«Sei assorta.»
Sobbalzi alla voce di Sebastian e ti guardi intorno sorpresa. «Tutto bene?»
Annuisci e porti
alla bocca il tuo drink.
Avete mangiato e
bevuto e sinceramente sei stata bene, ma c’è qualcosa che non ti quadra.
Seb continua a
fissarti con fare critico quindi ti sforzi di sorridere. «Cosa c’è?»
«Ti guardo…»
Risponde con un sorriso. «Perché non posso?»
Accenni un
sorriso incapace di rispondere qualcosa di sensato.
Ricordi quando
scenette del genere accadevano anni fa, ricordi che rispondeva allo stesso modo
e poi ti baciava la fronte.
«Non ti sembra
strano?» Domandi arricciando il naso e Seb aggrotta la fronte.
«Cosa?»
«Io, te…Tu che
ti comporti così…» Spieghi sorridendo.
Lui sembra
soppesare le tue parole e rifletterci sopra.
Il silenzio
ritorna come un terzo occupante al vostro tavolo e quindi ti schiarisci la
gola.
«Non pensavo ti
desse fastidio…» Seb pronuncia le sue parole con il solito fare sicuro, ma ti
affretti lo stesso a spiegare meglio.
«Non mi dà
fastidio.» Gratti la fronte e poi lo guardi dritto negli occhi. «Ho solo detto
che è strano.»
«Ce ne andiamo
di qui?» Propone Sebastian alzandosi, come se volesse cambiare argomento.
Lo imiti e lo
segui, insisti per pagare e, come da copione, lui te lo impedisce.
Quando uscite
all’esterno respiri a pieni polmoni e ti permetti di stirare le braccia sopra
la testa.
Non te lo
saresti mai aspettato, ma è stata una bella serata e ti sei rilassata.
Soprattutto è questa seconda sensazione che ti ha sorpresa. Non pensavi sarebbe
stato così semplice stare da sola con lui, ma al tempo stesso è stato insolito.
Probabilmente
avere flash continui dei tempi in cui siete stati insieme non ti ha aiutata, ma
non è solo quello.
Ѐ stato quello
che ha detto. Riportare alla memoria tre anni fa, era tutto quello di cui non avevi bisogno.
Non che avessi
dimenticato, come potresti? Ma avevi cercato di non pensarci troppo.
«Ѐ perché ho parlato di tre anni fa, vero?»
Sebastian interrompe i tuoi pensieri e tu ti stupisci come ogni volta riesca a
leggerti dentro come pochi altri in vita tua.
«Già.» Fai
spallucce e cerchi di sorridere. «Non è stato il mio momento migliore.»
«Su questo non
sono d’accordo.» Si morde il labbro inferiore e ti costringi ad abbassare lo
sguardo.
«Sai benissimo
che non mi riferivo a quello.»
«Sei la
meravigliosa ragazza di sempre.» Afferma prendendoti una mano. «Sei umana e
capita di sbagliare…»
«Non così.»
Rispondi sfuggendo alla sua presa.
«Ricordi che
siamo colpevoli entrambi, vero?» Domanda spalancando le braccia, annuisci ma
fai una smorfia. «Perché perdoni me e non te stessa?» Chiede posando una mano
sotto il tuo mento e costringendoti a guardarlo.
«Perché tu sei
un uomo…Ed io sono una bella donna è normale che tu ci sia cascato.» Provi a
sdrammatizzare, lui sorride.
«Vero.» Ammette
poi si allontana leggermente da te. «Anche io non sono male però, no?»
Ti lasci
sfuggire una risatina isterica e lui ti guarda fingendosi offeso.
Entrate
nell’atrio dell’albergo in silenzio e rimanete zitti fino a che non rimanete da
soli nell’ascensore che vi riporta ai vostri piani.
«Quello che
volevo dire è che se mi perdoni per una debolezza fisica, dovresti perdonare
anche te stessa per lo stesso motivo.»
Sollevi il volto
affranta verso di lui e fai spallucce mentre esci dall’ascensore e cammini per
il corridoio del quarto piano.
«Tu ti eri
appena lasciato con Leighton, ma io ero ancora fidanzata con Matt…» Poggi la
schiena contro la porta della tua stanza e lo guardi. «Non doveva succedere.»
«Forse invece,
doveva succedere.» Seb fa scorrere una mano sul tuo collo. «Ci hai mai
pensato?»
«Già…» Sbuffi e
inclini la faccia dalla parte opposta a dove lui sta giocando con una ciocca
dei tuoi capelli. «Dovevo tradire il ragazzo con cui stavo da un anno per una
notte con te.»
«Forse.» Si
limita a sussurrare concentrato sul tuo profilo.
Vorresti dirgli
di smetterla.
Vorresti che la
sua mano sospingesse il tuo volto verso il suo.
Vorresti credere
davvero che quello che c’è stato fra voi sia stato un errore. La verità è che
continui a pensare che l’errore sia stato non continuare a vedervi.
«Seb…» Sussurri
il suo nome mentre sposti il volto che aderisce contro il palmo della sua mano
e leghi lo sguardo col suo.
«Dimmi che ci
hai pensato anche tu.»
Sospiri alle sue
parole mentre posa l’altra mano sul tuo fianco.
Un rumore di
passi ti ricorda che siete ancora nel corridoio dell’albergo e ti volti,
spostando lo sguardo dalle sue labbra al volto di chi sta arrivando.
I tuoi occhi
incontrano quelli chiari del nuovo arrivato e spontaneamente sorridi.
«Scusate…»
Christopher riprende a camminare e abbassa il volto sul cellulare che tiene in
mano.
«Non c’è niente
da scusarsi.» Ti affretti a parlare e ti sposti dall’angolo in cui le braccia
di Sebastian ti avevano rilegata. «Posso parlarti?»
Chiedi
guardandolo stringendo le mani attorno all’ impugnatura della borsa.
«Adesso?»
Domanda inarcando un sopracciglio e annuisci vigorosamente. «Sei sicura? Non
vorrei…»
«Seb stava
andando e devo parlarti…Di…Di…Del programma futuro del…film.» Finisci la frase
sussurrando e ti mordi le labbra mentre fissi il pavimento.
Sai che
Sebastian ti sta fissando, senti i suoi occhi puntati sulla tua nuca e non hai
il coraggio di muoverti di un millimetro.
Ma hai bisogno
di premere il tasto pausa a tutta questa situazione e questo è il modo
migliore, adesso.
«Me ne vado.»
Seb afferma poco dopo.
Non è passato
neanche un minuto, ma ti è sembrata un’eternità.
«A domani,
Chris…» Lo senti fare un paio di passi e poi fermarsi di nuovo. «Elsa.»
Pronuncia il tuo nome quasi sibilando.
Ѐ arrabbiato.
Chiudi gli occhi
e ti obblighi a continuare a tenere il volto basso fino a che non senti più i
suoi passi nel corridoio.
«Che diavolo sta
succedendo?» La voce di Christopher ti fa quasi sobbalzare sul posto, quindi
sollevi lo sguardo verso il suo.
Lui ti osserva e
la sua voce torna a livelli normali, si addolcisce.
«Tutto bene?»
Domanda osservandoti, ti limiti ad annuire. Se ti decidessi a parlare
scopriresti di avere la voce incrinata e non sarebbe un bene.
Lui continua a
fissarti per niente convinto, ma non dice una parola fino a che non prendi un
grosso respiro e scrolli le spalle nel tentativo di calmarti.
«Credo che tu
non abbia affatto bisogno di fingere con me.» Afferma accennando un sorriso.
«Già.» Ti limiti
a rispondere, ti sposti verso la parete e ti lasci scivolare fino a terra. Ti
afferri le gambe con le braccia stringendole al petto e posi il mento sulle
ginocchia.
«Che
entusiasmo.» Chris ti prende in giro, ma quando sollevi il volto verso il suo
vedi il sorriso quasi svanire dal suo volto. «Sul serio…Non sto capendo niente
di questa situazione.» Afferma guardandoti letteralmente dall’alto in basso e
oseresti dire leggermente preoccupato.
Fai per aprire
bocca, ma lui ti interrompe di nuovo.
«Andiamo, alzati
da terra.» Ti offre una mano per aiutare ad alzarti e mostra la chiave
magnetica della sua stanza. «Ti posso ospitare se vuoi stare seduta.»
«Mi piace la
moquette…» Cerchi di risultare pimpante passando una mano sul pavimento del
corridoio.
Chris abbassa la
mano e sospira, poi si mette a sedere precisamente di fronte a te, mormorando
fra sé e sé.
«Stavo
scherzando…» Esclami leggermente allarmata.
«Ormai…» Solleva
le spalle e sorride nella tua direzione. «Svuota il sacco.» Ordina mantenendo
la rilassatezza che lo contraddistingue e non puoi fare a meno di sorridergli a
tua volta.
«Ѐ complicato.» Sbuffi.
«Ci siamo seduti
per questo, giusto?» Domanda stendendo una gamba.
Scuoti la testa
un paio di volte e inizi a parlare.
«Tre anni fa io
e Sebastian ci siamo incontrati ad una festa. Non ricordo nemmeno che evento
era…» Arricci le labbra e inizi a tamburellare le dita sul pavimento morbido
alla tua destra. «Appena ci siamo rivisti è stato come tornare indietro nel
tempo. Tornare a quando eravamo due giovani sconsiderati che sognavano di poter
realizzare i loro sogni insieme. Abbiamo parlato, scherzato, bevuto, forse
troppo, e siamo finiti a flirtare.» Continui a parlare senza alzare lo sguardo
verso il tuo interlocutore. «Lui si era lasciato da poco e se non ricordo male
aveva saputo che avrebbe partecipato ad un grosso progetto…» Alzi leggermente
lo sguardo verso Chris e lo indichi accennando un sorriso. «Io ero da sola, il
mio ragazzo mi aveva abbandonata per l’ennesimo impegno lavorativo ed ero molto
arrabbiata.» Riabbassi il volto e inizi a tormentarti le mani. «Mi sento in
colpa ancora oggi per quello che abbiamo fatto.»
«Non mi stai
confessando un omicidio…» La voce di Chris ti interrompe e aggrotti la fronte
guardandolo. «Da come ne parli sembra che tu abbia ucciso qualcuno…» Abbassi il
volto per sfuggire al suo sguardo divertito.
Lo senti
sospirare e alzarsi da terra.
«Per come la
vedo io…Il sesso non è mai un male.» Torni a guardarlo confusa e lui allarga le
braccia in segno di resa. «Hai tradito il tuo ragazzo tre anni fa. Può
capitare.»
«Non dovrebbe.»
Lo interrompi.
«Non dovrebbe,
ma può succedere. Tante cose accadono anche se preferiremmo il contrario. Non
puoi sentirti in colpa di aver ceduto ad un desiderio.» Ti guarda serio e abbozza
un sorriso. «Specie dopo tre anni.»
«Questo lo dici
tu.» Ribatti inacidita.
«Lo so che le
mie parole non contano molto, ma io la vedo così.» Passa la lingua sulle labbra
e poi riprende a parlare. «Sei pentita. Hai capito il tuo errore. Credo che tu
abbia detto subito al tuo ragazzo quello che è successo, o sbaglio?»
«Beh, ovvio.»
Controbatti.
«Ma non è
servito a niente. Mi ha lasciata comunque, giustamente…E Seb dopo due giorni è
partito per lavoro e non l’ho più visto né sentito, fino a che non sono
piombata qui.» Finisci la frase tutto d’un fiato e guardi Christopher.
Lui
semplicemente porta una mano dietro la nuca e si gratta il collo, osservandoti.
«Tu non sei
pentita di aver detto la verità. Né di aver fatto sesso con Sebastian tre anni
fa.» Dichiara osservandoti concentrato. «Tu sei pentita di non aver avuto la
forza di trattenerlo con te, vero?»
«Lui…» Ti mordi
il labbro inferiore e ti fermi osservando Christopher.
Vorresti dirgli
che ha ragione. Vorresti che lui capisse quanta influenza abbia ancora su di
te. Ti vergogni di ammetterlo perfino con te stessa, ma se non fosse arrivato,
probabilmente adesso non saresti sicuramente impegnata a parlare.
«Ѐ come una scossa elettrica. Scorre lungo tutta
la spina dorsale.» Ti passi una mano sul volto e riprendi a parlare d’un fiato.
«Io lo guardo e torno la ragazza che sognava di avere una vita con lui e che
era convinta che niente e nessuno glielo avrebbe portato via. Cancello le sue
ex. Cancello tutto quello che ci separa e torno a sperare che voglia le stesse
cose che voglio io.» Non guardi Christopher, ma senti il suo sguardo addosso.
«Lo so che è stupido. So che sono sciocca, ma non posso fermarlo. Non posso
cambiare.»
«Su questo non
sono d’accordo.» Continua a guardarti con la solita espressione che non riesci
ad interpretare. «Se davvero vuoi cambiare qualcosa puoi farlo. Ѐ impegnativo. Non privo di dolore a volte, ma è
possibile.»
Scuoti la testa
per niente convinta.
«Anche io avevo
paura di cambiare e mi sono rifugiato nel passato. Non è stata una buona idea.»
Strofina le mani sui jeans. «Tu sembri accorgerti di aver intrapreso una strada
sbagliata, ma non sei sicura di te stessa per abbandonarla completamente.»
«Non credo che
sia sbagliata…» Ribatti punta sul vivo.
«Sicura?»
Domanda.
«Tu non mi
conosci.» Rispondi stringendo le gambe.
«Su questo hai
ragione.» Sorride leggermente e dondola sul posto.
Lo osservi in
silenzio mentre lui sposta la mano destra verso la tasca dove ha fatto sparire
la chiave magnetica poco prima e socchiudi gli occhi.
Alzi le braccia
nella sua direzione e aspetti col volto puntato verso il pavimento.
Non dici una
parola, ma speri che capisca che ti dispiace di aver reagito così.
Non sai nemmeno
perché sei stata così dura, in fondo lui cercava solo di aiutarti o di capirti.
Non ti capisci
nemmeno tu ultimamente.
Senti le sue
mani stringersi attorno alle tue e accompagni la spinta che ricevi
sospingendoti con le gambe, ritornando in piedi e di fronte a Christopher.
«Scusa.»
«Stai meglio?»
Parlate insieme
e abbozzi un sorriso annuendo alla sua domanda. Lui posa una mano sulla tua
testa.
«Dormici sopra.»
Suggerisce con il palmo ancora sui tuoi capelli.
Non ribatti che
non hai sonno. Sollevi il volto per incontrare il suo e abbozzi un sorriso.
«Era un modo
carino per dirmi che hai sonno e ti sto rompendo le scatole?» Domandi
mostrandogli tutti i denti.
Lui sorride
divertito e posa una mano sulla tua spalla dando un paio di colpetti.
«Così va meglio,
Lentiggini.» Tocca con un dito la punta del tuo naso e si allontana lungo il
corridoio.
Lo osservi
toccandoti il naso a tua volta fino a che non si ferma quattro porte dopo la
tua e fa strisciare la chiave nell’apposito lettore.
«Buonanotte.»
Parli a voce abbastanza alta da farti sentire, ma non troppo da disturbare il
resto degli ospiti. Si volta e ti saluta con la mano prima di sparire nella sua
camera.
***
Sento di dover
iniziare questa nota chiedendo scusa ai Sebelsa fans...
Non poteva andare
tutto liscio fra loro due e volevo farvi capire perché Elsa è così incerta su
lei e Seb.
Spero di esserci
riuscita. E spero anche che adesso non odierete Christopher per il suo tempismo
perfetto (?) *tranquillo, Chris ti proteggo io.*
Nel prossimo capitolo:
Scarlett will be back! xD
Vi avverto subito:
dato che andrò qualche giorno a Roma è altamente probabile che il prossimo
capitolo subisca un ritardo di pubblicazione (anche se spero di no).
Fatemi sapere
Un abbraccio
Cos
Ps. MattàDottore.
Pps. Mi sono
scervellata per trovare un altro nomignolo per Elsa e ho optato per Lentiggini
che trovavo assolutamente carino dato che la meravigliosa Gemma le ha. Poi mi
sono ricordata perché quel soprannome mi risultava familiare, è quello che Sawyer
aveva dato a Kate in Lost (vado sempre a finire nei telefilm xD). Giusto per
dire che il riferimento non era voluto, ma forse il mio subconscio da
dipendente da telefilm ci ha messo lo zampino.
Passo e chiudo
Alla prossima.