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Autore: Julia of Elaja    23/06/2014    1 recensioni
Fantasy-Crossover
Elaja: splendida isola in un universo parallelo al nostro.
Un tiranno la governa da secoli e il popolo è stremato, nessuno riesce più a vivere serenamente; la speranza di tutti è riposta nella profezia della ninfa Dedale e tutti aspettano il giorno in cui i quattro terrestri arriveranno a salvare l'isola dal declino.
Siete pronti a vivere un'avventura mortalmente divertente?
Allora questa storia fa per voi: eccovi il primo volume della Saga dei quattro re di Elaja!
I personaggi che troverete vi saranno familiari, ne sono certa... ;)
Buona lettura!
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le avventure dei quattro re'
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La battaglia poteva anche fermarsi; era inutile andare avanti, in quelle condizioni.
Peter, re di Narnia, piangeva lacrime amare di rabbia e tristezza; Julia era morta, cos'altro avrebbero dovuto fare?
A cosa serviva combattere ancora se uno dei quattro re della profezia era passato ad un'altra vita?
Vegeta l'aveva portata via dal folle Eragon, evitando così che il corpo della giovane donna venisse martoriato a colpi di spada; un attacco di fuoco in pieno petto l'aveva uccisa sul colpo.
Dunque Vegeta, pronto a scattare, aveva raccolto la ragazza ed era volato via verso l'accampamento; depositato il corpo esanime, era poi ripartito in volo con le lacrime agli occhi, urlando parole incomprensibili di rabbia.
“Dove sarà andato?” chiese Bulma, fissando il cielo nero.
“Ad uccidere Eragon, credo”.
Bowlish era in ginocchio, contemplava sua sorella che ormai dormiva un sonno senza risveglio; era tutto così sbagliato, così ingiusto... lei, che aveva tanti sogni e tante ambizioni...
Affianco a lui, Nix stringeva Hermione a sé e Maryanne stava tra le braccia di Edmund e Susan, piangendo ininterrottamente.
“Eppure, la profezia...” cominciò Susan “Diceva che i quattro re avrebbero regnato. La morte di uno di loro non era contemplata”.
Bowlish si strinse nelle spalle; “A quanto pare ci sono delle variabili che Dedale non aveva considerato. Come Eragon posseduto”.
Il silenzio più totale era calato lì attorno a loro; la battaglia non era iniziata, non ancora, perché le uniche persone che arrivavano dal castello erano tre fuggiaschi che volevano unirsi alla ribellione. Ariel, principessa dei sette mari, e Aladdin e sua moglie Jasmine, regnanti di Agrabah.
Ma la notizia della morte di Julia si era diffusa rapidamente nell'accampamento, devastando il morale di tutti.
Alcuni piangevano in silenzio, altri rabbiosi avevano iniziato ad affondare la spada nervosamente nel terreno; altri ancora gridavano che era inutile cominciare a combattere se prima ancora di iniziare la regina suprema era già morta.
L'unica a non dir nulla era stata Malefica; in silenzio, contemplava la salma della bella Julia, spostando il suo sguardo dai lunghi capelli ai suoi occhi chiusi, al sorriso che le segnava il volto dolcemente e le labbra appena dischiuse, segno di sorpresa per l'attacco subito, per quella morte che l'aveva colta inaspettatamente.
“Peter, non piangere, ti prego”; Lucy stringeva suo fratello in un abbraccio pieno di amore e dolore, ma lui era davvero inconsolabile. Il giovane re continuava ininterrottamente a piangere, fissando basito la salma della ragazza.
“Tu non puoi fare nulla, Malefica?” chiese poi Maryanne, facendosi avanti e fissando la strega.
Ma quella scosse il capo; “L'unico che forse potrebbe aiutarci a recuperare la sua anima è... Ade”.
“Puoi chiamarlo?”.
“Non credo sia dalla nostra parte” fu la solenne risposta della donna “Io e Ade avevamo rapporti molto stretti, prima che io andassi via dal palazzo... ma ora non so più nulla di lui. E temo si sia schierato dalla parte di Abu”.
“Ma tu, volendo, potresti provare a contattarlo telepaticamente?” continuò Nix, alzando il capo e guardandola implorante “Se solo noi...”.
Ma un urlo disarticolato, carico di rabbia e sofferenza, interruppe il ragazzo; Peter aveva sguainato la spada e stava correndo verso il colle dove poco prima si era diretto Vegeta.
“Peter, no!” Susan balzò in piedi e rincorse suo fratello, seguita da Lucy e Edmund.
“Ma che gli è preso?” balbettò Maryanne sconvolta.
Ma Bowlish sospirò: “Possibile che tu non capisca? Era innamorato di Julia. E ora la vuole vendicare”.
La ragazza tacque, fissando di nuovo la cugina esanime per qualche istante; “Non dovevi farti ammazzare. Non era previsto”.
Poco distante da lì, Murtagh fissava agghiacciato la scena; non voleva avvicinarsi troppo al corpo di Julia, aveva timore della morte, soprattutto quella che aveva colto la giovane regina.
Suo fratello l'aveva uccisa; scosse la testa, cercando di scacciare quel brutto pensiero, ma era la verità più assoluta, alla quale doveva arrendersi.
Suo fratello Eragon era diventato un assassino spietato.
Avrebbe dovuto accettarlo.
“Cerca di non pensarci. Concentrati sulla battaglia”.
La voce di Castigo, nascosto poco lontano da lì, gli riverberò nella testa; “Vorrei poter fare qualcosa".
Ma il drago continuò: "Non puoi fare nulla, ormai. Pensa solo alla battaglia, Murtagh".
Il ragazzo annuì tra sé e sé, non troppo convinto; fissava con sguardo vuoto prima il cadavere della ragazza per poi osservare l'accampamento, immerso nello sconforto e nel silenzio.
Sapeva di devastazione, quella mancanza di rumori; di paura, terrore, sconforto più totale.
Cosa avrebbe potuto tirar su il morale di tutti?
Ora solo la paura albergava negli animi, e aveva spento anche l'ultima scintilla di speranza; Julia se ne era andata e con lei tutte le probabilità di vittoria.
Murtagh ripensò a Nasuada, prigioniera nel Castello; lei, solo lei in quel momento sembrava essere il suo faro di speranza, un'ancora a cui aggrapparsi per non affondare nel mare della rassegnazione.
Cosa avrebbe potuto fare per dare anche agli altri qualcosa a cui reggersi, un pensiero che potesse dar loro la forza di combattere?

 

*


Vegeta volava nervosamente avanti e indietro sui colli da circa trenta minuti.
Le lacrime continuavano a scendere, ma a lui non importava; nessuno era lì che poteva vederlo, per cui aveva dato libero sfogo a quella tristezza che gli attanagliava il cuore.
Julia, per lui, era come una figlia; non poteva essere morta, no... era assurdo...
"DANNAZIONE" urlò scagliando colpi dovunque "DOVE SEI, MALEDETTO?!".
Eragon non si era più visto; dopo aver ucciso Julia era scomparso, probabilmente era tornato al Castello... eppure nessuno lo aveva visto. Che avesse acquisito il potere di rendersi invisibile?
Spostò lo sguardo sotto di lui; l'immenso accampamento sembrava più silenzioso che mai. Dal cielo iniziavano a scendere gocce di pioggia, che cadevano su ogni cosa, preludio di un grande temporale.
E Vegeta pianse, pianse tutte quelle lacrime che mai nella sua vita aveva cacciato; per una volta, sentiva il suo cuore stringersi al pensiero della morte di quella giovane donna, destinata a regnare, che invece da quel momento avrebbe abitato gli Inferi.
Già, gli Inferi che anche lui aveva conosciuto, luogo di incessante strazio e dolore.
Voleva fare qualcosa; ma cosa?
Di Eragon non c'era traccia alcuna; chissà dove era scappato. Deluso e sconfortato, dopo aver dato un'ultima occhiata attorno si gettò sul terreno umido e pianse rabbiosamente, urlando al nulla, gridando al cielo nero e plumbeo.
Un tuono fece tremare tutto attorno a lui; non c'era più alcuna speranza, ormai, era inutile illudersi che la profezia potesse avverarsi, perché ormai Julia era morta... Dedale aveva sbagliato tutto.
Che senso aveva andare avanti?

 

*


Aprendo gli occhi, Julia capì subito di trovarsi in un luogo decisamente diverso da quello in cui, poco prima, si trovava.
Stesa a terra su una superficie dura e calda, la prima cosa che avvertì fu il caldo opprimente che quasi la soffocava.
Un dolore forte le lacerava il petto, impedendole di respirare come avrebbe voluto; cosa le era accaduto? E dove si trovava in quel momento?
Si mise seduta e si guardò attorno; pareti rocciose la attorniavano, e a terra un'insolita ghiaietta rossiccia le stava segnando la pelle delle mani e delle braccia.
Continuando ad osservare lo strano ambiente realizzò di trovarsi in una grotta; si mise in piedi e camminò con passo svelto verso l'uscita, un'enorme apertura nella roccia lì di fronte a lei.
“C'è nessuno qui?” urlò, guardandosi attorno una volta fuori; uno stretto corridoio roccioso dai toni amaranto correva dirigendosi sia a destra che a sinistra. Julia prese a destra, camminando veloce; quel luogo non le piaceva e non riusciva a capire dove fossero gli altri.
Forse l'avevano fatta prigioniera? Si trovava nelle segrete del Castello? O forse Vegeta l'aveva nascosta da qualche parte, così che Eragon non la potesse trovare?
Ricordava solo il volto feroce del giovane ragazzo che la guardava inviperito; poi l'ultima cosa che aveva avvertito, prima di chiudere gli occhi e svenire, era stato un lancinante colpo al petto. Di certo, Vegeta le aveva lanciato un attacco lieve così da farla addormentare e poterla portare via da Eragon.
“Dannato testone che non è altro” si disse, pensando al Saiyan “Gli avevo detto di lasciarmi lì, di farmi parlare con Eragon!”.
Il corridoio si diramava a T, in un certo tratto; mantenendosi sulla destra, Julia cominciò a preoccuparsi seriamente sul dove si trovasse. Il caldo era sempre più insopportabile, più camminava più le sembrava di avvicinarsi alla fonte di quel calore atroce...
“Carne fresca! E tu chi sei?”.
Una voce sgradevole e acida la richiamò; Julia si voltò a quel richiamo, per veder spuntare da un apertura nella roccia un'ombra violacea di una  donna, dall'aspetto alquanto familiare, l'aria quasi folle e completamente stralunata...
“Chi sei?” chiese “Mi sembra di averti già conosciuto”.
La donna sorrise, scuotendo i lunghi capelli crespi: “Dici di avermi già conosciuto? Piccina, cosa ne sai tu di me?” le strinse le guance ridendo come un'ossessa.
“Bellatrix!” esclamò allora Julia, riconoscendo nel tono di voce maniacale e nelle palpebre pesanti la donna di cui aveva letto in molti libri “Tu sei Bellatrix Lestrange!”.
Quella le rispose con un ghigno; “E tu chi saresti, mocciosetta?”.
“Una regina” rispose Julia risoluta; sapeva della mania di quella donna per i Mezzosangue e di certo non voleva trovarsela addosso mentre cercava di ucciderla.
“Lasciala stare, Bella”.
Una voce imperiosa di uomo fece sgranare gli occhi alla donna; si voltò e sembrò fissare a lungo l'oscurità dietro di lei.
“Ma... lei è...”.
“Lei deve venire con me. Quindi taci e lasciala in pace. Intesi?”.
Digrignando i denti e borbottando qualcosa sottecchi, dopo aver rivolto un cenno quasi rabbioso a Julia la famosa Mangiamorte si allontanò, il passo instabile e le mani contratte a pugno.
“Grazie” Julia si rivolse all'antro dal quale era provenuta la voce d'uomo “Ma chi sei? E perché dici che devo venire con te?”.
Un bagliore bluastro le illuminò appena il volto, prima che realizzasse chi si trovasse lì davanti a lei in quel momento.
“TU!” urlò forsennatamente “Che diamine vuoi da me?”.
“Calma, signorina! C'è stato un... cambio di programma” ghignò Ade, facendosi più vicino a lei, l'espressione divertita.
“Stammi lontano” minacciò Julia “O dovrò farti fuori”.
Ade esibì un'espressione esasperata; “Pronto? Sono il Dio dei morti. Non puoi uccidermi, ricordi?”.
Spiazzata dalla banalità di quell'affermazione, Julia cercò di guadagnare tempo: “Allora ti renderò la vita un inferno. Perché l'unico scopo della mia vita è quello di...”.
“Era, direi, nel tuo caso” ridacchiò Ade.
Julia lo fissò sbigottita; “Cosa intendi dire?”.
“Be'... nel caso non lo avessi ancora capito, tu sei morta, mia cara. Defunta. Non per niente ti trovi negli Inferi, in questo preciso istante”.
All'iniziale sensazione di vuoto seguì un attacco di ilarità esagerata; “Finiscila di fare l'idiota. E combattiamo, se è questo che vuoi”.
“Forse non hai capito. Tu sei morta, Julia. Dico sul serio. E se davvero non mi credi, prova a chiedere alla Lestrange”.
La ragazza si posò una mano sul petto; possibile che quel matto stesse dicendo quelle cose solo per spaventarla?
Eppure la sua mano non si era posata sul petto, ma lo aveva attraversato come fosse aria... e non avvertiva il martellare del suo cuore contro il suo costato...
Si fissò allucinata le mani, sentendosi quasi un mostro; “No” balbettò, la bocca asciutta, mentre scuoteva la testa.
“Sì” ripeté Ade con fare seccato “E ora dammi ascolto”.
“NO!” urlò lei, in preda al panico.
E fuggì, scappò via da quel luogo, diretta chissà dove.
Non poteva e non voleva crederci; eppure avrebbe dovuto accettare, prima o poi, che altro non era se non un'anima che vagava in pena lontana dal suo corpo.
Un'anima che era stata strappata dalla vita proprio dall'uomo che amava.
Forse era proprio quella la cosa che più l'aveva sconvolta; una morte così violenta, chi mai l'avrebbe immaginato?
Piangendo, correva via, senza meta; sapeva solo di dover correre, veloce, lontano...
Finché un enorme fiume dagli accesi colori rossastri e arancioni e incandescenti esalazioni non la bloccò.
Urla di dolore e disperazione sembravano uscirne.
“Bene. Ora che sei arrivata qui, vuoi sapere come poter tornare là fuori, ragazzina?”.
Julia si voltò; Ade era lì affianco a lei, l'espressione esasperata.
La ragazza annuì: “Perché mi stai aiutando?”.
Ade le sorrise: “Ringrazia Malefica, quando tornerai su” si limitò a risponderle “E ora... ascoltami attentamente, mocciosetta”.
"Voglio sapere" lo interruppe Julia "Cosa c'entra Malefica con te?".
"Ehi" Ade ridacchiò e la fiamma sulla sua testa si fece più vivida "Questi non sono affari che ti riguardano. Diciamo solo che... anche noi malvagi abbiamo un cuore".
"Fammi capire... tu... e Malefica?" scoppiò Julia, con un gran sorriso.
"Finiscila. Adesso" le intimò il Dio dei morti, ma la ragazza cominciò a insistere per saperne di più.
Gli occhi al cielo, Ade la interruppe: "Allora, preferisci tornare in vita o stare qui a delirare come una bimbetta?".
La ragazza si ricompose all'istante: "Sono tutt'orecchie" esclamò, schiarendosi la voce.
"Molto bene" cominciò Ade "E adesso... stammi a sentire".




N.d.a.

Salve :3
Eccovi il nuovo capitolo delle nostre avventure con i quattro cugini pugliesi.
Dunque... Julia è morta. AMEN. Pace. Eragon l'ha uccisa e lei è andata agli Inferi.
Però, a quanto pare, Ade è lì per aiutarla e tutto grazie a Malefica.
Che ci sia del tenero tra i due?
Avanti, Ade, rivelaci qualcosa!
ADE: "Ma perché devi creare sempre nuove coppie, eh? Possibile che anche tra noi cattivi devi far nascere qualcosa?".
IO: "Sì" sorriso da idiota "Perché anche voi cattivi, sotto sotto, avete del buono in voi".
ADE: "Povera illusa".
IO: "Dai, Malefica è una bella donna però!".
ADE: "Non lo nego, ma preferirei star solo".
IO: "Non in questa storia, bello mio, perché qui sono io la scrittrice e si fa a modo mio!".
*Ade si alza e va via, disperato*
Per oggi è tutto amici, ci si aggiorna presto con il prossimo BOLLENTE capitolo! ;)
Baci!
Julia :D

 

   
 
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