PROLOGO
Apro gli
occhi. Mi ritrovo nel mio letto e tutto intorno a me sembra essere lo stesso
panorama di tutte le mattine, ma dentro la mia mente qualcosa è diverso. Avete presente
quando vi svegliate e vi accorgete di essere appena entrati in un momento no?
Ecco, ora mi sento proprio in quel modo.
Cerco di trascinare le mie gambe fino in bagno. Sono le sette
e un quarto, per le otto dovrei essere a scuola.
Ok, sono le
otto e mezza e sto correndo come un pazzo per evitare di peggiorare la mia
situazione, il professor Hatake non me la perdonerà! Oh no sento che questa
volta mi sfonderà il cranio con un cazzotto o eventualmente un gessetto mirato
dritto dritto alla tempia!
Entro
scusandomi e giustificandomi debolmente per aver perso l’autobus e mi diressi
al mio posto.
Notando che
la strigliata mattutina tarda ad arrivare, oso guardare verso la cattedra e
solo in questo momento mi accorgo della confusione in classe e del preside
jiraya che sonnecchia amabilmente sulla sedia. Che simpatico vecchio. ‘e
maniaco’ aggiunge una vocina nella mia testa.
Ricapitolando:
Kakashi è assente, tutti fanno casino e nessuno si è accorto del mio ritardo.
PERFETTO!!
Mi giro e
vedo Kiba parlare con Hinata e Neji. Mi sporgo per salutarli e immettermi nel
discorso quando due occhi neri come la pece mi perforano e non posso fare a
meno di sentirmi a disagio. Il mio problema?
Sasuke
Uchiha, mio migliore amico dell’infanzia e acerrimo nemico in adolescenza.
Dall’inizio del liceo ha cominciato a trattarmi malissimo e io inizialmente ci
stavo male ma poi dopo tre anni ci ho fatto l’abitudine e ho iniziato a
rispondere alle sue provocazioni. Il problema è che stanotte ho sognato
nuovamente QUELLO.
I miei –
defunti – genitori. Le carezze di mia madre. I giochi con Sas’ke –il soprannome
che gli davo da bambino -, il suo broncio e la mia vitalità che subito metteva
un bel sorriso sul suo volto. Sorriso che ormai non si fa vedere da qualche –
troppo – tempo.
Ed eccomi
qua a pregare che almeno oggi non mi rivolga la parola perché se di solito sono
io a provocarlo, oggi non riuscirei a trattenermi e credo che farò cose di cui
pentirmi subito dopo, come prenderlo a pugni o abbracciarlo piangendo e
rivolendo indietro i vecchi tempi. Sapete, non sono così sdolcinato di solito,
ma quando la notte sogno la mia vita di un tempo, i miei amici per primi sanno
che divento un'altra persona e persino Sakura-Chan mi
risparmia i suoi cazzotti in testa…
“Ehi dobe,
oggi non mi hai ancora rotto, sicuramente dev’essere successo qualcosa…”
Non sono mai
stato un tipo fortunato.
“Senti, non
è aria quindi smamma!” so che non è il modo migliore per mandare via quel
bastardo di un Uchiha ma proprio non me la sento di riflettere. Fino a poche
ore fa ero tra le braccia di mia madre e ora….
“Come siamo
scorbutici! Ti è morto qualcu…”
Ecco, la
frase non la finisce perché si è appena accorto di quello che ha detto e le mie
lacrime pronte ad uscire non aiutano ma ormai il danno è fatto.
Corro via il
più velocemente possibile e mi rifugio in bagno a piangere.
Dopo
mezz’oretta, complice lo sguardo, per la prima volta da tanto, dispiaciuto, di
Sasuke che ho visto prima di scappare via, mi calmo e mi raggomitolo su me
stesso a respirare profondamente. Odio essere così…. Femminuccia, ma proprio
non ce la faccio. Mi mancano. Col tempo sarei riuscito a superare il dolore, mi
dicevo, ma non è così. Ho soltanto imparato a pensarci meno frequentemente ma
non aiuta in questi momenti perché quando tutto il dolore represso torna a
galla allora si sta peggio di prima. Almeno una volta ero abituato a piangere e
non era ogni santa volta un colpo così duro all’orgoglio. Ora sicuramente quel
teme mi avrebbe preso in giro.
Improvvisamente
la mia nostalgia si sposta dai miei genitori a Sasuke. Già… il mio sas… ehi ma
che penso!! Il fatto è che mi manca. Mi manca terribilmente e in questi momenti
in cui il mio orgoglio di ferro si abbassa riesco a sentirlo. Quel vuoto che
alberga dentro di me ogni volta che ci lanciamo frecciatine. Io fingo di
odiarlo. Proteggo l’orgoglio e i sentimenti e lui risponde a tono ma in queste
occasioni mi rendo conto che potrebbe farmi di tutto e non riuscirei comunque
ad odiarlo seriamente. È e rimarrà sempre, che io lo voglia o no, il mio primo
legame. Il problema è che il suo odio è autentico. O forse è un bravo attore…
ma no, non voglio illudermi. Finirei per rimanere deluso. Se lui non abbassa la
guardia io non sarò da meno e continuerò a desiderare platealmente la sua
morte. Anche se quando sono solo con me non vorrei fare altro che scoppiare a piangere
mentre lo abbraccio. Sono sicuro che lui saprebbe cancellare tutto il mio
dolore, significa troppo per me, sarebbe l’unico con cui mi lascerei andare
veramente… Per questo sono qui. Non piango mai davanti i miei amici. Ma tra le
sue braccia lo farei, se solo non fosse così…
“Naruto! Sei
lì vero?”
Non so come
ma non mi sono accorto dei passi che risuonavano sul pavimento dei bagni della
scuola, fatto sta che la voce di saura mi chiama con fare preoccupato. Lei sa.
Lei comprende il mio bisogno di stare solo e puntualmente dopo una mezz’oretta
viene a consolarmi, quando sa che avrò smesso di piangere e sarò pronto per
vedere qualcuno…
Che amica!
“sono qui!”
Rispondo
facendole capire in quale bagno mi sono chiuso a chiave. Dopodiché esco e la
abbraccio. Restiamo così per qualche secondo, poi lei si stacca e mi sorride
dolce.
“non voleva dirlo, non ci pensare, se ne è pentito subito!”
“non mi importa!” metto su un broncio che gli altri reputano
adorabile. Non mi piace l’idea ma a mio avviso è minaccioso e testardo e per me
continuerà ad essere così.
“non mi interessa cosa intendeva o non intendeva dire. È un
bastardo. Punto.”
“naru…” lo so che lei è sempre
stata innamorata di quello str… di Sasuke, ma non mi
sembra assolutamente il caso di difenderlo.
“dai torniamo in classe, l’ora sta
per finire” dico con fare duro ma stando attento a non dare le spalle a Sakura.
Lei è mia amica, lei mi sopporta e oggi siamo ancora a quota zero pugni in
testa, le devo davvero tanto!
Rientro in
classe con il suono della campanella quando mi accorgo che Kakashi aveva ben
due ore con noi questa mattina. Questo vuol dire che dovrò parlare coi miei
amici che esprimeranno il loro dolore per me… che palle. Non mi piace essere
compatito. Mi fa sentire un debole e ogni sguardo carico di tristezza che ho su
di me mi ricorda di essermi lasciato andare. Ancora.
Mi avvicino
a Kiba che mi chiama da lontano e cominciamo a discutere dei compiti di storia,
si vede che sta cercando in tutti i modi di farmi pensare ad altro ma io smetto
ad un certo punto di ascoltarlo. Li sento. I suoi occhi puntati su di me. Potrebbero
perforarmi, uccidermi se io lo permettessi. E se lo volessi? Se per una volta
decidessi di farmi uccidere da lui? Che ci perderei?
“Naruto! Ma mi
stai ascoltando!?”
Smetto di
pensare e mi risveglio da quelle parole nella mia testa. Cielo, stavano
diventando davvero pericolose!
“si, si, Kiba, scusami…”
Mi guarda
con uno sguardo dolce e mi prende per un braccio.
“dai ti offro qualcosa da mangiare, scommetto che essendo
entrato tardi non hai nemmeno fatto colazione!”
Wow, me lo
sono scelto bene il migliore amico! Ahi! Una fitta al petto… già, il mio primo
migliore amico non l’ho scelto io… voglio bene a Kiba ma con Sasuke era
completamente un’altra cosa! Ma non è il momento per pensare a questo. Guardo il
mio amico negli occhi e sussurro: “grazie Kiba! Sei un vero amico”
Mormora un “e
per cosa, per una colazione…” il suo tono sfuma. Ha capito perfettamente che
non lo sto ringraziando per la colazione. Ok ho tanta fame, ma lui è riuscito a
tirarmi su il morale e, sebbene mi costa ammetterlo, è meglio che offrirmi del
cibo! Lo ha capito perché sento la sua mano posarsi sulla mia schiena e fare
una leggera pressione. Io mi avvicino, sebbene fossimo davanti a tutti, l’ho
abbracciato.
Rimaniamo così
per un po’, alzo gli occhi e ne incontro un paio quasi rossi che, dal fondo
della classe mi fissano con astio. Un momento, ma perché dovrebbe avercela con
me!!? Dopo il modo in cui mi ha trattato, come minimo dovrebbe scusarsi. So che
non lo farà, ma proprio non capisco perché dopo quell’uscita infelice ora mi
guardi così.
Non ci faccio caso e vado a mangiare con Kiba.
Dopo la
colazione, al suono della campanella, mi viene un’idea: sarebbe fantastico
passare la ricreazione sul tetto della scuola. Mi piace stare lassù a
riflettere in questi giorni, così saluto Kiba e salgo velocemente le scale. Dal
momento che ho già mangiato non devo nemmeno perdere tempo con la fila al bar e
posso godermi l’aria pura e il cielo di Konoha in santa pace.
Mi stendo e
chiudo gli occhi. Il vento mi accarezza le guance e mi dà quella consolazione
definitiva di cui avevo bis…
“dobe, è possibile che ti incontro ovunque vada??”
Continua…