Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: cristal_smeraldo48    20/06/2014    0 recensioni
questa storia è già stata scritta in precedenza ma poi avevo deciso di cancellarla per svariati motivi, fatto sta che questa è pur sempre la mia prima fanfiction. Parla di una ragazza che deve lottare contro forze oscure e antiche ma che nasconde un terribile segreto: è la figlia di Lord Voldemort. Charlie dovrà racimolare tutto il coraggio di cui dispone per poter affrontare il malefico padre e i nuovi nemici, insieme a Harry, Ron e Hermione, e i suoi inseparabili amici riuscirà a trionfare sulle forze più antiche e misteriose che vivono sulla Terra? L'ordine dei Titani? Spero di avervi incuriosito e chiedo clemenza perché faccio un po' ca**re...ma dettagli io mi diverto a scrivere e quindi pubblico questa pazzia...
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~Come tutto ebbe inizio.

Tom Marvolo Riddle non è mai stato un ragazzo come tutti gli altri. Questo è sempre stato chiaro a chiunque. Quel ragazzino dai poteri sorprendenti, diligente e dal principio seducente con quel suo modo di fare molto raffinato, dall'intelletto eccezionale per un bambino. Perchè sì, Tom Riddle aveva poco più di nove anni quando capì che c'era qualcosa in lui che lo differenziava da quegli stupidi dell'orfanotrofio a cui rubava i loro giochi solo per ripicca o per fargli capire di essere superiore. Si dilettava nel vederli soffrire e piagnucolare come poppanti quando lui gli
faceva i dispetti. Perchè oltre a lamentarsi quegli insulsi non potevano sovrastare la sua forza e astuzia.
Le istitutrici erano da sempre preoccupate per gli insoliti episodi che accadevano quando Tom era nelle vicinanze: bambini feriti inspiegabilmente, serpenti che gironzolavano come avvoltoi che aspettano il momento giusto per saltarti addosso, giocattoli distrutti nei modi più atroci. Per non parlare di quella volta in cui, in gita, Tom era scomparso insieme ad altri due bambini, trovati successivamente e dopo continue ricerche per tutta la scogliera, in una grotta buia e fredda: nessuno seppe mai cosa successe lì dentro. Riddle continua a spiegare che lui non ne aveva colpa se erano stati trovati in fin di vita. Del resto la cosa si concluse così, non potendo dare le colpe ad un bambino, che di certo non avrebbe mai potuto ridurre così i ragazzini. Fatto sta che accadevano cose poco ortodosse ad un ambiente che avrebbe dovuto prendersi cura di poveri piccoli pargoli abbandonati, senza un passato e con un futuro incerto, senza una famiglia e sostegno economico. Ecco cosa pensavano le persone di lui; lo dipingevano come un uccellino lasciato da solo a combattere contro il mondo. Ma no, Tom sapeva di valere qualcosa. Tom sapeva di essere speciale, perchè nessun altro bambino sapeva parlare con i serpenti. Riusciva a chiamarli, gli sussurravano cose, erano gli unici che lo capivano e dopo un periodo di smarrimento e di preoccupazione pensando che fosse pazzo, la cosa cominciò a fargli piacere. Insieme terrorizzavano tutto l'orfanotrofio e grazie ad essi, riuscì ad ottenere una stanza tutta per sè. Vedere quegli stupidi correre dalla direttrice, perennemente ubriaca e troppo impauriti per avvicinarsi, gli metteva il buon umore. In questo modo, Tom Riddle era riuscito a creare un muro inviolabile che lo proteggeva dal mondo. Perchè sì, il piccolo Tom non voleva avere niente a che fare con le persone: erano troppo frivole e superficiali per uno come lui.
La sua perfetta vita da lupo solitario era destinata a concludersi un gelido giorno di gennaio, quando la incontrò.

Stava passeggiando pensoso per la via dove si trovava l'orfanotrofio insieme agli altri. Mentre camminava qualcuno lo spinse facendolo finire con il sedere sulla neve. Alzatosi bastò uno sguardo per far fuggire lo sventurato bambino che per casualità si era intromesso tra i suoi pensieri. La sfortuna vuole che Tom, con passo tranquillo ma al contempo frettoloso, volesse vendicarsi per una così frivola sbadataggine e il piccolo si ritrovò schiantato con forza verso i cassonetti di fianco allla più bella casa di quel quartiere: un maniero fatto di marmo scuro con ampie vetrate grigie, cancelli di ferro arruginito per le incessanti pioggie e un giardino  il più bello che avesse mai visto anche se ne aveva visti pochi che, d'estate balzava agli occhi per il verde accecante. In questo periodo dell'anno invece era immacolato e l'unico albero al centro, spoglio delle sue foglie, risaltava per quell'altalena dondolante, l'unico gioco in quel maestoso prato, visto passando, prima di quel piccolo incidente. Tom si soffermava sempre a fissarlo cercando di intravedere chi ne usufruiva, ma fino ad allora mai era riuscito ad intravedere chi abitava lì. La sua attenzione fu subito riportata al tipetto che adesso si riagomitolava per sfuggire alla sua furia << Che vorresti fare? Cercare di diventare piccolo piccolo? Patetico...ora che ne dici di giocare un pò prima che la nostra maestra si accorga della nostra assenza? >> il sorrisetto di Tom non prometteva nulla di buono, il piccolo Dan se n'era accorto << N-non volevo Tom...mi avevano spinto e ti sono finito addosso, non v-volevo te lo giuro >> la voce era rauca nello sforzo di trattenere le lacrime. Cosa mai poteva succedergli? Erano all'angolo della strada che univa il loro quartiere con l'altro, in una zona affollata, ma questo non fermava il ragazzino dal dare una lezione al mocciosetto piagnucolone. Un pensiero gli balenò in testa: dopo tutto lo aveva solo spinto, una cosa stupida, banale e lui ne stava facendo una tragedia. Tom  non ascoltava la sua voce interiore da secoli e allargando ancora di più il suo oscuro sorriso alzò una mano e Dan volò nuovamente sopra il cassonetto. Stava per fargli fare un altro piccolo volo quando dovette bloccarsi, scocciato.
<< Si può sapere cos'è tutto questo baccano? >> una vocetta ingenua si fece strada nei timpani di Tom, il quale si girò per fronteggiare il nuovo arrivato. " Bene c'è qualcuno che vuole fare compagnia a quest'essere insulso". Ma Riddle si accorse troppo tardi, quando ormai questa sua idea era stata concepita, di non vedere la persona che aveva parlato.                                                                                                                                                                                                                                                    << Sono qui testa di zucca >> il ragazzino alzò lo sguardò per incontrare due grandi occhi da cerbiatto marroni che li scrutavano divertiti << Che fate da queste parti? Siete dell'orfanotrofio? Perchè stai sopra la spazzatura? Che gioco strano! >> quella stramba tipa seduta sul muro che cingeva il maniero, con i piedi penzolanti nel vuoti che continuava a muoverli avanti e indietro, un vestitino bianco tutto pizzo e robaccia da femminuccie girava lo sguardo da Tom a Dan e da Dan a Tom con un orribbile sorriso stampato sul volto e ciocche di capelli ribelli rosso fuoco che lo incorniciavano e completavano il tutto.  << Ti p-prego aiutami >> disse involontariamente Dan prima di essere colto dall'occhiataccia dell'altro che successivamente si rivolse alla sconosciuta << Io e il mio amico volevamo scavalcare quel muro...come sei riuscita ad entrare lì dentro? >> cercava di sviare il discorso per non far capire all'ultima arrivata ciò che stava succedendo. D'altronde però avrebbe voluto, nel profondo di sè, capire come fosse riuscita ad arrivare lassù, era abbastanza alto. La ragazzina rise << Dal cancello no stupido, io abito qui >> la rabbia per come lo aveva chiamato subito passò nel ricevere le parole successive.
" io abito qui"
"io abito qui"
Quelle parole rimbombavano nella mente del piccolo Tom come un tuono che ti scuote durante la notte e ti fa tremare. << Non ci credo >> si azzardò a dire. La piccola saltò sul cassonetto dove era mezzo sdraiato Dan con un'agilità impressionate per una bambina che si e no doveva avere la sua età << Se vuoi ti faccio entrare...io non ho molti amici...abito qui con mia nonna perchè i miei genitori sono morti durante la guerra contro i Titani. Oh già, voi siete babbani, non sapete chi sono >> Tom non capiva niente di quello che diceva quella pazza, " poi sarei io quello anormale...forse non hanno mai visto questa tipa".
<< Ok, ci sto. Fammi entrare e ti crederò >> disse Tom. La piccola scese dal cassettone e prese un braccio dell'orfano << Tu rimani qui >> ordinò Tom a Dan, che era rimasto sempre nella stessa posizione.
Con un ordine, i cancelli si aprirono da soli " chissà che razza di congegno usa" si ripeteva il moro. << Allora questo è il giardino....e qui c'è l'ingresso, purtroppo non posso farti entrare perchè sei un babbano e....>> Tom la interruppe in modo brusco<< Che diavolo significa babbano? >> la bambina lasciò la presa sul suo braccio per mettere il dito indice della mano destra sotto il mento assumendo una posa che doveva apparire come pensosa, in realtà era molto buffa << Uhm...ecco non posso dirtelo...non capiresti >> Tom ghignò << Come sarebbe a dire?? >> la bambina incrociò le braccia al petto e rispose << Sono le regole altrimenti te lo avrei detto, ora che hai avuto la prova che io abito qui puoi anche andare non posso stare con altri bambini perchè io...io...>> e abbassò la testa. Ma poco importava a Tom di quello che voleva dire quella, nessuno mai gli aveva negato niente, se non glielo davano con le buone sicuramente le avrebbe ottenute con le cattive << Se tu non mi dici cosa significa ti farò male...molto male >> non aspettò nemmeno la risposta della bambina. Già era in procinto di scaraventarla lontano quando dalla finestra qualcuno attirò l'attenzione di Riddle << Gwen..cosa stai facendo? Chi è quel tipo? Vattene subito o chiamo la polizia >> una vecchia signora strepitava contro Tom, il quale ringhiò << Me la pagherai molto presto mocciosetta >> questa invece sorrise << Non credo che tu possa farmi qualcosa testa di zucca...sono molto più forte di te, io ho qualcosa che tu non possiedi >>.

Passarono le settimane e Tom continuava a pensare all'ultima frase detta da quella bambina " Io ho qualcosa che tu non possiedi"...magari si riferiva alla sua fortuna e dopo un pò di tempo Riddle ne divenne sempre più sicuro.
Anche con tutti i soldi del mondo, Gwen, così pareva che si chiamasse, non avrebbe mai potuto avere le sue strabiglianti capacità, di questo Tom Riddle ne era certo.

Povero Tom, si è illuso tutto il tempo.


Finalmente qualcosa cambiò nella vita del giovane Tom. All'età di undici anni l'arrivo inaspettato di un uomo gli fece capire quanto lui fosse speciale. Silente si chiamava quel tale. Ma non importava a Tom, lui si era fermato alla sua affermazione. Lui era un mago. Questo poteva cambiare tutto, questo poteva renderlo importante.

Solo che lui mai si sarebbe aspettato di divenire così terribilmente importante, tanto da renderlo quello che oggi noi conosciamo con il nome di Lord Voldemort.

 


Buon salve, sono tornata per chi si ricorda di me con questa storia molto revisionata. Ho sempre pensato di non continuare perchè la trovavo troppo stupida, poi si è messa la scuola, poi il computer si rifiutava di collaborare, risultato? Ho mandato tutto a quel paese...beh fatemi sapere come è questo primo capitolo, vi avviso che prima della storia in se per se ci saranno 3-4 capitoli per spiegarvi un pò da dove nasce sta figliola che poi dovrà farsi il sederino in quattro parti ( Dio come sono fine) per salvare tutti quanti.
Ciao, Cristal_Smeraldo

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: cristal_smeraldo48