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Autore: Nadie    23/06/2014    2 recensioni
«Figliolo, sono il capitan Jack Sparrow, comprendi?» l’uomo lo guardò speranzoso, lui incurvò le sopracciglia confuso.
«Il tuo volto mi sembra familiare… ti ho minacciato altre volte?»
«Ne dubito, non sono di qua.»
«E allora da dove vieni, straniero, e qual è il tuo nome?»
Abbassò lo sguardo, poi prese un profondo respiro e raddrizzò la schiena.
«Sono Caspian X, Re di Narnia.»

[SyrenaXCaspian]
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Syrena, Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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II


La stanza della nave in cui era stato portato puzzava di alcol e di marcio.
Caspian sedeva ad un vecchio e rotondo tavolo di legno, attorno a lui più di una decina di quelli che, ormai lo aveva capito, erano pirati.
«E così tu saresti un re?» gli chiese un uomo robusto e con il volto sfregiato.
«Esattamente.» risate di scherno gli balzarono addosso.
«Ascolta, figliolo…» Jack Sparrow, seduto accanto a lui, gli mise un braccio attorno alle spalle, in modo amichevole.
«Io, e molti altri come me, tendo sempre a vedere le cose attraverso un buon bicchiere di rum…Oh, be’ questa è una bottiglia…» alzò la mano sinistra che stringeva una bottiglia di vetro dall’aspetto poco invitante.
«Ad ogni modo, mi rendo conto che, a volte… molte volte… il più delle volte… tutte le volte, il troppo rum può, ecco, confonderci le idee. E credo che sia proprio ciò che è accaduto a te: hai alzato un po’ troppo il gomito e adesso credi di essere re di… come hai detto che si chiama? Normia?»
«Narnia. Si chiama Narnia, è una terra magica che sono parecchio convinto non faccia parte di questo mondo.» Jack Sparrow ridacchiò.
«Certo, certo, hai proprio ragione!» gli tirò una gomitata e fece l’occhiolino agli altri pirati, che risero di gusto.
«Ascolti, signor Jack Sparrow…»
«Capitan Jack Sparrow! Capitano! Non te lo dimenticare, figliolo, ci tengo.»
«Capitan Jack Sparrow, ebbene non sono né ubriaco né mentalmente instabile, dico il vero: sono re di un’altra terra e non chiedo altro che farvi ritorno!»
Molti sbuffarono, forse stanchi di quella che a loro pareva un’idiozia bella e buona, Jack si grattò il pizzetto pensieroso.
«Ipotizziamo che ciò che dici sia la verità: in tal caso tu dici, visto ciò che hai detto, che hai detto di essere re di un’altra terra che dici si chiama Narnia e quindi dici di essere straniero e dici, perché lo hai detto, di essere un reale. Inoltre hai anche detto che questa Narnia è lontana da qui, hai detto che non fa parte di questo mondo, allora io dico: se ciò che dici è vero, come sei arrivato fin qua?»
Caspian corrugò la fronte: sembrava confuso ed esasperato.
Si passò una mano tra i folti capelli scuri e si concentrò sulla domanda.
Come sei arrivato fin qua?
Ora che ci pensava, non si era ancora posto quel quesito.
Come era potuto accadere?
Si tuffò tra i suoi ultimi ricordi in cerca di una risposta, ma non la trovò.
Era a Narnia, sopra il suo veliero, davanti a lui l’Isola delle Tenebre, dentro di lui una grande paura e una sensazione sconosciuta.
Lottava, lottava contro qualcosa, ma non aveva idea, non ricordava assolutamente chi o che cosa fosse.
E poi buio.
Occhi chiusi.
E quando li aveva riaperti era già lontano, troppo lontano da casa sua.
Guardò intensamente negli occhi Jack Sparrow.
«Non lo so.»
«Non lo sai?»
Caspian batté le mani sul tavolo e si alzò in piedi.
«No! Ed è proprio questo il punto: come diavolo ci sono arrivato qui, in mezzo a voi ubriaconi! Senza offesa.»
«È un complimento, figliolo.» Jack gli fece l’occhiolino.
«Non riesco a… ricordare… deve essermi successo qualcosa, qualcuno deve avermi fatto qualcosa! Un incantesimo, una maledizione, non lo so, ma qualcosa deve essermi successo!»
La porta si spalancò brutalmente e l’uomo dall’aspetto minaccioso e la folta barba che, molto probabilmente, era il capitano - quello vero - entrò ed osservò e squadrò con disprezzo la sua ciurma e Jack Sparrow.
«Perché, mi chiedo, perché la mia ciurma sta tranquillamente tracannando rum e oziando quando a bordo c’è parecchio da fare? Escogitate un altro ammutinamento? Ci tenete a fare la fine del cuoco?» tutti i pirati si alzarono, visibilmente impauriti.
Invece Jack andò dritto dal Capitano, sempre con la sua camminata ondeggiante.
«Capitan Barbanera, stavamo cercando di capire come questo giovanotto» indicò Caspian «sia giunto fin qui nonostante dica di essere re di una terra assai lontana. Che abbia bevuto troppo rum? Asserisce di non essere un ubriacone e di essere mentalmente stabile, e in effetti mi sembra piuttosto sobrio. Non riesco a venirne a capo.»
Barbanera scansò Jack con una forte spinta e si trascinò dinnanzi a Caspian.
Lo studiò con intensità, lo annusò, esaminò i vestiti che indossava, la pelle piuttosto pulita, e le ferite fresche.
Caspian restò immobile ma il suo sguardo rivelava fastidio ed una certa diffidenza nei confronti di quell’uomo che lo studiava così sfacciatamente.
E ricordò che, prima di essere portato sulla nave dove ora si trovava, aveva visto quell’uomo, quel Barbanera e altri tre uomini che portavano la sirena con gli occhi verdi da qualche parte, lei si dimenava, intrappolata nella rete e loro la trascinavano via rudemente.
«A Sua Altezza dispiace ripetere il suo nome?» chiese Barbanera, in tono palesemente canzonatorio.
«Dove avete portato la sirena?»
«Come prego?»
«Vi ho visti, voi e tre dei vostri uomini: cosa cercate da lei?»
«Nel tuo mondo non ti hanno insegnato che non si risponde ad una domanda con un’altra domanda?»
«Nel mio mondo creature come le sirene non ricevono un simile trattamento!» soffiò ostile in faccia a Barbanera.
«Ti hanno mai detto che fanno le sirene? Non aspettano altro che qualche sciocco umano come te ceda al loro fascino, e poi lo portano giù negli abissi per cibarsi della sua carne!»
Caspian ripensò alla stretta decisa di quelle braccia sottili attorno alla sua vita, ricordò la sensazione di quelle mani sconosciute che lo spingevano a galla, e ricordò un paio di occhi verdi e spaventati che lo mettevano in guardia da quel faro che stava per cadergli addosso.
No, quella sirena con gli occhi verdi non avrebbe mai potuto fare ciò che quell’uomo gli stava dicendo.
«Non mi sembra lei abbia tentato di uccidere nessuno, anzi! Lasciatela andare!» Barbanera rise di gusto.
«Sparrow!»
Jack si avvicinò titubante ai due uomini.
«Sì, Capitano?»
«Come ha detto di chiamarsi, lo straniero?»
Jack spostò lo sguardo su Caspian, che sembrava furioso e non staccava gli occhi dal suo rivale.
«Capitan Barbanera, forse non dovremmo usare questi toni con il ragazzo, mi sembra già piuttosto confuso e, insomma, è appena stato cacciato via dal suo magico mondo, forse potremmo…»
«Favorite il nome!»
«Caspian. Credo sia Caspian il suo nome.» sussurrò, sentendosi inspiegabilmente in colpa.
«Molto bene. Caspian, dovete sapere che questi oziosi topi di fogna che ho per ciurma hanno recentemente tentato un ammutinamento, e mi sono trovato costretto a prendere a cannonate il nostro cuoco che era di guardia, perciò ci farà molto comodo avere un altro paio di braccia a bordo.»
Barbanera si voltò e, dopo aver incitato i pirati a tornare al lavoro, fece per uscire dalla stanza.
«Lasciate andare la sirena!»
«Ho altri piani per lei.»
«Lasciatela andare vi ho detto: questo è un ordine!»
 Barbanera rise, rise forte poi si girò e rivolse lo sguardo verso Caspian.
«Qui siete piuttosto lontano dalla vostra terra, sire, e la vostra autorità vale meno di niente. Qui gli ordini li do io e voi li eseguite, senza fiatare. Benvenuto a bordo della Queen Anne’s Revenge, spero vi piaccia, credo proprio che il vostro soggiorno durerà a lungo.»
 
 
 
 
 
  
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