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Autore: marscam    20/06/2014    3 recensioni
Questa è la mia prima fanfiction che pubblico. Parla di Bellatrix, nei suoi anni ad Hogwarts, di come io me la sono immaginata e di come è entrata a far parte dei mangiamorte. La storia è raccontata da un personaggio inventato da me. Spero possa piacervi.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, II guerra magica/Libri 5-7
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16 anni di silenzio.
Mangiamorte sotto l’attenta sorveglianza dei spietati Dissenatori.  Molti dei quali avevano librato il loro bacio,
sfamandosi di anime perdute. Il Signore Oscuro era scomparso nel nulla, o almeno così tutti credevano.
Il giovane Potter, sotto la segreta sorveglianza di Silente stesso, fu più volte coinvolto in aneddoti parecchio
strampalati. Aveva visto Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, più volte nel suo percorso scolastico.
Silente era, fermamente convito che il ragazzo non mentisse e con lui, tutto l’Ordine. Ognuno di noi sapeva,
che il Voi-Sapete-Chi, non ci aveva lasciati e dopo 17 il marchio nero esplose splendente in una notte di luna piena.
Voldemort era tornato e con lui tutta la magia oscura si era rivelata alla terra. Ogni Mangiamorte era fuggito da Azkaban,
e fu presto diffusa la notizia, che anche i coniugi Lestrange ritornarono al cospetto del loro Signore. E l’unica cosa che
riuscivo a pensare era che, questa volta non mi sarei fatto scappare Bellatrix. Ero determinato a scagliarle addosso
l’anatema che uccide. Nel frattempo, quella sporca donna, aveva ucciso Sirius Black, un amico, un guerriero e un padrino.
La sua morte gravò molto su Tonks e il giovane Harry. Ero ancora più determinato a sconfiggerla. Non provavo più nulla,
se non odio nei suoi confronti. 2 anni dopo, ci lasciò anche Silente. La sua morte fu la perdita più grave, che il mondo
magico in quei remoti tempi subì. L’uomo, che avrebbe sconfitto il male, non c’era più.
Hogwarts era stata conquistata da Piton. Silente si fidava di lui, aveva riposto in lui tutta la sua fiducia, e lui l’aveva tradito.
E ora, noi eravamo qui.

2 maggio 1998,
Ci era giunto dalla McGranitt, l’arrivo di Harry Potter, Ron Weasly (il figlio di Arthur) e Hermion Granger a
scuola, dopo lunghi mesi di assenza. Ogni Auror era pronto per raggiungere la scuola. Sapeva, che Voldemort
si sarebbe, con i suoi seguaci al seguito, a scuola. Ero pronto a raggiungere i miei compagni, quando alla mia
porta bussò qualcuno. Chi poteva essere in un momento così cruciale? Aprii la porta, ma non trovai nessuno appresso essa.
Abbassai lo sguardo e vidi un cesto. Lo presi, costai le coperte e scoprii una bambina. Mi guardava. Non aveva paura.
Non versava una lacrima, era anzi, vigile e attenta. Aveva gli occhi della madre e i capelli corvini. La bambina, stringeva
inconsapevolmente un bigliettino. Lo presi “Lui non sa di lei. Ti prego amala come feci con me. Lei deve salvarsi.
Lei deve essere come te. Il suo nome è Isabella.
” Nessuna firma.Doveva esserci un errore. Non poteva essere davvero la figlia dei Lestrange.
Non era concepibile. Come poteva essere nata. Quando? Nessuno lo sapeva,  era rimasta
rinchiusa ad Azkaban per più di 15 anni. Impossibile. Questa bambina non ha nemmeno 1 anno. Ma era la figlia di Bellatrix.
Non sapevo cosa fare. Ma, non potevo certo abbandonare un essere innocente in mezzo alla strada,
soprattutto quel giorno. Chiusi la porta in fretta, la posai in un cassetto aperto, le diedi un pupazzo
–Ora Isabella, devi stare qui tranquilla.  Io torno presto, promesso-. La bambina non era mia, ma se non avevo salvato
la mia Bella, almeno avrei salvato la sua Bella. L’innocente bambina che un tempo era stata doveva sopravvivere questa volta.
Con un plop mi smaterializzai. Arrivai in ritardo, il putiferio era vivido nei giardini di Hogwarts.
Voldemort non c’era, nemmeno Harry Potter. Vidi Arthur combattere contro un Mangiamorte paffuto e biondo.
Cercai qualcuno in difficoltà. Ma, era chiaro che la stavo cercando. La sua bambina aveva cancellato ogni mio odio nei suoi confronti.
Forse, ero ancora in tempo per salvarla, se aveva donato a me sua figlia significava che doveva amarla.
Sapeva, in un certo modo, che era sbagliato essere seguace delle Tenebre?
Girai a zonzo, schivando qualche anatema e lanciandone un paio. Poi la vidi. Il suo sguardo pazzo,
il sorriso beffardo e la risata acida. Lanciava anatemi che uccido, cantando allegramente, come se
stesse ripetendo una filastrocca. Ero deciso ad avvicinarmi. Corsi, il più veloce possibile, le puntai la
bacchetta contro e lei si voltò. I suoi occhi mi penetrarono e il mio corpo subì una brusca frenata. Il dolore si era
propagato in tutto il mio corpo. La follia aveva abbandonato per un secondo il suo viso, tanto che la sua bacchetta
quasi le scivolò di mano. –Jo- sussurrò, quasi impercettibile. Si ricordava ancora chi ero. In un secondo i nostri migliori
anni mi passarono davanti gli occhi come mille fotografie sbiadite. Sorrisi, baci, abbracci, saluti, estate, il profumo di pesca, capelli melliflui e occhi scintillanti, gioventù e spensieratezza. –Bella- sussurrai di rimando. Poi, tutto accadde così velocemente.
–Avada Kedavra !- una donna urlò. E Bellatrix Black, cadde. –NO!- urlai e inizia a correre. Bella se ne stava inerme sul pavimento ghiacciato.
Le sue labbra ancora erano calde. Mi guardai intorno, nessuno mi stava guardando. La presi tra le mie braccia e mi allontanai da scuola.
Mi inoltrai nella foresta proibita,  il più lontano possibile, e mi smaterializzai in un bosco. Una volta, quando avevo
appena confessato il mio amore a Bellatrix, in pomeriggio d’estate con il caldo che non lasciava quasi respirare , ci incontrammo esattamente li. 
Fu uno dei giorno più belli. In cui il nostro amore ebbe il piacere di sprigionarsi in tutta la sua energia.
La posa vicino ad un albero di ciliegio. Il tempo passato in prigione, aveva sciupato la sua bellezza. Ma ora, liberata da ogni male,
sembrava così giovane. I suoi capelli arruffati erano scompigliati in un groviglio di nodi sul terreno umido.
Richiamai a me una spazzola e del sapone. Lentamente iniziai a spazzolarle i capelli, sciogliendo ogni nodo e
donando ancora una volta la vecchia leggiadria a quei capelli neri come la pece. Presi il sapone con un po’ d’acqua e lo
passai sulla pelle macchiata, ma che continuava ad essere candida come la neve. Le sue labbra piano piano, diventavano blu.
Riparai il suo vestito in brandelli. La contemplai per  un tempo indefinito. Infine, senza dire una parola, posai le mie labbra calde
e sottili, sulle sue, fredde e carnose. E le diedi l’ultimo bacio. Il fuoco divampò dentro di me e feci della mia amata cenere,
che deposi li, in quell’albero. In cui le ciliegie, da quel giorno crebbero ad ogni giorno dell’anno.
 
Epilogo
Accarezzai Miele. –Si, caro mio, questa è la mia triste storia-. Il mio gatto saltò giù dalle mie gambe e si trasformò nella giovane donna, che era mia figlia
–Papà, non dovresti parlare con Miele, sapendo che io sono la sua esatta copia-. La sua espressione era dura. –Perché non mi ha mai detto  chi fu mia madre?-. Risi, sapevo che era lei. A diferenza di Miele, Bella aveva un piccola macchia bianca sulla zampa.
–L’ho appena fatto tesoro-. Isabella, sapeva che non era mia figlia, ma le dissi che non avevo mai conosciuto i suoi genitori. Volevo salvarla e sapevo, che Bellatrix non avrebbe voluto che sua figlia venisse a conoscenza della sua vera natura da bambina. –Mia madre era una Mangiamorte. Un assassina-. Rimase senza fiato, con gli occhi persi nel vuoto. –Bella, tua madre, non aveva scelta. La sua famiglia le aveva imposto una cattiva educazione, e quello fu il suo destino. Tua madre, ti donò a me, perché per te voleva il meglio. Tu sei una giovane donna libera e giusta. Fiera di essere quello che sei. E sii fiera, anche di tua madre, perché nonostante tutto seppe amare ancora-. Bella, ovviamente non si convinse subito, ma fece del suo meglio. La portai all'albero dove insieme a lei, versai le prime lacrime per il mio amore perduto. E quando, in due occhi castani vedi l’oceano, significa che ami davvero molto quella persona.

Note Dall'autore,
Ecco concluso il mio (e spero anche vostro) in una storia (fantasiosa) su Bellatrix Black in Lestrange. 
Spero vi abbia appassionato, e che sia riuscita a rendere gradevole e scorrevola la vostra lettura.
Voglio fare un ringraziamento speciale a BlackBeauty, che mi ha accompagnata per tutto il viaggio 
di Nightmare. Grazie a suoi consigli (spero) sono migliorarata, e grazie a lei avevo sempre voglia di continuare
questa storia. Quindi, grazie infinite Beauty <3
E grazie a tutti a voi, alla prossima.
Un bacio,
felpato.

 
  
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