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Autore: Lore Torri    22/06/2014    2 recensioni
Noi lo chiamiamo Agennesis. È quando due mondi distanti, che non avrebbero mai dovuto venire in contatto, si toccano: è questo che avviene, una Non-Nascita. Può essere qualsiasi cosa che sia stata generata contro la volontà del Destino. E può distruggere o salvare, portare tenebra o luce, splendere o esplodere. L’Agennesis è l’errore del Destino, della Natura, dell’Universo.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MORSIMON
 
"Foglia appena nata
nell'aria spasimante
involontaria rivolta"
 
[da “Fratelli”, G. Ungaretti]
Cortegia, Grande Impero
Giorno della Seconda Prova
 
La squadra di Fren e quella di Thanya si erano ritrovate presto quella mattina, ed ora stavano chiacchierando animatamente da un po’ di tempo. Alle spalle della ragazza, i suoi due massicci compagni di squadra, quasi ventenni, si erano già presentati: si chiamavano Gareth e Jereth. La prima cosa che Fren aveva pensato era stata che erano dei nomi molto simili, ed anche nelle fattezze i due colossi si assomigliavano molto: entrambi erano alti e muscolosi, ben piantati, con una testa squadrata sopra cui pioveva disordinatamente una massa di capelli neri. Poco dopo, gli avevano detto di essere gemelli.
Mentre parlavano tra di loro un Senziente, avvolto nel lungo mantello blu, si avvicinò.
«Siete voi le due squadre di Walion, della Repubblica Asterigia, e di Latho, del Grande Impero, i cui capisquadra sono Fren e Thanya?»
«Sì, signore» risposero all’unisono i due nominati.
«La Prova comincerà a breve. Permettetemi di accompagnarvi.»
“Permettetemi” non era stato il termine più adatto, dato che il Senziente, dopo averlo detto, si girò e diede per scontato che i ragazzi lo seguissero; tuttavia, la loro attenzione non fu certo posta su questo dettaglio. Mentre seguivano l’uomo, per un tacito accordo nessuno proferì parola, fino a quando non giunsero davanti ad un solido e mastodontico edificio in pietra con un solo ingresso, di modeste dimensioni. Il Senziente li guidò all’interno.
L’edificio era spazioso, ed era costituito da un’ampia sezione circolare alta almeno trenta metri, attorno alla quale si alzavano le gradinate sopra cui  erano seduti alcuni Senzienti.
Dall’altra parte della stanza stavano facendo il loro ingresso, proprio in quell’attimo, i Maghi che evidentemente componevano le altre due squadre.
Quando queste cominciarono a fronteggiarsi, raggiunto il centro della sala, i Senzienti presero la parola. Quello che sedeva al centro si alzò in piedi.
«Sapete già quali sono le regole della Prova. Che abbia inizio!» urlò, alzando la mano.
Fren, che aveva rivolto il suo sguardo al Senziente mentre lui parlava, dovette muoversi ad una velocità impressionante per schivare il coltello che gli era stato rivolto contro.
Le strategie accuratamente preparate da lui e Lilie andarono in fumo: il coltello che lo aveva mancato di poco non fece in tempo a toccare terra, che già tutti e sette gli avversari si erano lanciati contro i cinque ragazzi, impedendo loro di contrattaccare.
Fren saltò indietro, estrasse la spada e cominciò a parare con una relativa calma i colpi della squadra avversaria.
Terminata la sorpresa, vide che Lilie stava ostacolando i nemici con la terra, proteggendosi. Fren ricordò una vecchia mossa del maestro. Si chinò per schivare un colpo e sfregò sul pavimento con la lama. Qualche scintilla si alzò da terra. Una mossa semplice, in realtà, ma molto pratica: da quelle poche scintille fece scaturire abbastanza fuoco da imitare la tecnica di Lilie, facendoselo vorticare attorno. L’avversario si alzò. Fren lo colpì al petto, dando a Lilie il tempo di rialzarsi.
«Pronta?» chiese, il respiro affannoso.
«Prigione?» domandò lei di rimando.
«Prigione.» disse lui, deciso.
Lei si abbassò a terra. Fren esplose lingue di fuoco in tutte le direzioni. I nemici si abbassarono prontamente, ma caddero in un fitto reticolo di rami. Lilie chiuse i palmi, i rami si avvolsero attorno ai nemici, intrappolandoli
Bloccati gli avversari, i due ragazzi guardarono in che situazione versassero i loro alleati.
I quattro ragazzi che combattevano contro di loro erano molto più abili di quelli che avevano appena bloccato: si muovevano ad una velocità impressionante, colpendo con ogni tipo di elemento Gareth e Jereth. Loro alzavano barriere di roccia, ma i nemici le squarciavano prontamente. Quando ormai sembravano allo stremo, scattarono, mandando tre degli avversari lunghi distesi. Senza che loro avessero il tempo di reagire, i due compagni di Thanya portarono contemporaneamente la mano alla spalla e la distesero verso i nemici atterrati; le braccia si illuminarono, e Fren riconobbe l’incantesimo che stavano mettendo in atto: quello di Blocco. Né i gemelli né i tre avversari ora potevano muoversi, ma il quarto era ancora in piedi.
Fren fece qualche passo avanti, intenzionato ad aiutare Thanya, mentre Lilie continuava a fornire energia alla tecnica con cui stava tenendo i nemici bloccati a terra; la ragazza era quasi esausta, poiché loro continuavano a divincolarsi.
«Non intervenire, Fren.» disse Lilie, «Aiuta la tua compagna. A questo penso io.»
Fren indietreggiò, e l’ultimo mago della squadra avversaria rise.
«Sciocca ragazzina, sciocca decisione.»
Allargò i palmi delle mani, ed una sottile sostanza intangibile si avvolse attorno al suo corpo, illuminandolo di rosso. Non era fuoco: era Energia Vitale allo stato puro. Si trattava dell’Arte Occulta del Perfezionamento, una speciale arte magica che consumava molta energia, ma aumentava esponenzialmente le abilità fisiche di chi la usava.
Si mosse ad una velocità incredibile verso la ragazza, ma cadde a terra.
Era successo tutto in una frazione di secondo.
Incredulo, il ragazzo, che era riuscito a voltarsi appena in tempo per cogliere quel turbine di azioni, fece mente locale. Mentre l’avversario sfrecciava verso di lei, Lilie aveva attivato l’Occhio dell’Arpia, ed in un attimo doveva aver analizzato i punti deboli del nemico. Ad analisi compiuta, quello però era già di fronte a lei: anche la ragazza doveva allora aver usato il Perfezionamento, ed averlo colpito in un punto preciso, sul collo.
Fren rimase a bocca aperta.
In quel momento, però, uno dei maghi si liberò dalla tecnica di Lilie. Si alzò e scagliò il coltello in direzione di Thanya.
Questa volta fu Fren ad intervenire. Saltò a velocità normale, senza riuscire ad impedire all’arma di ferirlo ad una spalla, ma in quel momento aveva già lanciato il suo, di coltello, che si piantò nel petto dell’altro mago.
I Senzienti si alzarono.
«Tutti i membri delle squadre di Jin e Ketr sono a terra. Tutti i membri delle squadre di Thanya e Fren sono in piedi. Dichiaro quindi le due squadre di Walion e Latho Vincitrici Assolute dell’incontro! I feriti potranno farsi curare da noi.»
Mentre gli incantesimi dei gemelli si scioglievano e Lilie annullava la sua tecnica, i Senzienti scesero verso il mago colpito da Fren. Lui si avvicinò per vedere in che condizioni era: come aveva previsto, il coltello non lo aveva colpito in nessuno degli organi vitali, ma con abbastanza forza da mandarlo a terra comunque. Sorrise: era una gran precisione, e non aveva dovuto ucciderlo.
Si estrasse il coltello dalla spalla e lo appoggiò in grembo all’altro mago, poi recuperò il proprio, che ripulì nella stoffa. Mentre lo faceva, sentì il lieve calore del tocco di Lilie, che si era avvicinata per curarlo con la magia. La ferita si rimarginò in un attimo.
Mentre si voltava, Thanya lo guardò, inviperita.
«Grazie. Non avevo sentito muoversi quel mago.» disse, in un modo che faceva quasi sembrare che le parole fossero macigni, e che dirle le costasse un terribile sforzo.
«Non ti preoccupare. Sei stata grandiosa. Vinceremo noi il Torneo.» disse Lilie, entusiasta.
«Questo di sicuro. Visto come siamo stati bravi insieme, cosa ne diresti di ideare una strategia comune?» chiese Fren, rivolto verso Thanya.
Lei soppesò la proposta.
«Non saprei... ne parlerò con il mio maestro. Mi dispiace, ma questo Torneo è davvero molto importante per noi. Vi farò sapere il prima possibile.»
Fren sembrò deluso dalla risposta.
«Questo non significa che non possiamo festeggiare!» urlò Thanya, precedendo gli altri verso la città.
Fren, Lilie, Gareth e Jereth li seguirono molto volentieri.
 
Quando lo schiudersi lento delle palpebre segnò finalmente la fine di quel sonno squassato da continui incubi, Walion ci mise un po’ per tornare lucido.
La prima cosa che notò fu il silenzio.
Pensò che avrebbe potuto approfittare di quella situazione per scoprire qualcosa di quello che stava succedendo, e vederci chiaro: gli sembrava molto improbabile di essere stato rapito solo perché avevano bisogno di un alleato. Inoltre, se avessero saputo chi era davvero, non si sarebbero di certo rivolti a lui...
Dopo qualche minuto, decise finalmente di andare in perlustrazione. Mentre richiamava la magia, sentì la flebile resistenza di qualche incantesimo che era stato lanciato per indebolirlo, ma che la Runa di Protezione aveva contrastato. Sfortunatamente, non poteva muovere le braccia a suo piacimento, quindi non riuscì ad usare un incantesimo di apertura: dovette richiamare, con un po’ di sforzo, del fuoco tramite l’energia interiore; quando finalmente ne ebbe abbastanza a disposizione, cominciò a far fondere i ceppi.
Quando l’opera fu compiuta, avvicinò l’orlo della tunica al fuoco che ancora era vivo sul braccio destro, incendiandola. Controllandolo, non avrebbe permesso alla fiamma di espandersi, ma almeno avrebbe avuto a disposizione sempre un po’ di fuoco per la magia.
Lentamente, mosse qualche passo verso l’uscita della cella. Era chiusa da un pesante catenaccio, ma questa volta gli bastò toccarlo con un braccio, ed incrociare le dita della mano sinistra, per farlo aprire. La porta si spalancò silenziosamente, e Walion sgusciò fuori.
Non appena fu nel corridoio, sentì un brusio sommesso provenire da una stanza che non doveva essere lontana, e si mosse in quella direzione. Mentre si avvicinava, le voci divennero distinguibili.
«Tienilo qui un paio di giorni e poi ammazzalo.» diceva una.
«Potrebbe sempre diventare un alleato in più...» suggeriva un’altra.
«Non mi piace questa faccenda. Secondo me, dovremmo toglierlo di mezzo e basta.» ripeté la prima.
«Sentite, smettetela di litigare. Dobbiamo tenerlo qui per non mandare a monte il piano del Consigliere, ma approfittarne è rischioso. Capisco come la pensate... però devo ammettere che, addestrandolo, prenderemmo due piccioni con una fava.» si intromise una terza voce.
«Non sappiamo nemmeno a che livello sia!» esclamò quello che aveva parlato per secondo.
«Calmati, Crio. Intendevo che potremmo addestrarlo di nascosto, tenendolo sotto controllo. A quanto dice Anemo, non sembra che quel mago sia particolarmente potente. Però, se ha un Dono dello Spirito, potrebbe rivelarsi molto più in gamba di quanto non vuol far credere...»
Continuando ad origliare, Walion si avvicinò alla porta della stanza da cui provenivano le voci.
«Lo credo bene, visto che si è appena liberato.» rivelò quello che doveva essere Crio.
Walion si spostò, appena in tempo per evitare il coltello che si conficcò nella parete alle sue spalle. Guardò il coltello per un secondo e trasalì: era il Pugnale di Ghiaccio, un’arma leggendaria.
Non ancora totalmente ripreso, si voltò ed incrociò lo sguardo di Crio: era un uomo alto, dai capelli bianchi ma sfumati di azzurro, come se fossero congelati... i lineamenti erano tipicamente nordici, leggeri e delicati quanto marcati e crudeli, mutevoli in base alle espressioni. L’occhio sinistro sembrava fatto di ghiaccio, e non solo all’interno: mentre lo guardava, Walion si accorse che la temperatura attorno a lui stava lentamente calando. Si lanciò di lato, evitando di rimanere imprigionato in una morsa di ghiaccio. L’uomo del giorno prima, che doveva essere Anemo, gli si scagliò incontro, vibrando rapidi colpi con una spada. Walion ne schivò alcuni, ma, essendo disarmato, il confronto era impari: ben presto fu messo al muro, con la spada puntata alla gola.
Fissò negli occhi Anemo, e quelli mutarono. Diventarono verdi, ipnotici, con alcune sfumature più scure e tendenti al marrone. Mentre li guardava, Walion si rese conto che stava rimanendo paralizzato. Nello stesso tempo, capì che i tre uomini l’avrebbero di certo ucciso.
Il fuoco che ancora ardeva su un lembo della sua tunica divampò, riempiendo tutto il corridoio. Il maestro fuggì. Doveva assolutamente avvisare i ragazzi.
Mentre, alle sue spalle, Crio continuava a spegnere le fiamme con semplici sguardi, Walion correva per i corridoi, macinandoli a grandi falcate. Alla fine, vide la luce del sole, che penetrava da una finestra: scattando, si tuffò all’esterno.
Quando alzò lo sguardo, si trovò a fissare un uomo coperto da un mantello nero, che gli lasciava visibile solo il volto. Walion lo riconobbe immediatamente.
«Melthumo» sussurrò.
«Quanto tempo, Walion.»
Entrambi portarono le mani al petto ad una velocità impressionante.
L’uomo avvolto nel mantello le rigirò verso Walion. Un lampo nero colpì l’edificio alle sue spalle, facendolo collassare. Melthumo fissò le macerie, dove non c’era traccia di Walion.
«Maledizione.» disse.
 
Latho rimase fermo per qualche minuto, le tempie poggiate sui polpastrelli delle dita, analizzando la proposta di Fren. Thanya, di fronte a lui, pendeva dalle sue labbra.
«Non vedo come potremmo costituire una strategia comune a nostro vantaggio. La cosa più sensata è procedere con il nostro piano.» disse infine.
«Non c’è il rischio che questo insospettisca i due ragazzi?»
«Se succede, nella foresta potrete eliminarli prematuramente. Altrimenti, dovrete rispettare gli ordini: all’alba del secondo giorno. Per allora, l’esercito sarà qui, e per i nemici non ci saranno speranze.»
«Come desidera, signore.» disse Thanya, prima di inchinarsi ed uscire silenziosamente dalla stanza.
Il giorno successivo sarebbe cominciata la Terza Prova, che consisteva in una gara di sopravvivenza all’interno di una foresta, nella quale erano state portate anche numerose bestie feroci. Thanya immaginò Fren a terra, sotto di lei, incredulo, la luce dei suoi occhi spegnersi. Aveva assistito tante volte a scene come quella, ed ora stava pregando perché Fren non ne fosse coinvolto.
   
 
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