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Autore: DramioneMalfoy    22/06/2014    4 recensioni
In un mondo dove Lord Voldemort non è mai esistito, ben altri sono i problemi che devono affrontare Hermione Jane Granger e Draco Lucius Malfoy.
Lei: strega Purosangue, docile, genitle, spirito libero e battagliero Grifondoro.
Lui: mago Purosangue, arrogante, borioso, furbo e calcolatore Serpeverde.
Tra tutti i sentimenti contrastanti derivanti dall'Odio e, inaspettatamente, dall'Amore; i giovani rampolli di due delle casate più antiche e potenti del Mondo Magico si ritroveranno coinvolti in un matrimonio tra Puorsangue deciso dalla nascita; capiranno che vivere sotto lo stesso tetto potrebbe essere difficile per due persone come loro sempre pronti a lanciarsi parole poco carine, ma potrebbe anche rivelarsi portatore di gioie.
Così, non volendo deludere i loro genitori, vivranno insieme e scopriranno che tra l'Odio e l'Amore non c'è mai troppa differenza!
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Odio o Amore?
Un cielo pieno di stelle!



Correva, correva a perdifiato lungo i tenebrosi corridoi dei sotterranei. Quella era un'ala del castello che le era sempre stata proibita visitare. Eppure lei era una bambina curiosa, troppo. Aveva ceduto alla tentazione ed ora si ritrovava a correre per non farsi scoprire dagli elfi che l'avrebbero detto a suo padre, che con un dito puntato ogni sera le raccomandava di rintanarsi nel suo letto e non uscirne fino a quando il sole non sarebbe sorto e soprattutto di non addentrarsi per i tetri corridoi che portavano all'oscura ala proibita.
Ma lei non aveva saputo resistere e, con poche falcate aveva guadagnato il lungo percorso che tracciava la sua camera all'altra parte del castello. 

Sapeva di essere destinata al male. Lo era anche suo fratello Damon. Quando gliel'avevano detto la bambina non aveva battuto ciglio.

Era piccola, ma sapeva di essere diversa dalle altre bambine figlie degli amici di suo padre. A volte le accadevano cose strane, eventi paranormali, sua madre era morta inspiegabilmente quando lei aveva solo 7 anni, molti ospiti scappavano dalla loro casa come impazziti affermando di aver visto o essere stati posseduti da demoni o entità sovrannaturali.

Perciò era arrivata ad una conclusione: era la sua famiglia ad essere destinata al male.

Ora Jules aveva 11 anni e si perdeva nei lunghi corridoi che la portavano all'ala misteriosa. Arrivata davanti all'enorme porta in legno massiccio sentì qualcosa avvolgerla. Come se qualcosa, o meglio qualcuno, le stesse reclamando l'anima. Come se stesse richiamando il suo potere, la sua oscurità. Si sentiva come se qualcuno stesse cercando di indicarle precocemente la via del male.
Poggiò la mano sul pomello in ottone e sentì una scarica d'adrenalina e di pura elettricità percorrerle il midollo e la spina dorsale. Stava per sospingere la porta e scoprire finalmente cosa si celava in quell'ala, poi udì un tonfo e, temendo d'essere scoperta, scappò via.

Jules adesso ha 17 anni, ma non ha mai dimenticato quella sensazione provata dinanzi a quella porta. Mai ci è tornata. Ora è la regina del male. Ora si prepara alla battaglia. Ora è una Murdhows. Ora è un vampiro. Ora lei è il male.
 

Hogwarts, presente
 
Un ragazzo alto, moro e dagli occhi color cielo, stava seduto sulle sponde del Lago Nero scrutando distrattamente l’orizzonte, mentre la sigaretta che aveva tra le dita si consumava sempre più ad ogni aspirata.
Accanto a lui sedeva una ragazza che gli ripeteva la lezione di Pozioni. In realtà, lui non sapeva nemmeno dove la ragazza fosse arrivata a leggere, impegnato a pensare ad altro.
“Blaise? Blaise mi stai ascoltando?” domandò la ragazza finalmente accorgendosi che il bel Serpeverde aveva la testa altrove.
Il ragazzo in questione sbuffò sonoramente per poi buttare via i resti della sua sigaretta.
“Mi ‘spiace Hermione non riesco a concentrarmi. Non hai bisogno di leggermi il tuo tema di Pozioni, sei sempre brava in tutte le materie” spiegò Blaise scacciando una mosca.
Hermione lo guardò assorta per un attimo, poi lamentò:
“Ma tu sei un Serpeverde, voi siete tutti bravi con la materia di Piton”
L’osservazione di Hermione non fece una piega, infatti tutti i ragazzi appartenenti alla casata di Salazar sembravano avere un innato dono per quella materia.
Blaise voltò piano il viso e scoppiò a ridere quando notò l’espressione infantile sul viso della ragazza.
“Anche tu sei una Serpeverde adesso o sbaglio?!” continuò a prendersi gioco di lei il moro.
“Ma Zabini ti pare che posso correggermi il compito da sola?” sbottò indignata la ragazza mentre tirava uno scappellotto sulla nuca del ragazzo di fronte a lei.
Lo guardò un attimo e ammise che le ragazze di Hogwarts non avevano tutti i torti a cadergli ai piedi. Blaise era il tipico ragazzo bello ma dannato, come Draco e Theodore Nott. Ammirati ma temuti da tutta la scuola.
“Fattelo correggere da Draco, è il primo della classe in pozioni. Il cocco di Piton” ghignò Blaise, immaginando e pregustando la scena del suo migliore amico che cerca di scappare dalla fidanzata e dalla sua ossessione per quel compito di Pozioni con tutte le scuse possibili.
“Appena gliel’ho chiesto ha detto di dover discutere una faccenda sui Murdhows con Silente. Patetica scusa!” commentò la ragazza sbuffando apertamente.
Si lisciò le pieghe della gonna della divisa e guardò in direzione del Lago Nero anch’ella.
Blaise le fece un sorriso a 32 denti e le scompigliò i capelli:
“Perché pensi sia una scusa Granger?”
“Perché se riguardasse la guerra Silente avrebbe convocato anche me. E poi perché siete delle serpi nate” digrignò i denti Hermione e osservò una farfalla svolazzarle intorno e poggiarsi sulla sua spalla.
“Senti chi parla, l’erede di Salazar” rise Blaise mentre la ragazza stringeva gli occhi a due fessure, fin quando Blaise non si fece serio e proseguì “Ma come fai?”
 
“Come faccio cosa?” sospirò confusa la ragazza mentre si sdraiava a pancia in su, godendo di quell’attimo di tranquillità e di quel caldo sole baciarle la pelle. Rivolse il proprio sguardo a Blaise e attese una sua risposta.
“Ad essere così indifferente quando una guerra che ti vedrà protagonista sta per scoppiare. Come fai a essere così tranquilla e a pensare al tema di Pozioni?”
“Perche sono l’erede di Salazar” imitò ridendo le parole che aveva precedentemente detto il ragazzo.
Il ragazzo non rispose e si limitò a prendere un’altra sigaretta dal pacchetto.
“Questa è la terza che fumi in due ore, sei assorto nei tuoi pensieri e non hai ascoltato nemmeno una parola sul tema. Ciò significa che sei pensieroso, a cosa pensi?” Hermione abbandonò definitivamente ogni tentativo di studiare, sentendosi inadeguata all’aria carica di guerra. Quell’anno erano stati sospesi tutti i G.U.F.O e i M.A.G.O, proprio per la guerra. Si sarebbero svolti alla fine di essa, sperando che la magia ne uscisse vincitrice.
Hermione nei dormitori tra dieci minuti, non tardare.
Sentì la voce di Draco rimbombarle nella mente e rispose immediatamente:
Quindici minuti, non prima. Sto parlando con Blaise.
Poi isolò la mente, così Draco non l’avrebbe più distratta.
Il moro però non sembrava intenzionato a rispondere e, di spalle al castello, disse solamente:
“Ti sta raggiungendo in questo momento l’oggetto dei miei pensiero” pronunciò socciato il ragazzo mentre aspirava dalla sigaretta.
Hermione si voltò e notò Regina che, con passo lesto, si dirigeva verso di loro. Bella e radiosa come sempre.
“Ma come hai fatto a sapere che era dietro di noi?” domandò stupita dai sensi del ragazzo. Quell’attimo di stupore le impedì di continuare a schermare la mente e la voce di Draco tornò di nuovo urgente tra le sue pareti:
Hermione. Hermione no. Cinque minuti da adesso, non di più. E’ urgente.
La riccia si alzò e, mormorando qualcosa nell’orecchio di Blaise, forse un ‘ne parliamo dopo’, rispose a Draco e si diresse verso la sua migliore amica.
Arrivo.
“Regina, come stai?” domandò frettolosamente la Granger alla sua migliore amica.
“Considerando che quest’anno avrei dovuto affrontare i G.U.F.O e invece non devo studiare bene Herm, ma perché sei così di fretta? Cos’ha Blaise?” domandò la bionda osservando le possenti spalle del ragazzo in questione, allenate dai tanti allenamenti di quidditch.
“Suppongo sia stanco. Devo andare da tuo fratello” fece per andarsene, quando sentì una voce richiamarla.
“Hermione” ma stavolta no, non era Draco. Il tono in tal caso non sarebbe stato così paziente visto il suo ritardo.
Si voltò e fissò interrogativa Blaise che, con una breve accelerazione del passo, la raggiunse in poche falcate. Le prese il foglio che stringeva tra le mani e spiegò semplicemente:
“Appena ho un po’ di tempo me lo leggo”
Hermione gli sorrise grata e, dopo avergli lasciato il suo tema di Pozioni, raggiunse in tutta fretta Draco che doveva essere davvero spazientito.
La ragazza ci mise precisamente 7 minuti e 43 secondi ad arrivare dal cortile, attraversare le scale che di starsene ferme non volevano saperne, raggiungere l’altra ala del castello, arrivare ai sotterranei e giungere fino alla porta della camera sua e di Draco.
Aprì la porta e immediatamente un dolce profumo le avvolse le narici, mentre due braccia forti e possenti le cingevano la vita.
Chiuse un attimo gli occhi e inspirò il piacevole odore che si propagava in tutta la stanza, godendo dei brividi che i baci sul collo di Draco le stavano donando.
“Non dovevi parlarmi di una questione urgente?” mormorò mentre rabbrividiva di piacere sotto l’esperto tocco del biondo. Si voltò tra le sue braccia e guardò i suoi profondi occhi grigi perdendosi ennesimamente in quello sconfinato spettacolo di sfumature.
“Ho detto che era urgente, non che dovevo parlarti” sussurrò rocamente il ragazzo al suo orecchio, mentre le spostava i capelli e abbassava la spallina della sua divisa scolastica estiva.
Inspirò profondamente il profumo di menta e tabacco di Draco che copriva quello che alleggiava nell’aria.
In un attimo furono sul letto, nudi, uno sull’altro. Ad amarsi, come facevano tutti gli attimi che passavano insieme.
Hermione inarcò la schiena sotto la piacevole tortura che Draco le stava infliggendo con baci bollenti che le stava tracciando dal collo fino alla sua intimità.
Quando fu dentro di lei, furono ancora una volta un’unica cosa.
Vennero insieme, soddisfacendosi e appagandosi a vicenda. Poi, stremata, Hermione si stese su un fianco e poggiò la sua guancia sul petto scolpito di Draco. All’altezza del cuore che si stava regolarizzando man mano dopo l’amplesso.
Il biondo prese a giocare con morbide e ricce ciocche dei capelli della sua ragazzo. Attorcigliò una ciocca profumata intorno al dito e tirò leggermente, costringendo Hermione a inclinare la testa e a donargli un casto bacio sulle labbra.
Rimasero in silenzio per un po’, la sera stava calando e nessuno dei due aveva voglia di scendere in Sala Grande a cenare.
“E di cos’è che parlavi con Blaise?” apostrofò con una punta di acidità Draco mentre alzava il sopracciglio.
“Non puoi veramente essere geloso anche di uno dei tuoi due migliori amici. Ma se mi merito un amplesso del genere in seguito alla tua gelosia vuol dire che passerò molto più tempo con Blaise e Theo” rise di gusto Hermione e la sua risata cristallina riempì l’aria.
Riempì anche il cuore di Draco, che si era ravveduto dal pensare che la sua Hermione fosse troppo fragile per affrontare una guerra. Era da proteggere è vero e questo continuava a pensarlo, ma sapeva anche rappresentare al meglio le due casate alle quali apparteneva, coraggiosa come un grifone che sfodera i propri lunghi artigli e letale come un serpente che mostra i suoi denti affilati e mortali.
Dopo attimi di silenzio, in cui il biondo aveva disegnato ghirigori immaginari sulla spalla nuda della ragazza, le posò un baciò tra i capelli e le mormorò rauco e sensuale all’orecchio:
“Vieni con me, voglio farti vedere una cosa”
Detto ciò, si vestirono di fretta e abbandonarono il letto sfatto e ancora caldo e intriso dei loro profumi, del loro amore.
Hermione, incuriosita come sempre, lo seguì velocemente.
 

Nel frattempo
 
“Blaise” l’aveva chiamato radiosamente la ragazza raggiungendolo. La sua migliore amica era appena andata via e lei si era diretta a passo svelto dal migliore amico che sedeva sulle sponde del lago.
Regina era conosciuta non solo per la sua invidiabile bellezza da modella di copertina o per la sua linea purissima di sangue, ma anche per le sue innumerevoli sfaccettature del sorriso. Alcuni erano ghigni, altri erano sorrisi di circostanza, altri ancora erano finti o falsi, e poi sfoderava sorrisi di scherno degni di una vera purosangue. Ma quella mattina indossava decisamente il tipico sorriso che mostrava che quel giorno niente e nessuno avrebbe potuto scalfire l’umore di Regina Elettra Malfoy.
“Malfoy” aveva semplicemente risposto il ragazzo non degnandola di uno sguardo e continuando a stringere in una mano il compito di Hermione e nell’altra la sigaretta che stava fumando.
Come detto precedentemente, il sorriso raggiante della ragazza le morì sulle labbra e assottigliò gli occhi, per poi sedersi sull’erba accanto a lei, ben attenta a non pungersi le gambe scoperte con l’erba fresca e incolta.
“Malfoy?! Da quando la tua migliore amica è Malfoy?!” la sua non era una domanda, era più un’affermazione.
Ma il moro non le rispose, continuò a guardare dritto davanti a se e a perdersi con lo sguardo e a vagare oltre le profondità del lago. Ma se c’era una cosa che Regina odiava più della Piattola Weasley e di tutta la sua famiglia, era l’essere ignorata. Perciò continuò imperterrita:
“Pronto, pianeta magico chiama Blaise. Non vorremmo disturbarla, ma quando ha finito dovrebbe riscendere qui tra noi” sbottò spazientita la bionda per la poca considerazione che stava ricevendo.
Blaise continuò a rimanere in silenzio e spense la sigaretta con la pregiata scarpa italiana di pelle. Poi si voltò a fissarla e Regina si scontrò con un mare freddo e glaciale, come congelato.
“Ma cosa vuoi ancora Regina? Cosa vuoi che il tuo ego e il tuo essere viziata sentono ancora insoddisfatto? Non hai trovato Potter nei paraggi che ti potesse scopare? O è troppo preso dalla sua fidanzata in dolce attesa?” beffeggiò Blaise, ma in realtà nelle sue parole c’era una punta di amarezza.
Regina lo scrutò attentamente, quasi volesse scandagliarli l’anima come faceva suo fratello Draco con la gente. Ma Blaise la conosceva fin troppo bene dalla nascita.
“Non provare a usare la Legilimanzia su di me Elettra, non riusciresti a sorpassare il mio muro di Occulmanzia. Non sprecare le tue energie” sputò duro il ragazzo mentre schermava la sua mente, evitando così che Regina entrasse nei suoi pensieri e vi leggesse qualcosa che non doveva, ma che lui stesso stava per tirare fuori.
L’acidità e il nervosismo di Blaise erano percepibili dal fatto che l’aveva chiamata con il suo secondo nome e quando lo faceva era perché era parecchio incazzato.
“Sei geloso Blaise?” domandò semplicemente la ragazza senza nessuna espressione in viso. Voleva un ‘si’ o un ‘no’.
“Perché dovrei essere geloso scusami?! Infondo quello sfigato si sbatte solo la mia migliore amica e la mia futura moglie. Ah ma no, dimenticavo che da grandissima viziata ed egoista che sei hai dimenticato di dire ai tuoi genitori che sei già sposata. Perché dovrei essere geloso della ragazza che amo scusa?! Non ho proprio nessuna ragione” sbottò infuriato il ragazzo mentre si alzava e faceva per andarsene, conscio che rimanere non era la scelta più giusta.
Qualcosa però lo trattenne dal braccio e, se avesse voluto farle male, le sarebbe semplicemente bastato strattonare. Ma nemmeno ora che era incazzato con lei riusciva a sfiorarla con un dito e si domandava come avesse fatto Potter a farle del male.
Quando si voltò, Regina fu di nuovo costretta a fare i conti con quei gelidi zaffiri. Ma stavolta anche lei si stava innervosendo e qualcosa la turbava più di altro: il fatto che lui fosse innamorato di lei. Era il sogno di tutta Hogwarts e non poteva immaginare che si sarebbe andato ad innamorare di lei che era la sua migliore amica. Non aveva mai pensato sotto quest’ottica, ma di sicuro non le sarebbe dispiaciuto se non fosse stata sposata con Harry.
Pensandoci, però, aveva riflettuto che lui non si era fatto scrupoli a sparire senza far sapere nulla per poi ricomparire con un’altra, incinta per di più. Blaise le era sempre stato accanto e l’aveva sempre protetta come una sorella, o forse di più. Draco e Theo l’avevano sempre protetta da fratelli, ma con Blaise c’era sempre stato dell’altro che aveva sempre preferito accantonare e non affrontare per non rovinare l’amicizia, pur sapendo che era destinata a sposarlo. Poi fece quella che ora definiva la cazzata della sua vita: sposare Harry.
Nonostante ciò che le aveva appena detto Blaise, non poté fare a meno di sputare ciò che pensava con cattiveria ed acidità, dettato da un sentimento che non conosceva. Al quale, però, si ripromise di dare un nome più tardi.
“Bhe non penso tu sia il più adatto per giudicare. Sei il sogno idilliaco di tutta Hogwarts e non c’è mai la stessa ragazza nel tuo letto per più di una sera”
“Sei gelosa Elettra?” ripeté le parole che aveva pronunciato poco prima la ragazza.
Regina non rispose e portò lo sguardo all’orizzonte, mentre sentiva che Blaise si liberava dalla sua presa.
“Vedo che non hai niente da dirmi” osservò il ragazzo per poi allontanarsi infuriato.
Arrestò un attimo il passo e si voltò lanciandole uno sguardo carico di risentimento:
“Non scopo una ragazza da due mesi, mi blocco tutte le sere ormai e le caccio via per te. Non sono più la macchina del sesso come credi tu”
Detto ciò si voltò nuovamente e riprese a camminare verso il castello, che non era ormai troppo lontano da lui. Regina metabolizzò quelle parole, Blaise non aveva mai disegnato il sesso e ora l’aveva fatto per lei e tutto ciò che lei aveva saputo fare era il suo essere una Malfoy, il suo essere una serpe.
Improvvisamente, cominciò a correre e a seguirlo chiamandolo più volte, inutilmente.
Il ragazzo scomparve nel castello diretto chissà dove. Arrivata all’entrata del castello riprese fiato e si scontrò con qualcuno.
Alzò la testa pronta a sputare qualche cattiveria e si bloccò. Davanti a lei c’era Harry che la guardava con aria nervosa.
“Regi..ehm cercavo proprio te, volevo parlarti di quel che è succes-“
“Mi ‘spiace Potter, non ho più tempo per i tuoi drammi” malignò Regina, per poi sorpassarlo e continuare a cercare Blaise.
Lasciò Harry lì da solo a bocca aperta. Per la prima volta Regina Elettra Malfoy aveva piantato il grande e decantato e impossibile amore della sua vita, per Blaise Zabini. Perché forse si, quello che aveva provato prima probabilmente era gelosia e forse quello che provava adesso era proprio amore.

Foresta Proibita

 
“Draco..perchè siamo qui?” domandò intimorita la ragazza dai capelli ricci.
“Paura Granger?” ghignò il ragazzo mentre teneva per mano la ragazza e faceva luce con la bacchetta mentre camminavano tra gli alberi.
“Se si chiama Foresta Proibita c’è una ragione sai? Ti prego Draco torniamo indietro, se ci scoprono siamo nei guai” si lamentò Hermione attenta a non inciampare tra le radici.
“Cioè tu ti preoccupi più di una punizione che Silente non darebbe mai alla sua alunna preferita che di essere uccisa da qualche creatura che si aggira nei dintorni?” ghignò Draco, sapendo esattamente di aver isolato la zona.
“Non mi aiuti razza di idiota di un ossigenato” mormorò frustrata Hermione.
“Almeno se hai paura hai un motivo per stringerti di più a me no?! Siamo arrivati” sorrise Draco trionfante mentre indicava lo spiazzo e la radura in mezzo alla foresta con un gesto plateale delle braccia.
Davanti a lei s’innalzava un’alta cascata naturale. Un posto magnifico, dove i fiori erano già perfettamente sbocciati e floridi.
“Come conosci questo posto?” domandò stupita e deliziata Hermione, mentre toccava l’acqua con un dito.
Draco fece spallucce e rispose:
“Ci vengo sempre a fumare con Blaise e Theo le notti d’inverno”
“Sdraiati” le sussurrò poi il biondo abbracciandola da dietro.
Di colpo la riccia sussultò e spalancò gli occhi, deglutendo rumorosamente.
“Malfoy ma ti ha dato di matto il cervello? Potrebbe arrivare un animale da un momento all’altro” constatò frenetica e nervosa la ragazza, guardando il ragazzo di fronte a lei come se fosse uno spiritato.
“Da quando Hermione Jane Granger ha paura di qualcosa? Fidati con me, siamo insieme e non permetterei che ti accadesse qualcosa”
Hermione, seppur ancora un po’ titubante, decise di fidarsi e fece come Draco le aveva detto. Un’espressione di stupore subito le si disegnò in viso e capì cosa in realtà Draco volesse che vedesse.
Un cielo pieno di stelle e di un intenso azzurro sfumato era padrone del cielo che, visto da li, sembrava infinito e sconfinato.
Si strinse sul petto di Draco e dimenticò tutte le preoccupazioni, ora c’erano solo loro.
“E’ bellissimo Draco” mormorò osservando quella tavola blu macchiettata di tenui colori tra il bianco e il giallo pallido.
“Non abbastanza, manca la stella più grande. Ma non l’avranno mai. Perché è mia” sussurrò il biondo mentre le baciava la fronte.
“Ti amo Draco”
Si scambiarono un bacio intenso, dolce e carico di passione. Carico di voglia di appartenersi, di nuovo.
“Ti amo Hermione”
Era tutto perfetto, loro erano perfetti.
La guerra era lontana, il loro amore era più forte, acceso e vicino.

 


* * * * * *
Eccomi qui ragazze,
so di essere di nuovo terribilmente in ritardo,
ma spero che questo capitolo soft e lungo mi abbia scusata.
Grazie mille come al solito per il sostegno e, appena potrò, cercherò
di aggiornare anche l'altra mia Dramione, 
Devil's Bets
Baci, DramioneMalfoy
  
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