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Autore: hugmeidols    20/06/2014    0 recensioni
“[...] Senti, – sospirò – non piace nemmeno a me l’idea di andarmene da Londra, anche perché lì avevo tutto-“
“Appunto! – esclamò Mars girandosi di scatto verso di lui – Avevamo tutto ma a causa del tuo ultimo fallimento amoroso ce ne dobbiamo andare, di nuovo!” tornò a guardare fuori dal finestrino.
“Non è colpa mia se con Johanna non ha funzionato”
“Oh certo! – Mars lo guardò furiosa – Come non è stata colpa tua con Cassie, Julie e Yvonne. Per cortesia, ammettilo, sei tu che non riesci a mantenere una relazione stabile e non riesco a capire perché ogni volta dobbiamo andare via. Ho una vita anche io e adesso che finalmente ero riuscita a farmi degli amici e un fidanzato, puff, ecco che partiamo di nuovo verso chissà dove!”
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Perdonatemi, non trovo una trama più avvincente. Per ora metto questa, successivamente ne studierò una migliore!
Genere: Demenziale, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Changes - Chapter two.


Nonostante Mars avesse deciso di uscire anche il giorno seguente, a causa di suo padre e del tempo orribile, dovette rimanere chiusa in casa per i quattro giorni successivi perciò, ne approfittò per sistemare un po' la sua stanza rendendola più 'sua'.
Per cominciare, qualche giorno prima, chiamò suo padre per chiedergli di comprare un barattolo di vernice celeste: il colore giallo canarino della sua stanza le faceva terribilmente schifo.
Pitturata quest'ultima poi, appese le tende verdi che aveva nella sua vecchia stanza e sistemò i mobili in modo diverso quasi dieci volte prima di trovare la posizione giusta.
Decise che la scrivania sarebbe stata messa sotto la finestra, proprio difronte alla porta in modo da dare le spalle a chiunque entrasse.
Il suo piccolo armadio a due ante con tre cassetti invece, sarebbe andato obliquamente nell'angolo tra la parete sinistra della stanza e quella in cui stava la porta d'entrata.
Il letto a una piazza e mezza invece, sarebbe stato poggiato con la testa contro la parete in cui stava anche la finestra e la libreria e il mobile con sopra il televisore, sarebbero andati nella parete difronte a quella del letto, non troppo vicini all'armadio.
Mise poi il comodino al lato destro del letto e cominciò a svuotare gli scatoloni che non aveva minimamente toccato da quattro giorni a quella parte.
Sistemò tutti i vestiti nell'armadio, decidendo dopo avervi dato un'ultima occhiata, di dover comprare un po' di roba femminile per variare il suo guardaroba pieno solo di felpe, pantaloni della tuta, jeans, maglie più grandi di lei e scarpe da ginnastica.
Buttati gli scatoloni contenenti i suoi vestiti, cominciò a sistemare tutti gli oggettini e i soprammobili che si era portata e sistemò i libri sulla mensola e nella libreria, sopra e accanto al mobile della televisione.
Spacchettò poi quest'ultimo e attaccò l'antenna e le scart al dvd e al dvx che le aveva regalato Zayn per il suo compleanno.
Appese tutti i poster delle band musicali che ascoltava alle pareti, e sulle mensole poste vicino alla scrivania, sistemò i cd, i dvd, i dvx e i libri di scuola.
Riempì i cassetti del comodino e srotolò il tappeto lilla in mezzo alla stanza. 
Inchiodò l'attaccapanni dietro la porta della sua stanza e quando finalmente ebbe finito, si sedette sulla sedia della scrivania e dopo aver messo un cd a caso nello stereo che vi aveva posato sopra, mise un pantalone della tuta e una canotta, le vans e, dopo essersi legati i capelli in uno chignon molto disordinato, scese al piano di sotto e andò a buttare fuori tutti gli scatoloni che aveva svuotato.
Non appena mise piede fuori casa, si portò una mano all'altezza degli occhi per ripararseli dalla luce accecante del sole, poco dopo, a causa dei troppi scatoloni, il suo braccio sinistro non resse il peso, nonostante non fosse troppo, facendoli cadere tutti sul vialetto.
"Ovviamente!" esclamò irritata Mars che non vedeva l'ora di tornare nella sua stanza fresca.
"Poteva mai Mars non fare un disastro?" commentò sbuffando per poi accovacciarsi e cominciare a raccoglierli.
"Ehi ma io ti conosco!" esclamò una voce non molto lontana.
Mars alzò leggermente la testa tenendo però gli occhi socchiusi a causa del sole che batteva dritto sulla sua casa "Scusa, non ti vedo a causa del sole. - Ammise lei - Chi sei?" domandò alzandosi e stando attenta a non far cadere di nuovo quello che teneva in mano.
Il ragazzo rise "Sono Harry."
Mars corrugò leggermente la fronte cercando di non far trapelare il panico che l'aveva sovrastata a causa del suo non ricordarsi chi fosse.
"Ah! Sì Harry.." esclamò sperando di risultare il più convincente possibile.
"Ti ricordi di me no?" domandò lui divertito.
"Uh! Come dimenticare..." 
"Vuoi una mano con quelli?" chiese poi mentre la ragazza si avviava verso i cassonetti che per fortuna si trovavano all'ombra.
"No no - asserì - non sono poi così pesanti" concluse girandosi per poi aprire il recipiente della carta e buttarli tutti lì. 
Quando finalmente li ebbe buttati, sbattè le mani ripetutamente sui pantaloni per pulire e si girò per sbaglio verso la persona con la quale aveva parlato.
"Oddio sì, il tizio del panificio, ecco chi sei!" esclamò non appena la sua memoria decise di collaborare.
"Ah ma allora non ti ricordavi di me!" esclamò lui divertito per poi mettersi a ridere.
Mars arrossì leggermente mentre lo guardava.
Era proprio un bel ragazzo, non c'era che dire e quando rideva poi, era ancora più bello.
Aveva anche un bello stile nel vestire, cosa che non avrebbe mai detto vedendolo solo da dietro un bancone.
Le camicie a quadri blu e nere e i pantaloni beige gli donavano tantissimo e facevano persino risaltare la sua carnagione non troppo scura.
Le sue scarpe invece, le superga, Mars le aveva cercate ovunque ma non era mai riuscita a trovarle.
"Che ci fai qui?" domandò poi lui.
"Lì? - Disse lei indicando la casa - Ci vivo" rise pensando a quanto potesse essere ovvia la risposta dato che era uscita dalla porta d'ingresso di quella villetta.
Di certo non poteva averla rapinata.
"Ah! - Rise di nuovo - Io abito qui invece" indicò col pollice la villetta dietro le sue spalle, rimanendo seduto sul prato davanti casa.
Mars sgranò gli occhi "Mi prendi in giro?" domandò forse con troppo entusiasmo.
"No - accennò una risata - comunque bella acconciatura"
"Come scusa? - Si posò una mano sullo chignon - Ah - rise - stavo sistemando la mia stanza. Diciamo che non mi andava di farmi un'acconciatura molto impegnativa" strinse le spalle.
"Oh be', ti dona" commentò.
Mars rimase un po' in silenzio cercando di capire se il suo fosse un complimento o un'offesa, poi lo guardò meglio.
"Ma.. - fece schioccare la lingua sul palato - non ti si sporcano i pantaloni se rimani seduto sull'erba? Io poi non ci andrei in giro fossi in te" ammise.
Harry osservò i pantaloni "Ma non sto uscendo - rispose poi - sto aspettando la mia ragazza" le sorrise.
"Ragazza?" domandò cercando di non strozzarsi con la saliva: era troppo bello per essere vero.
"Già - le sorrise di nuovo - vediamo un film e mangiamo qualche schifezza" la informò.
"Immagino come lo vedrete il film.." commentò ripensando a quanti film avevano "visto" lei e Zayn.
Il ragazzo rise "Va be', hai capito comunque"
"Sì sì - sospirò - comunque, senti, io torno a casa che ho cose da fare. Ci si vede in giro eh" concluse tornando verso casa mentre Harry la salutava con la mano.
Mars rientrò dentro casa e non appena chiuse la porta vi si appoggiò contro con la schiena.
"Ti pareva. Poteva mai essere single? Sarebbe stato troppo bello per essere vero" disse scivolando contro la parete della porta. Poco dopo, le vibrò il telefono che aveva messo in tasca prima di scendere.
"E chi è adesso?" asserì irritata per poi sgranare gli occhi.
"Ah, già. Anche io sono fidanzata" si ricordò per poi rispondere.
"Pronto?.." accennò allontanando poi il telefono dall'orecchio pronta ad una sfuriata.
"Mars?" chiese Zayn dall'altro capo.
- Ah, niente sfuriata - pensò per poi riavvicinare il cellulare.
"Ehi Zayn! Scusa se non mi sono fatta sentire ma ho avuto troppe cose da fare" lo prese in contropiede.
"No, tranquilla" Mars corrugò la fronte: sua voce suonava triste e preoccupata.
"Tutto okay?.." domandò.
Il ragazzo sbuffò "Non proprio" ammise.
Mars si alzò lentamente e con la stessa velocità salì al piano di sopra per poi chiudersi in camera.
"Che succede?" chiese chiudendo piano la porta della sua stanza.
"Ti ricordi quello che..em.. ti dissi un po' di tempo fa, riguardo le relazioni a distanza?" 
"Sì - deglutì lentamente - se è quello che vuoi per me.. cioè.."
Zayn tirò su col naso e Mars si sedette sul letto "Stai.. stai piangendo?" domandò.
"Mi dispiace tanto Mars..." si scusò singhiozzando.
"Zayn.. no.. non piangere dai. Sapevo che sarebbe successo se me ne fossi andata e-"
"Non volevo che finisse così - la interruppe - io ti amo davvero ma non riesco a sostenere questa distanza tra noi due"
"Ma.. è solo qualche ora di treno" constatò lei.
"Non posso farcela Mars, sai quanto sono geloso e.. finirei per soffocarti. Mi faccio schifo per averlo fatto per telefono ma, non avrei avuto come venire lì e farlo di persona anche perché, non ce l'avrei fatta nel vederti piangere per la mia decisione."
Mars alzò un sopracciglio: lei non stava per niente piangendo, non era nemmeno triste. Questo la straniva però, perché non stava provando nessun sentimento negativo? Perché qualche giorno prima, sembrava che l'essere lasciata da Zayn fosse la cosa peggiore che le potesse capitare e adesso invece, era come se non stesse succedendo nulla? Come se tutto fosse normale?
Forse alla fine, suo padre non aveva poi così torto, forse Zayn non teneva alla loro relazione come ci teneva lei.
Insomma, se proprio ci teneva, come aveva detto suo padre prima di partire, poteva benissimo prendere un treno per andarla a trovare, adesso invece, le stava proprio dicendo che non l'avrebbe fatto.
Chissà, forse l'essere lasciata da lui, era la cosa migliore che le potesse capitare. Anzi, lasciarlo sarebbe stata la cosa migliore.
"Senti - disse lei sospirando - hai ragione. Sai una cosa? - Accennò una risata - Forse mio padre non aveva torto"
"Che vuoi dire?" chiese lui tornando serio come se non avesse pianto davvero.
"Se ci tenevi davvero alla nostra relazione, avresti potuto benissimo prendere un treno per venire da noi, ma sai che c'è? - Strinse le spalle - Pensavo che essere lasciata da te fosse una cosa terribile, ma adesso, non provo proprio un bel niente. E sai una cosa ancora più bella?"
Zayn rimase in silenzio "Sono io che ti lascio. E' stato bello finché è durato. Ciao." concluse chiudendo la chiamata per poi scoppiare a ridere e scuotere la testa divertita.
"Non ce l'avrei fatta nel vederti piangere per la mia decisione. - Ripetè imitando il tono di Zayn - Povero deficiente" commentò poi alzandosi dal letto e andandosi a sedere sulla sedia della scrivania per poi, mettere un cd a caso nello stereo che vi aveva poggiato sopra e tirare fuori da uno dei cassetti, un paio di fogli per mettersi a disegnare.

Disegnò cose a caso per quasi dieci minuti poi, la sua attenzione venne catturata dal suono di uno scooter proveniente da fuori. 
Corrugò la fronte e curiosa, spostò leggermente la tenda che aveva appeso e senza farsi vedere, cercò di capire cosa stesse succedendo.
"Ah - si alzò leggermente tenendosi in equilibrio facendo peso sui palmi delle mani poggiati sulla scrivania - dev'essere la sua ragazza" constatò non appena vide una ragazza mora andare incontro ad Harry per poi abbracciarlo e, dargli un bacio.
"Sì, è sicuramente la sua ragazza" commentò roteando gli occhi.
Rimase a studiarli per qualche altro minuto, più che altro, stava studiando lei.
Non sembrava molto alta comunque, anzi, non era molto alta.
Aveva lunghi capelli castano scuro e per quanto riguardava il modo di vestire, non era molto diverso da quello di Mars: indossava infatti una canottiera bianca, un paio di jeans chiari e delle converse che, da quello che poteva vedere lei, dovevano essere bianche in principio ma, sicuramente a causa del tempo e dello sporco, erano diventate grigie-nere.
Continuò a studiarli senza preoccuparsi molto dell'essere vista ma, non appena Harry alzò lo sguardo e la vide di sfuggita, Mars sgranò gli occhi e, per lo spavento, perse l'equilibrio cadendo a peso morto sulla scrivania per poi scivolare a terra insieme a tutti gli oggetti che vi erano sopra facendo anche un bel baccano.
"Dio che male!" si lamentò massaggiandosi la testa mentre cercava di alzarsi.
"Dannato Harry - sbuffò - doveva per forza guardare verso la mia stanza dico io?" commentò mettendosi a sedere a mo' d'indiano mentre la porta della sua stanza si apriva lentamente.
"Wow! - Esclamò l'uomo - Mi chiedevo quando sarebbe arrivato il giorno in cui- si bloccò non appena si accorse della figlia seduta sul pavimento con una mano dietro la testa - cosa stai facendo?" chiese perplesso.
"Yoga" rispose lei sarcastica.
L'uomo studiò per qualche secondo la situazione "Ti sei lanciata sulla scrivania o..?"
Mars sbuffò irritata per poi alzarsi "Posso aiutarti papà?" domandò risistemando le cose sulla scrivania.
"No, volevo semplicemente dirti che dato che sono le otto, avevo pensato di prendere due pizze, ti va?" domandò.
"Sì" rispose lei senza pensare.
"Okay.. solito gusto?"
"Come dici?"
"Le pizze.. solito gusto?" ripetè.
"Pizza? - Lo guardò perplessa - Mangiamo pizza sta sera?" domandò.
L'uomo la guardò preoccupato "Mars.. ti senti bene?"
Mars sospirò e sistemato l'ultimo oggetto sulla scrivania si sedette sulla sedia "Mi sono lasciata con Zayn" confessò senza capire come mai adesso facesse così male dirlo.
"Davvero?!" chiese cercando di trattenere l'entusiasmo ma fallendo miseramente.
"Sì, ma.. l'ho lasciato io" disse poi stringendo le spalle.
"Davvero?!" ripetè sempre con lo stesso entusiasmo.
"Oh ti prego, vai via!" esclamò lei ridendo mentre l'uomo quasi saltellava dalla gioia.
"Sono contento per te" ammise poi.
"Sì sì - rispose lei alzandosi per cacciarlo dalla sua stanza - adesso vai ad ordinare le pizze su!" cloncluse chiudendo la porta per poi scuotere la testa rassegnata.

Il lunedì seguente, Mars decise di uscire di prima mattina per andare a fare un po' di shopping scolastico.
Si alzò verso le nove e dopo essersi fatta la doccia, indossò un paio di jeans chiari, una maglietta bianca con una strana fantasia colorata sopra e le vans nere.
Prese poi uno dei tanti zainetti di jeans che aveva nell'armadio e legatasi i lunghi capelli castani in una coda di cavallo bassa in modo da lasciar cadere i capelli sulla spalla, prese il cellulare e le chiavi e uscì di casa.
Ripetè il percorso che aveva fatto la settimana prima e nel giro di quindici minuti, si ritrovò nel centro della cittadina di Holmes Chapel.
Andò poi a fare colazione al bar e successivamente si diresse in una delle cartolerie più grandi del posto che, paragonata a una cartoleria di Londra, era un vero e proprio buco.
Quando entrò, una piccola campanellina suonò facendo girare le persone che vi si trovavano dentro e mettendola molto in imbarazzo.
"Buon giorno.." salutò poi mentre tutti le tenevano gli occhi addosso.
Cercando di non badarvi troppo però, si avviò a testa bassa verso il bancone dove anche il commesso la stava studiando.
"Em.. scusa.. - fece per chiedere un'informazione ma non appena notò il suo sguardo persistente sbottò - Ma qui nessuno ha mai visto una sedicenne entrare in una cartolibreria?"
Il ragazzo scoppiò a ridere divertito "No è che semplicemente non ti hanno mai vista. Sai - sorrise leggermente - qui si conoscono tutti" 
"Ah, bello" commentò lei sarcastica.
"Perdonali, sono molto abitudinari - si riferì ai clienti che continuavano a fissarla - quando vedono qualcuno che non conoscono lo fissano incessantemente"
"Non me n'ero accorta sai?" rispose irritata.
"Ragazzi non c'è nulla da guardare, tornate ai vostri affari" li invitò il commesso.
"Grazie. Comunque, - sospirò spazientita - dovrei comprare qualcosa per la scuola, dove posso trovarla?"
"In fondo al corridoio" rispose gentilmente lui.
"Perfetto, ci vediamo appena devo pagare"
"Io non mi muovo" rispose lui ridendo.
"Simpatico.." commentò lei per poi percorrere il corridoio e ritrovarsi in una stanza abbastanza grande piena di quaderni, zaini, diari e tutto l'occorrente per la scuola.
"Mars!" esclamò qualcuno facendola spaventare.
"Scusa - la persona rise - non volevo metterti paura"
Mars strinse le mani cercando di reprimere la voglia di urlare e spaccare tutto.
"Harry - rispose girandosi e sorridendo sarcasticamente - sei onnipresente.." disse poi mettendosi a cercare quello che le serviva.
Il ragazzo rise "Che ci fai qui?"
"Ma', - strinse le spalle - invece di rimanere a dormire fino a mezzo giorno mi sono detta, ma perché non me ne vado un po' a fare una passeggiata in modo che ogni persona di questo buco di culo mi veda e cominci a squadrarmi dalla testa ai piedi? Potrebbe essere divertente ti pare?"
Harry scoppiò a ridere "Be', potrebbe"
"Già" disse lei cominciando a prendere quello che preferiva.
"In che scuola ti sei iscritta?" domandò poi prendendo una bella scorta di quaderni anche lui.
"Perché, ce ne sono altre qui?"
Il ragazzo rise di nuovo "Sì, mia cara. Noi alieni abbiamo più di una scuola sai?"
"Non lo avrei mai detto" ammise finendo di prendere quello che le serviva.
"Hai finito?" le chiese.
"Oh mio Dio che ansia! - Si lamentò facendolo ridere - Sì, - prese un altro paio di penne - ho finito" rispose ritornando alla cassa seguita da Harry.
"Come sei antipatica, ti ho solo chiesto se avevi finito" asserì.
"Siete tutti così appiccicosi qui?"
"Siamo anche peggio!" ammise lui sorridendole per poi superarla.
"Meraviglioso.." commentò raggiungendolo alla cassa per poi sorridere lievemente al commesso che le aveva fatto un cenno con la testa.
"Ciao Harry" lo salutò mentre cominciava a battere i numeri sulla cassa.
"Ciao Liam, non ti ho salutato prima?"
L'altro gli sorrise "No ma, tranquillo" rispose continuando ad inserire i prezzi mentre Mars lasciava cadere la testa all'indietro esasperata.
"Okay, sono dodici sterline e novanta" 
"Tieni" disse Harry porgendogli la banconota.
"Ci vediamo Lunedì a scuola allora" asserì Liam staccando lo scontrino per poi darglielo.
"Certamente!"
"Mi dispiace interrompere la vostra bella chiacchierata da gay ma, - i due si girarono verso di lei - potreste muovervi? Avrei una certa fretta di tornare a letto lontano dalle persone" sorrise nuovamente in modo sarcastico.
Liam scoppiò a ridere "Abbiamo finito - le indicò il bancone vuoto - accomodati. Ci vediamo Harry" disse poi all'amico che si allontanava ridendo.
"Finalmente. Siete sempre così lenti qui?" domandò posando la sua roba in modo che Liam potesse controllarne il prezzo.
"Non siamo lenti, siamo amichevoli" si giustificò sorridendole mentre batteva i prezzi come poco prima.
"Come dici tu" asserì guardandosi intorno.
"Ehi Harry te ne stavi andando?" disse una voce che Mars non aveva mai sentito prima e che la fece girare.
"Ehi amore!" esclamò Harry; Mars fece finta di avere un conato di vomito.
"Cosa c'è, dalle tue parti la gente non si chiama amore?" domandò Liam divertito.
Mars scuotè la testa "E' che le coppiette così zuccherose mi fanno venire il voltastomaco" ammise guardando verso Harry e la ragazza che aveva visto il giorno prima fuori da casa sua.
"Si chiama Hanna" disse Liam notando il far curioso di Mars.
"Come scusa?" chiese girandosi nuovamente verso di lui.
"Si chiama Hanna - ripeté sorridendole - è la ragazza di Harry da tipo, tre anni. Stanno insieme dall'inizio del liceo e-"
"Non m'interessa la storia della loro vita Liam sai?" rise.
"Scusa - arrossì leggermente imbarazzato - comunque anche tu ridi allora. Non sembrava sai?"
"Non rido spesso ma rido.."
Il ragazzo alzò un sopracciglio.
"Non aveva molto senso ma fa nulla" rise di nuovo.
"Già. - sorrise - Comunque, verrai alla Holmes Chapel High School?"
"Wow che fantasia per i nomi eh? Comunque sì, almeno.." strinse le spalle.
"Capisco, - sorrise nuovamente - allora ci vediamo sicuramente lì"
"Davvero?" domandò.
"Sì, ma non esserne troppo entusiasta eh!"
Mars arrossì leggermente "Scusa, anzi, mi fa piacere.. almeno conosco qualcuno"
"Be', conosci già anche Harry no?"
"Anche Harry va in quella scuola?" 
Liam annuì "Come scuola superiore c'è solo quella" ammise.
"Lui invece mi ha detto che ce n'erano altre!" 
Il ragazzo rise "Tecnicamente ci sono, ma non sono rinomate come la Holmes Chapel. - Accennò un sorriso mentre staccava lo scontrino - Comunque hai visto? - Mars corrugò la fronte - Anche tu hai perso tempo. Ti stai trasformando in una di noi!" scoppiò a ridere.
"Ma non credo proprio!" rispose lei divertita per poi prendere lo scontrino e il sacchetto e uscire di lì per tornare a casa.
"Ehi!" la chiamò Liam prima che uscisse.
Mars si girò e con lei tutti quelli che stavano nella cartolibreria "Che avete da guardare? - Domandò Liam per poi guardare la ragazza che rideva - Come ti chiami?"
"Che t'interessa?" rispose lei alzando un sopracciglio.
"Tu il mio nome lo sai!" si mise a ridere.
"Mi chiamo Mars" rispose poco dopo lei per poi sorridergli e finalmente uscire.


What's up? - Read me, thanks.
Ecco qui finalmente il secondo capitolo di Changes.
Sì so benissimo che sono le due meno cinque del mattino ma, che volete farci, quando l'ispirazione arriva, meglio prenderla al volo HAHAHAHA
Bene, spero che vi piaccia e, che dire..
Buona notte, @sunrisiall xoxo
  
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