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Autore: Lakendra Oakes    16/06/2014    1 recensioni
Tutti sappiamo cosa succede a Harry Potter giusto? Ma a tutti gli altri alunni di Hogwarts che erano a scuola con lui cosa succede? Divine Raddler, novizia serpeverde, e Rebecca Crowded, novizia corvonero, sono due streghe appena entrate nella scuola di magia e stregoneria e non vedono l'ora di raccontare le loro avventure tra i banchi di scuola. Non saranno Harry Potter, ma anche a loro ne sono capitate di tutti i colori. Tra lezioni di pozioni e partite di Quidditch entrambe hanno modo di mostrarvi che anche essere solo una strega può risultare complicato.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Sebbene per quell’anno il torneo di Quidditch fosse ormai giunto al termine, Divine detestava l’idea di non montare più su un manico di scopa fino al prossimo Settembre. Decise quindi di dirigersi verso il campo e allenarsi da sola.
Una volta arrivata notò che il campo era già occupato da due Grifondoro che si sbraitavano suggerimenti.
« Angelina! Piegati di più su quella scopa! »  Divine riconobbe subito la voce di George e alzando gli occhi al cielo, lo vide compiere una manovra che Rebecca gli aveva suggerito la settimana prima dell’ultima partita. Stava migliorando notevolmente.
Divine si nascose dietro il massiccio stipite di castagno del portone di ingresso e da lì spiò l’allenamento dei due Grifondoro senza essere vista, in attesa che se ne andassero per darle campo libero.
Ora che ci pensava, loro due non si vedevano da quando lei aveva minacciato il suo gemello di sputare lumache per il resto della vita, e in quell’occasione non si erano nemmeno parlati, non che fosse importante... insomma… chi vorrebbe parlare con uno stupido Grifondoro?
D’un tratto Angelina per schivare un bolide lanciò la sua scopa contro quella di George, il ragazzo la prese tra le braccia cercando di non cadere dalla scopa, ma alla fine i due atterrarono bruscamente a terra, in un mare di risate.
George era a terra e Angelina era sopra di lui a cavalcioni, i visi molto vicini, mentre le loro scope erano andate a schiantarsi al suolo come la pluffa e i bolidi continuavano a volteggiare nervosi sopra di loro.
Divine li stava osservando, nel campo le risate erano cessate di botto, mentre lei si morse il labbro con tale forza da farlo sanguinare.
Stupida Jones! Gli era caduta addosso di proposito! Anche un maledetto troll di montagna privo di cervello, su una scopa di seconda mano posta sotto malocchio, avrebbe schivato quel bolide senza finirgli tra le braccia! Pensando questo Divine fece sbattere così forte il portone alle sue spalle da far trasalire i due ragazzi.
George approfittò del rumore assordante per levarsi di dosso Angelina tutto imbarazzato.
« Cos’è stato? » chiese lei agitata e un po’ irritata dall’irruenza di lui.
« Deve esserci qualcuno… vado a vedere » rispose allontanandosi dalla compagna di squadra di corsa. 
Varcato il portone non vide nessuno, il corridoio che dava agli spogliatoi delle varie squadre era deserto, le porte erano tutte chiuse e c’era un silenzio tombale.
« Eppure qualcuno doveva esserci… ok che siamo a Hogwarts, ma il cancello non può essersi chiuso da solo. »
Divine era appoggiata dietro la porta di mogano dello spogliatoio Serpeverde, i denti stretti contro il labbro dolorante che implorava pietà.
« Allora George, hai trovato qualcuno? »
Addirittura per nome lo chiama! Beh… in effetti sono compagni di squadra e dello stesso anno…
« No non c’è nessuno stranamente » disse con tono poco convinto.
« Senti… riguardo a prima al campo… »
« Jones scusami, ma mi sono ricordato che dovevo aiutare Fred in… Incantesimi! Lo conosci se lo faccio aspettare sono dolori » disse frettolosamente prima di entrare nello spogliatoio come una furia lasciando Angelina sola in corridoio.
« Incantesimi… come no… »
Divine fece un piccolo sorrisino e allentò la presa sul labbro sanguinante. Attese che in corridoio ci fosse il silenzio assoluto e indossò la divisa da Quidditch. Strinse i lunghi capelli rossi in una coda, afferrò il suo manico di scopa e scese in campo.
« Weasley e la sua… amichetta hanno risposto i bolidi » constatò sbuffando poggiando a terra la scopa e la mazza.
Tornò in campo trascinando la cassa con le palle da Quidditch e la posò con un tonfò a centro campo. Quando sollevò il coperchio i bolidi presero ad agitarsi facendo tremare tutta la cassa. 
« Non vi è bastato l’allenamento di prima eh? »
Divine sganciò le catene che li tenevano ancorati e li lasciò liberi di volare per il campo.
Tornò alla scopa, raccolse la mazza e si mise all’inseguimento dei bolidi. Due di quei cosi contro un solo battitore al primo anno, era rischioso, ma se la stava cavando egregiamente. I consigli di Rebecca su come schivarli e su come accelerarsi si stavano rivelando molto utili per riuscire a gestirli entrambi, peccato non ci fosse nessuno a vederla e a morire d’invidia.
Nel frattempo George era quasi tornato alla scuola quando si accorse di aver mollato la bacchetta nello spogliatoio.
« Miseriaccia! Tutta colpa di Angelina! Continuava a dirmi “Dobbiamo parlare. Dobbiamo parlare” e così sono fuggito lasciando la bacchetta là! » disse ad alta voce correndo verso il campo da Quidditch.
« E poi dobbiamo parlare di cosa? Del fatto che non sa schivare un bolide come si deve? Miseriaccia! » 
Raggiunse il campo di volata e mise a soqquadro lo spogliatoio sebbene la bacchetta fosse appoggiata sulla panca in bella vista.
« Cavoli io non voglio parlare di nulla che possa esserle passato per la testa! Di niente che possa essere stato frainteso! A me piace… » si bloccò di colpo nel suo lungo monologo ad alta voce quando sentì il suono inconfondibile di una mazza che scaraventa via un bolide.
« Allora prima c’era qualcuno… »
Raccolse la bacchetta che attendeva di essere notata da bene venti minuti, la mise nel mantello e si diresse verso il campo. Lì, alzando gli occhi al cielo notò prima un’indistinta macchia verde, che sul momento l’avrebbe indotto ad andarsene, ma quando poi scorse la coda di cavallo mogano, fu come se i suoi piedi si fossero ancorati al suolo.
« E’ Divine… »
La ragazza non si era minimante accorta di lui e continuava imperterrita a volteggiare in mezzo ai bolidi che si inferocivano sempre di più.
Quando poi ne colpì un con la mazza stando a testa in giù sulla scopa tenendosi solo con le ginocchia, il suo spettatore non riuscì a trattenere i fischi e gli applausi.
« Ma sei fenomenale! »
Divine si rizzò di colpo sulla scopa, sconcertata dal fatto che ci fosse qualcuno.
« Che ci fai lì? » gli gridò a pieni polmoni, così che lui potesse sentirla anche se lei si trovava a quasi 5 metri dal suolo.
« Io sono... Attenta! » il grido d’avviso giunse troppo tardi, il bolide che lei aveva lanciato via era tornato indietro, scagliandosi contro la sua spalla destra a piena potenza.
Divine per l’impatto non riuscì a reggersi sulla scopa e cadde a terra di violenza.
« DIVINE! » gridò George correndole accanto mentre lei urlava di dolore in un mare di lacrime.
Era caduta di schiena e lui non sapeva dire se fosse un bene o un male. La spalla colpita dal bolide era palesemente fuori posto, ma sicuramente c’era altro che le faceva male.
« Devo portarti subito in infermeria » A George tremava la voce, era pallido e spaventato, non sapeva come prenderla e le sue mani non osavano neanche toccarla mentre continuava a osservare il suo viso contorto dal dolore e rigato di lacrime.
All’improvviso si fece coraggio e la prese d’impeto fra le braccia facendola gridare più forte. Il braccio lussato per adattarsi al poco spazio fra lei e il petto di lui si rimise in posizione con un suono sordo che fece trasalire il ragazzo.
« Miseriaccia Weasley! » gridò lei di botto lasciandolo di stucco per un secondo.
George si mise a correre con Divine in braccio, lasciando i bolidi liberi per il campo pensando che qualcuno li avrebbe sistemati, se no ci avrebbe pensato lui dopo. La stringeva a sé il più possibile cercando di non farle male così da ridurre al minimo gli scossoni che riceveva dai suoi passi, ma era come cercare di travasare una Mandragora senza farla piangere. Quando entrò dal portone principale di Hogwarts, aveva la fronte imperlata di sudore per la tensione, ma continuò a correre su per le scale verso l’infermeria incurante degli sguardi dei ragazzi delle varie case che incontrava.
« Ehi Divine, tranquilla siamo quasi arrivati » le disse in tono rassicurante. Guardandola si accorse del sangue che aveva sul viso all’altezza del labbro e poco sotto, pensò che si era morsa durante la caduta.
La ragazzina aveva smesso di gridare da un po’, si era abituata al dolore, ma continuava a piangere.
Arrivato in infermeria George iniziò a chiamare Madama Chips a gran voce come un matto.
Divine aprì gli occhi che teneva chiusi per cercare di concentrarsi per controllare il dolore.
« Calmati… a quanto pare è in magazzino » disse con un voce bassa e tremante.
« Ehi principessina! » la guardò come se la vedesse per la prima volta, il viso gli si illuminò, ma dietro lei vi scorgeva una nota cupa.
« Weasley… non è colpa tua » disse semplicemente. Il sorriso di lui si spense di colpo, era stato colpito in pieno. « Poggiami su un lettino per favore. Così puoi andare a vedere se è davvero in magazzino come credo io. » Lui obbedì e la poggiò su un lettino a caso, tanto quel giorno erano tutti vuoti.
« Torno subito » disse scostandole una ciocca di capelli che era sfuggita alla coda dal viso. Non fece in tempo a darle le spalle che dalla porta del magazzino uscì Madama Chips con una Tassorosso del quinto anno.
« Per tutte le Mandragore! Che è successo? » disse la paffuta infermiera correndo verso Divine.
George le raccontò della caduta e del bolide, spiegandole anche che la spalla era tornata a posto con un suono molto strano.
Madama Chips analizzò il corpo della ragazza con la bacchetta.
« La gamba sinistra ha preso una botta, hai tre costole incrinate, il braccio sinistro ha una frattura scomposta, la lussatura alla spalla destra è rientrata nella posizione scorretta e ha rotto un legamento e hai un taglio profondo al labbro, ma quello te lo sei fatto prima vero? Ti sei data proprio un bel morso ragazza! » disse guardandole il labbro.
Divine scostò la testa, lontano dallo sguardo di George, che vegliava su di lei accanto al letto.
« Comunque nulla di grave » sentenziò infine Madama Chips.  « Il punto più ostico è la spalla. Quella rimarrà fuori uso per qualche giorno. »
Detto questo andò a prendere il necessario per curare il resto.
« Divine mi… »
« Non osare dire che ti dispiace » lo interruppe bruscamente lei, sentendo male alle costole « Non farmi ripetere che tu non c’entri nulla. C’è scritto o no sul manuale di Quidditch: mai allenarsi da soli, specialmente con due bolidi? » chiese guardandolo altezzosa anche nella sua posizione.
« Sì, c’è scritto » disse lui sorridendole dolcemente.
« Allora come vedi non c’entri. Anzi, credo di doverti ringraziare. » disse prima che Madama Chips le cacciasse giù un mestolo intero di pozione ripara ossa.
Quando si fu messa seduta con una faccia disgustata, ma senza ossa rotte, lui le accarezzò i capelli.
« E’ stato il minimo che potessi fare »
Lei arrossì, ma dissimulò continuando a tenere in volto l’espressione disgustata per la medicina e guardando Madama Chips che le immobilizzava il braccio destro.
« Per il labbro invece, ti parrà strano ma non posso fare nulla, devo aspettare che prima si rimargini meglio. Ma si può sapere perché ti sei morsa così? Problemi col tuo ragazzo? »
Chiese invadente sistemando le garze, mentre George drizzò le orecchie sulla conversazione.
« Come scusi? » chiese Divine basita.
« Devi sapere che l’infermeria è un po’ come un bar, è pieno di gente pettegola, e si dice in giro che tu ed il signorino Malfoy è da Natale che state insieme, no signor Weasley? » George fu molto seccato di essere stato tirato in mezzo a quel modo e si limitò ad annuire, mentre Divine gli puntava addosso i suoi occhi color ghiaccio.
« Sì so bene che questa voce circola. » si limitò a dire.
« E allora? E’ vera o no? » insistette l’infermiera scolastica.
Divine la fulminò coi suoi occhi gelidi.
« Per quanto ritengo che a una persona adulta e così piena di impegni e responsabilità come lei non dovrebbero minimamente interessare queste frivolezze, no. Io e Draco siamo solo amici d’infanzia. » sentenziò acidamente.
« E’ un peccato, sareste una bella coppia »
George non aveva minimamente sentito questo ultimo commento, il suo cervello era rimasto alla smentita ufficiale di Divine alle voci di corridoio, e il suo viso trapelava la soddisfazione più totale.
« Però… - aggiunse Madama Chips inclinando la testa verso i due ragazzi - anche voi due insieme non sareste male, e poi, Serpeverde e Grifondoro! Farebbe notizia! » disse allegra come se avesse appena scoperto uno scoop!
I due ragazzi si guardarono un istante e poi distolsero lo sguardo all’unisono arrossendo.
« Bhe visto che stai bene… io vado » disse George passandosi una mano tra i capelli.
« Ma certo! Devi aiutare Fred con Incantesimi no? » subito dopo averlo detto Divine avrebbe voluto sprofondare.
« Incantesimi giusto! Aspetta…. Come fai a saperlo? » disse lui tornando a guardarla. Fortunatamente Madama Chips se n’era andata in magazzino a immaginare tutte le coppie proibite Serpeverde e Grifondoro che le venivano in mente.
Divine non rispose continuando a non guardarlo.
« Hai sbattuto tu il portone quindi… » disse, intuendo che quindi li aveva anche visti. « Divine… a me non piace Angelina »
Lei si voltò di scatto e lo guardò negli occhi. « E si può sapere questo chi te l’avrebbe chiesto? »
« Beh nessuno, ma…. era per chiarire » disse impacciato.
Lei fece un sorriso acido. « Chiariscilo con lei allora, non credo abbia le idee a posto. »
George alzò un sopracciglio fissando la sua faccia imbronciata. « Non sarai mica gelosa…»
Divine lo guardò scandalizzata, anche se ci aveva azzeccato in pieno. « Come ti salta in mente una follia simile? »
« Sicura? » disse avvicinando il suo viso a quello di lei poggiando una mano alla spalliera del letto.
I loro occhi erano fissi l’uno nell’altra, e in quel momento l’acidità e l’ostinazione di Divine sparirono come la spavalderia di George.
« Ecco dov’eri! » tuonò la voce di Fred alle loro spalle facendoli trasalire. « Georgy ti ho cercato ovunque, poi mi hanno detto che ti avevano visto sfrecciare in infermeria con una Serpeverde e infatti ecco l’amica limonosa di Rebecca! »
Divine lo fulminò con astio.
« Ho interrotto qualcosa mica? » chiese perfettamente conscio di averlo fatto. « Pazienza comunque. Scusa Acidella bella, ma mi porto via il mio fratellino. » e così dicendo i due gemelli uscirono dall’infermeria.
Appena svoltato l’angolo George spinse Fred contro una parete.
« Si può sapere che diavolo vuoi? » era palesemente seccato.« Avevo appena scoperto che Divine e Draco non stanno insieme! »
« Ottimo motivo per baciarla in effetti » disse il gemello sogghignando.
« Baciarla? Ma che dici? »
« Andiamo! Non mentire! Eravate così vicini! » disse con vece stridula e labbra a cuoricino.
« Tu sei tutto scemo… »
« Sarà, ma tu non ti bacerai prima di me puoi starne certo. » disse risoluto Fred.
« No aspetta che? » chiese George sconvolto guardandolo con occhi sgranati.
« Questo è quanto, scommettiamo 30 galeoni per chi si bacia prima? »
« Tu non li hai 30 galeoni! »
« Tu sì invece? »
I due gemelli si guardarono con aria di sfida.
« La paghetta delle feste… » disse infine George e l’altro annuì. « Sei un vile lo sai? »
« Come te che stai accettando, caro fratello »
E così i due strinsero questa assurda scommessa.
   
 
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