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Autore: Ladychic    18/06/2014    4 recensioni
La storia ha come tema principale il pessimismo di Oliver Baston e la sfortuna di Katie Bell; il racconto si concentra sulle vicende dei due ragazzi a Hogwarts e non solo.
(Ecco uno stralcio tratto dalla storia)
«O Oliver, sono una frana» sbuffò dopo cena Katie raggiungendo sconsolata Oliver nel divano.
«Anche se i tuoi continuano a ripetere che non è successo nulla, sono così desolata!»
«Ah Katie! Non preoccuparti! Non è colpa tua!» cercò di tranquillizzarla lui.
La giovane si mise le mani sul viso.
«Ovunque vada la sfortuna mi perseguita! Dovrei farmi rinchiudere in una camera isolata, così non provocherei rischi e danni alle altre persone!»
«Ma che sciocchezze vai dicendo?! Quali rischi e danni! Ti ripeto che non è successo niente di grave, certo.. escluso il tappeto completamente incenerito, il vaso della bisnonna Mildred andato in pezzi e la quasi crisi di panico di mia mamma…»
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katie Bell, Oliver Wood/Baston
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, Dopo la II guerra magica/Pace
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Le giornate trascorrevano frenetiche ad Hogwarts. Con l’arrivo della primavera gli animi degli studenti si erano riempiti di allegria.

Ovviamente, tra questi animi allegri, non vi era quello di Oliver Baston.

Dal ritorno dalle vacanze di Natale, infatti, era diventato, se possibile, ancora più ansioso e paranoico.

Le sue giornate erano tutte uguali: studio sfrenato, parlare con Katie, allenamenti sfrenati, parlare con Katie, tre sani pasti nutrienti, parlare con Katie e almeno otto ore di sonno.

La coppa di Quidditch doveva essere loro, e i GUFO dovevano essere passati alla perfezione.

Era curioso notare come inizialmente, il periodo immediatamente successivo al ritorno delle vacanze, le volte in cui capitava che i due ragazzi si trovassero da soli, magari dopo un allenamento o di sfuggita in sala comune, entrambi si imbarazzassero.

Durante le vacanze non era successo niente di male, no?

Insomma, una classica vacanza tra amici, no?

C’era forse qualcosa di sbagliato? No, assolutamente no.

E allora perché quell’imbarazzo?

Con il passare del tempo tuttavia l’imbarazzo era svanito. Entrambi i giovani constatarono che le chiacchierate tra loro erano necessarie, erano indispensabili.

Katie era per Oliver un rimedio contro l’ansia, proprio come una camomilla. Parlare con la ragazza, vedere il suo sorriso gli facevano dimenticare tensioni e paranoie.

Insomma, ora i due giovani si potevano definire migliori amici.

Si, migliori amici era la parola adatta, niente di più.

Forse il termine migliori amici era anche la scusa più adatta e soprattutto quella più comoda per non affrontare una realtà niente affatto chiara.

«Ehi Katie, dove vai?» domandò Alicia vedendo l’amica in procinto di saltare oltre il ritratto della signora grassa.

«Esco, vado a fare due passi in giardino con Oliver, sai come è stressato in questo periodo, voglio evitare che si affoghi nel lago nero» rispose Katie.

Alicia fece un sorrisino. «Ma non è che tra voi due c’è qualcosa? Insomma, siete sempre insieme, non è che lui ti piace?»

Katie sgranò gli occhi «Ma cosa dici Alicia? Siamo solo migliori amici, prendi ad esempio Angelina, lei, benché entrambe sappiamo essere follemente cotta di Fred, è sempre con George perché lui è il suo migliore amico!»

Alicia dovette ammettere che la ragazza aveva ragione, e anche se comunque non era ancora convinta della scusa migliori amici, lasciò perdere.

In quello stesso momento, all’interno dello spogliatoio di Quidditch, Harry Potter dopo un estenuante allenamento a cui solo lui il suo capitano aveva sottoposto, fece la stessa domanda che Alicia aveva fatto a Katie, a Oliver.

«Vado a fare due passi con Katie, le ho detto di vederci davanti al lago Nero» rispose con semplicità il ragazzo intento a varcare la porta.

«Oliver, è da un po’ che me lo chiedo, ma non è che voi due state insieme o qualcosa del genere?» domandò timido il ragazzo sopravvissuto.

Oliver scoppiò in una fragorosa risata.

«Ma come ti può essere venuta in mente una cosa del genere! No, assolutamente! E’ solo la mia migliore amica, ecco perché passo molto tempo con lei!»

«Ah» Harry non sembrava del tutto convinto, quindi Oliver continuò.

«Beh, è come i tuoi amici, Granger e il piccolo Weasley, anche loro sono molto amici no? Eppure non stanno assieme!»

Harry scoppiò a ridere, Oliver aveva proprio ragione. Benché Ron e Hermione fossero grandi amici non sarebbero mai potuti finire insieme, questo è poco ma sicuro!

 

***

«Allora, chi glielo dice?» chiese disperata Angelina.

«Io no!» rispose prontamente Alicia.

«Io neppure!» fu la risposta di Fred.

«Sei matto? Io nemmeno! Non voglio avere la sua morte sulla coscienza!» aveva esclamato Geroge.

In quel momento, quattro paia di occhi puntarono il corpo della giovane Grifondoro dagli occhi verdi.

«Katie??»

«Ecco, lo sapevo! Perché dovrei andarci io?! Io non ero nemmeno presente quando ve l’ha annunciato la McGrant!» sbottò Katie.

«Ma tu sei la sua migliore amica!» si giustificò Alicia.

«Si, e poi con te non potrebbe reagire in maniera folle!» disse Fred.

«Già! Non permetterebbe mai ad una dodicenne di ritrovare il proprio cadavere annegato! Poi, soprattutto a te Katie!» continuò George.

«Ti prego..!» aveva concluso Angelina facendo gli occhi da cane bastonato.

Katie chiuse di colpo il grosso libro che stava leggendo e si alzò dalla poltrona nella quale era seduta.

«E va bene, andrò io a dirglielo»

«Grazie mille Katie! Sei la nostra salvatrice!» le disse Alicia abbracciandola.

«Tanto sai dove trovarlo!» urlò George.

«Già» rispose Katie con un mezzo sorriso uscendo dalla sala comune.

Dopo dieci minuti buoni di camminata arrivò al campo da Quidditch.

Oliver era al centro del campo, seduto con le gambe incrociate. La scopa era a terra così come la pluffa. Era intento a guardare un modellino che aveva posato sull’erba e poi a far fluttuare le scope dei suoi compagni di squadra sopra il campo con la bacchetta.

«Oliver!» disse Katie raggiungendolo.

«Katie! Sei in anticipo! Gli allenamenti sono tra due ore! Ma vieni,vieni! Ti mostrerò in anticipo il nuovo schema che ho inventato per vincere la partita contro i Corvonero!» Il ragazzo si era alzato facendo cadere a terra le scope che controllava con la magia, poi aveva preso per un braccio Katie, ed emozionato la condusse al centro del campo.

«Oliver, fermo, ascoltami! Non voglio vedere alcuno schema!» disse la ragazza triste. Sarebbe stato molto ma molto difficile confessare tutto ciò al suo capitano, tutto ciò al suo migliore amico.

«Katie! E’ per la partita di …»

«Non ci sarà nessuna partita Oliver…» Katie si guardava le scarpe e si stritolava le mani.

«Come? Che vuoi dire?» domandò il portiere sbarrando gli occhi.

«Non giocheremo più quest’anno, non potremo giocare la partita decisiva contro i Corvonero…»

«Ma è uno scherzo?!»

«Oliver, ti prego, stai calmo! Non agitarti!» Katie posò finalmente i suoi occhi lucidi su quelli di Oliver scintillanti di rabbia. In quel momento, tuttavia, Oliver parve calmarsi un poco.

«Ma perché?» sussurrò il giovane.

«Ecco, poco fa è entrata la McGranitt in sala comune. Ci ha detto che purtroppo Harry, in seguito ad uno spiacevole fatto misterioso, è ricoverato in infermeria, non potrà uscire prima di tre settimane, quindi ecco, non possiamo giocare.. Ha già parlato lei con Vitious, si sono già messi d’accordo. La partita non si giocherà e per quest’anno vincerà Serpeverde.»

Oliver si accasciò a terra sulle ginocchia. Si inchinò e strinse con forza i ciuffetti di erba.

«Perché Katie, dimmi perché?!! Mi sono impegnato così tanto! Ho lavorato sodo! Mi sono fatto odiare da voi pur di raggiungere questo risultato! Vincere la coppa di Quidditch è sempre stato il mio sogno più grande e quest’anno con Harry in squadra ero sicuro di farcela!»

Anche se mancavano pochi giorni a Giugno, scoppiò a piovere.

«Oliver, alzati, so che ti dispiace, dispiace moltissimo anche a me, anche a tutti gli altri ma..»

«No Katie! Non puoi capire come mi senta! Voglio morire! Voglio restare tutto il tempo qua e morire annegato dalla pioggia!»

«Oliver, adesso basta! Alzati, mi stai facendo preoccupare»

Oliver alzò la schiena e ancora sulle ginocchia fissava verso l’alto gli occhi di Katie.

«Io ci tenevo davvero tanto.. io volevo vincere… io volevo vedere i vostri sguardi felici, volevo vedere le nostre mani stringere la coppa… vole…» Il ragazzo non poté concludere poiché Katie si era inginocchiata davanti a lui e, per la prima volta, l’aveva abbracciato.

«Ti prego, ora basta. Questa volta è andata così, ma ci saranno ancora tante occasioni! Sarai il capitano di questa squadra per altri due anni, ti prometto, ti giuro, che riusciremo a vincerla la coppa!» sussurrò Katie tra il petto del ragazzo.

Oliver non rispose, ma decise di fidarsi delle parole della sua migliore amica.

La strinse di più e inspirò un centinaio di volte il profumo dei suoi capelli.

«Grazie»

 

 

A.A

Bene, rispondo immediatamente alla domanda di Blacky98: Katie è al secondo anno e ha 12 anni, Oliver invece è al quinto anno. Proprio questo capitolo e i precedenti sono ambientati ne “La pietra filosofale” infatti il “fatto misterioso” che costringe il povero Harry in infermeria altro non è che l'incontro con Voldemort/Raptor.

Andrò in ordine con i libri. Dal prossimo capitolo inizierò a trattare dell'anno successivo (sarà dunque ambientato ne “La camera dei segreti”)

Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento! Un bacione, a presto!

  
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