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Autore: Shine_    16/06/2014    15 recensioni
[XI parte Car Wash; Ziam]
Poteva seriamente lasciar perdere, Zayn non voleva parlarne e aveva confessato almeno una mezza verità; potevano chiudere in quel modo il discorso e dimenticare tutto il resto, ma il: - Certo, non lo farò mai più. Mi dispiace.- del minore lo fece scattare e gli fece sfuggire un: - Tre anni.- a denti stretti.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Car wash e seguiti'
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Promise me

 

 

 

 

 

«Oh once in your life you find someone
Who will turn your world around
Bring you up when you're feelin' down
Yeah nothin' can change what you mean to me
Oh there's lots that I could say
But just hold me now
'Cause our love will light the way.»

- Heaven, Bryan Adams

 

 

Mosse ancora la testa in un cenno affermativo, non ascoltando molto di quello che stava dicendo, e mormorò: - Tutto quello che vuoi, Leeyum.-

Si strinse ancora a lui, cercando quel calore che lo faceva smettere di tremare, e sorrise quando sentì il: - Ti amo.- bisbigliato contro la propria pelle.

[This is it, the apocalypse]

 

 

Liam era rimasto sorpreso quando si era trovato Zayn alle spalle, le sue braccia strette attorno alla vita e il suo corpo che cercava di essere il più vicino a lui, come per cercare riparo.

Aveva poi sentito un’ondata di rabbia quando aveva visto il nuovo livido appena sotto l’occhio del moro, l’aveva portato dentro il bar e aveva ascoltato attentamente tutti i suoi vaneggiamenti sul fatto che non lo amasse o volesse più.

Ora lo stava semplicemente stringendo tra le braccia, dondolandosi appena sui talloni, mentre teneva la guancia contro i suoi capelli bagnati, strofinando di tanto in tanto le mani lungo la sua schiena per scaldarlo.

Sentì il cellulare vibrare nella tasca dei jeans, cercando di prenderlo e tenere il ragazzino contro di lui allo stesso tempo, lesse velocemente il messaggio di Ruth, che lo informava di essere proprio di fronte al bar, e passò le dita tra i capelli neri e bagnati del diciassettenne che mugugnò qualcosa di strano, starnutendo subito dopo.

- Sono arrivati, scricciolo.- bisbigliò contro il suo orecchio, strofinando il pollice contro i suoi zigomi, staccandosi per guardarlo nei suoi occhi rossicci per le lacrime e la febbre che si stava sicuramente prendendo.

Lo fissò confuso mentre annuiva e tirava su con il naso, passando la manica della giacca che gli aveva prestato contro il viso, bisbigliando con un filo di voce: - E se si arrabbiano? Se mi vietano di vedere te?-

Sospirò, avvolgendo nuovamente il braccio libero attorno alla sua vita, e scosse la testa, ripetendo: - Non me ne vado da te. Non ti lascio solo.-

- Leeyum.- lo sentì dire, un tono di voce incrinato che indicava le lacrime che stava trattenendo; lo strinse più forte, tenendo il palmo aperto contro la sua schiena mentre gli ripeteva che non se ne sarebbe andato, le labbra premute contro i suoi capelli.

- E ora andiamo.- mormorò, staccandosi e passando il dorso della mano lungo la sua guancia. - Mia sorella e Dom ci aspettano.-

- Dom è il ragazzo di Ruth?- sentì chiedere da Zayn, un’espressione curiosa mentre gli stringeva la mano e si lasciava accompagnare verso l’uscita.

Annuì, togliendosi la felpa e appoggiandogliela sulla testa per non farlo bagnare eccessivamente, chiuse nuovamente la serranda del bar e avvolse il braccio libero dal gesso attorno alle sue spalle, guidandolo fino alla macchina.

Gli aprì la portiera della Mercedes, vedendolo piegare le labbra in una smorfia mentre borbottava qualcosa sul fatto che fosse “troppo ricco”, e poi si apprestò a raggiungere velocemente l’altra parte dell’auto per non bagnarsi ulteriormente con la pioggia che si era intensificata.

Chiuse la portiera, colpendo il pugno del ragazzo moro e muscoloso seduto sul posto del passeggero, e passò le dita tra i capelli di Zayn, vedendolo improvvisamente teso.

Non si aspettava di certo che Dominic saltasse fuori all’improvviso con: - Quindi lui è il famoso Zayn?- ma cercò di trattenere il rossore e rispondere con le presentazioni, fallendo miseramente quando Ruth s’intromise dicendo: - Non solo famoso, famosissimo.-

Sprofondò con la schiena contro il sedile, ignorando quello che si era voltato verso di lui e lo fissava con un sorrisetto, chiaramente divertito dal suo imbarazzo e dal loro discorso su quanto fosse preso da lui e sul suo non saper smettere di parlarne.

Tenne il broncio sulle labbra per tutta la durata del viaggio, gli occhi fissi fuori dal finestrino sul paesaggio che scorreva velocemente, mentre cercava di tenere un orecchio attento sulla conversazione che Dominic stava intraprendendo con Zayn.

Aveva appoggiato, ad un certo punto, il braccio nello spazio tra i loro due corpi e si era lasciato sfuggire un sorriso dolce quando il moretto gliel’aveva accarezzato, sfiorandolo solamente con i polpastrelli, infilando successivamente le dita nello spazio tra le sue.

La decisione di non rivolgere la parola a nessuno di loro sfumò non appena percepì gli occhi del più piccolo contro la nuca, si voltò lentamente verso di lui e corrugò le sopracciglia per cercare di studiare il suo viso e le sue espressioni; si stranì ancora di più quando quello gli strinse solamente la mano e appoggiò la guancia contro la sua spalla, senza dire nemmeno una parola.

Stava per chiedere un qualche tipo di spiegazione, perché ormai sembrava riuscire a capire quando Zayn voleva dirgli qualcosa di importante, ma fu costretto a rimangiarsi tutte le parole al: - Siamo arrivati, piccioncini.- di Dominic.

Grugnì e sbuffò in risposta, mostrandogli poi il medio e ricevendo in cambio una sberla contro la nuca da parte della sorella; scese dalla macchina e raggiunse la parte dove stava il suo ragazzo - fortunatamente stavano scendendo solo poche gocce di pioggia -, sporgendosi poi verso il finestrino con il braccio ingessato contro il petto e l’altro stretto attorno alla vita del moro.

- Dopo posso chiamarti, Dom? È piuttosto importante.- bisbigliò, sentendo il ragazzo stretto al suo fianco drizzarsi appena da dove stava rannicchiato per guardarlo con una luce di curiosità negli occhi.

Roteò gli occhi quando quello rispose: - Sto uscendo con tua sorella, Lì! Proprio oggi hai così tanto bisogno del mio aiuto?-

- Non è colpa mia, è capitato.- si difese, facendo spallucce ed ignorando le occhiate sempre più confuse degli altri due. - Posso sempre chiamarti stasera, dopo che torni dal tuo appuntamento con..-

Sobbalzò quando l’altro ragazzo esclamò: - Ma sei serio?!- con un tono di voce tendente all’istericità; sollevò nuovamente le spalle, pronto ad insistere su quanto la loro chiacchierata fosse effettivamente importante, ma si bloccò con la bocca leggermente aperta in una smorfia sempre più disgustata mentre quello aggiungeva: - Stasera esco con tua sorella, Cristo santo. La vuoi capire o no, Payne? Vuoi che sia più esplicito o ci arrivi da solo?-

Boccheggiò appena, preso alla sprovvista, e borbottò qualche parola confusa, ignorando Zayn che rideva contro il proprio collo, divertito dall’imbarazzo del più grande.

- Allora.. allora ti chiamo.. ti chiamo un altro giorno.- balbettò, cercando di non pensare a quello che molto probabilmente i due avevano in programma per quella serata.

Si mordicchiò il labbro inferiore, stringendo con più forza il fianco del moro, e annuì al: - Ti chiamo io domani, se è così importante.- di Dominic per poi scrollare le spalle quando la sorella s’interessò dei suoi programmi per la serata, aggiungendo preoccupata un: - Non puoi tornare a casa con questa pioggia.-

Sbuffò, roteando gli occhi, completamente stizzito per tutto quell’interesse verso di lui; da quando era uscito dall’ospedale lo trattavano tutti come se fosse fatto di cristallo, aveva solamente un braccio ingessato e si preoccupavano come se fosse in procinto di morire.

Non riuscì quindi a trattenere il: - Sto bene.- sibilato a denti stretti, per poi aggiungere con la solita parlantina veloce: - In tutti questi anni ho preso tanta di quella pioggia durante gli allenamenti che non mi verrà nemmeno una linea di febbre. E ora la volete smettere? Non sono un bambino e non mi perderò tornando a casa. Divertitevi e chiamami, Dom. Ci vediamo domani.-

Non aspettò nemmeno una risposta, dandogli le spalle ed allontanandosi velocemente, sentendo i passi di Zayn seguirlo immediatamente e le sue dita aggrapparsi alla maglia.

Si fermò solo di fronte al portone di casa sua, voltandosi ed osservando la macchina che si allontanava a tutta velocità, riportando subito dopo l’attenzione sul moretto che lo fissava confuso e curioso.

- Che ti sta succedendo, Leeyum?- lo sentì chiedere con un filo di voce, quasi intimidito da una sua probabile reazione; sospirò e socchiuse gli occhi, incassando la testa tra le spalle e sussurrando: - Voglio solo che la smettiate di trattarmi come se potessi rompermi da un momento all’altro. È frustrante.-

Si raddrizzò immediatamente con la schiena, fissando confuso quello che era scoppiato a ridere e si stava chiaramente divertendo per qualcosa che lui aveva detto, ed aggrottò le sopracciglia, sentendolo dire: - Così ora vedi come ci si sente ad essere trattati come qualcosa di troppo fragile.-

- Ma tu sei fragile!- esclamò all’improvviso, capendo perfettamente quel che sottintendeva il minore, per poi aggiungere: - E guardati, hai quel livido che lo fa capire fin troppo bene.- ed osservare quello che se lo copriva immediatamente, spalancando gli occhi terrorizzato.

- Che succede?- chiese, confuso dalla sua reazione improvvisa, appoggiando una mano sulla sua guancia per rivolgergli un sorriso dolce e sperare di calmarlo. – Ti fa male?- s’informò, vedendolo scuotere la testa e mugugnare: - Non voglio entrare, non voglio vedere nessuno e non voglio spiegare niente.-

Mosse la testa in un cenno affermativo, spostando il braccio attorno alle sue spalle, e premette le labbra contro la sua tempia, chiudendo gli occhi e respirando piano.

- Ci sarò io con te.- sussurrò, muovendo le dita tra i capelli corti alla base della nuca, tenendolo stretto contro il proprio corpo e sentendo le sue dita stringersi al braccio ingessato.

Solo quando lo vide annuire si decise a suonare il campanello, aspettando pazientemente che qualcuno venisse ad aprire; il tempo sembrava scorrere sempre più lentamente, il moro che si irrigidiva sempre di più contro il proprio corpo e si avvicinava quasi ancora di più.

Sollevò immediatamente lo sguardo non appena sentì scattare la serratura, rivolse un piccolo sorriso colpevole alla donna di fronte all’ingresso e deglutì, bisbigliando: - L’ho trovato un’oretta fa e siamo subito venuti qui.- per cercare di riparare la situazione e calmare le acque.

Incassò la testa tra le spalle, sentendola dire a denti stretti: - Venite dentro.- per poi spostarsi per farli passare; sentì la mano di Zayn stringersi alla propria maglia, restando dietro di lui, mentre varcava la soglia e si lasciava guidare fino al salotto.

Fece un veloce cenno col capo a Yaser, che li aspettava a braccia incrociate con un’espressione apparentemente calma in viso, e prese posto sul divano, come lo invitava a fare la madre di Zayn, che si sedette al proprio fianco, cercando di non far vedere quanto fosse realmente nervoso per tranquillizzare il minore.

Si sistemò contro lo schienale del divano, tenendo un piede sopra l’altro per scaricare la tensione, e puntò lo sguardo sul cane addormentato sul tappeto mentre aspettava che uno dei due iniziasse il discorso.

- Lascia fare a me, Trisha.- sentì dire dal padre del moretto, che sussultò appena e si irrigidì contro di lui. - Abbiamo ricevuto la chiamata del preside e..-

Fecero entrambi un sobbalzo quando la donna s’intromise, un tono di voce fin troppo alto ed arrabbiato, dicendo: - Per ore, Zayn Malik! Sei scomparso per ore! E non sapevamo dove fossi! Abbiamo chiamato Harry e nemmeno lui lo sapeva! Avevi il telefono spento! Sai almeno quanto ci hai fatto preoccupare? Ti sembra che meritiamo tutto questo?-

Strinse le dita di una mano sui propri pantaloni, cercando di trattenersi dall’intervenire e far qualcosa di stupido, quando sentì la voce debole del più piccolo spiegarsi con: - Io avevo paura che..-, e si morse il labbro inferiore vedendo la donna gonfiarsi quasi ancora con più rabbia.

- Ti sembra il caso di lasciarci qui a casa a preoccuparci perché nostro figlio è sparito? Ti sembra di esserti comportato bene nei nostri confronti, Zayn?-

- No, però..-

Incassò la testa tra le spalle, riuscendo quasi a percepire tutto il nervosismo del diciassettenne, e continuò a fissare il cane che si era svegliato e si stiracchiava, completamente ignaro della discussione che si stava avendo a pochi passi da lui.

- Però nulla! Non ce lo meritiamo e basta. E da te, Zayn, da te non me lo aspettavo.- le sentì dire, abbassando gradualmente il tono. - Da Waliyha forse, ma non da te.- sollevò in tempo lo sguardo per vederla scuotere il capo con un’espressione delusa e gli occhi lucidi, la rabbia completamente svanita mentre teneva le braccia incrociate al petto.

Il cuore gli si strinse in una morsa quando Zayn bisbigliò con un filo di voce, incrinata dal pianto: - Io.. io avevo paura.-

Liam spostò velocemente lo sguardo su Yaser, che appoggiò una mano sulla spalla della donna, e lo ascoltò mentre chiedeva lentamente: - Di cosa hai paura, Zayn?-

Si torturò il labbro inferiore tra i denti, inclinando il viso per studiare il ragazzo che stringeva le mani tra loro e sembrava fuori posto mentre rispondeva, farfugliando: - Io.. io avevo paura che voi.. che voi..-

- Siamo i tuoi genitori, di cosa hai paura? Parla con noi. Possiamo aiutarti.-

Incassò la testa tra le spalle, sentendosi sotto pressione quando il padre del suo ragazzo puntò gli occhi scuri nei suoi, ed annuì quando lo chiamò, preparandosi ad alzarsi in piedi e lasciarli soli; stava giusto dicendo di star andando via, quando si sentì afferrare per la maglia e quel poco di cui si era sollevato tornò nullo mentre Zayn mugugnava: - No, lui resta.-

- E allora perché non vuoi dircelo? Se non è perché ti vergogni a dirlo di fronte a Liam? Sei stato sospeso per una settimana, Zayn, perché hai aggredito un tuo compagno, più grande di te per giunta.-

Non riuscì a trattenersi e spinse il gomito contro il suo fianco, sibilando con un filo di voce: - Diglielo, Zayn.- e ricevendo in risposta un:- No.- secco.

Si sentì preso in causa completamente quando Yaser si rivolse a lui, chiedendogli: - Tu sai cos’è successo?- ed annuì velocemente, tenendo un occhio puntato su quello che lo fissava supplicandolo di stare zitto.

- Io.. sì.. lui.. lui me l’ha detto.- confessò, vedendo di sfuggita il moretto incassare la testa nelle spalle e farsi piccolo.

Si voltò completamente con il busto verso Zayn, quando suo padre gli chiese di spiegare, e lo osservò mentre scuoteva ripetutamente la testa, ribadendo di tenere la bocca chiusa.

- E allora diglielo tu.- insistette, piegando una gamba sotto il sedere per poter avere una migliore visuale sul ragazzo spaventato. - Diglielo, Zayn. Hanno tutto il diritto di sapere che succede.-

Roteò gli occhi e sbuffò al: - Non.. non è nulla io..- del più piccolo, vedendolo prendere un respiro e dire tutto d’un fiato: - Quel ragazzo mi sta antipatico, mi ha fatto arrabbiare e l’ho picchiato. Fine della storia. Ci hanno beccati mentre ce le davamo di santa ragione e ci hanno sospesi.-

Poteva seriamente lasciar perdere, Zayn non voleva parlarne e aveva confessato almeno una mezza verità; potevano chiudere in quel modo il discorso e dimenticare tutto il resto, ma il: - Certo, non lo farò mai più. Mi dispiace.- del minore lo fece scattare e gli fece sfuggire un: - Tre anni.- a denti stretti.

Annuì al: - Come Liam? Hai detto qualcosa?- di Trisha, raddrizzandosi contro lo schienale ed ignorando le suppliche negli occhi del moro, che aveva sicuramente intuito tutto quanto.

- Ho detto che sono tre anni che..-

- Liam!- lo sentì mugugnare, supplicandolo con il tono di voce di lasciar cadere l’argomento ed ottenendo solamente l’effetto opposto.

-.. che finisce in situazioni simili.- concluse, sentendo le lamentele del diciassettenne e percependo due paia di occhi addosso.

Scosse velocemente la testa quando Trisha gli chiese, quasi spaventata: - Di far cosa? Di picchiare i suoi compagni?- e fissò Zayn, invitandolo a continuare il discorso ed ottenendo uno: - Smettila, Liam.- sibilato a denti stretti.

- Sono i tuoi genitori, Zayn. Devi dirglielo.- insistette, cercando di non perdere le staffe ed incazzarsi, si passò una mano tra i capelli e si decise a spiegare, dopo le continue domande dei due, con gli occhi fissi in quelli nocciola del minore: - C’è questo gruppetto di ragazzini più grandi di lui che l’ha preso come valvola di sfogo, lo insultano da tre anni per via delle sue origini e delle sue.. preferenze sessuali. Il solito gruppetto di casinisti. Il fatto è che non si limitano ad insultare, ma ci son giorni in cui usano maniere più.. più forti.-

- Sono tre anni che lo..- stava riprendendo a spiegare, per essere più specifico e far capir loro che le spiegazioni, che si era sicuramente inventato, per i lividi erano solamente bugie; s’interruppe quando Zayn si alzò dal divano, i pugni stretti ai fianchi e gli occhi lucidi, sibilando: - Smettila, Liam.-

- Smettila tu, Zayn!- esclamò, perdendo completamente la pazienza ed alzandosi in piedi per fronteggiarlo. - Non starò zitto mentre ti fai ammazzare, non aspetterò ancora di vederti pieno di lividi e..-

- Quali lividi? È così grave la situazione? Perché non ce ne hai mai parlato?-

Abbassò lo sguardo sul tappeto persiano, sentendo il moretto bisbigliare qualcosa simile a: - Perché non è grave, non così tanto.- che lo fece accendere nuovamente di rabbia, obbligandolo a sibilare: - Eri coperto di lividi l’ultima volta.-

Ignorò nuovamente il: - Smettila, Liam.- e insistette chiedendogli: - Che scuse t’inventavi per non farglielo capire?-

Capì che le cose potevano peggiorare quando il moretto esclamò: - Non sono cazzi tuoi, Payne!- con gli occhi pieni di lacrime, che cercava in ogni modo di trattenere.

Ascoltò distrattamente Yaser dire: - Modera il linguaggio, Zayn. Liam lo sta facendo solo per aiutarti.- e si voltò di scatto verso Doniya che aveva fatto la sua comparsa, sussurrando: - Io lo sapevo.-

- E perché non hai detto nulla? Perché non ne hai parlato con noi?- sentì la voce di Trisha quasi spenta e senza alcuna forza, trovandosi con gli occhi nuovamente fissi sul tappeto e il senso di colpa che gli attorcigliava le viscere.

Incassò la testa tra le spalle quando persino la sorella di Zayn iniziò a gridare: - Perché mi aveva giurato che avevano smesso!-

- Zay..- bisbigliò, vedendolo tremare e scuotere velocemente la testa; tenne gli occhi puntati sul suo viso, cercando di restare impassibile di fronte a quei pozzi scuri pieni di tristezza e delusione, ed incassò il colpo quando lo spinse via, facendolo finire nuovamente sul divano, e lo osservò mentre lasciava la stanza di corsa.

Restò per qualche secondo fermo in quella posizione, il tempo che nella sua testa passava fin troppo lentamente, e poi si alzò con uno scatto e lo seguì, ignorando gli altri tre presenti in sala.

- Zayn! Zayn aspetta!- gli gridò dietro, afferrandolo per un braccio e facendolo voltare verso di lui. - Io volevo solo..-

Incassò la testa nelle spalle, cercando di non restarci male quando rifiutò il suo tocco, e restò in silenzio a guardarlo e lasciarsi spingere via mentre gli ripeteva: - Era un segreto! Me l’avevi promesso! Avevi promesso che non l’avresti detto a nessuno!-

Piegò le labbra in una smorfia quando con un pugno gli colpì la spalla, che aveva lussato durante l’incidente, e sussurrò, cercando di difendersi senza farlo alterare ulteriormente: - Loro dovevano sapere che..-

- Ma non sono fatti tuoi! Non dovevi intrometterti!-

Stava per ribattere che erano anche fatti suoi, che Zayn, essendo il suo ragazzo, era un fatto suo; ma s’irrigidì, sentendo quel: - Ti odio.- come una pugnalata nel petto.

- Come?- chiese, sperando di aver sentito male e di ricevere una risposta diversa; sapeva di averlo fatto arrabbiare, di aver forse superato una linea, ma non poteva davvero avergli detto quello.

Cercò di incassare nuovamente il colpo quando lo sentì sibilare: - Hai sentito bene. Ti odio, Liam Payne. Ti odio. Mi hai tradito. Mi hai pugnalato alle spalle. Da te.. da te non mi sarei mai aspettato che.. ti avevo chiesto di non dirlo a nessuno! Me l’avevi giurato! Mi avevi giurato che sarebbe stato il nostro segreto!-

- Stai.. stai reagendo troppo male, Zay.- mugugnò, dopo un momento d’indecisione, continuando subito dopo con: - So che non dovevo intromettermi e tutto il resto, ma odiarmi addirittura.-

- Ho detto che ti odio e non ti voglio vedere in casa mia, vattene.-

Sbarrò gli occhi, boccheggiando appena per riprendersi dalla mole delle sue parole, e abbassò il capo quando lo sentì insistere sul volerlo lontano da lui.

- Me ne vado, scusa.- bisbigliò, stringendosi nelle spalle per difendersi in qualche modo dal suo improvviso odio; lo guardò un’ultima volta prima di voltarsi, incrociando per un secondo il suo sguardo e distogliendo subito dopo gli occhi, e poi scese velocemente le scale, ascoltando la porta della sua camera sbattere, trovandosi nuovamente in salotto.

- Io.. uhm.. ecco..- iniziò a farfugliare, passando le dita di una mano tra i capelli e cercando di togliersi dall’imbarazzo. - Sarà meglio che vada.- mugugnò, deglutendo per scacciare il groppo che gli aveva improvvisamente chiuso la gola, ed indicò il corridoio verso la direzione del portone d’ingresso.

Ascoltò distrattamente Doniya dire sottovoce: - Ha iniziato a diluviare, Lee.-, troppo preso dall’infilarsi la felpa, che il suo ragazzo aveva abbandonato sul divano, ed infilarsela frettolosamente. Afferrò la giacca, che aveva fatto la stessa fine, e si passò un’ultima volta le dita tra i capelli mossi ed umidi, facendo un gesto veloce con la mano ed iniziando a dirigersi verso l’ingresso.

Si bloccò con la mano sulla maniglia del portone, voltandosi appena verso la ragazza e aggrottando la fronte nel sentirla insistere sulla pioggia e sul dargli un passaggio.

- Non.. non importa.- mugugnò, abbassando lo sguardo per non mostrarle i propri occhi, sicuramente vuoti e spenti come si sentiva dentro. - Ho mandato un messaggio ad un amico e sta venendo a prendermi, non preoccuparti.- sussurrò, irrigidendosi quando sentì la sua mano sulla spalla.

- Lee?- sollevò appena il viso quando si sentì chiamare, cercando di trattenere tutto quanto nel vedere i lineamenti così simili a quelli del fratello. - Sai che non voleva dirti quelle cose. È solo arrabbiato.-

Alle sue parole sentì nuovamente il cuore incrinarsi, il ricordo di quel “ti odio” era ancora fin troppo fresco, e incassò la testa tra le spalle, annuendo velocemente e mugugnò qualcosa sul suo doversi muovere ad uscire.

Scappò quasi di corsa da quella casa, avvertendo l’ondata di ricordi assalirlo, e infilò la mano in tasca per prendere il cellulare e cercare nella rubrica il numero della persona di cui aveva bisogno.

Si portò il cellulare all’orecchio, sollevando per un secondo lo sguardo sul cielo scuro, e sospirò di sollievo quando sentì la sua voce al secondo squillo, prese un respiro e sussurrò: - Ho bisogno di te, ora.-

Roteò gli occhi quando l’interlocutore iniziò a portare avanti delle obbiezioni, la principale riguardante la pioggia, e insistette con più decisione: - Al solito posto, ho bisogno di te.-

Chiuse la chiamata, senza aspettare un probabile rifiuto, e iniziò ad incamminarsi verso il luogo del ritrovo, mettendosi il cappuccio per ripararsi dalla pioggia che continuava a scendere.

 

 

 

Era arrivato da circa mezz’ora nel posto prefissato, aveva entrambi i gomiti appoggiati alla ringhiera in pietra sul ponte sotto cui scorreva il fiume Oaks, e stava fissando l’acqua sotto di lui, mentre nella testa quelle poche parole che gli aveva rivolto con rabbia Zayn si ripetevano senza sosta.

- Vorrei davvero capire cosa ci trovi di speciale in questo posto.-

Scosse lentamente la testa, senza rispondere alla domanda della persona che l’aveva raggiunto, e passò le dita sul gesso, sfiorando tutte le scritte che il moro gli aveva lasciato.

- Lì?-

Si lasciò sfuggire un sospiro, chinandosi in avanti per tenere il mento poggiato sugli avambracci, e scosse la testa quando sentì chiedere: - Va tutto bene?-

- Credo Zayn mi odi.. cioè.. mi odia.- si corresse velocemente, ricordando quella frase sibilata con tanta rabbia.

- Liam.- si sentì chiamare dalla persona che si era avvicinata ancora di più. - Non starò qui ad ascoltare i tuoi discorsi su di lui. È proprio ingiusto così.-

Ascoltò i suoi passi allontanarsi, voltandosi poi velocemente e gridando: - Danielle!- per farla fermare ed ottenere la sua attenzione.

- Per favore, ho bisogno di te.- insistette, vedendola scuotere la testa ed indietreggiare; allungò un braccio verso di lei, supplicandola con gli occhi di raggiungerlo, e sospirò di sollievo quando quella sembrò decidersi e si avvicinò di nuovo.

Si mordicchiò il labbro inferiore, passandovi subito dopo la lingua per raccogliere le goccioline di pioggia, e sollevò lo sguardo sulla ragazza ferma di fronte a lui.

Era bellissima anche se completamente bagnata, solo il fatto di essere corsa da lui con quel diluvio la rendeva molto più bella ai suoi occhi; perché non aveva esitato a raggiungerlo, nonostante tutto lei era lì per lui.

- Non vuoi che ti parli di Zayn?- iniziò a chiedere, in contemporanea al: - Perché hai chiamato me?- della riccia.

Fece spallucce ed iniziò a scuotere la testa, non sapendo bene come rispondere a quella domanda, e si appoggiò con la schiena al muretto.

- Sai quando son venuto qui l'ultima volta?- le chiese invece, prendendola contropiede e osservandola mentre si spostava una ciocca bagnata e muoveva la testa, negando.

- Eri appena partita, mi avevi detto quel ti amo che mi aveva scaldato il cuore. E in un certo senso pensavo che ce l'avremmo fatta davvero e..-

- Liam.- sentì la sua voce come un richiamo lontano, un qualcosa che apparteneva al passato e lì doveva restare. Un passato che non poteva tornare, una questione chiusa da tempo ma su cui era lui l'unico che sembrava non darsi pace.

- ..e non lo so perché ho chiamato te! Non lo so!- esclamò all'improvviso, vedendola fare un passo indietro dalla sorpresa.

Sbuffò quando sentì il suo: - Ero l'ultima che dovevi chiamare se volevi consigli d'amore.- e le chiese di nuovo: - Perché non posso parlarti di Zayn? Non avevamo deciso di tornare amici?-

Si mordicchiò il labbro inferiore, osservandola accendersi di rabbia e sibilare: - L'hanno capito tutti, Liam! Tutti! Solo tu sei così ottuso che..-

- Cosa devo capire?- insistette, tenendo gli occhi fissi nei suoi, e restò fermo contro il muretto, aspettando una risposta.

Arrossì appena sulle guance, ascoltando il suo: - È impossibile non amarti, Liam. E smettere di farlo è.. è faticoso. Sai quando dicono che ti rendi conto di quello che hai finché non lo perdi? È patetico dirlo, ma è così. Sei una persona fantastica, Liam. E non posso smettere di amarti, non posso. Ma se mi vuoi bene, se almeno un briciolo di affetto lo provi per me, smettila di parlarmi di Zayn.-

Restò in silenzio per qualche minuto, puntando subito dopo lo sguardo sul fiume, e prese posto sul muretto, facendole segno di sedersi al proprio fianco.

- Ti ricordi?- le domandò, muovendo i piedi nel vuoto con gli occhi fissi sull'acqua che scorreva impetuosa sotto di loro. - Quante volte siamo venuti in questo posto?- insistette, completamente perso nei ricordi, inclinando il viso per tenere la guancia contro i suoi capelli.

- Eravamo dei ragazzini.- ridacchiò lei, stringendosi al suo fianco e sospirando: - E tanto innamorati.-

Liam annuì, aggiungendo subito dopo: - Ed è dove ti ho detto per la prima volta che ti amavo.-

Si lasciò sfuggire uno sbuffo alla gomitata della ragazza, sorridendo divertito al suo: - Mi hai fatto penare anni! E a lui l'hai detto dopo quanto? Qualche mese?-

Incassò la testa tra le spalle, mugugnando qualche scusa e un flebile: - Colpa sua e della sua incredibile bellezza.-

- È proprio impossibile, vero?- la sentì chiedere all'improvviso, specificando con: - Tornare ai vecchi tempi. È impossibile, giusto?-

Restò in silenzio, puntando lo sguardo su una delle casette al di là dell'argine - una delle loro stupide fantasie per il loro futuro perfetto - e scosse la testa, bisbigliando con un filo di voce un semplice: - Mi dispiace.-

- Sarebbe più facile, forse.- si lasciò sfuggire dopo altri minuti di silenzio. - Io e te, sarebbe più semplice ma..-

- Ma non è quello che vuoi.- concluse per lui, costringendolo ad annuire solamente e deglutire, sentendola sempre più distante mentre scendeva dal muretto.

La ascoltò in silenzio mentre diceva: - So che non ti piacerà la mia decisione.- e fece un grugnito per farla continuare, tenendo gli occhi bassi per non intervenire quando continuò con: - Ho deciso di andarmene, di tornare in Europa. È lì il mio futuro e qui non mi è rimasto più nulla. Voglio..voglio chiudere tutti i rapporti con te e.. Liam!-

Si voltò verso di lei, fulminandola con un'occhiata e, nonostante il suo nome gridato per fermarlo, borbottò: - Questa non è una soluzione.-

Restò in silenzio quando lei aggiunse: - È una mia decisione e tu la rispetterai.-

- È una decisione del cazzo.- sibilò, distogliendo lo sguardo e lanciando un sasso nel fiume. - Cosa speri di risolvere chiudendo con me? E perché hai promesso di essermi amica? E ora sparisci di nuovo?- riprese con la serie di domande, agitando un braccio e sentendosi esattamente come tre anni prima.

- Perché voglio pensare a me! A quel che è bene per me!- la sentì gridare le stesse identiche parole dell'ultima volta; probabilmente si sarebbe messo a ridere per tutte le coincidenze di quella serata, ma l'unica cosa che sentiva era il cuore perdere sempre più battiti.

- Sei così..così stronza.- grugnì, scendendo dal muretto e tenendo il braccio teso lungo il fianco. - Cosa sei tornata a fare? Volevi entrare nella mia vita e distruggermi di nuovo? Era questo che volevi?-

Strinse forte il pugno, riuscendo a tenere il contatto visivo e non farsi vincere dai suoi occhi lucidi e dal suo essere così piccola sotto la pioggia. Vide le sue labbra tremare appena mentre sussurrava: - Non è giusto che mi tratti così.-

- Tu vieni a parlare a me di cos'è giusto?- le domandò, gonfiando quasi il petto dalla rabbia che si stava accumulando velocemente dentro di lui. - Tu, Danielle? La ragazza che ha giurato di amarmi e ci ha messo due giorni a rompere le sue promesse? Mi sto comportando male io? Sono io ad averti abbandonato per tre fottutissimi anni, tornando come un fantasma dal passato solo quando le cose stavano andando per il meglio? Sono io ad averti promesso ancora una volta di voler esserci per te? E sono io quello che sta scappando di nuovo? Sono io, Dani?- concluse con un soffio, perdendo tutta la rabbia e sentendosi improvvisamente senza forze mentre guardava quella che si stringeva tra le braccia come a proteggersi.

Roteò gli occhi e sbuffò al suo: - Prova a metterti nei miei panni, Lì!- per poi zittirsi quando continuò: - E sì, sto scappando. Ancora una volta e per sempre. Perché non voglio essere la stronza di tutta questa storia, non voglio essere quella che si mette tra voi. E nonostante io sia felice per te, perché te la meriti tutta questa felicità, io voglio pensare anche a me. Non posso continuare a stare qui e vederti con lui. Non ce la faccio, Liam. E mi dispiace di tutte le promesse, mi dispiace di averti deluso ancora una volta e..-

- Non andare via, non di nuovo.- la supplicò con gli occhi lucidi, interrompendola ed avvicinandosi di un passo. - Riuscirai a..a superare questa cosa che provi per me. E troverai qualcuno. Ma non buttare anche la nostra amicizia. Sei importante, Dani.- bisbigliò, sentendo il groppo chiudergli la gola mentre la osservava scuotere la testa con il viso bagnato di pioggia e lacrime.

- Non condannarmi a questa vita di rimorsi e rimpianti. Non obbligarmi a scegliere di restare, di esserti amica con il ricordo delle tue braccia attorno a me. Non obbligarmi a vivere tutto questo. Io sono..sono davvero felice per te, ma non voglio pensare a quanto sono stata idiota ad averti perso. Voglio ricominciare e..-

- Questa volta è per sempre?- la interruppe, vedendola sollevare il viso ed annuire dopo qualche minuto di silenzio, aggiungendo un: - Per sempre.- che gli scavò dentro, lasciandolo per un secondo senza fiato.

Annuì, più per riflesso che per altro, osservandola, senza realmente vederla, mentre si avvicinava e gli appoggiava i palmi sulle guance.

Le strinse le mani sul proprio viso, quasi a trattenerla inutilmente, sentendola aggiungere in un bisbiglio: - Risolverai con lui e si prenderà cura di te e ti amerà, come io non sono mai stata in grado di fare.-

Restò immobile tutto il tempo, percependo le labbra della ragazza posarsi contro la fronte, le sue dita tra i capelli e il suo: - Non smetterò mai di amarti, Liam Payne. Perdonami.-

Non riuscì a fare nient'altro per fermarla, la osservò con gli occhi vacui per le lacrime mentre si allontanava velocemente da lui. La sua figura che scappava da lui, le sue ultime parole e il cuore che gli si frantumava nuovamente tra le dita.

- Addio, Danielle Peazer. Non ti dimenticherò mai.- sussurrò, più a se stesso che alla ragazza, cercando in tutti i modi di ricacciare il groppo che gli chiudeva la gola e gli inumidiva gli occhi.

 

 

 

 

 

 

Non ricordava esattamente quant’era rimasto a fissare l’acqua scorrere sotto di lui, sapeva solo che aveva ricominciato a diluviare e, nonostante fosse fradicio dalla testa ai piedi, non voleva allontanarsi da lì.

La sua mente era completamente persa nei ricordi, tutti legati alla ragazza che aveva deciso di scappare di nuovo, e non sapeva più come fare ad uscirne. Il freddo non lo sentiva, solo un grande vuoto dentro di lui. Non amava Danielle, ormai quel sentimento era scomparso da tempo, e il ricordo di lei era accompagnato da un insieme di rimorsi e rimpianti; ma quand’era tornata per lui, quando erano rimasti su quel divano a parlare per ore, credeva davvero di poterla riavere di nuovo nella sua vita.

Era importante per lui, seriamente importante, e portava con sé una parte di lui che sarebbe stata sua per sempre; si stava comportando da egoista, quel volerla tenere nella sua vita facendo soffrire sia lei che Zayn, ma non riusciva ad immaginarsi senza lei.

Non riusciva nemmeno a seguire il filo contorto dei propri pensieri, sapeva solo che quel “per sempre” gli si stava ripetendo nella testa da quando gliel’aveva sentito pronunciare.

Perché prima una possibilità di un suo ritorno c’era, prima poteva ancora sperare di riaverla in qualche modo nella propria vita; in un modo diverso dall’ultima volta, la sua presenza sarebbe stato qualcosa di più sottile e gli avrebbe ricordato solamente tutto quel che avevano passato. E invece lei aveva preferito chiudere ogni cosa, lui non poteva far nulla per fermarla. Forse era meglio così, doveva solo riuscire a lasciarla andare. Avevano solo un bel passato in comune, il loro futuro assieme era cambiato qualche mese prima quando aveva dato a Zayn la possibilità di entrare nella sua vita.

Si era appoggiato nuovamente con gli avambracci al muretto, il mento sulle dita intrecciate e gli occhi fissi sull’acqua che scorreva sotto di lui.

Come si sentiva? Non riusciva a capirlo nemmeno lui. Sapeva solamente di avere un gran vuoto dentro; dovuto a Danielle o alle parole di Zayn, quello non era ancora riuscito a risolverlo.

Le sue labbra si piegarono in un accenno di sorriso, sentendo una voce alle sue spalle dire: - Giuro che se mi fai chiamare ancora una volta da quella strega.. Liam!-

Roteò gli occhi, voltandosi verso il ragazzo che lo guardava con un’espressione tra lo scocciato e il preoccupato.

Aspettò ancora qualche minuto prima di chiedere: - Che ci fai qui? Non ti ho mai parlato di questo posto.-, vedendolo preso alla sprovvista ed osservando il cellulare tra le sue mani mentre sussurrava semplicemente: - Danielle.- come risposta.

- Ti ha detto di venirmi a prendere? Perché non voleva aver troppi sensi di colpa?- sibilò, tenendo il braccio rigido lungo il fianco, mentre gli occhi erano puntati sul ragazzo di fronte a lui.

Incassò la testa tra le spalle, ascoltandolo mentre grugniva tra i denti: - Me ne fotto di Danielle, Payne. Me ne son sempre fottuto di lei.- ed annuì, per nulla convinto dalle sue parole, passando la manica della felpa sul viso, in un tentativo inutile di asciugarsi.

Mosse nuovamente la testa in un cenno affermativo, più convinto di prima, sentendolo dire: - Torniamo a casa, dai.- e gli si avvicinò di un passo, studiandolo come un cucciolo ferito.

- Muoviti, Payne! Mi si sta gelando il culo!-

Saltellò appena alle sue parole, non volendo far innervosire ulteriormente l’amico, e gli si affiancò velocemente, abbassando appena gli occhi per fissarlo di sfuggita; mugugnò infastidito alla pacca sulla spalla, massaggiandosela e sibilando qualche insulto, e continuò a guardarlo mentre gli avvolgeva un braccio attorno alle spalle e  lo guidava verso la macchina.

Prese posto sul sedile dalla parte del passeggero, lanciando un’occhiataccia a quello che gli ricordò di essere completamente fradicio e di stargli bagnando i rivestimenti, e puntò lo sguardo fuori dal finestrino, ignorando l’amico che si metteva alla guida ed accendeva il motore.

- Non mi hai più risposto.- borbottò dopo qualche minuto, decidendo che il silenzio non sarebbe servito per mettere a tacere i suoi pensieri; si sistemò meglio contro lo schienale, aggiungendo alle sue spiegazioni: - Cosa ti ha detto Danielle?-

Si mordicchiò appena l’interno delle guance , staccandosi delle pellicine dal nervoso, e si diede ripetutamente dell’idiota quando la speranza di un cambiamento, tra i pensieri della riccia, si fece largo nella sua testa.

- Nulla, mi ha chiamato e mi ha detto dove venire a recuperarti.- lo sentì dire, quasi infastidito dalle domande, e mosse la testa in un cenno, passando le dita sulla firma in rosa che spiccava sul gesso.

Sollevò di scatto il viso, sentendo la macchina fermarsi di colpo in mezzo alla strada, e cercò con tutte le forza di ignorare l’occhiata piena di significati dell’amico e di concentrarsi sul rumore della pioggia.

- Dimmi che non provi più nulla per lei.-

A quella sua frase però non riuscì a fermarsi dallo sbuffare, appoggiò il gomito contro il finestrino, tenendo il mento contro il pugno chiuso, e rivolse tutta la sua attenzione alle goccioline di pioggia che scivolavano lentamente sul vetro.

- Rispondi, Liam. Provi ancora qualcosa per lei? Per questo ci stai così male?-

Iniziò a picchiettare il pugno contro la fronte, quasi in un tic nervoso, e quando lo sentì pronto a dire altro si tirò su con uno scatto e voltò il busto verso di lui.

- Devi smetterla, Louis.- sibilò, puntandogli l’indice contro e tenendo gli occhi fissi nei suoi azzurri. - Mi pensi davvero così stronzo?-

La rabbia divampò sempre di più quando l’altro fece solamente spallucce, borbottando: - Non ci saresti stato così male se non continuassi ad amare quella stronza.-

Prese un respiro per calmarsi, ritirando il dito e stringendo nuovamente il pugno, per poi ordinargli di tornare nuovamente alla guida.

Sbuffò ancora al suo: - Eviti persino la domanda..- e s’impuntò a guardare il paesaggio che riprendeva a scorrere sotto i suoi occhi.

- Sai cosa? Fermati qui. Grazie per il passaggio.- disse con rabbia, cercando di aprire la portiera ma trovandola chiusa con la sicura. - Apri questa fottutissima porta.- ringhiò tra i denti, sentendosi sul punto di esplodere.

- E dove vorresti andare con questa pioggia?-

Prese un grosso respiro e poi rispose: - Josh e Niall abitano qui vicino.-, indicando persino la strada e mostrandogli un sorrisetto tutto soddisfatto.

Annuì quando Louis ripeté: - Josh.- con una nota strana nella voce, gli indicò la strada e ripeté: - Da Josh, è da quella parte.-

- E da quando esattamente Josh mi ha sostituito?-

- Da quando sei uno stronzo.- ribatté, sollevando il mento come per mostrarsi più forte, tutto il contrario di come si stava sentendo dentro. - Da quando non vuoi sentire una cazzo di parola su Danielle. Da quando non vuoi capire che lei era ed è importante. Da quando non fai altro che leggere male ogni mio gesto. Non sono innamorato di Danielle ma, Dio mio, la vuoi capire che è una delle persone più importanti delle mia vita? E non me ne fotte un cazzo se continui a darle della strega o della stronza. Danielle era e resterà per sempre il mio primo amore. Quindi stai zitto e smettila di parlare di me e lei come se ci conoscessi o avessi voce in capitolo.-

Sospirò più rilassato, dopo essersi sfogato in quel modo, e si accasciò contro il sedile, cercando di non notare il tremore nella voce dell’amico mentre ripeteva: - Il tuo primo amore.-

- È quel che ho detto Louis, il mio primo amore.- ripeté lentamente, tenendo gli occhi fissi nei suoi e sollevandosi con la schiena per sembrare molto più sicuro di se stesso.

- Una delle persone più importanti.- lo senti ripetere un’altra delle frasi che aveva detto, obbligandolo ad annuire di nuovo e infilzare le unghie nel palmo della mano. - E io non ho voce in capitolo, ma Josh sì.-

- Portami da Josh e piantala con le domande.- sibilò, sistemandosi contro lo schienale per dargli le spalle. Iniziò a muovere le dita sul finestrino appannato, cercando di tenersi impegnato per non pensare al fatto che aveva effettivamente litigato con tutte le persone più importanti della sua vita. Prima Zayn con il suo “ti odio”, Danielle con il suo “per sempre” ed ora Louis con il suo mutismo.

Quei pochi minuti, che li separavano dall’abitazione di Josh e Niall, li avevano passati con il solo rumore della pioggia; Liam aveva spento la radio con stizza quando le prime note di “When I’m gone” avevano riempito l’aria attorno a loro, aveva ignorato il grugnito di Louis e aveva continuato a fissare fuori dal finestrino. Doveva solo tenere tutto dentro, ancora qualche minuto e poi avrebbe potuto parlarne con Josh; perché Louis non poteva capirlo, Louis non lo capiva mai quando si trattava di Danielle.

Si risvegliò dai suoi pensieri, sentendo la macchina fermarsi e vedendo il viale che portava a casa dell’amico, ed annuì al: - Arrivati a destinazione, non ringraziare nemmeno per il passaggio.-

Si slacciò velocemente la cintura, aprì la portiera e scese dalla macchina, tenendo il braccio sano appoggiato sopra e gli occhi fissi sul sedile che aveva appena lasciato.

- Io.. ecco.. uhm..- iniziò a farfugliare, non volendo lasciarlo andare e saperlo arrabbiato con lui; tutta quella giornata era stata un insieme di sbagli, di parole che poteva evitare ed era solamente colpa sua. Il fatto di avere un braccio ingessato e di non potersi allenare gli stava facendo accumulare troppa tensione. - Volevo solo dirti che..-

Stava per scusarsi, lo stava per fare, e si stava per insultare di fronte a lui, stava per dirgli che era solo un idiota e uno stronzo, che gli aveva sputato addosso quelle cose per colpa del nervosismo, che lui era molto più importante di Danielle. Ma il suo: - Vai dal tuo nuovo migliore amico, dai. Ti starà aspettando.- lo fece andare nuovamente su tutte le furie.

- Fottiti, Louis.- sibilò in risposta, sbattendo la portiera con forza e percorrendo a grandi passi il viale, mettendosi a bussare insistentemente al portone di legno.

Si passò l'avambraccio sulla fronte, cercando di spostare i capelli bagnati, ed ascoltò la macchina dell'amico dar gas per allontanarsi il più in fretta possibile; sollevò di scatto gli occhi, trovandosi di fronte Josh con un'espressione confusa in viso, e mosse la mano, come per chiedergli il permesso di entrare.

Non aspettò oltre il: - Certo, vieni pure.- e superò la soglia di quella casa, stringendo il braccio al petto per scaldarsi.

- Ma sei completamente fradicio!-

Lo guardò con un sopracciglio inarcato, passando le dita tra i capelli per cercare di sistemare la situazione, e sbuffò spazientito, esclamando: - Piove! Se non te ne fossi accorto!-

- Infatti volevo chiederti che ci facessi fuori con questo tempaccio.- lo sentì dire, con il classico tono di voce che viene solitamente usato per parlare  ad un bambino e non ad un ventenne.

- Storia lunghissima.- sussurrò, sospirando pesantemente, e scosse la testa velocemente come un cagnolino.

Puntò lo sguardo su Josh, annuendo al suo: - Ne parliamo davanti ad una tazza di the caldo?- che gli fece pensare immediatamente a Louis.

- Scusa..- farfugliò, indietreggiando verso la porta con un'espressione strana in viso. -..io devo..devo andare da lui.- concluse, ignorando l'amico che lo guardava come se fosse un pazzo.

Si lasciò bloccare con un piede fuori dalla porta, osservando la mano stretta attorno al braccio ingessato, e fissò il ragazzo robusto di fronte a lui.

- Ma dove vuoi andare con questo tempo? Sei fradicio! Devi asciugarti o ti prenderai un malanno. E mi stai facendo preoccupare, Liam.-

Scosse la testa, non sapendo bene come rispondergli, e indicò con un cenno la strada, ripetendo: - Devo andare da lui, Josh.-

Annuì al: - Hai litigato con Zayn?- per poi muovere la testa, negando.

- Devo andare, Josh. Scusa.- mugugnò, liberandosi della stretta e riprendendo a correre verso la casa di Louis.

Fortunatamente le loro due case si trovavano a pochi kilometri di distanza, dopo circa mezz'oretta di corsa si trovava infatti sotto il portico a bussare insistentemente al portone e gridare il suo nome.

- Per favore, Lou!- esclamò dopo vari tentativi, picchiettando la fronte contro il legno e rabbrividendo per i vestiti che gli facevano da seconda pelle. - Aprimi, ti prego.- bisbigliò, percependo la presenza dell'amico oltre quella porta.

- So di essermi comportato da stronzo, so di averti ferito.. ma, ti prego, fammi entrare. Fammi spiegare!- continuò ad insistere e gridare, sospirando pesantemente e appoggiandosi con la fronte al portone.

- Mi dispiace, Lou.- bisbigliò, chiudendo gli occhi e cercando di ignorare i brividi di freddo che gli percorrevano tutta la schiena. - Josh non ti ha mai sostituito, lo sai. E sei molto più importante di Danielle. Sei il mio migliore ..- stava cercando di parlare con il cuore in mano, perdendo quasi l’equilibrio quando l’altro aprì di colpo la porta.

- Lou.- mugugnò, rimettendosi dritto con la schiena e puntando gli occhi nei suoi, la fronte aggrottata in un’espressione dispiaciuta. - Io volevo solo dirti che..-

Abbassò il capo, ascoltandolo mentre borbottava: - Che ci fai qui? Josh non era in casa e quindi sei tornato da me? Ora stranamente vuoi parlare con me?-

Si passò il palmo sulla coscia, piegando le labbra in una smorfia nel sentire i jeans fradici, e sussurrò: - So che ora sei arrabbiato con me, ma ti prego..-

- Non capisco cosa vuoi ancora da me. Pensavo avessimo chiarito che io per te non valgo assolutamente..-

- No, non hai capito. Io non volevo..- insistette, cercando in ogni modo di convincerlo, ma si bloccò per iniziare a tossire; sollevò appena gli occhi per fissare quello che si era avvicinato, lasciandosi sfuggire un sospiro di sollievo al contatto della sua mano contro la propria fronte. - Quel che io intendevo era..-

- Fammi un piacere e stai zitto.-

Annuì immediatamente alle sue parole, strizzando gli occhi all’ennesimo colpo di tosse, e si lasciò prendere per il braccio e trascinare lungo il corridoio. Si stropicciò un occhio, sentendo tutta la stanchezza gravare sulle spalle, e sollevò il viso per guardare l’amico che si era fermato di fronte alla porta del bagno.

Mosse nuovamente la testa in un cenno affermativo al suo: - Fatti un bagno, poi ne parliamo di fronte a qualcosa di caldo. Ti preparo dei miei vestiti e dormi qui, va bene?- e lo osservò in silenzio, vedendolo allontanarsi nuovamente da lui.

 

 

Aveva cercato di lavarsi il più in fretta possibile, nonostante l’impedimento del braccio ingessato lo rallentasse, e ora si trovava seduto sul bancone della cucina di Louis, i piedi a penzoloni e la tazza di the appoggiata sulla coscia.

- Quindi..- si fece attento, quando ricominciò a parlare dopo qualche minuto di silenzio, e tenne gli occhi fissi sul liquido scuro. -.. se ho capito bene, Zayn ha detto di odiarti perché tu hai detto qualcosa che lui non voleva tu dicessi?-

Mosse la testa su e giù, come un bambino, ed intrecciò le caviglie, sospirando pesantemente mentre ricordava la scena di qualche ora prima.

Inclinò appena il viso, spostando l’attenzione sulle calze a righe che Louis gli aveva prestato, e si drizzò di scatto, sentendo la gomitata e il: - Specifica, Payne!-

Il castano sbuffò, roteò gli occhi e li puntò sul soffitto mentre continuava a borbottare tra sé e sé; si portò la tazza alle labbra, prendendo un sorso della bevanda bollente, e sospirò all’occhiata curiosa dell’amico, capendo di non avere altra scelta.

- Si tratta di un gruppetto di idioti.- sibilò, sentendo il sangue affluire velocemente al cervello dalla rabbia che continuava a covare dentro. - Da quando si è trasferito non lo lasciano in pace.-

- E questo cosa c’entra con..-

Non lo lasciò finire la frase che continuò: - Lo insultano, certe volte lo intimidiscono. E in casi estremi e, fortunatamente, rari arrivano alle mani.-

Spostò lo sguardo dalla tazza all’amico, sentendo il suo verso sorpreso e: - Allora è questo a cui si riferiva Harry quando diceva di essere un cattivo amico.-

- Probabilmente.- sussurrò, portando nuovamente la tazza alle labbra, con gli occhi fissi sui propri piedi e tutto perso in contorti ragionamenti.

Si risvegliò all’improvviso al: - L’hanno picchiato e tu hai raccontato tutto ai suoi genitori? Per questo si è arrabbiato?- e scosse lentamente la testa, aggrottando la fronte.

- No.- negò frettolosamente, allungando le gambe di fronte a sé e sospirando pesantemente. - Diciamo.. forse.. non proprio.- tentennò, stringendo il labbro inferiore tra i denti. - Non come l’altra volta.- concluse, appoggiando la tazza al bancone e stringendo le dita tra i capelli mossi. - Non riesco a dimenticare il.. il suo corpo pieno di lividi.- sibilò, sentendo crescere tutta la rabbia che aveva provato quando si era trovato quel ragazzo davanti.

Lasciò scorrere lo sguardo, dalla mano dell’amico sul proprio braccio fino ai suoi occhi, e scosse il capo quando gli chiese se si stesse riferendo a quella volta.

- Ha solo un livido sull’occhio ora.- mormorò, indicando il punto esatto in cui aveva visto quel segno. - Però ha spaccato il naso di quel tipo.- aggiunse velocemente, riprendendo la tazza per portarsela alla labbra e cercare di calmarsi.

- Non ne sei.. felice? Non era questo che volevi?- lo fissò confuso mentre spiegava: - Harry mi ha detto che tu l’avresti aiutato più di quanto ha mai fatto lui. Sto semplicemente collegando i pezzi.-

Finì l’ultimo sorso di the, appoggiando nuovamente la tazza al proprio fianco, e impegnò le dita sull’elastico dei pantaloni della tuta che Louis gli aveva prestato.

- Zayn si è arrabbiato perché gli avevo promesso che non l’avrei mai detto a nessuno.- disse velocemente, parlando ad una velocità quasi incomprensibile, per poi sussurrare: - Sai anche tu come vanno queste cose. Più gli fai del male, più si divertono. Ho sbagliato tutto, Lou. Ho.. io.. sono un coglione.-

- Liam, Liam.-

Tenne le dita strette sul tessuto, scuotendo la testa ai tentativi dell’altro di calmarlo, e sibilò: - Non aspetterò.-

- Cosa? Di che parli?- lo sentì chiedere, muovendogli il braccio per attirare la sua attenzione.

- La mossa di quel tipo. Non aspetterò questa volta.- ripeté, annuendo con più grinta e stringendo le dita in un pugno. - Non toccherà più Zayn.-

- Non fare stronzate, Payne. E dove vorresti andare con il braccio che ti ritrovi?-

Sollevò di scatto la testa, tirandosi su con la schiena, e mormorò: - Per questo ho bisogno di Harry.-

- Che vuoi fare? Non metterlo in mezzo o io..-

Ridacchiò appena, scompigliando i capelli del coetaneo, e lo rassicurò, dicendo: - Deve solo tenerlo sotto controllo finché non mi tolgono questa cosa.-

Sbuffò quando quello si oppose, replicando: - L’ultima volta che l’ha fatto hanno litigato e ha urlato contro di me cose non molto carine.- e grattò la superficie del bancone con le unghie, cercando di farsi venire in mente una nuova idea per convincerlo.

- Lou.- bisbigliò, voltandosi con il busto verso di lui e preparandosi ad usare ogni sfumatura per farlo cedere. - Ho seriamente bisogno che Harry tenga lontano il bastardo da Zayn. O potrei andare domani da quello e ficcarmi in un grosso casino.-

- Quanto grosso?-

Fece spallucce, muovendo i polpastrelli sul gesso pieno di scritte, e, quando sollevò nuovamente gli occhi nei suoi, rispose: - Massacrarlo di botte.-

Piegò le labbra in un sorriso soddisfatto, sentendolo esclamare: - E va bene! Va bene! Mi hai convinto!- e gli diede dei colpetti sulla coscia, saltando giù dal bancone.

Si portò le braccia sopra la testa, sgranchendosi la schiena, e si voltò velocemente verso di lui quando gli domandò: - E ora?-

- Ora cosa?- fece di rimando, inarcando un sopracciglio e non capendo dove volesse arrivare quello che rispose semplicemente con “Zayn”.

Mosse un braccio per invitarlo a continuare, gli occhi un po’ più grandi dalla confusione, e borbottò: - Non sto capendo nulla, Lou.-

Fece un passo indietro al suo: - Zayn ha detto di odiarti, no?- e socchiuse gli occhi, cercando di ripararsi dall’ennesima ripetizione di quel “ti odio”.

Venne riportato nuovamente alla realtà da Louis, che gli si affiancò e insistette: - Allora? Come speri di risolvere? Hai tradito la sua fiducia.-

Inclinò il viso, guardando un punto alle spalle dell’amico, e sussurrò con un filo di voce: - Non ne ho idea, Lou. So solo che mi sta venendo un gran mal di testa e voglio dormire.-

Si lasciò sfuggire la prima risatina della giornata, cercando di ritirarsi quando gli strofinò un pugno contro i capelli, dicendo: - Non pensarci troppo, testolina.-

- Non ci penso, mi verrà naturale!- si vantò, agitando una mano di fronte al suo viso, per poi scoppiare in una risata isterica alle sue dita sui propri fianchi.

Quando riuscì a liberarsi di quella tortura, agitando le braccia con il rischio di colpirgli il mento con il gesso, si lasciò guidare fino alla camera del ragazzo, buttandosi nel letto senza aspettare un invito.

- Posso approfittare di questa febbre per chiederti le coccole?- gli domandò all’improvviso, tirandosi su con il busto, reggendo il peso del corpo grazie al gomito puntato contro il materasso.

Annuì quando Louis ripeté quella parola, un misto di sorpresa e confusione nella voce, e tenne gli occhi fissi nei suoi, osservandolo mentre si sedeva al proprio fianco.

Arricciò il naso, cercando di fissare il dito che l’altro gli aveva puntato contro, e ridacchiò al: - Non approfittare di una cosa che non hai, Payne.-

- Come fai a dire che non ho..- stava cercando di dire, bloccandosi al “ti conosco” che Louis aveva sputato fuori; come se fosse un segreto che teneva dentro da troppo tempo.

- Non ti è mai venuta la febbre, Lì. Mai e poi mai.- lo sentì insistere con un tono orgoglioso, lo osservò mentre sollevava le coperte e si rannicchiò contro di lui, cercando di trovare una posizione in cui il gesso non desse fastidio.

- Magari questa sarà la prima volta.- replicò deciso, sbuffando ai tentativi vani, e si sdraiò a pancia in su con gli occhi fissi sul soffitto. Cercò di scacciare il dito dell’amico, che continuava a spingere contro la guancia, e roteò gli occhi al suo: - Non ti ammali mai.-

Passò almeno dieci minuti ad allontanare la mano di Louis - il silenzio della stanza riempito solamente dai loro respiri, dalle risatine dell’amico e dai suoi sbuffi irritati - e voltò appena il viso, sentendosi chiamare con un filo di voce.

- Ti ricordi quando giocavamo persino sotto la pioggia?- annuì, nonostante non avesse bisogno di una conferma, e si morse forte il labbro nel vedere i suoi occhi lucidi mentre continuava con: - E poi io passavo la settimana dopo nel letto e tu eri ancora pimpante.-

- E dicevi che ero Batman.- aggiunse, cercando di distogliere l’attenzione dell’amico da altri tipi di ricordi. - Solo perché volevi essere Superman.- continuò, sentendosi soddisfatto quando le sue labbra si piegarono in un sorriso debole.

- Sono il Superman del tuo Batman.- lo sentì dire con la voce che tremava appena, spostando una mano dietro la sua nuca ed obbligandolo a poggiarsi contro il proprio petto.

- Lou.- lo chiamò piano, premendo le labbra contro i suoi capelli e tenendolo stretto. - Non sei solo, ci sono io.- sussurrò con un filo di voce, sentendolo annuire e stringere le dita contro la maglia.

Tenne gli occhi chiusi, rilassandosi nel loro silenzio, e rispose velocemente un “ti conosco” alla domanda che Louis stava per rivolgergli.

Lo ascoltò quando sussurrò: - Ogni tanto penso di aver fatto male a restare, troppi ricordi.- e lo strinse più forte, scuotendo la testa a quell’idea.

- Non ti sarebbe mai piaciuta la Florida. E quella tua zia puzza di..-

-.. naftalina.- lo sentì farfugliare contro il tessuto della maglia, facendolo ridere ed annuire velocemente.

- E non saresti andato lontano senza di me.- aggiunse subito dopo, scompigliandogli i capelli e rivolgendogli un sorriso quando si sollevò per guardarlo.

Restò immobile e sorpreso al suo: - Li ho delusi? O sarebbero fieri di me?- e sussurrò: - Tutti sarebbero fieri di un figlio come te, Lou.-

Puntò gli occhi sul soffitto, ascoltando il respiro del ragazzo al proprio fianco, e spostò le dita tra i suoi capelli, muovendole lentamente.

- Son felice che tu sia rimasto per me, Lou.- bisbigliò con un filo di voce, percependo le guance scaldarsi appena per l’imbarazzo, e rivolse un sorriso timido a quello che rimase a fissarlo per qualche secondo.

Fissò in silenzio quello che annuiva lentamente e ridacchiò al suo: - Ora mettiti a dormire e smettila con le stronzate.-

 

 

La mattina dopo si era svegliato con le coperte tutte attorcigliate attorno al corpo, il braccio di Louis sul proprio petto e il suo viso nell'incavo del proprio collo con il suo respiro che gli solletticava la pelle.

Era rimasto per almeno dieci minuti fermo in quella posizione poi, quando si era ricordato della lezione in università, si era tirato su dal letto, cercando di non svegliare l'amico, e gli aveva lasciato un biglietto sul bancone della cucina, dopo aver approfittato della sua dispensa per far colazione con gli ultimi cereali rimasti nella scatola.

Aveva indossato dei vestiti di Louis, una sua felpa larga e un paio di pantaloni elasticizzati, e si era incamminato verso l'università, essendo a due isolati di distanza da lì.

Si era appena seduto ad un tavolino appartato nella caffetteria del campus, quando il cellulare aveva preso a vibrare, facendogli quasi rovesciare dallo spavento il caffè sul libro di economia. Non appena scorse il nome “Dominic”, lo afferrò e premette la cornetta verde per rispondere.

Sentì il “Avevi detto di chiamarti non appena mi liberavo, no?”, annuì lentamente e si portò alle labbra il bicchiere di cartone per sorseggiare la bevanda calda, tenendo il telefono incastrato tra il collo e la spalla.

Quando gli chiese delle spiegazioni sulla sua fretta, si schiarì la voce e iniziò: - Non so cosa ti ha detto Ruth di Zayn..- e scoppiò a ridere nel sentirlo dire: “Non mi interessa molto dei tuoi gusti sessuali, Payne. Tu sei felice, tutti siamo felici.”

Riuscì a calmarsi solo dopo qualche minuto di risata quasi isterica, scosse la testa e prese un nuovo sorso di caffè, sistemandosi contro lo schienale di quelle sedie scomode.

- Zayn va nella mia vecchia scuola.- ricominciò a parlare, strofinando le dita contro la mandibola e tenendo il cellulare contro l’orecchio. - Ricordi i problemi  che avevo io a dieci anni? Lui li ha ora, più o meno.. non proprio simili ai miei.-

Prese un respiro, cercando di ignorare il ricordo del suo corpo pieno di lividi, e continuò: - Brevemente, c’è questo gruppetto di ragazzi che sta esagerando.-

Iniziò a picchiettare le dita sul tavolo, annuendo al “E tu vuoi vendicarti?”, per specificare subito dopo con: - Ed ho bisogno di te, Dominic. Devi scoprire tutto di un certo Jason. So solo il suo nome, ma ho visto la sua faccia da cazzo e saprei riconoscerlo.-

Solo un nome non mi è molto utile..” lo sentì dire in un borbottio, per poi aggiungere: “Vedrò che posso fare. Ti farò sapere, Payne”.

Aveva appena chiuso la chiamata, il bicchiere di caffè alle labbra, quando sentì una voce dire: - Parlavi di Zayn?- che gli fece andare quasi di traverso il caffè.

Si sistemò contro lo schienale ed osservò la ragazza che si era seduta di fronte a lui, e che era lì da chissà quanto tempo.

- Da quanto..- stava per chiederle, non sapendo bene come tirarsi fuori da quella situazione, ma fu costretto a zittirsi quando lei s'intromise dicendo: - Vuoi chiedermi se ho sentito dei tuoi piani per scoprire informazioni sul ragazzino che perseguita mio fratello da anni? Sì, l'ho sentito. E vuoi sapere se ho intuito quel che vuoi fare? Alla perfezione.-

Si passò le dita tra i capelli mossi, cercando di togliersi dall'imbarazzo, e si schiarì la voce, picchiettando le dita sul tavolo.

- Zayn non approverebbe mai.- la sentì insistere, obbligandolo a fissare il bicchiere tra le dita con un'espressione colpevole. - Sai che non ama particolarmente quando ti intrometti in quelle faccende.-

- Ma Doniya!- esclamò all'improvviso, sollevando lo sguardo per puntare gli occhi nei suoi. - Io non posso dimenticare che..-

Si zittì nuovamente, osservandola mentre scuoteva la testa e ripeteva: - Zayn non approverebbe mai.-

- Lo so, lo so. Ma io..-

- Ma io non ho sentito nulla.- aggiunse lei, indicandosi le orecchie con un accenno di sorriso dietro un'espressione seria. - Io ti ho sentito mentre organizzavi con il tuo amico per la prossima partita di football. Dico bene?-

Si aprì in un sorriso enorme, sporgendosi verso di lei per lasciarle un bacio sulla guancia, e riprese in mano il bicchiere di cartone, sorseggiando la bevanda calda.

- Tornando al discorso di mio fratello..-

Si raddrizzò immediatamente contro lo schienale, appoggiando il bicchiere sul tavolino, e deglutì, fissandola negli occhi per invitarla a continuare.

- Questa settimana è a casa da solo, in punizione perché ha comunque fatto male a quel ragazzo. Tutto ieri non è uscito dalla sua stanza, ha saltato la cena.. e stava dormendo con quel peluche, quello che..-

- Zeeyum?- ridacchiò, ricordandosi della fatica che aveva fatto per vincerglielo solo una settimana prima.

-..quello sì. E stamattina non aveva una bella cera, ma ha fatto colazione.- continuò ad informarlo lei, per qualche strana ragione che non gli era molto chiara.

- E Liam..- si fece attento, sentendo il suo tono di voce diventare più serio. -.. li ho sentiti parlare di trasferimento.-

Sbarrò gli occhi, scuotendo lentamente la testa con una smorfia sulle labbra.

- Non.. non possono.. portarvi via. No, non possono farlo. Zayn.. lui.. lui si opporebbe e..-

Sentì il cuore incrinarsi alla semplice frase: - È lui che l'ha proposto.- e cercò di scacciare il groppo che gli aveva chiuso la gola.

- Quello stronzo.- sibilò, chiudendo con uno scatto il volume di economia, ed alzandosi in piedi. - Deve provarci solamente.- continuò a sibilare, gettando il libro nella tracolla e buttando il bicchiere ancora pieno di caffè nel cestino.

- Liam! Che vuoi fare?!- le gridò dietro la ragazza, seguendolo velocemente fuori dalla caffetteria e cercando di afferrarlo per il braccio ingessato.

- Glielo faccio vedere io che si perde con il trasferimento.- grugnì, mettendosi la tracolla in spalla e uscendo dal campus con delle grandi falcate.

 

 

 

Fortunatamente si era fatto spiegare da Doniya che autobus prendere per poter raggiungere casa Malik, in cinque minuti aveva raggiunto la fermata e, dopo mezz'ora di tragitto su quei sedili scomodi, si trovava davanti all'abitazione del suo ragazzo, o di quello che ancora considerava il suo ragazzo.

Erano le dieci della mattina, sicuramente avrebbe trovato solo Zayn in casa, e c'erano davvero poche persone per strada; spinse il dito contro il campanello e lo tenne premuto per qualche minuto, lasciando solamente quando la porta gli si aprì davanti, rivelando il corpo del ragazzino con solamente un paio di boxer addosso.

- Zayn.- lo chiamò per nome, cercando di non farsi vincere dalla tenerezza dei suoi occhi addormentati e ricordandosi solamente che aveva proposto il trasferimento ai suoi genitori. - Dobbiamo parlare.- continuò, cercando di varcare la soglia e stupendosi quando il ragazzino gli si parò di fronte, dicendo: - Ho detto che in casa mia non ci entri.-

- Ripetilo di nuovo.- sibilò, facendo diventare gli occhi a due fessure mentre stringeva le dita della mano libera sul legno della porta.

- Non voglio vederti, Liam Payne.- lo sentì ripetere, una leggera stonatura nella voce alla fine della frase, cercando di spingere il portone a chiudersi di fronte al proprio viso. - Sono.. sono ancora tanto incazzato con te. Non voglio vederti. Sei uno stronzo, me l’avevi promesso. Sarà il nostro segreto, Zay.- lo imitò, scimmiottandolo con un tono di voce rauco.

- E tu?- gli domandò, riuscendo a varcare la soglia e sbattendo la porta alle proprie spalle per chiuderla. - Tu non sei stronzo? Non me ne andrò mai, Leeyum.- lo scimmiottò a sua volta, tenendo gli occhi fissi nei suoi mentre avanzava verso di lui. - E poi scopro che vuoi trasferirti! Non mi lascerai mai, vero? Son solo palle.- sputò fuori, spingendolo con una mano contro il muro del corridoio.

Quando lo sentì insistere con: - Non dovevi dirlo a nessuno! Me l’avevi giurato!-, strinse le dita sulla sua spalla nuda e lo tenne fermo contro la parete, gli occhi fissi nei suoi quasi a scavargli dentro.

- Quindi vuoi scappare? È questo che vuoi fare?- insistette, sentendolo agitarsi per riuscire a non avere più la schiena bloccata e sentirsi probabilmente più forte. - Scappi anche tu, Zayn?- gli chiese con un tono di voce strano, il significato di quelle parole che gli formava un groppo nella gola.

Vide il più piccolo scuotere velocemente la testa, notando solo per un attimo i suoi occhi lucidi, e strofinò il pollice contro la scritta sulla clavicola, quella che sapeva essere una frase che il nonno gli ripeteva spesso, aspettando che ricominciasse a parlare e spiegarsi.

- Se ho detto tutto quanto ai tuoi genitori è perché avevano diritto di sapere.- insistette, vedendo che i minuti stavano passando nel silenzio del moro. - E perché ho paura che un giorno si metta davvero male. E io non sono lì, non sono con te, non posso proteggerti.-

Si avvicinò di un passo a lui, quando lo sentì tremare sotto il suo tocco, e spostò la mano lungo il suo collo, tenendo il palmo contro la sua pelle e riuscendo a sentire il battito del suo cuore.

- Non sai come mi terrorizza tutto questo, Zay.- bisbigliò, strizzando appena gli occhi, e appoggiò la fronte contro la sua per prendere un respiro e calmarsi. - Che un giorno quel bastardo possa farti davvero male, che un giorno possa succederti qualcosa di orrendo e io.. io non so più come fare per proteggerti. Non so come..-

Si bloccò subito, sentendo quel: - Leeyum.- sussurrato contro le proprie labbra; aprì velocemente gli occhi e li puntò in quelli nocciola del diciassettenne, che teneva le dita strette sulla sua maglia quasi a non farlo allontanare. - Tu ci sei sempre quando va tanto male.- riprese a parlare, passando le dita sul gesso e mordendosi il labbro per trattenere un singhiozzo. - Ma non devi esserci sempre, non sono così debole.- borbottò, sollevando gli occhi nei propri per rivolgergli un sorriso incoraggiante. - Ho spaccato il naso a quel tipo!- lo sentì esclamare, vedendolo tutto orgoglioso di quel che era riuscito a fare.

Liam sospirò solamente, lasciando scorrere gli occhi sul suo corpo così fragile, ed annuì, inclinando il viso su un lato e spingendo la fronte contro la sua, quasi a richiamare la sua attenzione.

- Promettimelo, scricciolo.- bisbigliò, guardandolo negli occhi con decisione, e specificò, alla sua espressione confusa: - Che non ti caccerai nei guai.-

Quando Zayn mosse la testa in un cenno affermativo, sussurrando un debole “te lo prometto”, si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo e premette le labbra contro la sua fronte.

- Leeyum?- lo sentì dire, invitandolo a continuare con un grugnito mentre gli sfiorava lentamente il petto. - Mi lascerà mai in pace?-

A quella domanda appoggiò il palmo contro il suo cuore, che sentiva battere nella cassa toracica, e lo guardò con gli occhi socchiusi e un’espressione indecisa.

- Se non smette se la vedrà con i grandi.- sibilò infine, vedendo i suoi occhi quasi spalancarsi e sentendolo stringere le dita sulla propria mano, mentre ripeteva: - Non fare nulla di stupido.-

Scosse la testa con una piccola risatina, stringendo le dita sul suo mento per fargli sollevare il viso e poter guardarlo negli occhi, e sussurrò: - Nessuno ti farà mai più del male.-

- Mi farebbe del male se tu ti facessi del male, Leeyum.- lo sentì insistere nuovamente, vedendolo mettersi sulle punte per essere più vicino alle proprie labbra. - Non dirmi che non ti fai mai del male, perché quel braccio prova il contrario.-

Sbuffò, abbassando per un secondo lo sguardo sul gesso e sulle dita del moretto che glielo sfioravano lentamente, e fece spallucce, borbottando: - Non mi farò male.-

- Leeyum.-

- Zayn.- ribatté subito dopo, ridacchiando quando lo vide roteare gli occhi con esasperazione, e gli diede un buffetto sulla guancia, lasciando scorrere le dita sulla sua pelle.

- Mi hai ricordato il motivo per cui sono venuto qui.- mormorò dopo qualche minuto, passato a studiarlo in silenzio e a sfiorargli il viso con i polpastrelli. - Perché vuoi andartene da Houston?-

Vide l’occhiata confusa del ragazzino ed inarcò un sopracciglio, aspettando la sua risposta; quando però lo vide completamente spiazzata dalla domanda, aggiunse: - Ho visto Doniya all’università e mi ha detto che hai chiesto ai tuoi di trasferirvi.-

- Volevo cambiare scuola.- lo sentì dire in un sussurro, giocando con la propria maglia per non doverlo guardare negli occhi. - Ma non credo sia la soluzione corretta. Non lo so, ricominciare di nuovo.. non voglio.-

Mosse la testa in un cenno affermativo, cercando di assimilare la notizia e sostituirla a quella precedente, e avvolse un braccio attorno alla sua vita, stringendoselo contro.

- Ricordati quel che ti ho detto.- bisbigliò, il palmo contro la sua schiena a sentire tutto il calore che la sua pelle irradiava. - Mostrati forte, nascondigli la paura che provi, e a casa puoi sfogarti con me.. o con Harry.- aggiunse, faticando a pronunciare quel nome per tutta la gelosia che non riusciva a sedare. - Mi prenderò cura di te, piccolo.-

- Mi fai sentire ancora più indifeso così.- si lamentò il moro, spingendogli un pugno contro il petto per allontanarlo. - E ti ricordo che gli ho spaccato il naso. E gli avrei fatto un occhio nero, se solo non ci fossero stati gli altri due idioti. La prossima volta ci penserà due volte prima di parlare male di te.-

Spinse una gamba contro la sua, cercando di attirare la sua attenzione, ed aggrottò la fronte mentre sussurrava: - Ora ti cacci nei casini per difendermi?-

Continuò a fissarlo, lasciandosi toccare i capelli mossi, e ridacchiò al suo: - Ti difenderò da tutti quanti, Lee.-

- Da tutti e tutto. Ed è la stessa cosa che farò anch’io.- ribadì con un sorriso, inclinando il viso per lasciargli un bacio contro il polso; mugugnò appena, sentendo le sue dita tra i capelli e il suo nome chiamato con un filo di voce, ed annuì quando gli propose di fermarsi per tutta la giornata e la notte.

- Salto tutte le lezioni della giornata per stare con il mio micetto.- disse tranquillamente, ricordandosi solo in quel momento del non-abbigliamento del ragazzino, ed aggiunse : - Ma prima vai a vestirti.-

- Tu però mi aspetti?-

Annuì a quella domanda, spostandosi per lasciarlo libero di raggiungere la camera e mettersi qualcosa addosso. Quel corpo mezzo nudo avrebbe sicuramente avuto, a breve, un effetto sul proprio.

- E posso farti il ritratto?-

Mosse nuovamente la testa, ridacchiando al suo camminare con il busto rivolto verso di lui - quasi per accertarsi che non scomparisse dalla sua vista -, e gli indicò con un cenno le scale, ripetendo: - Ti aspetto qui.-

Quando lo vide mettere il piede sul primo scalino, chiamò il suo nome con un tono di voce alto e lo raggiunse velocemente, stringendo le dita sul suo braccio per farlo voltare.

Restò per un momento immobile, completamente perso in quegli occhi nocciola, e si sciolse in un sorriso dolce, spostando il palmo sulla sua guancia.

- Ehi.- sussurrò, arricciando gli angoli delle labbra in un sorrisetto sghembo, e continuò a tenere il contatto visivo, sporgendosi verso di lui e premendo le punte dei loro nasi assieme, strofinandoli e sghignazzando tutto felice. - Ti amo, scricciolo.- confessò contro la sua bocca, chiudendo gli occhi e annullando le distanze tra loro.

 

 

 

 

 

 

Angolo Shine:

Ehm, avevo detto che non ci avrei messo tanto? Come si suol dire, le ultime parole famose.

L’importante è che sia tornata, no? Mi prendo sempre tutta la calma di questo mondo, ma non abbandono; prima o poi torno, basta aspettare pazientemente. (Magari mettermi un po’ di fretta o passano i mesi, seriamente.)

E, ora che è arrivata l’estate, mi metto d’impegno per non darmi alla pigrizia.

 

Grazie per tutto l’affetto, le recensioni e i messaggi. (E la pazienza, soprattutto grazie per quella.)

 

Le altre mie storie (sono tutte ziam perché io scrivo SOLO ziam)

 

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Zayn Malik ha diciassette anni, si è appena trasferito da Bradford ad Houston per stare più vicino alla sede di lavoro di suo padre.
Liam Payne ha vent'anni, ha sempre vissuto in Texas e cerca di lasciarsi alle spalle una delusione d'amore.

 [Il collegamento alla serie perché le parti stanno diventando fin troppe]

 

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