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Autore: _itsmeraffy_    19/06/2014    2 recensioni
"-Frankie, sai anche tu perché abbiamo già sentito quella canzone vero?- le domandai interrompendo il discorso che aveva iniziato su quanto amasse la pizza.
-Si Emma, lo so anche io!- mi rispose addentandone una fetta."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Listen To Me

-Eccomi!- rientrai nella camera da letto e lo trovai nella stessa identica posizione in cui l’avevo lasciato. 
Sollevò leggermente la testa per guardarmi e sorrise. Si poteva dire chiaramente quando Harry fingesse, e quella era una delle poche occasioni.
-Ho visto.. ho visto il tweet..- dissi quasi sottovoce, addirittura sperando che non mi avesse sentito.
-Sì, mi è rimasta impressa la canzone.- il suo tono era freddo, completamente diverso da quello con cui si era rivolto a me in ospedale.
-Oh- dissi io, delusa dalla sua risposta. 
Certo, non potevo aspettarmi una risposta del tipo “Sì, l’ho scritto per te perché mi manchi e ti amo” perché non ero nella posizione di meritarmela, però almeno speravo avrebbe ammesso di aver pensato a me ascoltando quelle parole. 
-Sai cosa Em? Non so più come trattarti, sembra che ogni cosa che io dica sia sbagliata e completamente inappropriata! Cosa devo fare? Devo ammutolirmi e fare tutto quello che mi chiedi? Dimmelo, aiutami a capire!- quel suo sfogo era partito così dal nulla. Si era alzato repentinamente dal letto e stava gesticolando come suo solito. Il tono di voce era piuttosto alto, cosa che mi fece capire che era davvero su di giri.
-Harry, che ti prende?- indietreggiai, spaventata da quel suo comportamento. 
-Niente, è meglio che vada.- non ebbi nemmeno modo di fermarlo poiché, dopo aver detto ciò, corse verso la porta e lasciò la mia camera.
Non so cosa fosse successo in quei cinque minuti in cui ero stata assente, ma Harry non era più la stessa persona.

Harry
Non sapevo cosa mi fosse preso, ma la sua espressione nel dirmi che aveva visto il mio tweet mi aveva fatto innervosire. Era come se non fosse ovvio che l’unica persona che avevo in mente era lei, che tutta la mia vita girasse intorno a lei.
Tornai nella mia camera il più velocemente possibile e mi ci chiusi dentro. Il mio telefono cominciò a squillare circa un’ora dopo; segretamente speravo fosse Emma, ma sapevo che la mia scenata di prima avrebbe escluso ogni possibilità che il mio desiderio si avverasse.
Quando guardai lo schermò, notai che era Gemma a chiamarmi. Mi domandò se avessi bisogno di parlare con qualcuno, quasi come se mi avesse letto nel pensiero. Dopo neanche cinque minuti era alla mia porta.
-Hey fratellino!- esclamò entrando e buttandosi sul mio letto. Non ero in vena di sorridere, ma per lei mi sforzai.
-Grazie di essere venuta qui nonostante l’ora- dissi, sedendomi accanto a lei.
-Tranquillo, tanto Ashton si è addormentato prestissimo. Si stanca sempre quando..- la interruppi per evitare che entrasse nei particolari.
-Ehm sì Gem, non voglio sapere-
-Stavo per dire quando camminiamo, cretino!- mi tirò un leggero pugno che non mi fece spostare nemmeno di un millimetro, ma finsi di aver sentito dolore.
-Oh dai H, smettila. Ormai so che i miei pugni non li senti nemmeno.. è inutile che provi a convincermi del contrario come quando eravamo piccoli!- entrambi ci mettemmo a ridere, ripensando alle nostre stupide litigate da bambini.
-Bè, in qualunque caso non sono venuta qui per farmi prendere a pugni. Che ti prende H? Prima in ospedale sembrava ti fossi ripreso- ed in effetti aveva ragione. Il mio umore era cambiato da un momento all’altro.
-Non lo so nemmeno io. E’ che siamo sempre allo stesso punto. Non so più cosa fare per farle capire che mi manca.- era impressionante come l’unica persona con cui riuscissi ad aprirmi così tanto fosse mia sorella. 
-Hai provato a dirglielo?- mi domandò. Ero sicuro conoscesse già la risposta.
-No ma..- mi interruppe.
-Niente “ma” H! Lei non può immaginarsi tutto! Avete sbagliato entrambi, è vero, ma qualcuno dovrà pur fare un primo passo nella riconciliazione non credi?- aveva completamente ragione.
-Sì, in realtà Emma l’ha già fatto. Prima dell’incidente.- mi ricordai di quelle sue parole.
-Cosa ti ha detto?-
-Mi ha detto che le dispiace e che è tutta colpa sua. Io però non ho avuto modo di risponderle.- sospirai.
-Allora, qui le opzioni sono due. O ti alzi in questo preciso momento e vai da lei, oppure la chiudete qui. Mi duole dirlo, ma non potete continuare così. Conosco entrambi abbastanza bene da poter dire che in questo modo vi state solamente facendo del male.- quello era uno dei suoi classici consigli che davano vita ai miei pensieri.
-Ero in camera sua fino a mezz’ora fa perché mi ha detto che avrebbe voluto parlare, ma mi sono fatto prendere dal panico e sono corso via inutilmente.- ammisi ciò che era realmente successo e lei sbuffò. 
-Mio Dio Harry! A volte penso davvero che se non ti avessi fatto cadere per terra quando avevi solo quattro mesi, non saresti così stupido!
-Mi hai fatto cadere per terra quando avevo quattro mesi?- ero piuttosto stupefatto in quel momento. 
-Eeehm.. ora non è importante! Alzati da questo letto Harry Edward Styles e vai a dimostrarle cosa vuoi veramente!-
-Ma starà sicuramente dormendo!-  provai a trovare una scusa.
-Sai benissimo che non dorme da un mese perché quando ci prova ha gli incubi- mi smentì immediatamente. 
-Ma..- mi interruppe di nuovo. 
-Alza il tuo sedere da questo letto e vai in camera sua.- prese una pausa. -ORA!!!- quasi sbraitò quando si accorse che non mi stavo muovendo.
Mi diressi verso la porta, convinto che fosse finalmente giunta l’ora di mettere le cose in chiaro.
-E comunque ne riparleremo di quella caduta!- la avvisai, chiudendo poi la porta alle mie spalle.


Emma
Era passata ormai un’ora o poco più da quando ero rimasta da sola. Non avevo sprecato altre lacrime quella volta, mi ero semplicemente sdraiata sul letto, con nessuna possibile prospettiva di dormire, e avevo acceso la televisione, alla quale non stavo dando assolutamente nessuna attenzione.
Stavo fissando il soffitto, pensando a tutto ciò che avevo fatto di sbagliato con Harry. Ne avevo commessi di errori, molti, così come lui d’altronde. Eravamo entrambi colpevoli, ma quale vera relazione può funzionare senza litigi e piccole incomprensioni in fin dei conti? 
Il pensiero utopico che tutte le bambine hanno in mente sin dai primi anni di vita è che esista un principe azzurro e che con lui si possa vivere per sempre felici e contenti. E’ chiaro che il principe esista veramente, ma spesso nella felicità stessa ci sono dei piccoli momenti di tensione, che si devono riuscire a superare. 
Il mio principe azzurro era Harry, lo era sempre stato e non sarei mai riuscita ad immaginarmi affianco a qualcun altro; le litigate c’erano indubbiamente, ma era ovvio che fossimo fatti l’uno per l’altra. Ci capivamo come nessuno era in grado di capirci ed era chiaro quanto non potessimo stare l’uno senza l’altra.
Il problema in quel momento era che non ero ormai più così tanto certa che anche per lui valessero queste cose appena elencate. 

Ero completamente persa nei miei pensieri che sentii a malapena qualcuno bussare alla mia porta. Guardai l’orologio che avevo al polso piuttosto sorpresa visto l’orario. Era davvero tardi e speravo che chiunque mi sarei trovata davanti, avesse una buon motivo per essere lì.
Mi incamminai e quando aprii fui quasi accecata dalla luce del corridoio per prima cosa, poi pensai da avere delle allucinazioni perché Harry era lì di fronte e non avevo nemmeno minimamente pensato che si sarebbe fatto rivedere dopo essere corso via poco prima.
-Harry che diavolo ci fai qui? Sono quasi le tre!- esclamai coprendomi gli occhi con entrambe le mani per evitare di rimanere realmente accecata.
-Ho bisogno di parlarti e voglio che tu mi ascolti. Una volta finito, sarai libera di dire ciò che vuoi, ma prima ti prego lasciami parlare.- mi stava guardando dritto negli occhi come non succedeva da tempo. Il verde delle sue iridi era leggermente più scuro, cosa che succedeva quando era nervoso o agitato.
Io annuii e lasciai che entrasse nella mia stanza, facendogli strada verso il letto su cui ero seduta fino a qualche minuto prima.
-Bene, incomincio dall’inizio..-
-Bè, solitamente è così che si fa- lo interruppi immediatamente e lui mi lanciò un’occhiataccia. -Scusa- sussurrai prima di lasciarlo parlare.
-Allora,-fece una pausa quasi come se si aspettasse che lo interrompessi di nuovo, ma stetti zitta e lui tirò un sospiro di sollievo.
-Ho fatto tanti errori da quando ci siamo conosciuti. Il primo è stato quello di lasciarti andare, ma a 16 anni non avevo idea di cosa mi sarei perso. Fortunatamente l’ho capito, anche se qualche anno dopo e tu mi hai dato la possibilità di dimostrarti quello che significavi per me, mi hai lasciato entrare nella tua vita nonostante io fossi quel “primo amore che ti aveva ferito e fatto stare male”. Questa cosa non è da sottovalutare, perché sono sicuro che non sia stato facile per te. Poi bè, da un anno e mezzo a questa parte ci sono stati molti altri litigi, ma parlando seriamente, quale coppia non ha le sue piccole incomprensioni? Quale coppia va sempre e costantemente d’amore e d’accordo? Escludendo Niall e Frankie ovviamente..- risi a quel commento e il suo viso si illuminò.
-Io sono sicuro di una cosa Emma e questi giorni che abbiamo passato distanti l’uno dall’altra mi hanno fatto convincere ancora di più di ciò: possiamo separarci fin quanto vogliamo, possiamo evitarci per mesi o per anni, ma non potremo mai nascondere la verità a noi stessi. Noi sappiamo che ci stiamo solamente facendo del male comportandoci in questo modo.. sappiamo di non poter essere completamente felici. E’ vero, potremmo anche abituarci all’assenza l’uno dell’altra, ma a che scopo?- pur volendo nascondere le lacrime, tutto lo stress che avevo accumulato nell’ultimo periodo lo stava rendendo impossibile.
-Io non voglio vivere una vita in cui tu non ci sei, anzi, ti assicuro che non ci riuscirei. Non riuscirei a non vedere il tuo sorriso ogni giorno, a non sentire la tua voce ammonirmi per aver combinato una delle mie solite stupidate. E’ impressionante come io sia riuscito a sentirmi così attaccato ad una persona, ma diventa totalmente ovvio farlo quando la persona in questione sei tu. Quindi sì, mi dispiace per essere stato un idiota per fin troppe volte, ma non ti prometto che questo non succederà più; così come non ti prometto che questa sarà l’ultima litigata che faremo, ce ne saranno molte altre se tu deciderai di perdonarmi, ma in fin dei conti questa è la nostra storia e sono più che felice che sia così. Non la cambierei per nulla al mondo perché ti amo come non avrei mai pensato di fare e perché mi rendi felice come non avrei mai pensato di essere.-
Capii che il suo discorso era finito quando abbassò il viso e stette in silenzio, probabilmente aspettandosi una mia risposta. Io ero letteralmente immersa nelle lacrime ed ero senza parole. Non sapevo cosa dire perché non mi aspettavo fosse tornato a dirmi quelle cose. Pensavo avesse deciso di chiuderla completamente,  intuendolo da come era scappato qualche ora prima. 


Harry
Non avevo nemmeno preparato quel discorso, non era servito. Avevo semplicemente deciso di dire tutto ciò che mi frullava nella testa da ormai troppo tempo. 
Ora ero lì, ancora in piedi di fronte al letto su cui lei si era seduta. 
Sì, avevo visto il suo viso completamente ricoperto di lacrime; Sì, avrei voluto stringerla a me come non facevo da giorni.
Stavo solo aspettando una sua risposta, un suo cenno che mi facesse capire che anche lei la pensava come me.
Avevo ancora lo sguardo rivolto verso il basso e avevo quasi paura di alzarlo perché non sapevo che tipo di Emma mi sarei trovato di fronte: un’Emma contenta di aver sentito quelle cose, oppure un’Emma ormai afflitta e senza speranze?
Ero talmente immerso nei miei pensieri che non mi resi nemmeno conto che stava camminando verso di me, lo notai solamente quando le sue gambe furono nel mi raggio di vista, attualmente puntata verso il basso, perciò diciamo che me ne accorsi quando era già piuttosto vicina a me.
Ciò che successe dopo e come successe non mi è chiaro, so soltanto che sentii le sue braccia intorno al collo e le sue gambe attorcigliate intorno alla mia vita. Realizzai dopo qualche secondo che mi era saltata in braccio e che mi stava abbracciando come io desideravo di fare da settimane. A quel punto la strinsi a me, cercando di assaporarmi quel momento nel miglior modo possibile. Mi era mancata ogni singola cosa di lei, addirittura il profumo dello shampoo per capelli che utilizzava. 
Quando la riposai a terra, mi accarezzò il viso con entrambe le mani e mi guardò con gli occhi ancora lucidi a causa del pianto di poco prima.
-Harry, credimi, non potrei essere più felice di avere un’idiota come te al mio fianco!- con quella semplice frase, mi fece capire che il discorso che avevo appena finito era servito a qualcosa. 
-Il mio discorso non era un invito a farmi chiamare idiota, sai?- scherzai, facendo scivolare le mani sui suoi fianchi.
-Ti prego stai zitto, prima che io cambi idea!- esclamò, prima di avvicinare il suo viso al mio facendo il modo che le nostre labbra si toccassero di nuovo.


Emma
-Harry, sei in camera mia da mezz’ora e mi hai già stufato! Non riesci a stare fermo per un secondo?- dopo il nostro commovente momento di riconciliazione, tutto era tornato come prima. Lui rompeva l’anima a me e viceversa.
-Voglio solo aiutarti a sistemare, sembra che ci sia stato un uragano in questa stanza!- mi rispose, infilando tutto ciò che trovava nella mia valigia.
-Ti giuro che sto incominciando a pensare che mia madre si sia impossessata del tuo corpo..- commentai, sdraiandomi sul letto e cercando il telecomando della televisione.
-Ti assicuro che non è così. Pensaci, in quel caso avresti appena finito di baciare lei..- si bloccò con uno dei miei reggiseni in mano, puntandomelo contro.
-Oddio H sono le quattro di notte! Metti giù quel cose e vieni a sdraiarti!- dovevo ammettere che quei battibecchi ironici mi erano mancati.
-Okay, ma solo perché me lo hai chiesto così gentilmente!- rivoltò gli occhi al cielo e in un secondo balzò accanto a me, attorniando le sue braccia alla mia vita.
Restammo in quella posizione per un tempo indeterminato, nessuno dei due dava segni di sonno, probabilmente avevamo passato così tanti giorni distanti l’uno dall’altra che ora l’unica cosa di cui avevamo bisogno era passare del tempo insieme, senza fare nulla di particolare.
-Uuuh, ho una barzelletta da raccontarti!- esclamò improvvisamente mentre guardavamo una replica di “Geordie Shore”.
-Oh no, ti prego H. Le tue barzellette sono orribili!- aveva incominciato addirittura a raccontarle durante i concerti e i ragazzi non sapevano più come farlo smettere.
-Questa è bella, lo giuro!- sospirai e gli feci segno di iniziare a dirla.
-Allora- si sedette a gambe incrociate di fronte a me. -Un uomo entra in un caffè…. SPLASH!- sbraitò la parte finale e incominciò a ridere da solo.
-Hai capito Em?- risata. -l’uomo- risata. -entra nel caffè- risata. -e fa SPLASH!risata.
Dovevo ammettere che era adorabile. Harry sembrava il tipico ragazzo cattivo, pieno di tatuaggi dalla testa ai piedi, ma in realtà era davvero una specie di cupcake, così come lo definivano le sue fans.
-Em, perché non stai ridendo?- mi domandò, dopo essersi calmato. 
-Ommioddio, avrei dovuto ridere?- adoravo prenderlo in giro. 
A quel punto finse un’espressione piuttosto offesa e io non potei trattenermi dal gettarmi addosso a lui e abbracciarlo. Dopo pochi secondi, eravamo di nuovo sdraiati come prima che iniziasse la sua divertentissima barzelletta.
-Oh Harry, a volte penso davvero che se Gemma non ti avesse fatto cadere quando avevi quattro mesi, a quest’ora saresti normale!- esclamai, riportando alla mente quell’aneddoto di cui sua sorella mi aveva parlato prima che io ed Harry litigassimo.
-LO SAI ANCHE TU?- mi domandò sconvolto. -Credo di essere l’unica persona che non è stata informata di questo fatto!-.
Scoppiai a ridere accarezzandogli il volto e guardandolo in ogni suoi minimo particolare. 
-Mi sei mancato- sussurrai, appoggiando la mia testa nell’incavo del sul collo.
-Anche tu Em, non sai quanto!- mi rispose, stringendomi ancora di più a sè.
E così ci addormentammo l’uno accanto all’altra. Finalmente riuscii a dormire senza aver nessun incubo dopo ben quattro settimane.


I'm baaaaack!
Scusate la lunga assenza, ma sto cercando di godermi queste vacanze al meglio! 
Vorrei di nuovo scusarmi per non aver risposto alle recensioni o per non aver letto i nuovi capitoli di alcune fanfiction, è che sto scrivendo una nuova storia e ogni volta che prendo il computer in mano, mi ritrovo ad andare avanti a scrivere senza riuscire a fare nient'altro! Perciò, se volete odiarmi, vi do perfettamente ragione!
Ora, tornando al capitolo, che ve ne pare? Siete felici che si sia sistemato tutto, oppure li preferite quando litigano?
Io personalmente sono felice di questa mia scelta, perchè preferisco scrivere i dialoghi "divertenti" e non pieni di insulti e cose varie haha.
Bè, fatemi sapere che ne pensate e giuro che cercherò di rispondere questa volta! Ma anche se non lo farò, sappiate che leggo sempre le recensioni!
Ora vi salutoooo!
Un bacione, Raffy <3 xxxxx

                           Emma                                                           Harry                                                                   Gemma
          
  
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