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Autore: MadappleStyles    21/06/2014    1 recensioni
Evelin, ragazza italo-inglese, pazza dei one direction, vuole riuscire a incontraare i suoi idoli al concerto di Verona, essendo nativa del veneto, ma purtroppo non riesce a trovare i biglietti in tempo. Julia, la sua migliore amica, per tirarle su il morale la convince ad andare a visitare la città per due giorni, quello del concerto e quello dopo, sperando di poter incrociare i suoi idoli. Il primo giorno non ci riescono, il secondo, Evelin va a sbattere contro un ragazzo nella Hall dell'albergo in cui alloggia con la sua amica. Questo strano ragazzo indossa una felpa pesante con il cappuccio calato sul capo e tiene la testa bassa, scusandosi ripetutamente, fino a quando i loro sguardi non si incrociano facendo scontrare i pozzi color oceano in tempesta di lei con quelli color del mare calmo di lui....
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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21°: Back home...

Guardo il libro di francese aperto sulla pagina degli esercizi per la quarta volta, per poi voltarmi di nuovo verso la pila di libri alla mia sinistra, quella dei compiti già fatti, e verso quella di destra, che la supera in altezza, delle cose ancora da studiare e vengo assalita dallo sconforto. Non è possibile, l’estate è finita, la scuola è ricominciata da nemmeno quattro mesi, eppure, con le vacanze di Natale alle porte, mi ritrovo sommersa da compiti e interrogazioni. E non posso nemmeno contare sull’aiuto di Niall, per staccare un po’ come fanno le mie compagne, visto che è dall’altro capo del mondo per lavoro. Sapevo non sarebbe stato facile, ma per il momento resisto, sfogando tutta l’ansia sulla scuola e aspettando il Natale per vederlo. 

Sto per rinunciare e abbandonare tutti i miei buoni propositi per lo studio per andare a rimpinzarmi di schifezze, quando il computer inizia a emettere una musichetta famigliare. Salto come una molla per mettere fine a quel rumore e vedere il volto angelico che mi attende dalla webcam.

-Ehi straniero! 

-Buongiorno principessa!

-Come procede in quel di New York?

-Bene, oggi abbiamo un paio di interviste e stasera suoniamo. Tu con la scuola? 

-Non chiedermelo nemmeno, piuttosto chiedimi del lavoro, ma della scuola NO!

-Ehi, ehi, calmina amore! Cosa vuoi che sia, tutti ci sono passati.

-Tranne te e i ragazzi, perché vi siete fatti l’anima in quattro in un altro campo! Quindi zitto. Non è possibile che
a inizio scuola già siamo sommersi di compiti.

-Bè, la scuola è iniziata anche da più di tre mesi in realtà e in più questo è il tuo ultimo anno di liceo, credo sia normale che vi stressino un po’. Comunque ti ho chiamato per un altro motivo!

Guardo il suo sorriso sullo schermo e aspetto che continui, ma rimane fermo con quel suo sorriso da bimbo a fissarmi.

-Allora? Per cosa mi hai chiamato?

Lo vedo strabuzzare gli occhi e poi pensarci un po’ su.

-Ma a te non è arrivato niente? Cioè mi avevano detto che te le avrebbero portate oggi! E che diamine! Sapevo che dovevo mandare Paul a controllare.

-Ma vuoi dirmi di cosa stai parlando?

-NO, è una sorpresa, appena arriverà la scoprirai.

La sua faccia semioffesa mi fece scoppiare dalle risate, tanto da non accorgermi dei rumori al piano inferiore di casa mia.

-EVELYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYN!- la voce di mia madre irruppe nella mia
camera, riportandomi alla realtà.

-Che succede?

-Scendi, è arrivato qualcosa per te.

Mi voltai verso lo schermo, vedendo un faccino tutto sorridente che mi guardava con fare innocente.

-Mi devo preoccupare? 

-Naaaah. Ma vai a vedere, veloce!

Lasciai il portatile in camera e leggermente scossa scesi al piano terra. Davanti alla porta stava un fattorino, con un mazzo di rose rosse enorme, tanto che gli copriva la faccia.

-Queste sono per la signorina Cardin. Mi basta una firma.

Presi le rose dalle mani dell’uomo e firmai il modulo che mi stava allungando. Appena se ne fu andato controllai il mazzo, ma non c’erano biglietti ne altro. Sapevo chi era il colpevole, ma almeno il biglietto poteva sprecarsi e scriverlo!

Corsi di nuovo di sopra, ma lo schermo davanti a me era nero, o meglio, si vedeva solo il muro della stanza da cui mi aveva chiamata il mio ragazzo.

-Niall?- dissi rivolta al computer più volte, senza ottenere risposta. 

La porta alle mie spalle si aprì e io non mi voltai nemmeno.

-Mamma, lo so, devo mettere le rose in un vaso, appena riesco a capire dove sia finito Niall lo faccio, promesso, non ci vorrà molto.

-Ci credo che non ci vorrà, basta che ti volti scema!

La sua risata alle mie spalle mi fece voltare di scatto. Rimasi senza parole, l’unica cosa che riuscii a fare fu saltargli in braccio, stringendo le mie braccia attorno al suo collo.

-STUPIDO! STUPIDO! STUPIDO! IMBECILLE! Perché devi sempre farmi venire un’infarto!?!?!?

Mi strinsi al suo petto, nascondendo il volto nell’incavo del suo collo, mentre alcune lacrime silenziose sfuggivano al mio controllo. Erano due mesi che non l’abbracciavo, mi era mancato così tanto. 

-Anche tu mi sei mancata, tesoro, sì, ti amo anche io!- la sua risata mi fece rinascere, come una fenice dalle sue ceneri, e sollevato il capo gli lasciai un bacio che parlava più di mille parole. 

Solo l’arrivo di mia madre ci riportò alla realtà.

-Allora, piaciuta la sorpresa? Ti avevo detto che non si sarebbe accorta di nulla, ma tu non fidarti è!

-Quindi avete complottato insieme! Che infami!- risi insieme a mia madre, mentre Niall si passava una mano tra i capelli. Mia madre lo aveva accolto come un figlio, eppure lui continuava a sentirsi in imbarazzo.

-Grazie per l’aiuto signora!- disse Niall sorridendo a mia madre, prima che lei uscisse per lasciarci soli.

-Ma non avevate un concerto stasera?

-No, ti abbiamo detto una piccola bugia, volevo farti questa sorpresa.

-Ci sei riuscito. Non hai idea di quanto tu mi sia mancato. Ero arrivata ad invidiare quelle quattro oche in classe con me perché potevano avere i loro ragazzi sempre con loro. Poi ci ho pensato meglio e mi sono ricreduta, visto che io e te siamo lontani fisicamente, ma con il cuore siamo sempre vicini, mentre loro mettono corna e destra e a manca.

-Anche tu mi sei mancata, come l’aria, piccola mia. Ma ora sono qui e per un paio di giorni sei tutta mia.

-Più o meno. È periodo di verifiche e non posso perdere nemmeno un giorno di scuola, purtroppo.

Mi fece il labbruccio, ma voltandosi verso la scrivania e notando i libri e il diario pieno di note colorate a segnare le varie verifiche sospirò.

-Ti terrò compagnia mentre studi allora, e ti interrogherò!- sorrise, mentre prendeva tra le mani il libro d’inglese.

-Per oggi io i libri li abbandono. Mi dedico solo a te.- lo strinsi tra le mie braccia, iniziando a baciare quelle labbra che mi erano mancate, come non mai.

   
 
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