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Autore: ftonos    16/08/2008    1 recensioni
I quattro componenti della band si spintonarono fino alla porta del camerino drogati dalle urla del pubblico, dalle luci e la forza della musica che nasceva dalle dita, mani, menti e voci di loro quattro insieme.
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dying Down

Dying Down

 

 

 

 

 

Si sveglio’ di colpo avvertendo un peso fastidioso su di se.

I capelli biondi della donna avevano invaso il suo torace, dormiva tranquillamente con espressione beata, Axis si porto’ le mani agli occhi come per non vedere quello che aveva fatto. Era ubriaco ma era comunque lui, scrollo’ la donna con  fare nervoso,non sapeva il suo nome e non voleva saperlo, lei non significava niente, lei era solo una nullita’ incappata nella sua vita.

Non sarebbe capitato una altra volta.

Ora doveva chiamare Amantia.

Doveva dirlo ad Amantia, spiegando tutto per filo e per segno.

La donna si era gia’ vestita e lo guardava in attesa di un suo qualsiasi segno

- Bye –

- Bye Axis-

Alzandosi Axis corse in bagno a vomitare per la rabbia e per il disgusto che provava per se stesso, si infilo’ sotto la doccia per togliersi di dosso il nauseante profumo dolciastro della sconosciuta.

Si  passo’ piu’ volte il bagnoschiuma al pino silvestre che prediligeva, ma niente riusciva a togliere dal suo corpo quell’odore nauseante.

L’odore della colpa.

L’odore del tradimento.

L’odore di una donna che non era Amantia.

 

 

 

 

 

                                                    *********************

 

 

 

 

Il sole con i suoi raggi le colpi’ il viso facendola svegliare, apri’ gli occhi stupefatta di essersi addormentata in  giardino.

Il display del cellulare non segnalava nessuna chiamata non risposta e lei si morse il labbro cominciando ad agitarsi nuovamente, starnuti’, evidentemante aveva preso il raffreddore dormendo fuori senza nessuna protezione dal fresco della notte.

Decise di rientrare in casa per fare colazione con  una tazza di caffe caldo e qualche merendina preconfezionata che tanto adorava, sapeva benissimo quanto erano caloriche e poco salutari ma se ne infischiava altamente, faceva sempre quello che voleva lei e non quello che le dicevano gli altri,  giusto o sbagliato che fosse.

Il caffe’ bollente le pervase il corpo come riattivando ogni singola cellula presente nei tessuti e si accorse di aver scordato il telefono cellulare sul tavolo del giardino, gratto’ il naso al solito, lo faceva quando era piuttosto scocciata.

Corrugo’ le sopracciglia nel vedere il suo mignolo denudato dell’anello che le aveva regalato Axis, non era niente di speciale solo un piccolo anello d’acciaio che a lei era piaciuto perche’ abbastanza piccolo da poterlo infilare al mignolo, detestava mettere anelli alle altre dita anche se non ne capiva il motivo.

- Maledizione! Dove l’ho messo?-

Si disse di stare calma visto che molto probabilmente le era caduto in giardino mentre dormiva o lo aveva lasciato sul lavandino quando aveva lavato le mani.

Corse fuori verso le sedie e il tavolo mettendo in primis al sicuro il cellulare nella tasca dei pantaloni e si mise a cercare il regalo di Axis, tiro’ un sospiro di sollievo nel trovarlo ai piedi della sedia e lo raccolse.

Nel metterlo al dito si feri’ e il sangue comincio’ a gocciolare velocemente dato che in quel  punto esatto si trovava una piccola vena, giro’ la mano per scoprire cosa aveva provocato la ferita.

L’anello si era spezzato, cosi’ dal nulla e l’acciaio affilato l’aveva graffiata.

Ricordo’ una credenza  popolare slava che sua nonna materna Yasna conosceva, essendo lei nata da quelle parti.

La rottura inspiegabile di una anello poteva solo significare una cosa:disgrazie in arrivo.

No, non voleva pensarci assolutamente .

Sarebbe andato tutto bene, doveva andare tutto bene.

La vibrazione del cellulare nella sua tasca la fece sobbalzare, finalmente Axis l’aveva chiamata.

Rispose alla chiamata tenendo il cellulare fermo fra la spalla destra e l’orecchio dopo aver messo l’anello nel tascone della felpa grigia che indossava dalla sera prima mentre con le dita libere stringeva i lembi della ferita.

- Tesoro mi stavo preoccupando –

- Scusami Manty –

Il tono di voce di Axis tradiva il suo stato d’animo e lei se ne accorse.

- Qualcosa che non va? –

- Si’-

- Dimmi tutto allora sono pronta ad ascoltarti –

Lui sapeva di doverle dire tutto ma non riusciva a trovare il coraggio.

- Ecco... io –

- Si? –

- Ieri notte sono andato ad un party che il nostro manager aveva organizzato per noi –

- Wow! Ti sarai divertito da fare schifo allora, comunque ti perdono per non avermi chiamata ieri visto che ti amo troppo, brutto smemorato –

Lei senti’ un sospiro dall’altra parte del telefono

- No amore non e’ tutto, mi sono ubriacato e poi –

- E poi? –

- Ho baciato una stupida ochetta con cui stamani mi sono ritrovato a letto –

- Come? –

Sperava di non aver capito

- E’ uno scherzo del cazzo che ha organizzato quell’imbecille di Heidi vero? –

- No, non lo e’amore ma ti prego stammi a sentire che... –

Lei aveva chiuso il telefono e gettato l’anello il piu’ lontano possibile.

Fra due settimane loro si sarebbero incontrati dopo quasi 10 mesi di lontanaza, si sarebbero baciati e coccolati per chissa’ quanto tempo dopo un lungo periodo di divisione.

Lei aveva accettato di aspettarl sapendo benissimo quanto fosse importante per Axis la musica,le aveva promesso che non avrebbe mai fatto niente che poteva causarle sofferenza, glielo aveva promesso.

E poi aveva ceduto.

Aveva scopato con una di quelle bamboline gonfiabili animate che piacevano tanto ad Axis prima che si legasse a lei, aveva desiderato una stupida troietta dimenticandosi del suo unico amore.

Ma forse non l’aveva mai amata.

Niente forse, ormai era una certezza.

Corse dentro casa e sali’ le scale rimbambita dal dolore, si getto’ sul letto togliendo la felpa di lui e si mise sotto le coperte.

Sentiva piu’  freddo che mai adesso che non la scaldava il pensiero del corpo di Axis sul suo, non sarebbero bastate tutte le coperte del mondo a riscaldarla.

Tradita.

L’unica parola che vorticava nella sua mente era questa:tradita.

Sola.

Disperata.

Ecco quello che era diventata.

Stupida.

Lo era sempre stata senza mai accorgersene, una stupida e basta.

 

 

 

 

 

 

+Chapter one+

 

 

 

 

 

Voglio ringraziare Belis per aver commentato questa storia e averla inserita nei preferiti.

Ho preferito incentrare questo capitolo su quella cornutona di Amantia visto che nel precedente veniva solo accennata come personaggio, e diciamo che questo capitolo potrebbe chiamarsi  “Seghe mentali “ invece che “Stupida” oppure “Una stupida che si fa seghe mentali”.

Scegliete pure voi quello che preferite.

Vi prego di non essere spilorcioni e lasciare un commento anche se non apprezzate la storia e volete che mi “sdia” (cioe’ che la smetta in toscano). ^__^

Un bacio vostra Ftonos  ^__^

  
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