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Autore: _A dreamer_    22/06/2014    1 recensioni
“Sai, si dice che gli amori migliori sono quelli che, prima di aggiustarti la vita, te la incasinano...”
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo
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A big disaster.



[Angy's pov]

Il commento poco elegante fuoriuscito stranamente dalla bocca di Niall ci sta tutto data la situazione.
Cosa ci fa lui qui?
Lo fisso sconcertata, apparentemente immobile, fino a quando con un misto di stupore e delusione stampato in viso alza i tacchi e comincia ad allontanarsi. No, non posso permettermi un altro conto in sospeso dopo tutta la storia con Harry.
Senza nemmeno accorgermene tanto è veloce il collegamento tra mano e cervello mi ritrovo catapultata fuori dall'auto pronta a rincorrerlo e comincio persino ad urlare il suo nome. Non so nemmeno io perchè lo sto facendo, ma ormai non ragiono più, non so nemmeno cosa dovrò dirgli una volta che l'avrò raggiunto, corro e basta, sopraffatta dalle emozioni. Non sembro neanche io, ma proprio non mi va di perdere un'altra persona a cui tengo, per di più per lo stesso identico motivo. Aveva ragione Niall a dire che aveva una cotta per me, perchè non ho voluto dargli ascolto?
«James! Aspetta!»
Non accenna a fermarsi, ma riesco comunque a raggiungerlo e con il cuore in gola mi piazzo difronte a lui, sbarrandogli la strada. Piegata in due per cercare di riprendere fiato non aspetto nemmeno di rincontrare il suo sguardo e gli faccio la prima domanda che mi viene in mente, rivolta più a me stessa che a lui.
«Perchè?» chiedo; la voce spezzata dalla fatica, ma non gli do il tempo di elaborare un qualsiasi tipo di risposta. «Perchè vi ricordate tutti adesso di farvi avanti, ora che finalmente sono felice?!»
Rabbia repressa? Può darsi, ma tutto questo sfiora abbondantemente l'assurdo. Come mai anche io mi rendo conto solo ora dei sentimenti che gli altri provano per me? Sono davvero così negata nel comprendere le persone?
«Non sarebbe cambiato nulla, non ti sei mai accorta di me.» Il suo tono di voce è insolitamente grave e serio, quasi canzonatorio.
Se da una parte la sua affermazione mi sorprende, dall'altra mi fa salire una rabbia indescrivibile. Cerco di ribattere, ma lui mi precede, impedendomelo.
«Ma non preoccuparti, ormai ci ho fatto l'abitudine. È da quando conoscesti quel ragazzo della tua scuola che cerco di restarti vicino facendo finta di nulla, ma oggi mi ero stranamente svegliato con la voglia di dire basta a tutto questo. A quanto ho visto, però, c'è qualcuno che è arrivato prima di me.»
Il solo ricordare quel periodo mi fa scendere il morale a tre metri sottoterra, ma dentro di me prevale il buon senso e riesco discretamente a mantenere la calma.
«Non ho bisogno di giustificarmi, io ti ho sempre visto come un amico ed onestamente credevo che per te fosse lo stesso.»
«Infatti non ti sto chiedendo giustificazioni, anzi, sapevo che prima o poi tutto questo sarebbe accaduto di nuovo. E visto il rapporto che avevi con il biondino immaginavo che quel momento sarebbe arrivato molto presto.»
Lo immaginava? E allora perchè si comporta così?
«Perchè non possiamo essere solo amici e basta, senza complicazioni?» La mia voce sembra la conseguenza di una buona dose di tristezza, stanchezza e rassegnazione.
«È evidente: perchè tu per me non sei solo un'amica. Ma continuerò a vederti come tale, se è questo quello che vuoi.»
Ora assomiglio quasi ad un'ameba, imbambolata con gli occhi fissi nel vuoto, a riflettere sulle sue parole. Perchè Harry non può comportarsi come lui? 
“Perchè Harry è Harry e James è James.” Questa è l'unica risposta plausibile che mi concede la mia mente.
Notando che non so cos'altro aggiungere mi sorride, un sorriso tirato, poi si sporge leggermente per lasciarmi un bacio sulla guancia a cui rimango letteralmente impassibile.
«A presto, Angy.» afferma prima di sorpassarmi, allontanandosi da me a passo svelto.
Ora mi sento decisamente una persona orribile.
Con lo sguardo rivolto verso terra mi volto e mi dirigo verso casa mia, ma dopo pochi metri la vista delle converse nere di Niall davanti a me mi costringe a fermarmi e senza proferire parola mi lascio stringere da lui che, sussurrandomi all'orecchio cose come “Tranquilla, va tutto bene, ci sono qui io”, mi scioglie l'enorme groppo che parte dalla gola e che arriva fino alla bocca dello stomaco facendomi sentire decisamente più sollevata, per la seconda volta nello stesso giorno.

Circa un'ora dopo, passata sul divano a “guardare la televisione”, scossa dalla lunga giornata che sarebbe stata movimentata un po' per chiunque, o almeno credo, un oscuro presentimento si fa spazio tra i miei pensieri come un fulmine a ciel sereno: e se James raccontasse tutto a mio padre? Sarebbe la cosa peggiore che mi potrebbe capitare dopo la litigata con Harry e la piccola discussione con lui. E così, ricaricata improvvisamente di un'energia nuova, afferro il mio giacchetto ed esco immediatamente fuori di casa curandomi a malapena di chiudere la porta, diretta verso l'hotel di papà.
Non credo che James mi farebbe un simile torto, ma l'esperienza mi ha insegnato che non conviene sottovalutare mai le reazioni di un ragazzo dal cuore spezzato, per cui meglio assicurarmene di persona.
Quando raggiungo l'ingresso principale costantemente invaso dalle fan che cercano di entrare mi tiro su il cappuccio e mi faccio largo tra la folla, raggiungendo - senza contare le numerose proteste di cui non mi preoccupo affatto - Jeoff, l'energumeno di turno. Quando mi riconosce mi lascia passare immediatamente, trattenendo coloro che volevano infilarsi dietro di me. Non so nemmeno che ore sono, molto probabilmente i ragazzi saranno già andati via e loro sono ancora qui fuori a sperare di intravederli. In altre circostanze avrei provato tenerezza difronte alla scena e avrei fatto persino imbucare qualcuna di loro, ma non è questo il caso.
D'un tratto un brivido mi percorre tutta la schiena e noto in lontananza Zayn sbraitare animatamente insieme ad un omone molto più alto e grosso di lui. Sembra corrispondere alla descrizione che mi ha dato Niall di un certo Paul, l'addetto principale alla loro sicurezza.
Nonostante la mia curiosità di sapere cosa sia successo, li ignoro e mi dirigo velocemente verso gli ascensori intenzionata a raggiungere i piani superiori e trovare James, ma quando sento una voce familiare chiamare il mio nome, il tono velato da ansia e preoccupazione, sono costretta ad arrestarmi. Giuro di non aver mai visto Zayn, l'emblema della calma, così agitato ed irrequieto.
«Angy, fermati!»
«Zayn, cosa c'è? Vado un po' di fretta.»
Quando è abbastanza vicino a me sblocca il suo iPhone e mi mostra il display: le foto che vi sono raffigurate al di sopra, anche se scattate da lontano, sono particolarmente evidenti e mi colpiscono come un pugno dritto in faccia.
«Merda!» esclamo afferrandolo.

“Da tempo stiamo indagando sulla nuova fiamma del giovane membro degli One Direction, Niall Horan, finalmente l'abbiamo trovata. Ancora da definire l'identità della ragazza, ma non appena ne verremo a conoscenza ogni fan del mondo ne sarà al corrente.”

Inutile dire che non sento più la terra sotto i piedi. In una foto è ben visibile Niall che mi abbraccia mentre eravamo seduti sul muretto difronte alla casa di Ed, nell'altra siamo in piedi, di spalle all'obbiettivo, mano nella mano. Fortunatamente la mia faccia non si vede, ma a mio padre basterebbe una sola occhiata per riconoscermi: i vestiti sono quelli, i capelli sono quelli, io sono quella. La ragazza di Niall Horan.
«Dobbiamo avvisare Niall!» La voce di Zayn mi arriva alle orecchie ovattata, ma è sufficiente a riportarmi alla realtà.
«Credo che prima dovrei affrontare l'argomento con mio padre, se le vede la mia vita è finita.»
«L'ho già viste.» sento dire dietro di me da una voce purtroppo inconfondibile.
Zayn solleva lo sguardo sopra alle mie spalle e sbarra gli occhi, Paul che ha assistito inerme alla scena arretra di alcuni passi fingendo indifferenza ed invece a me si gela il sangue nelle vene.
Totalmente colta alla sprovvista riesco solamente a voltarmi verso di lui con un'espressione da pesce lesso stampata sulla faccia; “magari non la prenderà così male”, “magari mi sono sbagliata e non farà così tante storie” continuo a ripetermi nella mente, ma quando incontro il suo sguardo le mie speranze crollano come castelli di sabbia: è furioso, molto più di quanto trapelasse dal suo tono di voce.
Sono nei guai fino al collo. Anzi, peggio, fino alla base dei capelli.
«Io e te dobbiamo parlare.» afferma afferrandomi per un polso per poi trascinarmi dietro di lui verso lo spogliatoio del personale. 
Faccio appena in tempo a mimare a Zayn di avvertire Niall prima che la porta sbattesse violentemente davanti alla mia faccia; chiudo gli occhi e faccio un profondo respiro cercando di diminuire lo stress accumulato durante la giornata e preparandomi psicologicamente a ciò che ancora mi aspetta, per quanto possibile.
«Perchè non me lo hai detto prima?»
Basta una sola domanda per far fallire miseramente i miei propositi, infatti, anche se alquanto assurdo, improvvisamente sento solo la rabbia scorrermi nelle vene. Eppure dal mio tono di voce non traspare nulla; io stessa mi stupisco della mia reazione.
«Perchè mi chiedi? Secondo te perchè, papà? Pensavi che non sapessi che avresti reagito in maniera esagerata? E poi con che coraggio pretendi sincerità immediata? Tu sei stato il primo a tenermi nascosta la tua relazione con Clare che chissà da quanto tempo dura.»
«La mia situazione con Clare è completamente diversa, io non sono finito su siti internet o su dei giornalini di gossip. Ti rendi conto di chi è Niall, di che cosa comporta essere la sua ragazza?»
«Non è Niall il problema, ammettilo. Di qualsiasi ragazzo si sarebbe trattato a te non sarebbe andato bene ugualmente.»
«No, invece è proprio lui il problema. Non dipingermi come un padre all'antica, anch'io sono stato giovane e so bene che alla tua età è normale avere un ragazzo, soprattutto al giorno d'oggi, ma perchè sei dovuta andare a sceglierti proprio quello più incasinato? Tra tanti ragazzi al mondo proprio la popstar famosa? Posso capire che l'idea ti abbia elettrizzato, ma sono sicuro che non è quello che vuoi, quando inizierai a renderti conto dei sacrifici che comporterebbe una simile scelta sarai la prima ad ammettere che si è trattata solo di una sbandata adolescenziale.»
Mi viene involontariamente da ridere. «È proprio qui che ti sbagli, papà. A me non importa nulla di quello che fa Niall, io l'ho conosciuto per quello che è davvero, l'ho conosciuto come il ragazzo irlandese, dolce, gentile e premuroso che ha dimostrato di tenere a me più di chiunque altro e io di quel ragazzo mi sono innamorata, non della superstar. E in ogni caso anche loro hanno diritto ad avere una vita privata!»
«Invece dovrebbe importarti del suo lavoro, avresti dovuto valutare tutti gli aspetti della situazione prima di immergertici. Hai pensato a cosa succederà quando sarà in giro per il mondo a fare concerti e tu qui a Londra ad aspettarlo mentre lui in nove o dieci mesi potrebbe conoscere chissà quante altre ragazze?» Solo al pensiero mi si forma un nodo in gola. «Io lo dico per il tuo bene tesoro; tu devi ancora finire il liceo, non avresti il tempo di corrergli dietro. Il consiglio che posso darti è quello di lasciar perdere, non illuderti che possa funzionare perchè ti assicuro che non sarà così.»
Comincio visibilmente ad innervosirmi. «Non solo stai sottovalutando lui, ma anche me. Credi davvero che non abbia pensato a tutto questo prima di fare la scelta che ho fatto? Si, perchè l'ho già fatta. Credi davvero che non mi sia chiesta se questa storia avrebbe mai potuto funzionare? La verità è che ad un certo punto ho capito che non mi importa affatto e non perchè mi sono lasciata travolgere dall'euforia della situazione, bensì perchè sono sicura dei miei sentimenti verso di lui, ma soprattutto dei suoi verso di me. Mi fido di Niall, mi fido a tal punto da non chiedermi come faremo, ho smesso di farmi paranoie e ho deciso di vivere quello che abbiamo, adesso, di non concentrarmi sul futuro, ma sul presente. Forse non ti basta come spiegazione, non bastava nemmeno a me all'inizio, ma poi ho capito che non potevo accantonare quello che provo, che in fin dei conti siamo noi a stabilire come si evolverà la nostra vita, mi sono ricordata che volere è potere e se proprio vuoi saperlo ho pensato anche a te, a quando mi dicevi che la soluzione ai problemi non è mai evitarli, ma affrontarli. Ora vieni a dirmi di lasciar perdere, di regalarmi a un qualsiasi altro ragazzo, solo per non stare male? Potrei avere anche tutta la popolazione maschile del mondo ai miei piedi, ma è lui quello che voglio. Solo lui.»
«Possibile che tu non capisca?! È un diciottenne famoso, lui ha davvero mezza popolazione femminile che gli va dietro, cambierà le ragazze come le mutande! Non è innamorato veramente di te, per lui sei solo una delle tante!»
«Nemmeno lo conosci, non ti permetto di giudicarlo.» 
Stiamo urlando.
«Non mi serve conoscerlo per sapere che ti farà soffrire! Sto solo cercando di proteggerti Angelica!»
Non mi chiamava più così da almeno cinque anni.
«E tu invece non capisci che non voglio essere protetta?! Sappiamo tutti e due che la vita è fatta di pro e di contro, ma questo non ha mai fermato nessuno! Non mi importa se soffrirò, io amo davvero quel ragazzo e sappi che non sarai né tu, né la scuola, né l'età, né la distanza, né qualsiasi altra cosa a fermarmi! Ficcatelo bene in testa!»
«Cosa vuoi saperne tu dell'amore a diciassette anni, eh?!»
«Non mi sembra che tu ci abbia capito molto più di me a quarantacinque.»
Mi da uno schiaffo, cosa che in quasi diciotto anni che esisto ha fatto si e no due volte.
«Tu non sai quello che dici! Io ho sofferto molto per tua madre e non voglio che ti accada lo stesso!»
«Tu la tua cazzo di vita l'hai fatta.» esclamo portandomi una mano sul punto dolorante. «Adesso fammi vivere la mia.» concludo prima di lanciargli un'occhiata che nemmeno io riesco a decifrare, ma che dev'essere stata talmente piena di rancore da farlo sentire in colpa data la sua espressione. Infine mi volto ed esco dalla stanza, senza aggiungere altro.
Con gli occhi lucidi e la guancia che formicola sotto al mio tocco mi dirigo a passo svelto verso l'uscita accorgendomi solo dopo un po' della voce di Zayn che mi chiama.
«Voglio stare da sola.» è l'ultima cosa che dico prima di lasciare l'hotel.
Attraverso velocemente la folla con il cappuccio e i capelli a coprirmi quasi interamente la faccia, evitando tutte le domande di vario genere riguardanti Zayn che per venirmi incontro si è accidentalmente fatto vedere dalle fan creando un boato immenso, ma che le mie orecchie percepiscono solo come un suono estremamente lontano. Mi infilo le cuffie alle orecchie selezionando una delle loro canzoni, Little Things, e mi dirigo velocemente verso casa ignorando di proposito la vibrazione insistente del mio cellulare. Il cielo si scurisce all'improvviso, non so se perchè si stia facendo sera o se perchè il tempo stia cambiando, ma, nonostante sia un fenomeno frequente qui a Londra, in questo momento mi fa pensare solamente all'esatto modo in cui si è evoluto il mio stato d'animo: da leggermente nuvoloso a completamente scuro.
Appena rientro a casa, proprio nel momento in cui ricomincia l'assolo di Niall per almeno la quinta volta, all'improvviso una lacrima calda mi riga una guancia, andando a posarsi sulle mie labbra. Ad essa ne seguono molte altre e, intuendo che si tratta di uno di quei momenti in cui non riuscirò a frenarmi, mi accascio immediatamente sul divano nascondendo la testa tra le ginocchia. Da quanto non tiravo tutto fuori? 
Mentre sono scossa da alcuni singhiozzi il telefono riprende a vibrare assiduamente nella mia tasca, così, presa dall'esasperazione, lo sfilo per controllare il mittente della chiamata, decisa, nel caso si trattasse di mio padre, a riattaccare o a mandarlo direttamente a quel paese. Inizialmente non riesco a leggere il nome che lampeggia sul display, le lacrime me lo impediscono, ma riconosco la foto al di dietro che ritrae me e Niall, sicuramente informato da Zayn dell'accaduto, che adesso sarà preoccupato a morte per me. È quest'ultimo pensiero a convincermi a rispondergli, ma quando cerco di salutarlo al posto di un “ehy” mi viene fuori un profondo singhiozzo.
«Piccola, per favore, non piangere. Va tutto bene.»
«No, non va tutto bene Niall! Va tutto male! Prima Harry, poi James e adesso anche mio padre. Te lo giuro, non ce la faccio più!» 
La mia voce è completamente rotta dal pianto, le lacrime hanno bagnato anche lo schermo del telefono, ma non mi importa, lui è l'unico che può consolarmi in questo momento.
«Una cosa alla volta. Nessuno ti obbliga ad affrontare tutto insieme. Harry è testardo, ma non impossibile, ci tiene troppo a te per tenerti il muso. James è stato più maturo, ha detto che rimarrà comunque tuo amico se è quello che vuoi, anche se a dire il vero mi farebbe solo un piacere se si levasse dai piedi.» afferma cercando di tirarmi su di morale, e devo dire che ci riesce alla grande. «Per quanto riguarda tuo padre non so che cosa ti abbia detto, ma avevo comunque intenzione di parlarci quando la nostra storia sarebbe saltata fuori.»
«Dici sul serio?»
A pensarci è proprio questo il problema: non lo conosce bene, non sa che splendido ragazzo sia, è ovvio che a primo impatto non si fidi di lui.
«Certo, sono un ragazzo a cui piace fare le cose per bene io, cosa credi.»
Anche se continuo a piangere come una stupida riesce a farmi sorridere. Devo sembrargli alquanto patetica e penosa in questo momento, lo sembro anche a me stessa in realtà.
«Non avevo dubbi.» 
Dopo essersi lasciato sfuggire una leggera risata il suo tono si fa decisamente più serio. «Tuo padre se l'è presa tanto per le foto?»
«No, non tanto per quelle. Ha insistito più che altro sul fatto che una relazione con te mi farebbe soffrire, che non so cos'è l'amore e che per te sono solo una delle tante.»
Si crea un attimo di pausa terribilmente snervante, ma poi riprende a parlare. «È inutile che ti dica che tutto ciò non è affatto vero, giusto?»
«Al contrario di qualcun'altro, io so bene chi è il ragazzo a cui ho affidato il mio cuore.»
«E sai anche che quel ragazzo ti ha affidato il suo?»
Percepisco nuovamente un sorriso farsi spazio sulle mie labbra, ma prima di poter riuscire a rispondergli succede qualcosa di inaspettato: comincia ad intonare alcune parole.
«La gente dice che non dovremmo stare insieme, siamo troppo giovani per conoscere il significato del “per sempre”. Ma io dico che loro non sanno di che cosa stanno parlando, perchè questo amore diventerà sempre più forte. Quindi non voglio aspettare ancora, voglio solo dire al mondo che sei mia, ragazza.»
Sono sua...
Solo quando si ferma riesco a spiccicare una frase di senso compiuto e con una voce mista tra stupore e commozione gli dico «Non hai idea di come mi fai sentire quando mi dedichi le tue canzoni.»
In tutta risposta lui riprende. «Loro non sanno delle cose che facciamo. Loro non sanno dei “ti amo”, ma scommetto che se solo lo sapessero sarebbero solo gelosi di noi. Loro non sanno delle notte insonni, non sanno niente della mia vita. Piccola, loro non sanno di noi.»
«Niall smettila o nel giro di un minuto avrò un divano ad acqua.» Ma lui non sembra darmi ascolto. 
«È bastato un solo tocco e mi hai fatto credere, ogni bacio diventa un po' più dolce, sta andando sempre meglio ragazza.»
Mi arrendo alla sua infinita dolcezza e sollevo gli occhi verso il soffitto, sorridendo al vuoto e continuando a bearmi della sua voce. Se il suo obbiettivo era quello di farmi smettere di piangere ha fallito alla grande.
«Loro non sanno quanto sei speciale, non sanno cosa hai fatto al mio cuore, possono dire tutto quello che vogliono perchè loro non sanno di noi.»
«Loro non sanno di noi.» ripeto in un sussurro.
«Ed ora lo fai un bel sorriso solo per me?»
Ne ho già fatti milioni a causa tua se proprio vuoi saperlo.
«Solo per te?» gli chiedo ridendo leggermente.
«Potrei utilizzare la solita frase fatta e dirti che sì, devi farlo solo per me perchè se poi lo vede qualcun'altro potrebbe innamorarsi, ma più semplicemente non sopporto sapere che stai male e non poter essere li con te.»
«Sei il migliore.» affermo, completamente rapita dalle sue parole.
«È che ti amo.» replica lui facendomi perdere alcuni battiti.
«Anch'io, tantissimo.» In questo momento più che mai.
«Senti, sei a casa? Vuoi che passi a prenderti?»
«No, tranquillo, pensa a riposarti un po'. Credo di avertene già fatte passare troppe per oggi.»
«Figurati, per te rivivrei le giornate come queste all'infinito. Ma tu sei sicura di star bene? Guarda che non ci metto niente ad arrivare lì.»
«Piantala di essere così maledettamente dolce o sarò costretta a venire io da te solamente per tapparti quella stupida boccaccia.»
«Io una mezza idea sul come potresti fare ce l'ho già.» afferma con un piccolo accenno di malizia nel tono di voce che come al solito mi fa arrossire peggio di un pomodoro maturo.
«Ce l'ho anch'io, ma meglio rimandare a domattina, sono già le nove.»
«Va bene, come vuoi, ma per qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi, okay?» chiede facendosi decisamente più serio.
«D'accordo.»
«Io sono qui per te, risolveremo insieme anche questa, come tutte le altre difficoltà che ci si presenteranno.» afferma dopo qualche istante di silenzio, regalandomi la pace dei sensi.
«Sai che sarei persa senza di te?» chiedo con un sorriso sornione stampato sulle labbra che purtroppo lui non può vedere.
«Lo so, ma tu immagina anche quanto lo sarei io.» Dopo avermi strappato un sorriso per l'ennesima volta aggiunge «Domattina passo a prenderti alle nove e mezza, okay?»
«Non vedo l'ora.» Posso giurare di vederlo sorridere.
«Allora a domani.»
«A domani angelo.»


[Anne's pov]  

«Pensa quello che vuoi, ma sappi che ti ho fatta vincere.»
«Non è vero.»
«Si che lo è.»
«No.»
«Si.»
«No, Liam.»
«Si.»
«Credo che tu abbia qualche problema a gestire la sconfitta.»
«Se questa fosse una vera sconfitta sarei d'accordo con te.»
Il proprietario del locale da bowling da cui stiamo uscendo, che da quello che ho capito è un suo grande amico, non nasconde il suo divertimento difronte alla scena mentre ci saluta con un cenno. Ma io l'ho stracciato, è palese.
«Va bene.» affermo esasperata. «Come vuoi tu, mi hai fatta vincere.»
«Esatto, per cui non montarti troppo la testa.» scherza scompigliandomi i capelli con una mano. 
Adoro il modo in cui mi prende in giro, sembra quasi la mia versione al maschile. Una versione alta, bella, simpatica, gentile ed estremamente dolce, ma anche sfacciata ed arrogante, se vuole. Devo dire che è parecchio versatile. 
Anche se questa è la prima volta che ci vediamo dal giorno in cui ci siamo presentanti abbiamo parlato molto tramite telefono e devo dire che la sua compagnia non mi dispiace affatto, anzi. Ormai mi sembra quasi di non sentirmi realizzata se anche per un solo giorno non comunichiamo in alcun modo.
Raggiungiamo la sua auto e da vero gentiluomo mi fa accomodare all'interno, dopodichè entra anche lui.
«Che ne dici di un bel gelato per concludere la serata?» chiede, distraendomi dalle mie riflessioni.
«Per quanto trovi allettante l'idea sono costretta a rifiutare. Devo andare ad una festa di compleanno più tardi e sarebbe ora che cominci a prepararmi.»
«Quindi devo riportarti a casa?» La delusione nella sue espressione e nel suo tono di voce è tangibile.
«Temo di si. Anzi, devo chiamare Angy, non ci siamo ancora messe d'accordo su come e quando incontrarci.»
«La solita sbadata.»
Lo ignoro e compongo immediatamente il numero della mia migliore amica, che mi risponde al secondo squillo, mentre Liam mette in moto.
«Baby, ti stai preparando?»
«Eh? Preparando per cosa?» La sua voce sembra alquanto... stanca.
«Per il compleanno di Matty, scema. Non dirmi che te ne sei dimenticata.»
Nessuna risposta, il che equivale ad una affermativa.
«Non credo che verrò.» mi dice senza aggiungere ulteriori spiegazioni.
«Perchè? Non ti senti bene?»
«Tu e Liam non avete saputo nulla, vero?»
«Cosa dovrei sapere?» Sposto il mio sguardo perplesso su Liam che, ignaro dell'argomento della nostra conversazione, si volta un attimo verso di me e piega impercettibilmente la testa di lato, inarcando un sopracciglio, incuriosito.
«Te la faccio il più breve possibile: innanzitutto oggi sono stata a casa di Ed, Ed Sheeran.»
«Scherzi.»
«Non è questo il punto. Ho discusso di nuovo con Harry, e questa volta molto più duramente.»
«Cosa? Ancora? E ti fai mettere fuori uso da un cretino simile?»
«Poi James mi ha vista mentre mi baciavo con Niall e si è dichiarato.»
«Cazzo.»
«Su internet sono venute fuori delle foto con lui.»
«Merda.»
«E dulcis in fundo mio padre le ha viste, quindi abbiamo litigato di brutto.»
Solo ora comprendo la gravità della situazione; io al suo posto non sarei così tranquilla dopo una successione di eventi di questa portata, ma da lei avrei dovuto aspettarmelo: è sempre stata più forte di me, è la persona più forte che io abbia mai conosciuto, a dire il vero.
«Come stai?»
«Ora sto molto meglio rispetto a qualche ora fa.»
«Credi che startene rinchiusa a casa ti faccia sentire veramente meglio?»
«No...»
«E non preferiresti andare a divertirti per qualche ora piuttosto che discutere un'altra volta con tuo padre quando tornerà a casa?»
«Sinceramente a questo non avevo pensato.»
«Ti aspetto a casa mia, tra dieci minuti. Porta quel vestito a fiori e un paio di tacchi.»
«Solo se mi fai restare a dormire da te.»
«E c'è bisogno di chiedermi il permesso? Abbiamo molte cose su cui aggiornarci.»
«Grazie di tutto, ti voglio bene.»
«Una sorella è per sempre.»
«E il per sempre è una promessa.» afferma prima di riattaccare.
Già, direi che ha perfettamente ragione.
Rimango in silenzio per qualche secondo riflettendo su che immensa giornata di merda dev'essere stata per lei oggi; farò tutto ciò che è in mio potere per tirarla su di morale e non lasciarla da sola con i suoi pensieri.
«Cos'è successo?» mi chiede Liam mentre io vado su internet alla velocità della luce.
Non rispondo e inserisco “Niall Horan” sulla barra di ricerca, due secondi dopo due foto di lui e Angy mi compaiono davanti agli occhi, allegate ad un link intitolato “La ragazza misteriosa.” Fortunatamente di lei si vedono solo i vestiti.
Mostro il cellulare a Liam che alla vista delle foto sbianca e si passa velocemente una mano davanti agli occhi, per poi riprendere a concentrarsi sulla strada.
«Questa non ci voleva. Niall lo sa?»
«Credo proprio di si.»
«E lei come sta?»
«Non bene, anche se cerca di fingere il contrario. Mi ha detto che ha avuto una brutta discussione col padre e inoltre le sono successe anche altre cose che non aiutano affatto, tipo una "bella" litigata con Harry.»
«Ancora?!»
Annuisco.
«Non so cosa stia passando per la testa a quel ragazzo ultimamente, non è più lui.»
«Dicono che sono gli effetti dell'amore...»
«Ma tecnicamente l'amore dovrebbe far sentire meglio, non causare tutti questi problemi.»
Lo guardo mentre accosta difronte casa mia, riflettendo sulle sue parole, dopodichè afferro la maniglia e prima di scendere aggiungo «Com'è che si dice? Per raccogliere le rose devi fare i conti con le spine.»
Rimane in silenzio e distoglie lo sguardo, mentre io esco dalla sua auto. Solo quando chiudo lo sportello torna in se e apre il finestrino.
«Grazie per la serata Liam, ci vediamo.»
«Certo, divertiti stasera.»
«Lo farò.»
Mi sorride, poi il vetro si rialza e scompare velocemente dalla mia vista. Rimango immobile svariati secondi, in mezzo alla strada, ancora imbambolata dal movimento di quella sua bocca meravigliosa, fino a quando sento alcune parole provenienti dalla parte opposta.
«Sì, abita nella via parallela alla mia, numero 14, sì, vieni lì. Okay, va bene. No, non farò tardi. Ho capito, niente di tutto ciò. Certo che puoi stare tranquillo. Basta, sono arrivata. Ci vediamo domani mattina, ciao.»
Mentre si avvicina sbuffa sonoramente dando fine alla chiamata, dopo cerca di suonare il campanello, ma prima di poterci riuscire mi nota.
«Ammettilo, non aspettavi altro che un fidanzatino premuroso.» le dico prendendola in giro.
Arrossisce e sorride allo stesso tempo, guardando di nuovo il cellulare che ha ancora in mano. «Tu cosa ci fai li in mezzo alla strada?»
Finalmente mi decido a muovermi, raggiungendola. «Liam mi ha appena riaccompagnata.»
«Scusa se ti ho rovinato la festa.» afferma, visibilmente mortificata.
«Figurati!» esclamo appoggiandole un braccio sulle spalle. «La festa deve ancora cominciare, forza, andiamo!»



 
SPAZIO AUTRICE:
 
Finalmente sono tornata, si, lo so, alleluja me lo dico anche da sola.
Anche se l'estate è cominciata già da alcuni giorni (o almeno per me) e di conseguenza la scuola non rappresenta più un problema e una perdita di tempo, ho avuto vari problemi con il computer quindi ho potuto aggiornare solo oggi. Chiedo umilmente perdono. Però c'è anche una buona notizia: visto che non ho alcun debito e non devo passare l'estate a studiare (Deo gratias) riprenderò ad aggiornare più spesso, tutte le settimane. Al limite una si e una no se proprio non riesco (considerando anche che porto avanti due storie), ma il tempo non mi manca quindi non penso di deludervi ulteriormente e comunque sempre meglio degli interi mesi che vi ho fatto aspettare per un nuovo capitolo durante il periodo scolastico. So bene di aver messo a dura prova la vostra pazienza e ringrazio di tutto cuore chiunque abbia deciso di continuare a seguirmi. Non biasimo chi invece ha deciso il contrario. 
In quest'ultimi tempi ho trascurato molto le mie storie perchè rischiavo di essere rimandata a due materie e ho dovuto mettermi sotto, ma adesso sono qui ad avvisarvi che Angy è tornata. Yuppi!
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento.

A presto e buone vacanze a tutti!

Angy xx
 
  
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