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Autore: Ghost Writer TNCS    22/06/2014    0 recensioni
ATTENZIONE! REVISIONE IN CORSO
Mstislav è il secondo figlio di una famiglia ricchissima, vive in una villa molto lussuosa lontana dalla residenza dei suoi genitori e nel suo garage può vantare sei veicoli dei marchi più famosi, ma non è questo a renderlo speciale. All’improvviso qualcosa si risveglia dentro di lui e da un giorno con l’altro scopre di avere delle abilità innaturali, dei superpoteri che gli permettono di dare vita alla sua immaginazione.
Imparare a controllarli sarà il primo passo, poi però verrà il momento di prendere una decisione: diventare l’eroe prode e valoroso che aiuta gli innocenti o l’antieroe che fa sempre quello che vuole e di cui tutti hanno paura?
Domande? Dai un'occhiata a http://tncs.altervista.org/faq/
Genere: Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3. Una buona idea

Anastasia aprì le tende della camera e la luce del sole filtrò tiepida e soffusa attraverso l’ampia finestra. «Buongiorno signore.»

L’elfo emise un mugugno e affondò la testa nel cuscino. «Ma tu non dormi mai…?»

«Dormo il necessario.»

«Mmh… Prendi nota: devo far mettere la mia stanza nel garage…»

«Poi si lamenterebbe perché deve fare le scale di prima mattina.» obiettò la cameriera in tono rispettoso.

«Userei l’ascensore.» precisò il ragazzo sollevando un indice.

«Capisco.»

Mstislav si tirò su con fare assonnato. «Hanno parlato di me sui giornali?»

«A pagina 13 dell’inserto locale c’è un breve articolo che credo la riguardi.» confermò Anastasia porgendogli il tablet «“Un uomo mascherato rapina una banca e fugge con un gioco di prestigio”. Purtroppo non ci sono foto della sua “impresa”.»

L’elfo smise di colpo di stropicciarsi gli occhi e osservò adirato l’articolo. «Come sarebbe a dire “gioco di prestigio”?! La mia era una vera magia! Ma peggio ancora: perché solo a pagina 13?! Io dovrei essere in prima pagina! Vorrà dire che dovrò fare qualcosa di molto più malvagio… Qualche idea?»

«Potrebbe ostacolare le vecchiette mentre attraversano la strada.» gli suggerì la cameriera con espressione imperturbabile.

Mstislav sorrise malignamente all’idea. «Una proposta interessante, la terrò in considerazione.»

«Gradisce una tazza di marafé in più del solito?» domandò Anastasia.

«Sì, grazie, oggi ci vuole proprio.» annuì il giovane mentre usciva dal letto.

Le sostanze stimolanti contenute nella bevanda lo aiutarono a svegliarsi, facilitandogli non poco l’ardua impresa di convincersi a non bigiare l’università.

«Ci vediamo a pranzo.» si congedò prima di avviarsi verso il garage.

«Aspetti un secondo, per favore.» lo richiamò Anastasia.

Il ragazzo si fermò e la cameriera lo raggiunse. Gli slacciò il primo bottone della camicia e lo infilò nel buco giusto, quindi allacciò il secondo bottone che inizialmente era rimasto spaiato. Gli mise a posto il colletto e poi diede un rapido aggiustamento alla giacca.

Mstislav rimase immobile mentre la ragazza gli sistemava i vestiti e essendo così vicini sentì per la prima volta il suo profumo. Aveva una fragranza discreta ma molto gradevole e il suo volto delicato era molto grazioso. Ora che ci faceva caso i suoi tratti non erano quelli tipici della parte di continente in cui abitavano: che fosse straniera? Forse veniva dall’ovest…

«Ecco fatto. Le auguro una buona giornata.»

L’elfo si riscosse. «Sì, grazie. Buona giornata anche a te.» Corse giù per le scale e senza guardare prese delle chiavi. Erano quelle del SUV.

Salì sul veicolo e uscì dalla sua proprietà, percorse il primo tratto di strada senza trovare code, poi però incappò in alcuni rallentamenti e fu costretto a fermarsi più di una volta, con il risultato che quando raggiunse l’università, era in ritardo. Parcheggiò il SUV nel primo posto libero che trovò e poi si incamminò senza particolare fretta.

Una volta raggiunta l’aula si sedette in uno dei posti in fondo e pochi minuti dopo arrivò il professore, un elfo abbastanza avanti con gli anni dai capelli lisci e curati. Provò a seguire la lezione, ma l’impresa si rivelò alquanto ardua e dopo meno di dieci minuti fu costretto a capitolare.

Tutt’a un tratto si tirò una pacca sulla fronte. Come aveva fatto a non pensarci prima? C’era una cosa che mancava nella sua villa, quindi era suo dovere, in quanto padrone di casa, porre rimedio a questa assenza il prima possibile!

Prese il cellulare e cominciò a navigare tra i vari siti dedicati all’argomento di suo interesse per valutare i prodotti che venivano commercializzati e capire quale fosse la soluzione più adatta alle sue esigenze. La scelta non era facile, soprattutto considerando le dimensioni limitate dello schermo che aveva a disposizione, tuttavia non si perse d’animo: aveva rapinato una banca il giorno prima, fare due acquisti in rete non poteva essere un problema!


***


Una volta a casa, Anastasia lo accolse con la solita puntualità e lo informò che il pranzo sarebbe stato pronto a momenti.

«Ottimo, ti ringrazio.» rispose Mstislav con allegria.

«È di buon umore oggi.» notò l’elfa mentre risalivano dal garage.

«Mi sono accorto che in questa villa mancava una cosa e quindi ho fatto un paio di acquisti in rete durante le lezioni.»

«Col dovuto rispetto, non sarebbe più opportuno seguire le spiegazioni fintanto che è all’università?» gli fece notare Anastasia con la sua diligente compostezza.

«Io c’ho provato, però quando ho un’idea in testa, non riesco a pensare a nient’altro.» si difese l’elfo.

«Capisco… Non la trattengo oltre. La chiamerò appena sarà pronto il pranzo.»

Mstislav annuì e raggiunse la scala che portava al piano di sopra per cambiarsi e mettere giù lo zaino.

Dopo mangiato Anastasia sparecchiò la tavola e fece partire la lavastoviglie, quindi andò a controllare se il bucato che aveva steso si era già asciugato. Mstislav aveva detto che sarebbe andato a studiare, il che voleva dire che aveva intenzione di passare il pomeriggio davanti ai videogiochi.

La lavatrice-asciugatrice indicava che anche l’asciugatura era finita, così tirò fuori il ferro da stiro e si mise a stirare il bucato.

Mentre lavorava, lanciò uno sguardo fuori dalla finestra e notò Mstislav intento ad armeggiare con un secchio e alcuni oggetti vicino alla piscina posta nel giardino sul retro della villa. Non riuscì a capire cosa stesse facendo – la vasca era vuota quindi era improbabile che volesse fare una nuotata – in ogni caso ritenne non opportuno impicciarsi nei suoi affari e tornò a concentrarsi sugli abiti da stirare.

Pochi minuti dopo Mstislav si tirò su e tornò nella villa. Sembrava soddisfatto, di qualunque cosa si trattasse.

La cameriera aveva appena finito di stirare una maglietta quando udì un leggerissimo rumore. Senza farci caso piegò l’indumento e lo depose insieme agli altri, dopodiché andò a prendere un altro capo dalla lavatrice-asciugatrice. Un’altra maglietta di Mstislav. La depose sull’asse e la lisciò con cura utilizzando il ferro da stiro.

Un altro rumore appena percettibile.

La giovane non si fece distrarre e passò con cura la manica destra.

Una figura emerse all’improvviso da dietro lo stipite. «Uaaah!»

Chi era?! Un ladro?! Aveva una maschera spaventosa! Quel teschio sembrava uscito direttamente da un incubo! Poteva essere chiunque! Magari era armato!

La giovane non fece una piega, sollevò il ferro da stiro e nel silenzio sibilò un getto di vapore.

L’uomo mascherato si bloccò. «Oh, cavolo, cavolo, cavolo! Via! Via! Via! Speriamo che non me lo stiri dietro!»

Anastasia lo osservò correre via e interruppe il getto di vapore, quindi scosse mestamente il capo e riprese a stirare la manica sinistra.

L’individuo misterioso ricomparve poco dopo nel locale lavanderia. Sembrava piuttosto sconsolato. «Cos’ho sbagliato?»

«Ha fatto troppo rumore.» rispose la cameriera appoggiando il ferro e cominciando a piegare la maglietta.

Mstislav si portò una mano al mento. «Mmh, la prossima volta sarò più silenzioso… E la maschera? Non ti ha fatto paura?»

«Un po’ sì, ma solo la prima volta che l’ho vista.»

L’elfo se la tolse, rivelando così la sua espressione stupita. «Quand’è che l’hai vista? Non l’ho mai messa in casa e sui giornali non c’era nessuna foto…»

«È mio dovere tenere in ordine la sua stanza, il che comprende anche mettere a posto le maschere che lascia in giro.» gli fece notare la cameriera in tono rispettoso.

«Acuta osservazione.» riconobbe l’elfo «Cercherò di essere più ordinato.»

«Mi fa piacere sentirglielo dire.» annuì Anastasia mentre cominciava a stirare un paio di pantaloni neri. Erano gli stessi che Mstislav aveva utilizzato per la sua rapina in banca.

Il ragazzo si appoggiò allo stipite facendo roteare la maschera intorno alla mano. L’elfa sembrava completamente assorbita dal suo lavoro e l’espressione sul suo volto era concentrata, ma allo stesso tempo spensierata. «Non ti disturbo oltre. Penso che andrò in palestra per un’oretta.»

«Se vuole, le stiro la maglietta che porta di solito.» si offrì Anastasia.

«Oh, sì, grazie. Intanto vado a cambiarmi e a prendere le altre cose.» Si voltò e uscì dal locale lavanderia. Raggiunse la sua stanza e mise via la maschera, quindi si cambiò e prese la borsa che utilizzava abitualmente per andare in palestra. Tutto l’occorrente era già stato preparato dalla sua cameriera durante la mattina, restava da aggiungere solo la maglietta.

Scese le scale e ad attenderlo trovò la ragazza con in mano l’indumento mancante, stirato e piegato. La giovane lo infilò nella borsa e poi richiuse la cerniera lampo. «Ecco fatto. Vuole che le prepari qualcosa per quando sarà di ritorno?»

«No, questa volta no. La bottiglia dovrebbe bastare.»

La ragazza annuì. «Allora la saluto.»

Mstislav le rivolse un cenno della mano e si avviò verso il garage. «A dopo.»

   
 
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