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Autore: andra    16/08/2008    3 recensioni
Questa fanfiction è incentrata sulla possibilità di una storia d'amore tra Tsuzuki e Tatsumi. La storia è incentrata sui sentimenti di Asato
Genere: Romantico, Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Contenuti forti
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Incontro Nei giorni seguenti  Asato notò che il comportamento di Seichiro era ritornato quello freddo e distaccato di sempre, in realtà prima di mettersi con Hisoka c'era stato un periodo in cui il segretario era stato più gentile e sensibile ma ciò era cessato appena si era sparsa la voce del suo fidanzamento.
Tatsumi gli aveva fatto le cogratulazioni ma da quel momento era stato freddo e distaccato quasi non lo conoscesse da tutti quegli anni ma poi c'era stato quel bacio e quei due giorni di pura dolcezza per infine tornare a quella crudele indifferenza.
Tsuzuki dopo una settimana di quella situazione non ce la faceva più e decise che doveva fare qualcosa, doveva capire perchè lo shinigami si comportasse in quel modo con lui; ci doveva essere un motivo, doveva esserci per forza.
Così un giorno aspettò che Tatsumi finisse di lavorare per parlagli a quattrocchi.
-Ehi! Aspetta Tatsumi! Ti devo parlare-
-Se è per avere le ferie pagate scordatelo, devi ancora saldare tutti i tuoi debiti con l'ufficio-
-No! Non è per quello, non me ne frega nulla delle ferie! Volevo parlati di noi due, di quello che è successo-
Lo sguardo del segretario rimase scostante e freddo
-Non credo ci sia molto da dire...non credi Tsuzuki?-
-Si invece! Da quando siamo tornati mi tratti come un estraneo se non peggio, come se quel bacio non ci fosse stato o per meglio dire non avesse avuto alcuna importanza!-
Asato era ormai quasi alle lacrime e per Seichiro quella vista fu come una fitta al cuore, avrebbe voluto abbracciarlo, proteggerlo, dirgli che non era affatto così e che anzi lui lo amava da moltissimo tempo anche se non glielo aveva mai confassato prima, ma era consapevole che non poteva farlo perchè rischiava di non riuscire nuovamente a proteggerlo e quindi di farlo soffrire; perciò pronunciò la frase che sapeva avrebbe fatto soffrire Tsuzuki ma che a suo parere l'avrebbe protetto.
-Infatti ciò ripensato ed ho concluso che sia meglio per tutti dimenticare ciò che è avvenuto durante la missione, ammetto che è stata colpa mia. Mi spiace è stato solo uno stupido errore-
A queste parole il ragazzo dagli occhi di ametista rimase un attimo interdetto per poi sparire a rifugiarsi nel mondo reale lasciando così solo Tatsumi che in preda al senso di colpa era indeciso se seguirlo o no, decidendo alla fine di tornare a casa e lasciare ad Asato il tempo di calmarsi.

Tsuzuki passò metà della notte nei vari locali di Tokyo a ubriacarsi nel tentativo di dimenticare le parole che gli aveva detto la persona che amava, ma nella sua testa lo sentiva di continuo, in particolare ricordava la parte in cui Tatsumi diceva che era stato solo un errore.
Lui era stato solo un errore, era naturale, una persona inteligente, bella, con ottime possibilità di far carriera non si sarebbe mai messo con un essere inutile, anzi con un mostro assassino, perchè lui alla fine era quello, sapeva che tutti pensavano quello di lui, che non era altro che uno sbaglio.
Aveva più volte perso il controllo rischiando di uccidere tutte le persone a cui teneva, oppure le aveva fatte soffrire per la sua debolezza, insomma tutto ciò che aveva fatto sia da vivo che da morto confermava il fatto che era del tutto inutile anzi dannoso.
Asato continuò a tormentarsi con quei pensieri inghiottendo uno dopo l'altro super alcolici, verso le tre del mattino venne buttato fuori dall'ennesimo locale quindi striscio fino a un vicolo buio lì vicino, si lasciò cadere a terra cominciando a piangere a dirotto finchè non sentì dei passi avvicinarsi a lui, conosceva quel passo cadanzato e per un attimo pensò fosse quello del suo amato Seichiro ma si rese conto che non era così.
Quando sentì che la persona si era fermata davanti a lui tirò su il capo e all'iniziò non riuscì a mettere bene a fuoco a causa dell'alcol e del piangere quindi intravide solo un impermeabile bianco poi poco per volta iniziò a distinguere i tratti del volto, fino a riconoscere Muraki.
Tentò di tirarsi indietro terrorizzato ma essendo contro un muro non si mosse minimamente e vide il dottore accovacciarsi di fronte, lui sporgendosi leggermente.
-Cosa c'è signor Tsuzuki? Ha paura di me? Prova un tale terrore da piangere come un bambino?-
Sul volto dell'uomo c'era il solito ghigno sadico e malvagio quasi godesse a vederlo così.
-N..no! Assolutamente, tu non mi fai paura..-
-Ma allora perchè piange? Lo sa che mi può dire tutto-
Non sapeva perchè ma Asato sentì che smetteva di tremare e la paura diminuiva.
-Perchè dovrei fidarmi di lei? Ha ucciso Hisoka e molte altre persone! Ha tentato di uccire anche me!-
-In realtà l'ho fatto per paura, devi sapere che io ti amo-
Era una menzogna e sia Muraki che Tsuzuki la sapevano, d'altra parte il dottore aveva giocato d'astuzia sapendo che i punti deboli dello shinigami era il senso di colpa e la solitudine e quest'ultimo sconvolto com'era aveva bisogno di aggrapparsi a qualcuno, fosse anche un pazzo omicida come la persona che gli stava davanti ma nonostante questo una parte di lui era diffidente.
-Menti! Tu non sai cos'è l'amore tu non mi puoi amare!-
Purtroppo per Asato uno dei punti di forza di Muraki erano sempre state le parole; infatti era sempre riuscito a convincere le persone a fare quello che voleva.
-Perchè non posso amarla? Forse perchè sono un mostro assassino? Ma anche lei lo è, anche lei ha mietuto moltissime vittime eppure lei ama, mi sbaglio? Perciò perchè io non potrei amare? Infondo come le ho già detto...siamo uguali-
Asato nell'ascoltare quelle parole rimase distrutto ed estasiato allo stesso tempo, lui era un mostro e perciò odiato da tutti ma poteva essere amato! Si poteva essere amato da un altro mostro, forse era quella la punizione infertagli da qualcuno di superiore, forse poteva essere amato solo da qualcuno come lui cioè qualcuno che viveva nella tenebre.
Tsuzuki non fece nulla per fermare Muraki quando questo si avvicinò per baciarlo anzi rimase rilassato assecondando i suoi movimenti, eppure i suoi occhi piangevano.
Quando il dottore ebbe finito di baciarlo lo vide piangere e sorrise avvicinandosi nuovamente, ma questa volta per infilargli qualcosa nella tasca dell'impermeabile nero.
-Questo è il mio indirizzo e la chiave del cancello, se vorrai qualcuno cheti ami vieni lì...ti accoglierò volentieri-
Detto questo il vampiro se ne andò lasciando Tsuzuki da solo in quel vicolo ancora sconvolto per gli eventi della giornata.


Chiedo scusa alle fan di Tsuzuki! Perdono!*occhi da cucciolo*
Ringrazio nuovamente chi ha commentato e avverto chi sta leggendo la storia che potrei doverla cancellare e rimetterla perchè i capitoli successi potrebbero essere violenti e perciò il rating che ho messo non è adatto, scusate!
Spero di aver accontentato yua con questo capitolo un po' più lungo.
  
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