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Autore: Gipsiusy    23/06/2014    2 recensioni
Per Stiles era anche peggio. Più il suo amico gli sorrideva, gli spiegava tutti i vantaggi che aveva nell’essere in un branco e tutto il resto, più gli faceva male.
Perché, anche se tutti gli avevano detto che non era vero, anche se i suoi occhi erano dorati, non significava non potesse sentirsi in colpa. E a ragione, soprattutto.
[...]
C’erano degli stadi della pazzia?
No, quelli erano quelli del dolore.
Negazione. Allison non può essere morta. Nessuno può ucciderla.
Rabbia. Non osare, Al, non scherzare. Non così. Non con me.
Auto - recriminazione. Avrei dovuto capire subito che c’era qualcosa che non andava. La conosco meglio di chiunque altro. Avrei dovuto saperlo.
Depressione.
[...]
Lydia non sentiva niente.
Non udiva assolutamente nulla.
Nulla che non fossero le normali voci di tanti adolescenti alle prese con la vita di tutti i giorni.
Davvero, era tutto normale.
Anche lei.
Scritta prima della 3x20, ambientata dopo la s3
Per mera casualità Allison è morta anche qui, ma Aiden è vivo e vegeto.
Scott, Lydia e Isaac cercano una maniera per sopravvivere alla perdita di qualcuno che amavano e Derek è preoccupato in particolare per Stiles
Avvertimenti: Werewolf!Stiles,Angst,violenza
Sterek pre-slash
Enjoy!
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Derek Hale, Isaac Lahey, Lydia Martin, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Mistake You Can't Live Without'
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Note iniziali: Ciao, sono Sara la beta di Giusy, nonchè incaricata delle prossime tre pubblicazioni. 
Siccome Giuseppina  (TiVuBbì) è al mare e senza internet se non dal cellulare, è leggermente impossibilitata e ha chiesto a me, e io lo faccio con piacere, dato che per me lei lo ha fatto a suo tempo.
Ora, questa storia per noi vuol dire molto, vuol dire un sacco di tempo a sclerare, a ragionarci e a inciuccarci sulle frasi e sulle scene stronze che non uscivano.
Se voleste lasciare un commentino qua sotto nello spazio bianco ne saremmo estremamente grate.
Vivubbì for ever. <3
Detto questo, vi lascio alla lettura e ci sentiamo Martedì con la parte 4. :)  


Parte tre

 

Stiles arrivò alla vecchia casa Hale ma si fermò troppo tardi, capitolando sui gradini dell’ingresso e finendo di faccia per terra.

Si rialzò, mormorando contro nessuno in particolare, ed entrò, cercando di individuare Derek.

Era seduto sulla cima della grande scalinata, miracolosamente integra nonostante tutto, immobile a fissare il nulla. Non diede segno di aver notato la sua presenza, anche se era impossibile non farlo.

Stiles si grattò la testa. Che lo stesse facendo di proposito? Strinse gli occhi, in una smorfia di irritazione.

“Ehy..” disse alla fine, cercando di attirarlo. “Derek!” lo chiamò ancora. “Dannato Sourwolf la pianti di ignorarmi?”

“Cosa vuoi?” chiese infine il lupo, senza scomporsi.

“Stamattina sembravi avere un’urgenza assurda di dirmi qualcosa, e poi sei sparito. Ed era su Scott quindi.. cos’era?”Stiles dondolò sul posto. Quel ragazzo aveva la straordinaria capacità di farlo sentire in imbarazzo, e lui era famoso per la sua non - chalance in qualsiasi situazione.

Derek finalmente lo degnò di un’occhiata, e decise di scendere le scale con tutta la lentezza dell’universo.

Se non altro sapeva come farlo irritare.

“Allora?” domandò il castano, una volta faccia a faccia.

“L’altra sera, quando tu sei fuggito, il piano era usare la sua voce da Alpha grande e potente per riportarti indietro. Sarebbe stata una soluzione un po’ drastica,ma avrebbe impedito ogni altro disastro che fortunatamente non è avvenuto. Il problema è, giunto il momento in cui il suo lupo sarebbe dovuto uscire fuori, non c’è riuscito.” Mentre parlava si muoveva davanti alla scalinata, dove Stiles si era seduto.

“Deve essere per via.. Si, insomma.. Per via di Allison.” Commentò Stiles, prendendosi la testa tra le braccia.

“Senza dubbio, deve passare il periodo di lutto. E non sarebbe un problema, se non fosse che in questa città non esiste un periodo di pace reale. Tempo qualche giorno ed arriverà qualcun altro deciso a uccidere tutti e un Alpha, il nostro Alpha è inutile se non può usare la sua forza. Noi siamo inutili.”

Derek incrociò gli occhi nocciola per un momento, per essere sicuro che l’altro avesse capito. Stiles annuì.

“E adesso Scott è chissà dove..” mormorò preoccupato.

“Ha solo bisogno di schiarirsi le idee. Probabilmente incontrerà Isaac.. Spero solo che non combattano..”

“Combattere?”

Il più grande lo guardò, eloquente.

“Amavano entrambi la stessa ragazza, entrambi stanno soffrendo. Tutto dipende da come Isaac sta reagendo a tutto..”

“Ma.. Non possono farsi del male a vicenda, no? Sarebbe assurdo!” Stiles saltò in piedi.

“Il dolore non ha una logica. A nessuno importa cosa è assurdo e cosa no quando perdi qualcuno.. Dovresti saperlo.”

Il commento di Derek fu cupo, triste. Il più giovane gli si avvicinò, e di slancio decise di mettergli una mano sul braccio.

“A proposito, Derek.. Mi dispiace, per quello che ho detto stamattina. Non volevo essere.. Non ho pensato a quello che stavo dicendo.” Gli strinse piano il braccio, aspettandosi di vederselo staccare a morsi.

“Dovresti stare attento alle parole che usi. Sono molto più potenti dei tuoi denti.” commentò solo il moro, ma annuì, accettando le scuse.

Per un attimo, verde e nocciola si scontrarono, ma prima che anche solo pensassero a qualsiasi cosa il cellulare di Stiles squillò. Deaton.

Bastarono poche parole perché Stiles attaccasse e guardasse l’altro, che aveva un sopracciglio alzato. Ovviamente aveva origliato la conversazione.

“Che ne dici di traslocare? Ho sentito che l’Ohio è fantastico.. Tutti a cantare e ballare..” disse con sarcasmo Stilinski mentre si dirigevano dal veterinario.

***

“In pratica non sappiamo nulla eccetto che c’è qualcosa?” domandò Stiles, alzando un sopracciglio.

“In parole povere, si. Ma ho qualcos’altro. Qualsiasi cosa sia, ha un obiettivo ben preciso e non vuole perdere tempo. E’ molto astuto, me ne sono accorto solo per caso. E’ discreto, non vuole troppa pubblicità..” Deaton spiegò con la solita flemma.

“Ma è almeno pericoloso? Voglio dire, d’accordo c’è stata attività sovrannaturale, ma deve essere per forza una cosa negativa? Non può essere.. Che ne so.. Un rito per la fertilità o che so io?”

Derek osservò il castano, piegando di lato il capo. “Si, certo, perché abbiamo avuto così tanta fortuna negli ultimi tempi..”

Erano entrambi appoggiati al tavolo operatorio del veterinario, in una posa simile con le braccia incrociate. Stiles gli diede una gomitata, facendo una smorfia.

“In effetti sono d’accordo con Derek. Vi converrebbe controllare o qualcosa del genere.. O almeno tenere gli occhi aperti.” commentò Deaton. I due annuirono, riflettendo sul da farsi.

“Potremmo andare da Chris, vedere se ha qualcosa di utile per localizzare..” mormorò Derek sovrappensiero. Stiles espirò violentemente ed abbassò lo sguardo. Non si era ancora confrontato con l’uomo e non voleva farlo.

Ma come sempre qui c’era qualcosa di più grande in ballo, e non potevano rischiare di perdere qualcun altro per delle inattenzioni, annuì.

Erano arrivati alla clinica nella Jeep di Stiles, quindi ripresero quella per andare a casa Argent. Stiles non disse una parola per tutto il tragitto tranne quando fermò l’auto.

“Devo entrare per forza, vero?” disse a bassa voce. Derek sapeva a che si riferiva.

“Voglio dire, so che devo, perché prima o poi dovrò affrontarlo,” il più giovane aveva le mani ancora poggiate al volante. “è che mi sembra.. Assurdo, andare a chiedere il suo aiuto. Proprio io, proprio ora.”

“Non vedo perché. Tutti sappiamo che non è colpa tua, anche Chris, soprattutto Chris,e prima lo accetterai prima starai bene, e con te staranno bene tutti gli altri.” Derek parlava con calma, con un tono un po’ da insegnante ma senza dubbio efficace.

“Tu come hai fatto?” chiese Stiles guardandolo.

“A fare cosa?”

“Con Paige.. E Kate.. E Jennifer - sul serio amico smetti di uscire con le donne! No, volevo dire, come ha fatto con il senso di colpa?” virò il capo per osservare la sua reazione. Il moro, a sua volta, dirottò lo sguardo fuori dal parabrezza.

“Avevo un motivo per non lasciarmi andare. Con Paige è stato brutto, ma avevo ancora la mia famiglia.. E di Kate sono venuto a sapere solo molto tempo dopo. In pratica il motivo per cui ancora frequento zio Peter è perché ha fatto quello che io non avrei avuto il coraggio di fare, anche se dovevo..” poi sembrò rischiararsi dai propri pensieri. “Forza, sii uomo e affronta questa cosa. O se proprio non riesci da uomo, fallo da lupo” e uscì dalla Jeep. Stiles restò a fissare il punto in cui un attimo prima c’era l’altro, per poi scuotere la testa e scendere a sua volta.

“Un momento.. Da quando lo chiami Chris?”

***

Mr. Argent era sempre stato un tipo serio, composto all’apparenza, sicuro di se. Incuteva un leggero timore agli altri, ma solitamente bastava conoscerlo per capire che non era pericoloso. Se non eri un lupo o una qualsiasi creatura sovrannaturale.

Di quell’uomo adesso non era rimasta neanche una traccia.

Melissa McCall, la mamma di tutti, non potendosi prendere cura di suo figlio – dei suoi figli – aveva deciso di dare aiuto ad un uomo che aveva perso tutto. Fu felice di constatare però, quando arrivò all’appartamento, non era sola.

John Stilinski l’aveva già preceduta, infatti. L’uomo aveva trovato naturale andare dall’unico altro genitore oltre Melissa invischiato in quella faccenda e offrire, per quel che valeva, il suo aiuto.

Chris non aveva neanche la forza di ribattere. Accettò di buon grado la compagnia di John e le piccole cure di Melissa, come l’assicurarsi che mangiasse almeno un pasto completo al giorno o mettere un po’ a posto l’appartamento.

Ora che era pulito di armi, poi, non gli sembrava neanche più casa sua.

Ma sapeva che tutto questo era inutile. Apprezzabile, certo, ma inutile. Senza Allison non serviva a nulla. Lui non serviva a nulla. Non aveva un lavoro, non aveva uno scopo, non aveva nessuno a cui importasse.

Tanto valeva farla finita.

In quel momento qualcuno bussò alla porta.

***

Quando ad aprire la porta Stiles trovò suo padre quasi urlò.

“Cosa ci fai qui?”

Ma l’uomo non era da meno.

“Cosa ci fate voi qui? Tu non dovresti fare i compiti?”

Stiles pensò che il padre aveva quasi ragione. Derek prese la parola.

“Siamo qui per chiedere l’aiuto di Chris. So che non è il momento ideale, ma non vogliamo correre rischi, specie ora che siamo più.. Vulnerabili.”

Tra i due uomini passò un lampo di intesa.

“Entrate.” disse infine lo sceriffo. Derek non se lo fece ripetere due volte ed entrò nel piccolo salotto, dove Chris era seduto davanti alla televisione che mandava in onda una qualche vecchia partita.

Stiles invece preferì rimanere nel vestibolo, in penombra. Melissa uscì dalla cucina, salutando il ragazzo con un cenno di capo, mentre Derek spiegava a grandi linee cosa stava succedendo. O non succedendo.

“Siete qui per un sospetto?” chiese infine lo sceriffo.

“Non vogliamo che si tramuti in realtà, ecco tutto.” Osservò il moro, cercando Stiles con lo sguardo, che aveva il suo piantato su pavimento.

“E a cosa vi servo io?” chiese Chris, freddo.

“Sei il cacciatore più esperto, quindi immagino conosca un modo per rintracciare il sovrannaturale, di qualsiasi forma sia..”

“Qualsiasi cosa possiamo provare qui sarebbe inutile. Il potere del Nemeton copre qualunque cosa. Però possiamo cercare nei vecchi libri di famiglia. Non si sa mai, gli Argent sono pieni di.. Sorprese.” Concluse l’uomo, con tono amaro. Sembrava stare per alzarsi, ma poi sembrò ripensarci.

“Stiles.” disse solo, e il ragazzo quasi saltò sul posto.

“S - si?” Stiles non balbettava mai. Neanche con Peter, che davvero aveva avuto il potere i terrorizzarlo, aveva farfugliato.

“Vieni qui” ordinò l’uomo. Derek avvertì il cuore del ragazzo accelerare considerevolmente. Stiles si avvicinò, mettendosi accanto al moro e di fronte a Chris.

“Ascoltami bene, perché te lo dirò solo una volta. So che vuoi rimediare a tutto quello che hai fatto, e so che sei consapevole che non puoi. Ma puoi impedire che accada di nuovo, e sono sicuro che lo farai. Onora la memoria di mia figlia”

Stiles annuì solamente. Chris quindi si alzò e andò nel suo studio, tirando fuori un po’ di libri.

Per un po’ tutti si misero all’opera, Stiles visibilmente più rilassato mentre era nel suo elemento. Si scambiarono quelle poche informazioni che trovavano, senza avere nulla di realmente rilevante.

Nel mentre, Melissa aveva deciso di iniziare a preparare la cena e John si avvicinò discretamente a Derek, che stava osservando alcuni documenti.

“Derek?” l’uomo richiamò l’attenzione del lupo, che alzò lo sguardo.

“Dica sceriffo.”

John agitò piano la mano. “Chiamami John, andiamo.. Volevo chiederti solo una cosa. Un favore personale, più o meno.”

Derek annuì, in attesa.

“Tieni d’occhio Stiles. Mi fido di te, ho visto come eri preoccupato mentre lo cercavamo. Sei venuto una decina di volte nella sua stanza in quei due giorni in cui era disperso, e questo significa tanto. Anche se adesso sono un po’ più tranquillo, paradossalmente, perché è un licantropo, ma è spericolato ed entrambi lo sappiamo quindi.. Nulla, solo bada a lui.”

Derek annuì, di nuovo, e accennò un sorriso. “Non sarà un problema.” ma, prima che potesse aggiungere altro, Stiles proruppe dall’altro lato della stanza.

“Papà posso sentirti. E so che lo sai.” Il ragazzo si avvicinò ai due, “Non ho bisogno di una balia, anzi ho salvato il didietro a questo qui più volte di quante ne abbia fatte lui quindi ha decisamente sbagliato persona.”

Lo sceriffo semplicemente lo ignorò e si rivolse all’altro.

“Grazie Derek.”

Derek fece un cenno con il capo, poi due cellulari iniziarono a squillare contemporaneamente.

“E’ Deaton.” mormorò Stiles rispondendo. Nello stesso momento Melissa rispose al suo “Scott!”

Entrambi parlarono per poco tempo al telefono. Stiles riattaccò con una strana smorfia sul volto, mentre Melissa sorrideva.

“Era Scott, lui e Isaac stanno tornando a casa. Scusa Chris, lì è tutto pronto, io devo scappare io.. Ci vediamo domani. John, rimani tu?”

Lo sceriffo annuì e la donna salutò tutti velocemente.

“Cosa ha detto Deaton?” chiese Derek sbrigativo.

“Sa cosa dobbiamo cercare. Scott è tornato?” Stiles raccolse la sua giacca e un po’ di fogli che stava osservando. “Mr. Argent.. Chris.. Posso prenderli questi?”

L’uomo annuì e in poco tempo anche i due lupi furono fuori di casa.

I due uomini si guardarono, un attimo.

Poi a Chris sfuggì un flebile, quasi invisibile sorriso, e lo sceriffo sorrise con lui.

Ci sarebbe voluto tempo, tanto tempo, per ricominciare a funzionare, ma Chris Argent ce l’avrebbe fatta.

 

***

Melissa rientrò in casa trafelata. Voleva mettere su qualcosa da mangiare, ma l’istinto le diceva semplicemente di attendere perché due dei suoi figli stavano tornando a casa, ma non aveva idea di quali fossero le condizioni in cui versavano.

Quando udì la porta aprirsi scattò in piedi e andò incontro a Scott che sorreggeva Isaac come poteva. Prima che però la donna potesse fare domande il moro le diede un’occhiata che le fece intendere che non era il momento, quindi si prodigò a far sistemare Isaac sul divano. Prese gli asciugamani e delle erbe che Deaton le aveva dato per ogni evenienza.

Scott aveva già sollevato la maglia, rivelando le ferite parallele lungo l’addome.

Curò il ragazzo con attenzione e gli sorrise quando il biondo aprì gli occhi.

“Hey..” gli accarezzò il capo “È da un po’ che non ci vediamo”

“Come..” tentò di dire il biondo “Come sono arrivato qui?” Deglutì a vuoto, con la gola secca. Dal nulla comparve un bicchiere d’acqua che il biondo mandò giù quasi tutto ad un fiato.

“Scott. Adesso riposa, vado a preparare un po’ di zuppa per entrambi” la donna sorrise e si alzò, dirigendosi in cucina.

Il biondo si mise seduto e tenne lo sguardo basso, non volendo incontrare quello di Scott che sentiva su di sé.

“Non farlo mai più.” disse il moro. Non si sedette accanto a lui, non era il dolce ragazzo, amico di tutti che aveva conosciuto mesi addietro. Era qualcuno che aveva passato più di quanto dovesse.

“Ho già perso.. Lei. Non posso perdere nessun altro. Specialmente te. Te lo dico da amico, ma posso ordinartelo da Alpha se serve”

Azzurro e cioccolato si incontrarono. Scott appariva distrutto, come se non dormisse bene da giorni, e probabilmente era così.

Isaac annuì. “Grazie per avermi portato indietro.”

“Avevamo entrambi bisogno di tornare a casa.” Scott si sedette accanto a lui, rilassandosi mollemente sul divano. Rimasero così, in silenzio, finché Melissa non li chiamò a tavola.

La donna li osservò silenziosamente durante la cena, mentre cercavano di mandare già il più possibile. Scott diede una mano ad Isaac per salire le scale e lo lasciò collassare sul proprio letto, bisognoso di sonno come tutti.

Scott invece scese giù, dove la madre lo aspettava. Sedette sul divano e lei gli venne accanto, semplicemente, e senza dire nulla lo strinse a sé come faceva quando era piccolo ed aveva un incubo. Solo che quella volta non sarebbe scomparso con la luce del giorno. Sarebbe durato. Per sempre. Non lo avrebbe dimenticato, questo era certo. Doveva solo imparare a conviverci.

Si addormentarono sul divano e il mattino dopo fu proprio Isaac a svegliarli con l’odore del caffè.

“Da quando hai imparato a farlo?” domandò Melissa, meravigliata.

“Con mio padre o lo imparavo da me o non avrei bevuto caffè a casa e.. Beh, ne avevo bisogno” concluse semplicemente il biondo.

Scott alzò la sua tazza, brindando a lui. “Potevi dirlo prima, ti avrei sfruttato di più.”

Isaac sorrise, un sorriso vero, felice di poter finalmente fare qualcosa per la propria famiglia.

Ma la calma, tanto per cambiare, durò ben poco.

***

Stiles compose il numero con un insolito ghigno. Molto simile a quello che aveva fatto per convincere il povero Jared a vomitare. Scott lo guardò interrogativo mentre aspettavano di entrare in classe.

Stilinski?” Una voce seccata ed incredula lo accolse dall’altra parte.

“Hey Jackson.. Come vanno le cose oltre oceano? Ti ho svegliato?”

“Qui è pomeriggio, idiota.”  Rispose solo l’altro. Sempre così adorabile. “Perché mi hai chiamato?”

Stiles tornò serio. “Lydia. Hai saputo cosa è successo?”

Dall’altra parte si sentì un rumore di cose che cadevano, ma Jackson non parve farci caso.

Si. Grazie, tra parentesi, di avermi avvisato. Ho dovuto sapere tutto da Danny.”

“Scusa se non sei esattamente al centro dei nostri pensieri al momento.. Ad ogni modo, devi tornare. Non è una richiesta, è un ordine. Lydia sta male, io non so cosa altro fare per aiutarla se non chiamare te che sei un idiota anche se sei un lupo e in effetti sei parte del mio branco ma questo non fa di noi migliori amici ma..”

Frena frena frena. Domani alle sei di pomeriggio”

“Cosa?”

Il mio volo atterra domani alle sei di pomeriggio. Avevo già deciso di tornare e ora sono maggiorenne, quindi mio padre non decide per me.”

Stiles era senza parole. Credeva di dover arrivare a giocare la carta “Lydia” molto di più, ma a quanto pare il castano aveva deciso di aver un cuore senza aiuto esterno.

“O..kay. Ci vediamo domani allora..”

Non la avvertire. Ti ucciderà. Poi ucciderà me. Infine si andrà a comprare qualcosa.” Aggiunse il londinese prima di attaccare. Stiles giudicò sagge le sue parole.

Mise via il cellulare e si voltò per fronteggiare Scott.

“E’ stata una cosa molto dolce da parte tua.” disse il moro.

“Non commentare. Ti prego.” Disse solo Stiles, per poi entrare in classe.

 

***

Stiles aggiornò Scott su cosa stava succedendo.

“Una wicca? Una strega? Ne sei certo? Ne siete certi?”

“Si.. No aspetta. Non proprio una wicca. Una specie. Sicuro non è un druido, secondo Deaton, ma le wicca sono inoffensive, quindi immaginiamo che sia qualcos’altro.. Ma si insomma su quella strada.”

Scott annuì, sovrappensiero.

“Come ha fatto Deaton a capirlo?” chiese poi.

“Ha detto di aver visto un lampo verdastro nel bel mezzo della foresta. No, non vicino al Nemeton.” aggiunse, prima che l’altro lo chiedesse. “Abbiamo messo tante trappole e incantesimi protettivi che probabilmente è più sicura di Hogwarts.”

“Amico, hai idea di quante volte sono entrati a Hogwarts cose malvagie?” domandò retoricamente Scott. Stiles lo guardò male.

“Quello perché Potter portava sfiga!” ribatté infervorato.

Scott ridacchiò, sapendo dove andare a colpire il suo migliore amico.

“Derek cosa ne pensa?” chiese poi, riportando la conversazione al punto iniziale.

“Non ha mai sentito parlare di una cosa del genere.” Stiles alzò le spalle, “Oggi andrà a dare un’occhiata. Spero solo che non abbia fatto il musone come sempre e non sia andato da solo. Non sarebbe la prima volta che si fa prendere come un idiota.”

“Lo saprei. Sono un Alpha, e lui è parte del mio branco. Anzi, dovremmo sentirlo tutti, anche tu.” gli spiegò Scott. Questo non sembrò rassicurare Stiles.

“Si, beh, questo non gli impedisce di mettersi nei guai.”

***

 

In quel preciso momento Derek era sulla porta di casa McCall. Stava per suonare, intenzionato a parlare con Isaac, ma la porta si aprì da sola, rivelando la figura di Melissa in tenuta da lavoro.

“Oh, Derek! Come mai qui?” chiese con un leggero sorriso. A Derek piaceva quella donna, era forte e dolce. Gli ricordava molto sua madre.

“Volevo parlare con Isaac..” rispose semplicemente. Melissa lo guardò un momento, ma poi si fece da parte, lasciando libero il passaggio.

“Attento perché è ancora debole, anche se non lo vuole far vedere.” Lo salutò e se ne andò. Derek entrò in casa, trovando il biondo seduto sul divano intento a vedere qualcosa in televisione.

“Ciao..” lo salutò, sedendosi accanto a lui. Isaac annuì. Per un po’ nessuno dei due parlò, fingendosi interessati agli avvenimenti sullo schermo.

“Se sei venuto per rimproverarmi, risparmiatelo, ci ha già pensato Scott.” Disse ad un certo punto Lahey.

“No, in realtà sono qui per scusarmi.”

Se avesse potuto, Isaac sarebbe saltato giù dal divano.

“Prego?”

“Per tutto quello che è successo.. Prima. Voglio dire, ti ho cacciato da casa mia in malo modo dopo averti trasformato e senza spiegazioni..”

Il ragazzo era a bocca aperta.

“Io..” provò a dire il biondo “Credo di aver capito. I motivi, intendo. Va bene, non sono arrabbiato con te. Non più di quanto tu dovresti esserlo con noi per aver organizzato un party nel tuo loft.” aggiunse poi, ironico.

Derek sbuffò ripensando alla serata. “Magari la prossima volta usate i vostri nasi e siate certi che non ci abiti nuovamente qualcuno.”

Isaac rise ed entrambi sapevano che anche quella faccenda era sistemata.

“Rimani a godere di televisione spazzatura con me?” chiese poi il ragazzo.

Derek tentennò un attimo, meditando su alcuni libri che voleva leggere per capire che stava succedendo, ma poi annuì. Male non gli avrebbe fatto passare un paio d’ore a rilassarsi.

Un paio d’ore divennero quasi un’intera giornata, tanto che Scott quando tornò trovò entrambi i suoi beta lì a commentare una partita di baseball.

“Andiamo, anche un bambino l’avrebbe colpita meglio.” stava dicendo il più grande.

“Non che ci voglia tanto, poi..” rispondeva a tono l’altro.

Scott si diede un pizzicotto sulla coscia, perché davvero non poteva credere a quello che stava vedendo.

“Non fare l’idiota, Scott” disse Isaac ad alta voce.

“Hey! Ti sembra questa la maniera di parlare al tuo Alpha?” replicò divertito il moro.

“..Si insomma ci si aspetterebbe un po’ d’aiuto dal proprio migliore amico..” stava dicendo Stiles, entrando anche lui in casa. Mollò tutti i libri che portava con sé sul tavolo della cucina e si voltò verso i tre lupi.

“Uhm, ciao Isaac. Derek, cosa ci fai qui?”

“Guardavamo programmi di bassa qualità e una pessima partita di baseball.” replicò semplicemente Isaac.

“Momento. Tu, sourwolf, che non ha neanche la televisione a casa sua, guardavi delle persone che si ubriacano e fanno feste e sono pagati per questo? Sei serio?” Stiles aggirò il tavolo e si mise di fronte ai due ragazzi seduti sul divano. “Ma soprattutto, non ti sei fatto ancora uccidere? Questo è un nuovo record!”

Derek fece un piccolo sospiro e si alzò a velocità lupo per dare uno scappellotto al castano, che lo evitò per un soffio. “Eh no non mi fregh—“ ma prima che potesse finire la frase inciampò sul tavolino da caffè e cadde all’indietro, scatenando le risate in tutti gli altri.

“Certo certo ridete pure..” si rimise velocemente in piedi. “Sourwolf, basta poltrire, andiamo in ricognizione!” esclamò, rivolgendosi poi a Scott e Isaac. “Voi due, farete delle ricerche.”

Isaac guardò i libri sul tavolo con sospetto, poi guardò Scott e vide la sua espressione desolata.

Non li aspettava un bel pomeriggio.


 

(queste note sono state scritte prima della messa in onda della 4x1)
Note di Giù: So.. what’s going on here? Abbiamo la prima scena Sterek non - Sterek.. ok, non prendiamoci in giro, era Sterek. Mi piace pensare che le parole di Stiles possano effettivamente ferire Derek, parentesi romantica a parte. E’ importante, credo. Uhm, la parte che più mi preme di questo capitolo, vi dirò, non sono loro, ma Chris Argent. Non so come tratteranno il personaggio nella serie, ho sentito voci ma niente di specifico, quindi mi sono affidata a quello che pensavo sarebbe stato giusto. Chris è un combattente, ma ha bisogno di uno scopo. Prima era la famiglia, poi sua figlia, ora cosa? E’ perso, ma con l’aiuto del branco ce la farà. E’ questo che significa, dopotutto. La parte Scisaac è la più dolorosa da scrivere, e credo lo sarà sempre. Per quanto non possa piacermi Allison – almeno la Allison della terza stagione - , Scott l’amava davvero e Isaac era legato a lei, in qualche maniera. Quindi fa male. Ma Scott vuole bene anche ad Isaac, e Melissa finalmente può prendersi cura di tutti! Mi ha risanato qualche ferita, scrivere quella scena. Quella, e quella di Derek e Isaac, che ho trovato ridicolosamente IC considerato il percorso di Derek in questa stagione.. Uhm.. Forse non dovrei essere io a dirlo. E..uh! avete capito, no, chi è che ritorna? Sebbene non approfondirò il suo personaggio molto, in questa OS, state certi che anche lui ha la sua piccola storyline.. che poi tanto fantasiosa non è, se ci pensate un attimo.. Anyway, Stiles è imbranato pur essendo un lupo.. Certe cose non cambieranno mai. See you next time! Baci Gip


Ricordate che noi ViVuUnsaccoDiBbì! 
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S. <3
 


   
 
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