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Autore: kioko96japan    22/06/2014    1 recensioni
Tammy è una ragazza costretta a fare i conti ogni giorno con il ricordo di un padre suicida mentre si prende cura della madre impazzita. Il suo cuore è oramai indurito dalla crudeltà della vita ma come tutti sanno il ghiaccio si scioglie al calore del sole che in questo caso è un giovane infermiere di nome Harry.
Dal 2° capitolo: Mi scappa una piccola risatina a quell'affermazione e i suoi occhi sembrano illuminarsi. -continua a farlo!–, -cosa??- chiedo un po’ stranita. –continua a sorridere. Sei bellissima quando lo fai. Mi incanti!-
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Vorrei dirgli a voce il mio si… vorrei ammettere che ho bisogno di aiuto perché non riesco più a sostenere il peso della mia vita, ma non posso, non ci riesco. Non so dove trovo la forza per distogliere lo sguardo dai suoi occhi così penetranti ma lo faccio giusto in tempo per accorgermi che la pioggia è diminuita. –Credo che adesso possiamo andare-  dico allontanandomi dal suo tocco.   -Mmmh… si!- risponde mentre si volta e con espressione un po’ delusa mette in moto. Posso capirlo… desiderava una risposta che non gli ho dato. Il resto del tragitto lo passiamo in silenzio, e come al solito mi lascio cullare dal ritmico rumore dei tergicristalli, tanto regolare da appesantirmi gli occhi. –Siamo arrivati.- la voce calda di Harry mi scuote dal mio sonno.   –Oh…mi sono addormentata- dico con la bocca ancora impastata. –No Tammy… sei proprio andata in letargo!- mi dice sorridendo con il suo solito senso dell’umorismo, e non so perché ma sono felice che non sia arrabbiato con me perché non gli ho dato una risposta.  –Uhm, grazie del passaggio Harry.-  -Non c’è di che- risponde con gentilezza. Apro lo sportello e scendo dalla macchina.   –Sogni d’oro Tammy!-                                                          -Notte!- rispondo per poi chiudere lo sportello ed avviarmi all’entrata sentendo il suo sguardo accarezzarmi le spalle. Chiudo la porta di casa e appoggiandomi con la schiena su di essa scivolo fino a sedermi per terra per poi portarmi  le mani sul viso. Non posso credere a quello che è successo… mi ha… mi ha baciata ed è stato incredibile.  Per un momento ho dimenticato il resto del mondo. Mi tocco le labbra come se potessi riuscire a sentire di nuovo il suo sapore.  Che sto facendo? Non sono più io… la vera me gli avrebbe piantato cinque dita in faccia e sarebbe tornata a casa a piedi anche sotto l’acqua, invece ho addirittura contraccambiato il bacio, volevo contraccambiarlo! ... non ci capisco più niente.                                       Alzandomi da terra  mi dirigo nel soggiorno dove trovo mia madre seduta sul divano circondata dai vecchi album di famiglia mentre guarda ad una ad una tutte le foto risalenti ai tempi in cui eravamo felici. Mi siedo accanto a lei che mi accoglie con un sorriso porgendomene una che ritrae me piccola mentre con una mano mantengo il mio coniglietto e con l’altra mi aggrappo alla sua maglietta, la maglietta dell’uomo  di cui mi fidavo di più al mondo. La vista del suo viso è un pugno nello stomaco e in un attimo mi ritornano in mente tutti i momenti trascorsi con lui, le passeggiate al lago per dar da mangiare alle anatre, i giochi che facevamo assieme e le favole che mi raccontava tutte le sere prima di andare a dormire. La vita era perfetta… il mondo era perfetto, poi un giorno lui ha voluto rovinare tutto… ha voluto rovinare me e la mamma, che ancora lo ama nonostante tutto. Non posso più guardare il suo dannatissimo viso, fa troppo male.–Rimetti tutto a posto quando hai finito!- dico freddamente mentre mi alzo per andarmene in camera dopo averle restituito la fotografia.  –Tammy!- la voce sottile di mia madre frena il mio passo.  –Perché non sorridi più così?- chiede prendendomi alla sprovvista.  –Perché non ho più un motivo per farlo!- rispondo e riprendo a camminare. Spalanco la porta della mia camera e mi spoglio mentre vado in bagno per poi infilarmi sotto la doccia bollente. Mi concentro sul rumore dell’acqua per non pensare a nulla ma il mio tentativo è vano. Il viso di quel ragazzo è sempre li non riesco a mandarlo via. Mi chiedo dove abbia trovato la chiave per accedere alla mia mente. Chiudo l’acqua ed esco rabbrividendo per il cambio di temperatura. Mi infilo l’accappatoio e mi getto sul letto, nemmeno il tempo di chiudere gli occhi che crollo dal sonno.
 
[ una bambina dai capelli neri e con le guance paffute tiene la mano al padre mentre camminano nel parco.                                                                       “Papà mi compri il gelato?”   “Ne hai già mangiato un tesoro, poi chi la sente tua madre se ti viene il male al pancino!”   “Ma non glie lo diciamo…”             “Va bene… ma sarà il nostro piccolo segreto!” la bimba esulta e salta in braccio al papà. Il suo nido, il suo rifugio.
Poi d’un tratto la mano del padre non tiene più la sua… non si trovano più nel parco ma in un luogo vecchio e angusto… il padre va via senza portarla con sé e la bimba piange… ritrovandosi da sola nel buio… ]

Mi risveglio col viso bagnato dalle lacrime. Questi maledetti incubi non mi abbandoneranno mai, è la mia condanna. Mi alzo velocemente dal letto guardando l’ora. Stavolta sicuro faccio tardi. Mi vesto in fretta, infilando le scarpe e lavandomi i denti allo stesso tempo. Esco dalla stanza e corro a preparare le medicine per mia madre che come al solito sta dormendo sul divano… ha la Sua foto poggiata sul petto… entro in cucina prendo una mela ed esco di casa come un razzo correndo alla velocità della luce, e arrivo alla fermata giusto in tempo per vedere l’unico mezzo di trasporto che mi avrebbe portata a scuola partire senza di me a bordo. Ma perché il mondo mi odia così tanto?? Perché?????!!                                                             Rassegnata comincio a camminare a piedi, prima o poi dovrò pure arrivare no? Mentre l’idea di dover spiegare il motivo del mio ritardo ai professori si fa spazio nella mia mente una macchina familiare mi si accosta accanto, facendo si che il mio cuore prenda la rincorsa per farmi venire un infarto.–Ciao Harry!- dico fingendo noncuranza. –Hai bisogno… non so, di un passaggio?- chiede ironicamente sapendo perfettamente che ho appena perso il pullman. –Ehmmm no!- dico addentando la mia mela. –Non mi pare che la tua scuola sia molto vicina- dice seguendomi lentamente con l’auto. –Ho voglia di fare due passi!- mento spudoratamente.  –Starai scherzando? Due passi più altri duemilasettecentoventitrè!- dice incredulo.                               –Grazie dell’informazione molto utile…- dico continuando a mangiare la mia mela. Lui rimane in silenzio e continua a seguirmi con la macchina velocità  finché non mi fermo di botto. –La finisci di seguirmi?- esclamo infastidita.  –Hey! Guarda che vado verso la tua stessa direzione non è colpa mia!- risponde con sufficienza. -Possibile che devi andare così lentamente allora?- -Non posso prendermi una multa per eccesso di velocità!!... tzè!- dice guardando la strada. È sempre il solito. Stanca di continuare quel teatrino apro lo sportello della sua auto ed entro nella vettura.                                      –Ti sei decisa finalmente!- esclama Harry mostrandomi le sue dannatamente adorabili fossette. –Mi ero stufata di camminare!-                                       -Ceeerto!- mi fa il verso. Mi fa salire un nervoso! Però allo stesso tempo per quanto io voglia negarlo la sua vicinanza mi fa formicolare lo stomaco.         –Devi lavorare oggi?- mi chiede di soppiatto mentre cerco di distrarmi contando i lampioni. –Mmmh no oggi giornata libera- rispondo continuando a contare. –Bene allora oggi vengo da te!- dice mentre frena l’auto proprio di fronte alla mia scuola. -17- dico senza nemmeno riflettere.                            –Cosa?- dice lui non capendo la mia affermazione. Ed è normale perché colta dalla sorpresa ho detto ad alta voce il numero dei lampioni che avevo contato. –Ehm niente… perché dovresti venire da me?- -Per togliere i punti!-  risponde come se fosse la cosa più ovvia del mondo. -Scordatelo!- dico decisa.–Non puoi tenerli a vita Tammy!- dice con tono di rimprovero. Ok… ha ragione ma... –A casa mia c’è mia madre Harry-  -Allora ti vengo a prendere e vieni da me!- inutile… qualunque cosa io dica lui troverà una contro risposta. –D’accordo!- rispondo sospirando oramai rassegnata.            –Perfetto!- dice sorridendo soddisfatto. -Si, si!- dico mentre scendo dall’auto.  –Ci vediamo Tammy!- dice e parte a tutta velocità. E si lamentava per la multa che avrebbe preso per colpa mia! Comincio a camminare e mentre rielaboro le sue parole mi blocco. Un urlo di esasperazione mi esce dalla gola facendo girare tutti nel giro di cinque metri.–Che diavolo avete da guardare?!- esclamo mentre entro a passo svelto nell’edificio. Fortunatamente il mio armadietto è libero, in questo momento se avessi trovato quei due idioti a baciarsi se la sarebbero vista brutta. Nell’aprirlo un piccolo foglietto di carta mi vola quasi sul viso. Lo raccolgo da terra.  
“PER QUANTO ANCORA VORRAI MENTIRE AGLI ASSISTENTI SOCIALI?? IL GIOCO STA PER FINIRE INSULSA RAGAZZINA!!!”
 
Il sangue mi si gela nelle vene. Nessuno a scuola sa dello stato di mia madre… o almeno credo. Chi è che vuole farmi questo?? Lei non ha mai dato fastidio a nessuno… NON POSSONO TOCCARMELA!!! Un misto di terrore e rabbia si fa spazio nella mia mente. Mi guardo attorno come se potessi individuare tra quella immensa massa di studenti il mittente del messaggio. Ma ovviamente le mie ricerche sono vane. La campanella suona  ma non ci faccio caso, rimango quasi in stato di shock  con lo sguardo nel vuoto finché un bidello non mi richiama per entrare in classe. Le ore passano più lentamente che mai… non riesco a scacciare dalla testa il pensiero di quello che potrebbero farle se gli assistenti sociali vedessero lo stato mentale i cui si trova adesso. La rinchiuderebbero sicuramente in una clinica dove ci sono quelle  stanze vuote e bianche in cui sembra stare fuori dal mondo e la tratterebbero come un animale. Rabbrividisco a quell’immagine. Al termine dell’ultima ora corro come una forsennata fuori da quell’edificio inutile e senza nemmeno aspettare il pullman, quella strada che stamattina pareva così lunga da fare la percorro a perdifiato, rischiando quasi di essere investita. Mi precipito in casa dove con mio grande sollievo la trovo a guardare la tv.  Il suo viso dolce mi intenerisce a tal punto che ancora con il fiatone mi getto su di lei e l’abbraccio come se potessero portarmela via da un momento all’altro. Ed è proprio questo che temo.                                                   –Tammy! C-cosa c’è?- chiede stupita dal mio improvviso gesto d’affetto. Sono anni ormai che non la stringo più così, avevo smesso si dimostrarle quanto tenessi a lei, ma adesso…                                                                                                                                                                                          -Ti voglio bene mamma! Non sai quanto!- dico con voce tremolante. E lei non chiede altro, semplicemente ricambia il mio abbraccio, in silenzio.  



NOTA:
ATTENZIONE questo capitolo non è un miraggio, ripeto, non è un miraggio!!                                                                                                                       Lo so, saranno mesi oramai che non aggiorno e giuro che mi dispiace tantissimo. Ho dovuto studiare come una matta perchè il mio liceo non è dei più semplici e soprattutto verso gli ultimi tempi, come credo succeda a tutti, i professori ci hanno ammazzato di compiti.                                                         Comunque sia chiedo venia.                                                                                                                                                                                                   Detto questo, come potete notare il capitolo non è lungo come i primi ma non riuscivo a trovare un finale diverso. Comunque sia chi è l'autore del bigliettino anonimo? eheh si scoprirà più avanti, ma voi siate pure libere di fare le vostre ipotesi, sono curiosa!! ewe                                                         Tammy, si sta sgretolando piano piano, e si può capire da qui che lei voleva un bene  dell'anima a suo padre, e non riesce ad accettare il fatto che se si sia tolto la vita. Lo prende come un torto personale, e in un certo senso ha ragione!                                                                                                            Okkey come al solito ho scritto un bordello, tra poco il commento è più lungo del capitolo! Mi fareste molto felice se metteste le vostre considerazioni personali e le vostre ipotesi.                                                                                                                                                                                                   SOLITO:  mio account twitter: https://twitter.com/kioko96Japan
ah dimenticavo grazie a tutte coloro che commentano, siete dolcissime ogni volta mi fate quasi arrossire ewe *w*
okappa un BACIONE GIGANTE SMACK
Flo
ps: sicuramente avrete notato che i capitoli non sono suddivisi bene e sembrano tutto un blocco, è perchè sono un'imbranata e non so usare il codice html uffaaaaaa!

 

 

  
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