Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Rosy_Directioner    18/06/2014    5 recensioni
Zayn:Ma come ti permetti!?!
Io:Di fare cosa?
Zayn:Non fare il finto tonto indossi la mia stessa giacca come ti permetti!?!
Io:S-scusa.
Zayn:Scusa?!Oh le tue scuse non basteranno!Vieni con noi.
***
Zayn:Sappiamo la verità Andy.
Mi pietrificai ma poi trovai una scusa.
Io:Quale verità?
Harry:Che sei una ragazza ti ho vista ieri al saggio.
Risi.
Louis:Che cazzo ridi?!
Io:Non ero io.
Zayn:Si certo era il tuo clone.
Io:Era mia sorella.
***
Harry:Dov’è?
Liam:In bagno!
Cercarono di aprire la porta.
Louis:Dai Andy cosa nascondi?
Io:ME!
Zayn:Non fare lo stronzo dai!
Io:NO!
Harry:Dai che c’è di male se ti vediamo solo con l’asciugamano?
Io:E cosa c’è di male se non mi vedete con solo l’asciugamano?
Niall:C’è che ti vogliamo vedere!
Io:E io non voglio!
Liam:Non ce ne fotte un emerito cazzo che non vuoi!
***
Zayn:Ti amo.
Io:Anche io.
Vi ho incuriosito almeno un pò?Ad essere sincera questo è solo l'inizio ;) spero che la storia vi piaccia
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Avete presente la sensazione che si prova quando il mondo intero ti cade addosso? Quando credi che ormai non avrai speranza in niente? E che la tua vita non possa andare peggio di così? Che non potrà migliorare mai? Bhe, dopo tutto quello che ho dovuto sopportare, il mondo, mi è davvero caduto addosso. In un secondo la mia vita è letteralmente passata dalle stelle alle stalle a causa di un semplice errore della natura.
Ora però, per farvi capire il perché della mia angoscia, depressione, disperazione e tristezza devo tornare indietro di quattro mesi, eh si, è passato tanto tempo e fino a due mesi fa sembrava che tutto andasse per il meglio, ma le cose sono cambiate. Quattro mesi fa ero alla ricerca di un qualcosa che potesse far si che Nicole non fosse più presa di mira da quei bulli, ero disposta a tutto pur di aiutarla ma quando meno me l’aspettavo è venuta lei stessa a parlarmi.
Ero nel mio ufficio che sistemavo alcuni documenti e la porta si aprì, entrò una ragazza minuta e timida, con un cappello in testa e i capelli davanti al viso, che gli nascondevano praticamente tutta la faccia. Era Nicole.
-Nicole? Che ci fai qui?- chiesi io stupefatta, non mi aspettavo di ricevere sue visite.
-Disturbo? Se vuole posso tornare più tardi.- Disse in un sussurro che non ero sicura nemmeno io di aver sentito.
Mi fece spuntare un sorriso accennato sul volto, era così innocente e chiusa, e ora era venuta alla mia porta. Ero tremendamente curiosa di sapere il motivo della sua visita, così non esitai a parlare.
 -Scherzi? Non ti preoccupare, siediti pure.- La invitai io, un invito che lei accolse con piacere. –Allora? Come mai qui?- Non esitai a chiederle. Sembrava preoccupata, non faceva che torturarsi il labbro inferiore, quasi a sangue, ed era una cosa che in effetti, mi mandava e mi manda ancora oggi sui nervi. –Dai su, non ti mangio mica.- La invitai a parlare un’altra volta, sperando che però, accettasse il mio invito.
-Ecco… io volevo parlarne di....- si bloccò di colpo, come se qualcuno gli avesse mozzato la lingua.
-Di?- chiesi io curiosa, forse anche troppo.
-Del mio problema.- Disse quasi urlando con gli occhi chiusi, era come se si fosse liberata di peso.
La incitai a continuare con un cenno con la testa, sperando che finalmente parlasse di quello che la tormentava.
-E’ da più di un anno che mi torturano, ogni possibile tortura, e il motivo di tutto ciò non lo so nemmeno io.- Disse lei un po’ titubante.
-Che vuoi dire?- lei chiesi io, dovevo capire tutto.
-Ecco…uno di loro, Markus, mi invitò ad uscire con lui, io rifiutai perché vedevo cosa faceva a quelli che consideravano sfigati, ma lui non la prese bene. Il giorno dopo iniziò ad attaccarmi verbalmente, questa storia andò avanti per un paio di mesi, finchè non iniziarono ad attaccarmi anche fisicamente. Sono rimasta praticamente sola, non ho amici e l’unico momento di sfogo che ho è quando ballo, ma, quando ho conosciuto lei, e ha scoperto i miei problemi ho iniziato ad avere paura, che lei potesse dirlo a Kelly e Logan, e che quindi mi vietassero anche di ballare…- Disse tutto d’un fiato ma io la interruppi.
-Aspetta, aspetta. Kelly e Logan? Chi sono?- chiesi confusa.
-I miei genitori adottivi.- Disse con voce apatica.
-Adottivi? Nicole io… non lo sapevo.- risposi io dispiaciuta. Non sapevo niente di quella ragazza e lei era venuta qui a raccontarmi la sua storia, e anche solo per quel poco che già sapevo la consideravo un’eroina.
-Bhe, io ora ci sono abituata.- Disse lei, facendo un finto sorriso, con le lacrime agli occhi.
-E…che cosa vuoi dire con ‘che mi vietassero anche di ballare’?- chiesi ancora io.
-Vedendomi sempre debole hanno iniziato a vietarmi molte cose, come uscire la sera, correre e mangiare la cioccolata.- Disse lei.
-Aspetta? La cioccolata?- Ero scioccata. –Cosa c’entra la cioccolata col fatto che sei molto debole?- chiesi ancora io.
-Se devo dirvi la verità, non ne ho la minima idea, sono consapevolezze loro.- Disse lei, che era sul punto di ridere, almeno ero riuscita a strapparle un sorriso. –Comunque, se sono qui ora è per chiederle una mano, ho paura che le cose degenerino.- continuò lei, in un momento aveva cambiato espressione ed era diventata più bianca di quanto non lo fosse già di suo.
-In che senso?- Le chiesi ancora io.
-Ho paura che possano violarmi.- Disse lei torturandosi ora le mani.
Capivo la sua paura, per questo ce l’avrei messa tutta pur di aiutarla. Le andai vicino e l’abbracciai, volevo che capisse che io c’ero per qualunque cosa.
-P-perché?- chiese lei sorpresa del mio gesto improvviso.
-Capisco tutto quello che provi in questo momento, per questo motivo farò di tutto per aiutarti. E voglio che tu sappia che io ci sono, per qualunque cosa io ci sarò sempre, Nicole.- Le feci un sorriso incoraggiante che lei ricambiò, la situazione doveva cambiare ad ogni costo.
Il giorno dopo andai in quella scuola che mi aveva imposto angoscia e disperazione, in presidenza, e parlai al preside del problema di Nicole, mi assicurò che lui stesso avrebbe parlato con le famiglie dei ragazzi e che li avrebbe espulsi, e che quindi, Nicole poteva finire il liceo in tranquillità. In quel momento non potevo ricevere notizia migliore, se non fossi stata adulta, a quell’ora mi sarei messa ad esultare sulla scrivania del preside, ma mi sono trattenuta. Il preside mantenne la sua parola e nonostante le famiglie dei ragazzi erano disposte a pagare per mantenerli in quella scuola il preside non cedette.
I tre ragazzi provarono a vendicarsi su di lei ma qualcuno non glielo permise. Non io, ne il preside, ne lei stessa, ma bensì Aaron, che rivelò quindi di essere innamorato di Nicole, che provava gli stessi sentimenti per lui, e ancora oggi sono una coppia adorabile.
 
Se solo avessi potuto evitarlo! Se avessi potuto evitare quel giorno, la mia vita sarebbe diversa. Ebbene si, era arrivato il giorno dell’ecografia, ero contenta, ma non sapevo cosa mi aspettava, l’orribile notizia che mi attendeva.
-Salve signori Malik, siete pronti?- Ci chiese il dottore appena entrati, eravamo talmente felici che tra pochi mesi avremmo avuto il nostro bambino o bambina.
-Dai tesoro, siediti, sono più impaziente io che tu.- Disse Zayn su di giri, era davvero felice.
Mi sedetti sulla sedia, scoprì il pancione e il dottore iniziò a fare l’ecografia ma dopo un paio di minuti la sua espressione cambiò, e dopo due gravidanze riuscì a capire che c’era qualcosa che non andava, così decisi di parlare.
-Dottore, c’è qualche problema?- Chiesi io preoccupata.
-Scusatemi un secondo.- rispose per poi uscire dalla stanza in una velocità assurda, e dopo pochi minuti rientrò con un altro dottore. Era preoccupato, e anche io lo ero.
L’altro dottore mi continuò l’ecografia, si tolse gli occhiali che aveva sul naso e si sistemò i capelli con lo sguardo basso, sospirò e iniziò a parlare.
-Signori, non so come dirvelo quindi ve lo dirò senza giri di parole. Il bambino ha una malformazione interna, che non può permettergli di andare avanti.- Sbiancai letteralmente e non riuscivo più a reagire, ma sapevo che dovevo essere forte e che non poteva essere così, doveva esserci un modo per salvare il bambino, non avrei mai voluto e potuto abortire.
-Ma ci deve essere un modo per salvare il bambino, vero?- Chiesi con gli occhi lucidi, non volevo dire addio ad una creatura che cresceva dentro di me, una creatura che ho portato in grembo io stessa, e, come sarei riuscita ad avere la forza di mettere fine ad un essere vivente?
-No.-  Lo disse chiaro, era un no secco, deciso. Un no che non si poteva cambiare, e questo, l’avevo capito molto bene.
Continuava a parlare e a dire cose senza senso, o almeno così lo erano per me. Non sapevo cosa fare, non riuscivo a reagire e a trovare un filo logico nelle sue parole, tutto ciò che usciva dalla sua bocca mi sembrava solo un ammasso di parole confuse e senza alcun significato. Poi, sentì un ronzio, che pian piano si fece più forte fino a diventare un vero e proprio rumore, un rumore che mi fracassava i timpani e non potevo sopportare oltre. –Basta.- Era l’unico suono che riuscì produrre con mie labbra, non volevo più sentire e vedere il dottore che parlava senza sosta, senza nemmeno aspettare che io gli facessi un cenno, non volevo più soffrire e vivere una vita dolorosa, e soprattutto non volevo sentire più quel ronzio che mi rimbombava continuamente nella testa facendomi andare in crisi. Volevo scappare da quel posto, correre e andare in un posto sicuro dove nessuno più poteva farmi del male, mentirmi e farmi soffrire, tutto ciò che fin ora era successo più di una volta. –Basta.- Lo dissi ancora, e ancora, e ancora, fino a scoppiare in un pianto dirotto, in cui sfogare tutta la mia frustrazione, tutto ciò che mi era successo fin ora non era niente paragonato a ciò, mettere fine alla vita di un essere umano era la cosa peggiore che potessi mai fare e avrei fatto di tutto pur di evitarlo.
 
Mi svegliai nel mio letto, non sapevo che ore erano e quanto io avessi dormito così decisi di alzarmi e di aprire le persiane. Era giorno e guardando l’orario notai che era ora di pranzo e così iniziai ad andare in ansia, cosa avrebbero mangiato i bambini?E soprattutto quanto avevo dormito?Non ricordo cosa successe in ospedale, ricordo soltanto che piangevo e Zayn non riusciva a calmarmi, dopo di che, il buio. Andai in cucina e trovai Zayn che navigava su internet e i bambini che guardavano la tv. –Zayn?- Dissi con voce leggermente assonnata. Lui si girò verso di me e mi venne in contro e mi abbracciò.
-Come stai?- Mi chiese con una faccia preoccupata.
Non riuscivo a capire a cosa si riferiva e risposi d’istinto. –Bene, come dovrei stare?- Lui mi guardò stranito e poi parlò.
-Bhe pensavo che dopo quello che è successo non saresti stata molto bene, considerando anche che hai dormito due giorni.- Disse per poi sedersi sullo sgabello vicino al tavolo della cucina.
-Ho dormito due giorni?- Risposi abbastanza sorpresa e lui annuì semplicemente, ma in fin dei conti non avrei mai detto il contrario, quella casa era un porcile e poi mi venne un dubbio. –Cosa è successo in ospedale?- Chiesi infine.
Lui si alzò e mi portò in camera. –Non ricordi davvero nulla?- Chiese poi.
-No.- Risposi io.
-Siediti.- Aggiunge lui, e così feci mentre lui si inginocchiò davanti a me. –Siamo andati a fare l’ecografia del bambino e il dottore era preoccupato perché…- Non lo lasciai finire, avevo ricordato tutto.
-Ora ricordo.- Dopo che iniziai a piangere, Zayn ha cercato di calmarmi ma io non parlavo più e poi non mi venne un attacco d’ansia e mi rannicchiai sul lettino dell’ospedale, iniziai a tremare fino ad addormentarmi. –Non c’è proprio modo per salvarlo, vero?- Chiesi con le lacrime agli occhi.
-Bhe, in questi due giorni sono diventato matto. Tra i bambini, il lavoro e questo problema sono diventato un perfetto Mammo.- Accennò ad una risata e poi continuò il suo discorso. -Ma in ogni modo ho trovato una dottoressa che dovrebbe risolvere il nostro problema, stavo giusto per inviargli un e-mail per incontrarci domani. Che ne dici?- Mi chiese speranzoso di un mio si.
Non sapevo cosa fare perché se anche quella dottoressa mi avrebbe detto che non c’era speranza io non avrei sopportato oltre e avrei potuto fare qualche stupidaggine. Ero stanca di dover sopportare tutto io, sempre e solo io, avevo bisogno di una pausa da tutto e da tutti, eppure, per non so quale bizzarro motivo gli dissi di si.
Il giorno dopo andammo da quella dottoressa che dopo aver analizzato la situazione disse delle parole chiare e concise.
-Il bambino ha una malformazione interna che è purtroppo impossibile da recuperare, mi dispiace.- Disse queste poche parole ma che bastarono per distruggermi psicologicamente e mentalmente.
-Tutto qui?Non ha da dire nient’altro che ‘mi dispiace’?Mi dispiace per lei ma sarò io quella costretta ad abortire un essere vivente, non lei. E non può trattarmi con questa freddezza perché io ho tutto il diritto di avere questo bambino!- Dissi urlando e alzandomi dalla sedia, poi mi sedetti e con gli occhi lucidi continuai. –Mi dispiace per quello che ho detto ma ho bisogno di qualcuno che mi stia vicino e che mi dica che c’è una speranza. Ne ho tutto il diritto.- Finì la frase in un sussurro.
-Non posso tollerare una simile scenata, se lei è troppo immatura da non riuscire ad accettare l’evidenza non è un problema mio, ma in tal caso deve uscire subito dal mio studio.- Disse lei con voce apatica.
Non avrei dovuto urlare ma dopo tutto ciò che ho passato avevo bisogno di sentire che c’era una possibilità e non lasciarmi cadere tutto addosso di nuovo. Uscimmo dal suo studio ma una volta in macchina iniziai a piangere, era un pianto liberatorio.
-Zayn io non ce la faccio più.- Dissi tra le lacrime.
-Che vuoi dire?- Mi chiese poi lui.
-Che non ce la faccio più!Perchè deve sempre succedere tutto a me?Ho sopportato troppe cose e penso che se mi succedesse qualcos’altro non riuscirei a sopravvivere. Questo bambino doveva essere la nostra felicità e invece non sono mai stata così male in vita mia. Voglio finirla qui.- Mi liberai, avevo bisogno di questo sfogo.
-Non puoi. Non puoi far morire questo bambino solo perché due persone ci hanno detto che non c’è speranza. Ti ho seguita ovunque tu fossi andata e ho sempre cercato di fare di tutto per te ma adesso devi ascoltarmi.- Disse con il viso rosso dalla rabbia e avevo veramente paura in quel momento.
-Dimmi.- Dissi io dopo il suo discorso e così lui continuò.
-Io sono sicuro che riusciremo a trovare un modo, non può finire così e tu lo sai bene.- Si girò verso di me. –Amore, ti ricordi quando ci siamo sposati?Ti ho promesso che sarei stato con te in tutto e per tutto e così farò sempre ma ora devi essere tu con me.- Disse guardandomi dritto negli occhi.
-Cosa vuoi dire?- Chiesi confusa.
-Questa dottoressa non era la mia unica opzione, ho trovato un ospedale in New Jersey che si occupa di questi casi e potremmo riuscire a salvare il bambino. Ti prego fidati di me adesso.- Mi prese la mano e mi guardò speranzoso.
Cosa dovevo fare?Non sapevo veramente come rispondere e decisi di agire con il mio istinto e che mi ha sempre portato guai.
-Va bene.- Dissi controvoglia. Sapete perché?Sebbene io volessi sentirmi dire che avrebbero salvato il mio bambino sapevo che non sarebbe stato possibile, e quest’opportunità nulla mi avrebbe soltanto portato altro dolore.
 
Il bambino era arrivato a tre mesi e se avessimo aspettato un mese in più non avrei potuto abortire ma Zayn cercava di fare di tutto pur di prenotare in quell’ospedale e quando finalmente c’è riuscito credeva veramente che ci fosse una speranza, ed iniziavo a crederlo anch’io.
Una volta arrivati in quell’ospedale ero nervosissima, ero come sospesa tra la vita e la morte, perché avrei dovuto decidere io che cosa fare e non ne avevo la minima idea.
-Amore stai tranquilla, non essere agitata.- Mi disse Zayn.
-Come fai a sapere che sono agitata?- Dissi io, non capendo come riuscisse sempre a capirmi.
-Mi stai stritolando la mano.- Mi fece notare lui con un leggero sorriso sul volto così allentai la presa ma non riuscivo a calmarmi in ogni caso.
-Buongiorno signori Malik, sono il Dottor Lewis, se volete seguirmi.- Disse per poi fare cenno col braccio verso di lui e per poi incamminarsi verso il suo studio e noi lo seguimmo.
 
Dopo due settimane
-Salve, siamo i signori Malik- Disse Zayn alla signorina della reception che andò poi a chiamare il dottore che arrivò subito dopo.
-Signori Malik, cosa ci fate qui?- Disse il dottore con un aria curiosa, sembrava che qualcuno gli avesse messo un grosso punto interrogativo sul volto.
-Abbiamo deciso di fare l’intervento.- Disse Zayn stringendomi a se.
-Bhe, siete proprio venuti all’ultimo minuto. Pensavo che avevate deciso di non farlo.- Rispose un po’ incredulo.
-E invece abbiamo deciso di farlo. Possiamo agire prima che io cambi idea?Per favore.- Risposi io con le lacrime agli occhi. Non ero quasi cosciente di quello che stava accadendo, volevo solo che finisse tutto il prima possibile.
-Va bene signori. Seguitemi- Il dottore ci portò in una stanza dove poi io mi cambiai e mi misi nel letto, aveva detto che avrei dovuto aspettare un po’ prima dell’intervento ma in quel momento speravo solo che tutto finisse il prima possibile.
Di questi due mesi ho ricordi confusi di ciò che è successo se non riguardo il bambino, non ricordo se ho rivisto le mie amiche, i miei bambini, i miei nipoti. Non sono mai riuscita a smettere di pensare al bambino ed ora?Mi ritrovo a porre fine alla vita di un povero innocente. Eh si, sto per abortire perché anche se ho fatto di tutto pur di salvare questo motivo, ma a quanto pare non c’è speranza e non potrei far nascere questo bambino sapendo che morirebbe dopo pochissimo tempo, lo farei solo soffrire e non vedo perché dovrei farlo vivere per un piacere personale quando lui soffrirebbe soltanto.
-Signora Malik, siamo pronti.- Entrò il dottore che poi mi portò nella sala operatoria, prima di entrare in sala guardai Zayn, aveva uno sguardo triste, quasi come se stesse per piangere.
Ricordo che prima di darmi l’anestesia dissi al dottore di fare il più presto possibile e lui mi sorrise dicendomi che non avrei dovuto preoccuparmi e poi mi addormentai.
 
Un mese dopo
Mi svegliai a causa del suono del telefono, mi alzai e andai a rispondere anche aveva già risposto Zayn quindi stavo attaccando, ma poi sentì la voce di mio fratello, Luke, e iniziai ad origliare la telefonata.
-Come sta?- Chiese Luke a Zayn, mi faceva un certo effetto sentire la voce di mio fratello, che non riuscivo più a distinguere da qualsiasi altra voce ormai.
-Non bene, non esce quasi mai dalla camera da letto e non parla mai con nessuno.- Rispose Zayn con voce molto triste.
-Mangia?- Chiese ancora Luke.
-A volte si, altre volte non vuole mangiare nemmeno se glielo metti in bocca con la forza.- Rispose ancora Zayn.
-Non posso vederla così, Zayn. I bambini come stanno?- Chiese ancora una volta Luke.
-Male. Mi chiedono sempre cosa ha la mamma, perché non esce mai e perché non gioca più con loro. Pensano che abbiano fatto qualcosa di sbagliato e creano un sacco di regali, di disegni, di lettere per chiederle scusa, anche se loro non hanno fatto niente.- Disse Zayn con voce sempre più triste.
-E lei ha visto quei regali?- Chiese Luke.
-No, li ho nascosti nel comodino. Non so come potrebbe reagire e preferisco non rischiare.- Disse Zayn con voce apatica.
-Papino con chi parli?- Chiese Farah a Zayn.
La mia Farah, quanto tempo ho passato evitandola, per quanto tempo ho dimenticato la sua voce e lasciato che siano loro la causa di tutto questo, sono una pessima madre.
-Con zio Luke, tesoro.- Le rispose così Zayn, aveva una voce leggermente dolce.
-Me lo puoi passare, papi?- Chiese infine Farah a Zayn e lui le passò il telefono. –Ciao zio!Mi manchi tanto ma quando vieni a trovarci?- Chiese Farah a Luke.
-Presto tesoro, vengo presto a trovarvi e vi porto anche dei regalini.- Disse Luke a Farah con voce contenta, evidentemente non parlava con lei da tanto tempo. Era incredibile come mi fossi isolata dal mondo per tanto tempo.
-Non portare i regali a me e a Kyle, portali alla mamma. E’ sempre triste per colpa nostra.- Disse Farah con voce triste.
-Come per colpa vostra?Perchè pensi questo, tesoro?- Chiese Luke alla piccola Farah.
-La mamma non ci parla più e qualunque regalo le facciamo io e Kyle non ci abbraccia mai. Le ho appena scritto un biglietto di scuse dove le prometto anche che farò la brava, che non la farò più arrabbiare e che le vorrò per sempre bene. Pensi che funzionerà, zio?- Chiese la piccola Farah speranzosa.
-Tesoro, tu non hai colpa…- Mentre Luke parlava io chiusi il telefono, non riuscivo più a sentire quelle cose. Ho reso triste i miei figli, mio fratello e mio marito e per lo più i miei figli pensano che la causa della mia tristezza sono loro stessi. Sono una pessima madre. Pensavo che abortendo sarei stata una madre migliore e invece ho finito per trascurare i miei figli e lasciarmi andare del tutto.
Aprì il cassetto del comodino di Zayn e trovai tutti i regali dei miei figli e non potevo far altro che pensare a tutto ciò che ho fatto. Pensavo che tutto il male capitasse a me e invece l’unica cosa che sono riuscita a fare è rendere tristi le persone che sono intorno a me. Buttai i regali sul letto, aprì la porta della stanza e corsi in bagno a frugare nel mobiletto, fra le pillole. Cercavo qualcosa che potesse farmi finire con tutto questo e far finire il dolore, pensavo di non meritare questa vita e di aver solo sprecato il mio tempo ma poi arrivò Zayn che mi fermò e iniziò ad urlarmi contro. Non riuscivo a capire cosa volesse dirmi, non riuscivo a smettere di piangere e mi rannicchiai sul pavimento, ero semplicemente stanca di tutto questo dolore, questa tristezza, ero stanca della vita.
Mi risvegliai dopo poche ore nel mio letto, con a fianco Zayn che dormiva vicino a me. Mi alzai e andai in salone, dove c’erano Kyle e Farah che giocavano sul tappeto, insieme, mi, avvicinai a loro e li abbracciai, quel calore mi mancava, mi mancavano loro.
-Mamma come stai?- Mi chiese Kyle.
-Tutto bene, la mamma ora sta bene.- Gli dissi sorridendo.
-Mamma ho fatto questo per te.- Farah mi diete il biglietto di scuse, lo lessi velocemente e poi l’abbracciai.
-Amori miei, la mamma non ce l’aveva con voi. Non avete fatto nulla di male, e vi prometto che da ora in poi ci sarò sempre per voi, qualunque cosa vogliate la mamma è qui.- Li abbracciai tutti quanti ed è solo in quel momento che mi resi conto di tutto l’amore che avrei perso.
Suonò il citofono e quando andai ad aprire trovai alla porte mio fratello, Luke, che mi abbracciò fortissimo.
-Mi sei mancata tantissimo Andy, ti prego non fare mai più una cosa del genere.- Mi disse fra le lacrime.
-Stai tranquillo, sto bene adesso.- Lo abbracciai anch’io, contenta di poter stare di nuovo con lui ma allo stesso tempo incredula su quanto era appena successo, non avevo mai visto mio fratello piangere.
-Ti va di parlare un po’?-Mi chiese poi Luke, staccandosi da dosso. Io accettai e ci andammo a sedere sul divano e incominciammo a parlare. –Non so davvero da dove cominciare.- Accennò una piccola risata e decisi di iniziare io.
-Lascia che parli io allora. Sai bene quanto io ci tenessi ad avere questo terzo bambino, era una svolta per me e doveva rendermi più felice di quanto io non fossi mai stata ma dopo tutto quello che ho passato, il dolore che mi ha causato l’aborto mi ha fatto sentire come se qualcuno avesse tagliato il filo che mi reggesse in piedi. Non riuscivo più a pensare a nulla che non fosse il bambino e ora come ora non riesco nemmeno a ricordare tutto ciò che è successo in questi quattro mesi se non ciò che riguarda lui. Vorrei solo scusarmi con te, perché tu volevi che io fossi forte e invece mi sono lasciata andare.- Dissi io, con le lacrime agli occhi ma allo stesso tempo contenta perché mi stavo liberando.
-Sai qual è il punto Andy?Delle tue scuse non me ne faccio niente. Sono stato in pensiero per te per quattro mesi e non riuscivo a pensare ad altro oltre all’ultima volta che ti ho vista. Sono venuto qui due mesi fa ed eri completamente assente, non rispondevi, non mangiavi, non facevi nulla oltre che guardare il pavimento e torturarti le mani. Io ti ho sempre ammirato, e ho sempre desiderato avere la tua forza ma non potevo credere che la mia sorellina si fosse ridotta in quello stato, è stato uno shock sia per me che per qualsiasi altra persona che ti ha vista in quello stato.- Disse lui e dopo aver ripreso fiato continuò. –Tu non puoi ricordarti molto di mamma, lo so, ma lei ha lottato fino alla fine e ho sempre voluto che tu fossi come lei, anzi, ho sempre pensato che tu fossi come lei. Mamma non si è mai data per vinta neanche l’ultimo suo giorno di vita e non pensavo che fosse possibile che tu avessi gettato la spugna. Ora come ora sono felicissimo di vederti così ma se solo tu ti fossi vista avresti capito cosa abbiamo dovuto sopportare tutti noi. Guarda Andy, guardali.- Indicò Farah e Kyle che giocavano sul tappeto spensierati. –Hai una famiglia stupenda, che ti vuole bene e loro sono il frutto del tuo amore, tutta la tua forza l’hai passata a loro e devono imparare da tutto ciò che hai passato tu. Vuoi davvero permettere che i tuoi figli ti ricordino per come eri fino a poche ore fa?Io non credo.- Così terminò il suo discorso e in quell’istante entrò anche Zayn, incredulo nel vedermi alzata, io sorrisi e rivolsi solo poche parole a Luke prima di andare ad abbracciare Zayn con tutta me stessa.
-Fino a qualche tempo fa ti avrei sempre definito come il mio fratellone tutto muscoli e niente cervello, e invece a quanto pare c’è qualcosa in quella zucca.- Mi alzai lasciandolo di sasso e andai per l’appunto ad abbracciare mio marito e gli dissi una sola parola. –Grazie.-
 
La pazzia è come il paradiso.
Quando arrivi al punto in cui non te ne frega più niente
di quello che gli altri possono dire… sei vicino al cielo.

Jimi Hendrix
 
Quando una porta della felicità si chiude, se ne apre un’altra;
ma tante volte guardiamo così a lungo quella chiusa,
che non vediamo quella che è stata aperta per noi.

Paulo Coelho
 
Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterati o poeti,
ma perché nessuno sia più schiavo.

Gianni Rodari
 
Anche se il timore avrà sempre più argomenti, tu scegli sempre la speranza.
Seneca
 
È proprio quando si crede che sia tutto finito,
che tutto comincia.
Daniel Pennac
 
Ruba tutti i colori del mondo
e dipingi la tela della tua vita
eliminando il grigio delle paure e delle ansie.

Omar Falworth
  
La vita mi ha dato tante di quelle occasioni per reagire bene e andare avanti, non ho mai sprecato nessuna di esse, anche quando stavo per cadere nell’oscurità. Non voglio finire con una frase filosofica questa storia, perché è la mia storia e non sono mai stata capace di dire cose filosofiche ed è per questo che terminerò nel modo più inaspettato possibile. BAZZINGA!!
 

Spazio Autrice

Eh si, siamo arrivati alla fine di questa storia anche se so che molte di voi vorranno ammazzarmi per tutto il tempo che è passato dall'ultima volta che ho pubblicato. Ora spiegherò un paio di cose:
Vedete, l'estate scorsa ho perso molte lettrici e mi ero ripromessa che avrei continuato solo quando le avessi recuperate, ovviamente questo non è accaduto e quindi ho perso la voglia di scrivere. Poi mi sono fidanzata (daaaaah *^*) e sono anche andata in vacanza, al ritorno dalle vacanze avevo perso totalmente la voglia di scrivere e con il tempo anche la passione per i One Direction anzi, mi sono affezionata a tutt'altro genere. Poi è iniziata la scuola e mi sono impegnata parecchio quest'anno per avere una media quanto meno notevole (senza molto successo però vabbe...) e poi ho avuto un periodo molto triste in cui volevo farmi del male. Volevo anche aggiungere che il capitolo è incentrato su una vicenda successa realmente alla mia famiglia, se volete spiegazioni potete chiedere ma non vi annoierò nello spazio autrice. Ringrazio tutte coloro che mi hanno sempre sostenuta e che volevano che io continuassi a scrivere la storia, in realtà avevo deciso il finale da tantissimo tempo ma non avevo mai la voglia di scrivere (sono sincera almeno dai) ringrazio e saluto quindi:
-Alex Salvatore
-Sara Tomlinson (lo so mi hai criticata ma ti ringrazio per la critica)
-xjstylinson
-Nike_Blazer_Malik_22
E tutte coloro che mi seguono da sempre e non hanno commentato sotto all'avviso per mancanza di tempo.
Vorrei fare un ringraziamento speciale a colei che non definisco mia amica, ma mia sorella: hejcaitlin che ora però ha un altro account cioè 5secondsofcliffxrd. Bhe non ho molto da dirvi su di lei se non è che è la persona più fantastica che io abbia mai conosciuto e che mi è sempre stata vicina e dovreste amarla tutte quante perchè mi ha convinto lei ha scrivere l'ultimo capitolo visto che io non volevo nemmeno continuare ahahahah. Grazie di tutto sistah e grazie davvero a tutte quante. Sono pronta a ricevere qualsiasi tipo di commento sul capitolo e sono aperta anche ai messaggi privati. Grazie a tutte quante, anche a quelle che mi hanno sempre criticata perchè mi hanno fatto crescere come persona e come scrittrice e per l'ultima volta CIAO YUGHINE!!
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Rosy_Directioner