo da New Orleans e ho vissuto per un po’ anche a Chicago. Oddio! Allora... Sono un trentenne scapolone e solitario!-     
- Con un passato da... James Bond?.. Me lo ricordi un pò.. a come ti difendi.. e come ti vesti.... poi giri armato... Dove ti hanno addestrato? -      
- No... Non sono l'agente 007... Ho fatto il legionario! Duro addestramento da soldato!! - rispose ridendo alla battuta     
- Hai fatto il legionario? Caspita! Sei anche una specie di... Rambo? -              
- Non sono neanche Rambo! Sono solo un uomo che ha fatto diverse esperienze nella vita, tutto qui! -       
- Umh! Si, posso dire di aver conosciuto un... Rambo in giacca e cravatta? -   rise divertita lei 
- Cosa fai? Mi prendi in giro?-  rise anche lui   
- No…Solo che…non so, sei strano! Hai un look impeccabile in nero da ricordare vagamente un body guard, guidi una moto e sei sempre in giacca e cravatta! Insomma, sotto quell'aria da impeccabile uomo serio, elegante e distinto si nasconde in verità un vero animo ribelle -                
- Si... mi sa che hai azzeccato anche questa volta! Comunque, ho fatto anche quello, se è per questo! -       
- Anche il body guard? -   
- Te l'ho detto che sono un tipo sorprendente!-     
- Mi piacerebbe avere una guardia del corpo... che mi protegge dai cattivi e dai bruti -    
- Assumimi! -    
- Ah… Io non posso darti uno stipendio! Quelli come te lo prendono bello alto e io non me lo posso permettere!-     - Mi accontenterò di poco! -  disse sorridendo allusivamente    
- E dimmi un po’, Mr Guardia del corpo... di cosa ti accontenteresti tu? -     
-Di... un bacio, anche piccolo! Non chiedo molto, no? -    
- Che, ci stai provando, Mr Guardia del Corpo? -   
- No... sto soltanto corteggiando la mia futura protetta! Vedi?.. C'è una grande differenza tra "provarci", come dici tu, e corteggiarla, una ragazza! Ehm… Cameriere?.. ci porta delle fragole?... Con tanta panna montata!... Ti piacciono le fragole, no? -      
- Le adoro... -             
- Perfetto... Ehm…Cameriere?... Non dimentichi una bottiglia di Champagne! -          
- Non ti stai facendo mancare nulla! Anche lo Champagne! -    
- Per una serata magnifica come questa, lo Champagne non può mancare! -   
Il cameriere arrivò con la portata di fragole, lo Champagne e se ne andò. Jigen si avvicinò a lei prendendo una fragola e la affondò nella panna montata   
- Apri la bocca!- disse sorridendo maliziosamente. Appena Eva addentò la fragola, Jigen si morse il labbro inferiore quasi per reazione a quel gesto, lei arrossì di colpo capendone l'allusione e lui rise divertito nel vederla imbarazzata, per poi guardarla con tenerezza.           
- Questa me la paghi!-  disse lei nascondendosi il viso       
- Perchè? Cos'ho fatto di male?-  rispose lui con finta aria innocente.
Fecero un brindisi a quella serata meravigliosa guardandosi negli occhi. Era bello stare con lei, aveva letteralmente dimenticato cosa volesse dire star bene con una persona, in particolar modo, con una donna. Si sentiva bene; lei, lo faceva stare bene, seppure la conoscesse da così poco tempo. Pagò il conto e si alzò, si avvicinò a lei, porgendole la mano e invitandola a mettersi sottobraccio e uscirono dal ristorante. Lei si fermò a guardare il mare.       
- E' stata una serata bellissima! Grazie! -                     
- Sono io che devo ringraziare te, Eva! -   
- Mi piacerebbe guidarla! Posso?-       
- Uhm... Non mi va di andare a finire dentro una scarpata! Un'altra volta magari e, soprattutto, con un abbigliamento più adatto. Piuttosto, vuoi fare un giro o vuoi andare a casa?-     
- No... -  
- No? No, cosa? -          
- Non mi va di andarmene a casa! -   
- Ok, facciamo un giro allora!-                
- No! Mi piacerebbe vedere casa tua! Sono curiosa di vedere come vive uno scapolone solitario come te! -       disse lei con un sorriso tutt'altro che malizioso.            
- A.... ca-casa mia? - disse sorpreso  
- Si! -   
- Sei… sei sicura?-   
- Si! Perchè no?-  
- Ok! -
Aprì la porta di casa e la fece accomodare prima di chiudersi poi la porta alle sue spalle. Lei si guardò intorno ammirando quel piccolo appartamento arredato sobriamente, ma con gusto.         
- Wow! Sei un tipo molto ordinato, a quanto vedo! Gli scapoloni me li sono sempre immaginati in mezzo al caos più totale! -     
- Non sopporto il disordine… Poi non vedo perchè un uomo non debba... sbracciarsi, farsi il bucato, cucinare e... roba del genere! -   
- Così mi piaci! Se tutti gli uomini la pensassero come te, sicuramente esisterebbero donne molto più felici! Sei, come si dice... il tipico uomo da sposare! -   
- Non credo di fare nulla di speciale!-    
- Si, ma non tutti gli uomini lo fanno! -   
Notò il suo cappello sul divano e lo prese.   
- Come mai hai lasciato a casa il tuo inseparabile cappello? -     
- Boh!... Così... tanto per cambiare look -   
Eva sbottò a ridere
- Ah!!... E tu cambi look…così?... Non mi sembri vestito diversamente dal solito! -    rise  
- Ma che dici? Non vedi che ho una cravatta chiara, invece della mia solita cravatta nera? -   
- Ah, certo… è vero! Ti sta bene! -  lo prese in giro ridendo      
- Come sto? -  gli chiese poi lei indossandolo e mettendosi in posa.
Jigen non potè fare a meno di farsi sfuggire una risata vedendole scomparire il viso sotto il suo cappello, troppo grande per lei. Le si avvicinò e glielo tolse   
- Decisamente, stai meglio senza!-  
lei rimase a guardarlo, attratta dal suo sorriso che risaltava ancora di più i tratti marcati e le linee d'espressione sul suo viso, rendendolo ancora più interessante ai suoi occhi. In quel momento si rese conto di quanto fosse bello vederlo sorridere, di vedere la sua espressione addolcirsi, al contrario di quell'espressione dura e impenetrabile che aveva di solito. Lentamente le sciolse i capelli, raccolti per l'occasione. La sua chioma rossa scivolò delicatamente sulle sue spalle incorniciandole il volto dalla carnagione delicata e chiara 
- Non ti piacciono i capelli raccolti? -    
- Mi piacciono più così-  sussurrò, iniziando ad accarezzarle i capelli per poi passare sul viso prendendolo tra le mani. Eva si perse in quello sguardo intenso e tagliente, dolce allo stesso tempo, rimanendo inerme nel trovarsi così vicina a lui, quando lui iniziò a giocare mordicchiandole le labbra per poi baciarla con trasporto. La strinse a sè mentre le sue mani pretendevano sempre di più.  
- Ti voglio, adesso, qui, subito!- le sussurrò mentre continuava a baciarla sul collo.
Lei buttò indietro la testa lasciandosi completamente andare, mentre lui tirò giù lentamente la zip del vestito, facendolo scivolare a terra e l'ammirò estasiato. Eva arrossì improvvisamente, coprendosi imbarazzata come una bambina.              
- Dammi le mani... fidati di me! -      
Eva ubbidì e gliele porse. L'abbracciò a sè dopo averla riammirata. La prese in braccio dirigendosi in camera da letto e la fece distendere sotto di lui ricominciando a baciarla. Eva si arrese iniziando a sciogliere il nodo della cravatta, passando poi ai bottoni della camicia in maniera impacciata, fino a che non fu lui stesso a strapparsi letteralmente la camicia di dosso infischiandosene dei bottoni, liberandosi poi anche del resto. Ricominciò a baciarla con passione, ad accarezzarla in tutto il corpo. La voleva e la desiderava tanto da strapparle gli slip, l'unico ostacolo, ormai, che c'era tra loro.  
- Aspetta... ti prego!- lo bloccò lei.   
- Co…cosa c'è? -    
- Tu... tu sei il primo!E'...la prima volta... capisci? -   
La guardò stupito, quasi incredulo.      
- S-sono il primo ? Se non ti senti pronta... io non... -              
- No... ti prego, lo voglio anch'io.... volevo solo dirti di... andarci piano... ecco! - la guardò con desiderio misto a tenerezza vedendola tremare e la rassicurò accarezzandole il viso e i capelli, accompagnando quelle carezze a piccoli dolci baci sul viso. 
- Lasciati andare... sta’ tranquilla... non ti farò male, te lo prometto - le sussurrò piano mentre la fece sua, continuando a rassicurarla con baci e carezze. Si stupì di se stesso. Fu un amante attento ma passionale, dolce allo stesso tempo. Era tanta la paura di farle del male e non fu mai così delicato come in quel momento, e non soltanto per la sua verginità, ma anche perche la vedeva fragile, esile e delicata. Una piccola innocente donna nelle sue mani da uomo ormai vissuto in tutti i sensi, maturato troppo in fretta.  
Erano le prime luci del mattino e Jigen rimase ad ammirare Eva, che dormiva ancora. Le scostò delicatamente una ciocca dal viso stando attento a non svegliarla, sorridendo. La sua piccola donna: l'aveva soprannominata così, per la sua esile figura e la sua statura,  e le delicate lentiggini sul naso le davano ancora di più quell'aspetto tenero di adulta bambina.                            
- Buongiorno!- disse lei sonnecchiante aprendo leggermente gli occhi
-Buongiorno! Dormito bene?-      
-Meravigliosamente! - rispose sorridendo soddisfatta!    
- Da quant'è che stai a guardarmi?-      
- Ah... Da un bel po’, dormigliona! -    
- Non sono una dormigliona!- disse col broncio.  
Jigen sorrise mentre una ciocca gli cascò sul viso coprendogli parzialmente gli occhi, inutilmente cercò di scacciarla soffiando all'insù      
- Questo è uno dei motivi perche indosso sempre il cappello!-      
- E gli altri motivi, quali sono? - chiese lei ridendo.   
- Uh!Vediamo... Perchè sono timido? O per non farmi riconoscere dalle numerose donne che mi corrono dietro!-          
- Scemo! -   esclamò dandogli un buffetto sulla nuca.   
- Sai? E' stato bellissimo! Non credevo che fosse così! Voglio dire... ho sempre sentito dire che la prima volta è sempre deludente, invece è stato magnifico! Tu sei stato magnifico! -                                 -Menomale! Sono contento... Anche se mi hai letteralmente scorticato la schiena con quelle unghie da gattina selvatica! -   disse malizioso stampandole un bacio sulle labbra.    
- Vado a fare il caffè, ne vuoi? -    
- No, aspetta! ho voglia di coccole! Tu no? -        
- Uhm, si... a pensarci bene, il caffè può aspettare! -  
Lei si strinse accoccolandosi sul suo petto, iniziando ad accarezzargli la barba e i capelli.   
- Sai che ricordi vagamente Abramo Lincoln? -   lui scoppiò a ridere.     
- Non sei la prima a dirmelo! -                            
- Uhm! Posso dirtela una cosa, Rambo? -  chiese lei ridendo   
- Ok... Ma non chiamarmi Rambo! -            
-Non sei lo scorbuticone arcigno che dice Sonny! Anzi:.. sei socievole, simpatico, molto dolce, romantico... e sexy!!! -   
- Mi trovi sexy? Dici sul serio? -   
 - Si! -  rispose lei ridendo vedendo la sua espressione incredula e imbarazzata.   
Passarono un'intera mattinata a letto tra baci, coccole e carezze, ridendo e scherzando anche sulle più banali cose come due ragazzini, e inevitabilmente, rifecero l'amore. Si sentì finalmente un uomo, in tutti i sensi, un uomo nuovo. In quell'attimo tutto si era annullato, come in una sorta di ipnosi riportandolo ad un presente meraviglioso, si sentiva rinato, si sentì bene come non lo era mai stato. Eva lo accarezzò sul torace, fino a che non notò una vistosa cicatrice sulla sua spalla destra.  
 - Oh mio Dio!... E questa? Deve essere stata una gran brutta ferita! Come t... -             
- Storia vecchia! Non mi va di parlarne!- la zittì alzandosi bruscamente dal letto, ritornando improvvisamente l'essere cupo e scontroso che era di solito, lasciandola da sola nel letto. Eva sospirò osservandolo allontanarsi. Ci rimase male, chiedendosi il perchè cambiava umore così improvvisamente. Il profumo del caffè la distolse dai suoi pensieri e si alzò dal letto indossando la camicia di lui indirizzandosi poi in cucina. Jigen la osservò sorridendo, vedendola scomparire dentro quella camicia.      
 - Ti sta bene la mia camicia! Soprattutto, perchè indossi solo quella! -              
- Non sapevo che... mettermi e... -  balbettò lei arrossendo, stringendosi ancora di più nella camicia          - Tieni, è caldo! Attenta a non scottarti! - disse Jigen porgendole una tazza di caffè fumante.               
- Jigen?-                  
- Uh? -    
- Posso... fare una doccia?-       
- Certo!-  rispose intento a lavare le stoviglie.   
Eva aprì il rubinetto lasciandosi coccolare dal getto dell'acqua calda rilassandosi completamente. Si sentì improvvisamente sfiorare e istintivamente emise un urlo voltandosi di scatto.   
- Ah, sei tu!... mi hai fatto morire di paura!-    
- E chi doveva essere? Scusami, ma…sono così brutto da metterti paura?- disse ammiccando un sorrisetto malizioso    
- N…no!... Anzi!!! -   rispose ammirando il suo corpo nudo virile, asciutto e muscoloso. Uscirono dalla doccia, Jigen andò a prenderle un accappatoio e glielo infilò iniziando a frizionarle i capelli con un asciugamano.   
- E cosa mi metto?... Come faccio senza...? -   
- Senza queste?- sogghignò lui prendendo i suoi slip strappati. Eva arrossì.              
- Sei un bruto! Erano le mie preferite! -    
- Ahahah!! Non ti preoccupare!... Puoi rimanere qui se vuoi! Mi faccio prestare la macchina da Sonny e andiamo a casa tua per prenderti la roba, ok? -     
- Ok, Rambo!-
Eva lo osservava mentre si annodava la cravatta con una precisione quasi maniacale poi vedendo la sua Magnum a terra la prese e gliela porse    
- Tieni!Accidenti, quanto pesa!-    
- Cosa?.. Ah, da’ qua! Devi stare attenta, è carica! Se non sai come prenderla, lasciala dov'è! -   
- Ah! Ho capito! Ma perchè vai in giro con una pistola? -  gli chiese incuriosita osservandolo mentre la infilava nella cintura nascondendola sotto la giacca. Non rispose. Lo vide irrigidirsi di nuovo come prima, diventando torvo e cupo.      
- Ho detto qualcosa di male? -    
- Lascia perdere!-  rispose secco senza guardarla         
- Ma... che ti prende, adesso? Sei lunatico o cosa?-              
- Niente, è che tu fai troppe domande, tutto qui! -    
- Cosa?Io ti faccio troppe domande? Ma che cavolo dici? -  
-Senti, sono cazzi miei se giro con una pistola, ok? Soddisfatta?-  
-Ma… perchè mi tratti in questo modo? io credevo che noi... -            
- Il fatto che siamo finiti a letto insieme non vuol dire che devi farmi il terzo grado! -  
I suoi occhi si riempirono di lacrime, provava una forte rabbia e si sentì profondamente umiliata e ferita da quelle parole dette dall'uomo che l'aveva fatta sentire speciale. Non lo riconosceva più, eppure era stato così romantico, dolce per poi diventare scontroso e irascibile, diventando completamente tutto l'opposto.   
- Sei un bastardo! E io che ci sono cascata come una stupida! La cena... lo Champagne… e pure quello stramaledettissimo brindisi... Le tue dolcezze e il tuo... finto romanticismo!... Tutta una commedia! Una sporca tattica per sbattermi nel tuo letto! Per poi trattarmi come una sgualdrina qualsiasi! -           
- No no… Non volevo... Ti prego.. scusami! -  disse lui rendendosi conto di averla offesa.   
-Sei un vigliacco! Non hai rispetto... Non lo hai avuto per me, e chissà quante donne hai ingannato con il tuo atteggiamento da finto gentiluomo! Ti odio! Non voglio vederti mai più -  disse avviandosi alla porta piangendo. Jigen le corse dietro cercando di calmarla  
- Eva…Io non ti ho mai ingannato... ascoltami... ti prego, non te ne andare! Sono stato uno stupido... ma non ce l'avevo con te... te lo giuro, Eva!-  la implorò afferrandola per un braccio.                  
- Lasciami! Non avevi il diritto... Io mi fidavo di te... e tu... te ne sei approfittato.. .mi hai trattata come se fossi un giocattolo, uno stupido oggetto di piacere!!!... In fondo, dovevo immaginarlo per come mi hai trattata le altre volte... ma... mi ero illusa che fosse solo un caso... invece sei... soltanto un arrogante egoista e un presuntuoso! -          
- No… ascoltami, ti prego... Non potrei mai farti una cosa del genere... Non mi lasciare... Per favore... Fermati, ti prego!-          
- Sappi che non sono la tua bambola! E un'altra cosa! Hai detto giusto: sei uno stupido idiota!- concluse mollandogli un violento ceffone, prima di andarsene via chiamando un taxi.
Rimase ad osservarla andare via.  
   
 
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