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Autore: Hazel_    21/06/2014    7 recensioni
Una volta fidanzati ufficialmente, Virginia e Liam pensavano di poter vivere la loro vita al meglio, senza intoppi o rivali per entrambi, ma sarà così?
-
“So che vuoi baciarmi.” disse prendendomi le mani e avvicinandomi a sè, forse fin troppo, i nostri nasi si sfioravano, sentivo il suo respiro caldo sulle labbra, così mi alzai di scatto e lei sbarrò gli occhi delusa.
“Non possiamo.” le dissi a denti stretti, con un pò di pentimento, perchè era vero, volevo baciarla, era più forte di me, e resisterle non era stato affatto facile.
-
Un matrimonio in vista, un bebè in arrivo, un appartamento nella Grande Mela, due terzi incomodi un po' troppo ingombranti, due lavori stancanti, e la loro vita cambia radicalmente: riusciranno a tornare come una volta?
SEQUEL DI “SHE IS MY LITTLE SISTER”.
***
https://www.youtube.com/watch?v=dgK-s2lj_6M
Trailer youtube fan fiction.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Altri, Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oh, what hard luck stories they all hand me!'
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Unexpectedly sweet.

 



In quella sera pensai moltissimo alle parole di Kylie riguardo suo fratello, non capivo perchè dovevo stargli lontana.
Certo, se si era fatto per davvero la coach di hockey, chi o cosa gli avrebbe impedito di farsi pure una donna quasi sposata, ovvero io?
Forse mi stavo facendo troppi filmini mentali, ma quel Kendall mi preoccupava troppo.
E se avevo ragione?
Se ci avesse provato con me, magari mi avrebbe violentata o stuprata, addirittura.
No, ma che andavo a pensare.
L’unica cosa da fare era seguire il consiglio di Kylie e lasciarlo in pace, ma questo argomento mi tornava sempre in mente, in un modo o nell’altro, non voleva uscire dalla mia testa.
Nemmeno la notte riuscii a dormire.
Stetti quasi tre ore a rigirarmi nel letto, a leggere riviste e a guardare la televisione, ma la frase di Kylie ce l’avevo ben stampata in testa, eppure non capii il perchè di tutta quella insonnia, forse mi ero fatta un’idea sbagliata di quel ragazzo, avevo semplicemente afferrato male il concetto.
Quando riuscii ad addormentarmi erano quasi le quattro di notte.

Mi strofino gli occhi a causa di una luce accecante che mi finisce dritta dentro, ma dove mi trovo?
Sbatto le palpebre più volte fino a tornare a rivedere per bene, poi vedo davanti a me una grande distesa d’erba con tanto di fiori colorati e di piccoli laghetti, sembra quasi Central Park.
-Sei arrivata- dice una voce dolce alle mie spalle, così mi volto e vedo Karen, la mamma di Liam -ti stavo aspettando, tesoro- mi sorride e mi porge la mano, così la afferro e lascio che mi guidi.
-Ah sì?- le chiedo, e lei annuisce sorridendo.
Camminiamo per tanto tempo, io le chiedo più volte dove mi stia portando, ma lei non risponde e si limita a sorridere; ad un certo punto ci fermiamo, è come se questo parco fosse circolare e adesso siamo al limite, dopo di che riinizia tutto da capo.
La guardo confusa e lei mi da un bacio sulla fronte, poi mi indica un punto preciso in lontananza e se ne va.
Mi volto a guardare quel punto e vedo un laghetto con una cascata ed un ragazzo in piedi, so per certa che è Liam.
Corro in quella direzione e mi fermo all’improvviso quando vedo il fratello di Kylie che si volta e mi sorride, che significa?
La cosa che mi rende più sbalordita è il fatto che tiene in mano un vestito bianco, sembra tanto un vestito da sposa.
Si avvicina a me e mi porge l’abito, ma prima che riesca a toccarlo svanisce dalle mie mani, e lo stesso fanno il laghetto, la cascata, il parco, e Kendall.


Mi svegliai di soprassalto sentendo la sveglia sul comodino suonare, era solo un sogno, che sollievo.
Spensi la sveglia e scesi il letto, andai in bagno e mi feci una doccia calda, avevo sudato, sudato freddo a dire la verità, era novembre e di certo a New York non faceva tutto il caldo del mondo.
Dopo la doccia indossai l’accappatoio, andai in cucina a preparare il caffè e tornai a vestirmi, mi truccai, bevvi un sorso di caffè, misi il cappotto ed uscii, pronta ad andare al lavoro, oggi era una giornata piena di impegni, ed io ero troppo pensierosa.
Arrivai in negozio dieci minuti prima che aprisse, Kylie ancora non c’era, ma entrai per pulire un po’, prima che arrivassero i clienti.
Posai la borsa e il cappotto all’attaccapanni nella stanza dei dipendenti, e quando uscii vidi qualcuno correre di fretta sul marciapiede, sembrava un ragazzo, non lo riconobbi, così decisi di andare a vedere chi fosse.
Non so perchè mi incuriosiva così tanto sapere chi fosse, ma era come se qualcosa dentro di me mi dicesse di seguirlo, e lo feci.
Mantenni un po’ di distanza fra noi due, e quando smise di correre mi fermai e vidi che si era piegato sulle ginocchia e stava riprendendo fiato, poi si voltò e sbarrò gli occhi; non seppi interpretare quel gesto, era come se qualcuno lo stesse rincorrendo, sicuramente.
-E’ inutile che continui a scappare, adesso non puoi più fregarmi dietro ad un computer, hacker bastardo.- disse qualcuno alle mie spalle; ovviamente io ero nascosta dietro al muro, non potevano vedermi, ma ora che ci pensavo, quella voce non mi era nuova.
-Lasciami in pace, ti ho già dato tutto quello che ti dovevo- urlò il tipo che io potevo vedere, sembrava...spaventato.
-Dovresti dire rubato- lo corresse l’altro -e comunque no, mancano ancora un migliaio di dollari, e non ti lascerò in pace finchè non mi avrai reso tutto, centesimo per centesimo, quindi sbrigati o ti farò finire nella merda, stavolta non scherzo, Johnatan.- mi sporsi un poco per vedere chi fosse colui che minacciava, ma non so come, finii per cadere a terra, facendo fuggire quel Johnatan per lo spavento.
-Dannazione!- imprecò l’altro, e quando si abbassò verso di me per poco non mi venne un colpo: era Kendall.
-Aiuto, aiuto!- iniziai ad urlare spaventata non riuscendo ad alzarmi da terra, mi faceva un male cane la caviglia.
-Ti sei fatta male?- mi domandò poggiando la mano sopra al punto dolente, ma gliela tolsi perchè morivo di paura.
-Non toccarmi!- gridai a pochi centimetri dal suo viso, ero terribilmente spaventata e non volevo che mi procurasse più dolore.
-Voglio solo aiutarti, non ti farò del male!- mi disse con tranquillità, sembrava sincero.
Lasciai che mi aiutasse ad alzarmi solo per non ricadere di nuovo, così mi appoggiai alla sua spalla e lui mi tirò su dal bacino, era così forte.
-Grazie- mormorai ricomponendomi.
-Figurati- rispose scrollando le spalle -ti fa tanto male?- mi domandò per la seconda volta.
-No, è una semplice storta, fra un po’ mi passa- gli dissi per far sì che mi lasciasse in pace, anche se mi aveva aiutata il suo comportamento di due minuti prima non mi aveva fatto cambiare idea su di lui.
Mi appoggiò delicatamente sulla panchina di fronte al negozio e rimase lì in piedi, come per accertarsi che stessi davvero bene.
-Senti, potresti non dire nulla a Kylie di quello che hai visto e sentito?- mi domandò, ma che faccia tosta aveva?! Mica ero una pettegola io!
-Tranquillo, non lo avrei fatto, non mi immischio nelle faccende altrui- borbottai nuovamente e lui annuì con la testa.
-Che ti è successo?!- urló Kylie vedendo me e Kendall fuori dal negozio.
-Che le hai fatto?!- urló stavolta a suo fratello, che mi aveva soltanto fatta sedere su una panchina.
Mi sembrava di rivivere a ritroso la stessa scena successa con Liam anni prima, non volevo che succedesse di nuovo, insomma, non doveva piacermi Kendall in futuro.
-Stai calma cazzo- borbottó lui alzando gli occhi al cielo -ha preso una storta e l’ho solo portata in braccio fin quí- annuii per confermare, ma lei non sembrava crederci.
-Ah, e come hai fatto a cadere laggiù?- mi chiese con un sopracciglio inarcato, indicando il punto dove prima c’eravamo io e suo fratello.
Sudai freddo, cazzo, mica potevo dirle che spiavo suo fratello mentre minacciava un’idiota per dei soldi, cosí m’inventai una scusa sul momento.
-Ero andata a fare un giretto dopo aver aperto il negozio, e ho fatto una corsettina per tornare indietro perchè pensavo di essere in ritardo, cosí ho messo male il piede e sono caduta- le spiegai -poi ho visto Kendall in lontananza e l’ho chiamato per aiutarmi- lei si giró verso suo fratello, che in quel momento stava cercando di non scoppiarle a ridere in viso.
-É andata veramente cosí?- gli domandó ancora.
-Certo, l’ho aiutata e l’ho portata fin quaggiú- le rispose, per poi farmi l’occhiolino quando Kylie tornó a guardare me.
-Stai bene adesso oppure dobbiamo andare dal dottore?- mi domandó nuovamente la mia amica.
-Sto bene, davvero- le risposi per tranquillizzarla.
-Okay allora vado a prenderti del ghiaccio- disse andando verso il bar di fronte al negozio.
-Non avremmo dovuto mentirle- sbuffai rivolta a Kendall.
-Chi se ne frega di mia sorella, l’importante è che tu stia bene- esclamó lui col suo solito tono da maschilista.
-Ti ripeto, ti ringrazio per avermi scortata fin quaggiú, ma questo non ti autorizza a provarci con me- precisai facendolo rimanere senza parole, e menomale che arrivó Kylie.
-Ecco il ghiaccio, mettilo sulla caviglia- mi disse -e tu Kendall potresti anche sparire, hai giá fatto abbastanza- dio, sembrava proprio arrabbiata, anzi: piú che arrabbiata era gelosa.
Il fratello senza obbiettare fece come detto e se ne andò senza replicare.
Gli dovevo un favore -certo- ma non sapevo come avrei potuto restituirglielo.

 
≈≈

Liam’s pov.

-Oggi alle quattro hai una riunione con Eva Spencer della Spencer & Co. di Ottawa- disse Grace, la mia assistente -mentre domattina alle dieci devi incontrarti con Connor, quell’imprenditore di Los Angeles, hai presente?- smise di parlare per qualche secondo, poi sbuffò ed incrociò le braccia sotto al seno.
-Liam, mi stai ascoltando oppure parlo al vento?- borbottò sospirando.
-Umh, certo...Eva Connor di Los Angeles, so chi è- le risposi sempre assorto nei miei pensieri.
-Sarebbero Eva Spencer di Ottawa e Connor Doyle di Los Angeles, ma credo che tu abbia capito- sospirò nuovamente -o almeno lo spero-.
-Scusami Grace, sono un po’ sotto pressione per questo matrimonio, ho sempre la testa altrove- le dissi, e lei alzò gli occhi al cielo.
-Lo so Liam, lo so. Ma quando tuo padre ti ha ceduto il posto del suo collega quì all’azienda eri sempre pimpante e con la voglia di lavorare, devi rilassarti, non pensare troppo al matrimonio- mi dette una pacca sulla spalla e mi sorrise.
-Cercherò di non farlo- ridacchiai bevendo il mio cappuccino -dove devo incontrare Eva Doyle di Ottawa?- le domandai ancora, e lei scoppiò a ridere.
-Alle quattro alla sala riunioni- sbuffò uscendo dalla stanza -e non tardare!- le sentii dire dal suo ufficio.
Okay, sarei stato puntuale, solo che non sarei stato presente con la mente.
Più i giorni passavano, più mi entrava la paura di questo matrimonio, e se non sarò più abbastanza per Virginia?
E se si stancherà di me?
E se non potessimo avere figli?
Che farò?
Tutte seghe mentali, Liam.
Speravo tanto che fossero solo seghe mentali, avevo fatto tanti sacrifici per averla, e non so cos’avrei fatto se l’avessi persa.
L’amavo troppo.

 
≈≈

Virginia’s pov.

-Brutto. Orripilante. Senza ritegno. Lo indosserebbe mia nonna. Le prostitute di Central Park ne hanno uno simile.- commentai osservando i vestiti dell’ennesimo negozio di abiti da sposa di New York.
Avevo appena finito il mio turno di lavoro, e dato che Kylie era ancora in negozio, avevo deciso di dedicarmi alla ricerca del cosiddetto ‘abito perfetto’.
-Il terzo è carino- disse una voce alle mie spalle, così mi girai di scatto, ritrovandomi Kendall di fronte con le braccia conserte ed un sorriso spalmato sul viso.
-Quale?- gli chiesi.
-Questo- si avvicinò a me e prese l’abito per farmelo vedere: in effetti era molto bello.
-Ma cosa vuoi saperne tu di abiti da sposa?- sbuffai e glielo strappai di mano.
-A differenza degli altri lo hai preso in mano per vederlo meglio- ribattè lui alzando gli occhi al cielo.
-Beh, hai rag...come fai a saperlo?!- gli chiesi, cazzo, come faceva a saperlo? 
Mi stava forse spiando?
-Ti ho osservata bellezza- ridacchiò toccandomi il mento -a proposito, come va la caviglia?- mi domandò poi.
-Va benissimo, e non toccarmi- gli dissi divincolandomi dalla sua presa -e guarda che se il mio fidanzato viene a sapere che mi spii, te la far...- non feci in tempo a finire la frase che una commessa piombò da noi all’improvviso, ma non aveva altro da fare che interrompere la mia minaccia a Kendall?
-Ma vuoi uomini venite sempre per far impazzire le donne?- ridacchiò questa, ed io e Kendall ci guardammo perplessi.
-Come scusi?- le chiesi non capendo.
-I mariti, accompagnano sempre le donne a scegliere l’abito per farle impazzire, anche se non dovrebbero vedere cosa indosseranno- mi rispose continuando a ridere.
Subito scoppiai a ridere, pensava che quell’idiota fosse mio marito, che cosa comica.
-Oh, lui non è mio marito- precisai -però è venuto quì per farmi ammattire-.
-Perchè non provi quell’abito? E’ carino!- disse di nuovo Kendall.
-Perchè non stai zitto e te ne vai così fai una cosa utile? Sarebbe grandioso!- borbottai facendo ridere ancora la commessa, ed anche Kendall.
Stupido idiota.
-Dai, voglio vedere come ti sta addosso!- ululò la ragazza, così sbuffai ed entrai nel camerino, sentendo quei due là fuori bisbigliare cose che non avrei mai voluto sentire, del tipo ‘è la mia fidanzata certo, ma oggi ce l’ha con me e non vuole dirlo’ da parte di Kendall, e ‘si vede proprio che siete fatti l’uno per l’altra’ della commessa: ma perchè la gente non si faceva un po’ di affari loro?!
Dopo aver sistemato per bene l’abito uscii per farmi vedere, non volendo sentire altri falsi commenti.
-Wow- esordì Kendall spalancando la bocca- ti sta da Dio!-.
-La bava, tesoro- dissi scherzando.
-Allora, lo compriamo?- mi chiese gentilmente la commessa, sistemandomi le pieghe della gonna, mentre io rivolsi uno sguardo a Kendall, che mi fece l’occhiolino in risposta.

 
≈≈

-Visto che me ne intendo di abiti da sposa?- mi disse Kendall vittorioso uscendo dal negozio.
-Adesso mi toccherà renderti un altro favore- sospirai facendolo ridere.
-Semplice- ridacchiò lui scrollando le spalle -esci con me e poi mi dai un bacio, ecco i due favori che mi devi-.
Ero esterrefatta, speravo con tutta me stessa che stesse scherzando.
-Stai scherzando spero?!- gli urlai contro rossa in faccia, mentre lui rideva come un cretino.
Lo conoscevo da nemmeno due giorni e già non lo sopportavo, grandioso!
-Ovvio che scherzo babe, non potrei fermarmi al bacio- ghignò Kendall.
-Faccio finta di non aver sentito- sospirai coprendomi le orecchie con le mani.
-Che fa il tuo fidanzato nella vita?- mi chiese dopo qualche secondo di silenzio.
Mi voltai e lo guardai con un sopracciglio inarcato.
-Che c’è?- sbottò -Non posso chiederti niente?-.
-Non sul mio fidanzato- precisai.
-Era per dialogare, dio mio- sbuffò lui nuovamente.
-Lavora alla Payne & Son.- gli risposi, e lui spalancò la bocca.
-Quella dei Lego?- esordì lui -Porca troia- rise poi.
-Sì, lui si occupa della parte finanziaria-
-Beh, allora non siete messi male..-
-Messi male?- gli chiesi confusa.
-Economicamente, dico- precisò.
E prima che potessi rispondergli il clacson di un’auto ci fece voltare entrambi: era Liam.
-Finalmente ti ho trovata!- esordì togliendosi gli occhiali da sole -Sono passato dal negozio e Kylie mi ha detto che eri venuta a vedere per il vestito-.
-Ehm sì, l’ho comprato!- risposi entusiasta.
-Son contento!- sorrise, poi passò lo sguardo da me a Kendall -E lui chi è?- mi chiese.
-Sono Kendall, il fratello di Kylie, piacere- rispose lui porgendo la mano a Liam, che strinse.
-Il piacere è mio, Kendall- gli disse sorridendo.
Oh, se avesse saputo ciò che mi diceva non sorriderebbe ancora in quel modo.
-Bene, andiamo?- dissi a Liam, quella situazione era un tantino imbarazzante.
-Certo, andiamo a casa- acconsentì lui -è stato un piacere, Kendall-.
-Oh, anche per me- ghignò lui in risposta, sorridendomi, così ricambiai facendo uno dei sorrisi più falsi, e Liam mise in moto, partendo subito dopo.
-Gentile il ragazzo, no?- esordì Liam sorridendo.
Troppo.



 
I’m here!
E sono in un mostruoso ritardo, lo so...mea culpa.
Anyway, passiamo subito al capitolo, tralasciando il fatto che vi sarete dimenticate della mia storia e che adesso mi tirerete in faccia i pomodori, lol.
Alloooooooooora, come prima cosa in questo capitolo (corto e penoso) possiamo vedere un nuovo personaggio, che sarà fondamentale in questa storia, ovvero Grace, che l’ho immaginata come Claire Holt, alias Rebekah in “The vampire diares”; credo proprio che mi/ci farà dannare.
Poi vabeh, Kendall sta iniziando sempre di più a tirar fuori il suo lato da puttaniere pervertito ficcanaso, ma quanto lo aaaaaaaaaamo...okay basta, lol.
E invece del sogno e del fatto che Kendall ha aiutato Virginia a scegliere l’abito che ne pensate?
Secondo voi son collegate le cose?
Fatemi sapere, vi lascio con una gif di Grace ed una di Liam, e con il link del trailer.
A presto my ladies,
besitos!
Schmidt_
P.S. Ho cambiato banner, ve gusta? *3*



 
Grace:




Liam:






Trailer.
   
 
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