Fanfic su attori > Robert Downey Jr
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Autore: MrsSomerhalder    23/06/2014    2 recensioni
Durante il soggiorno per la prèmiere del film Sherlock Holmes, Miley Sullivan incontrerà l'attore Robert Downey Jr. La parte problematica di quell'uomo quasi perfetto porterà subito la ragazza a legarsi a lui, ma l'amore impossibile che sboccerà tra i due cambierà le vite di entrambi.
"Che ruolo stai interpretando, Robert? L'attore famoso infatuato della cameriera?" dissi, facendo per andarmene e lui mi trattene per il polso.
"Se mi proponessero una parte del genere, non l'accetterei." rispose con la sua solita ironia pungente, "Solo che adesso non sto recitando." concluse serio e con gli occhi lucidi.
"Non complicarti la vita con me."
"Le complicazioni sono il mio forte." sorrise, tirandomi a sè.
"Sarai la mia rovina, Robert Downey Jr."
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Il turno del primo giorno di lavoro fu estenuante. Mi cambiai alla svelta la divisa di lavoro e corsi a recuperare Jordan. Girovagai smaniosa per la hall dell'hotel, cercando la zona ricreativa di cui mi aveva parlato il signor Roberts. "Miley!" esclamò Kate, "Che stai facendo?" venne verso di me con un sopracciglio inarcato, mentre origliavo cautamente fuori da una porta. "Non so proprio dove trovare mio figlio." "Giusto, giusto." farfugliò fra sè e sè. Si allontanò senza dire una parola e tornò poco dopo con le informazioni che stavo disperatamente cercando di ottenere. "Lo stanno portando quì, così potremmo finalmente andare a casa." "Grazie, Kate. Davvero." Qualche attimo più tardi il mio angioletto, che teneva per mano una donna di mezza età, mi corse in contro euforico, ma con la stanchezza di una giornata piena. "Mamma via tanto tempo." mi rimproverò, stropicciandosi gli occhi. "Hai ragione, amore mio. Ora andiamo via, ok?" Salimmo in macchina con Kate e ci immettemmo nel traffico della Fifth Avenue. Guardando distrattamente le famiglie che passeggiavano allegre e armoniose, pensai nostalgicamente a quanto mi sarebbe piaciuto averne una tutta mia. Desideravo disperatamente qualcuno che si prendesse cura di me e di Jordan. Non mi sentivo amata da un periodo di tempo troppo lungo per potermi ricordare cosa significasse esserlo. "A che ora hai detto che sarebbero arrivati gli attori del cast, Kate?" ruppi il silenzio che si era creato. "Tra qualche ora. Il volo diretto da Londra, se non erro, dovrebbe atterrare tra una buona mezzora." "Sono molto emozionata, chissà chi avrà la fortuna di preparargli le stanze!" dissi con un pò di invidia. "Tranquilla, le stanze sono già pronte e poi, mia cara, avremmo noi la cosidetta fortuna!" rise perfida. "Perchè?" "Perchè il nostro turno comincia alle 9 di domani mattina!" "Quindi saremo noi ad occuparcene!" spalancai la bocca entusiasta. "Bingo! La camera di Downey deve essere mia!" mi raggeló con solo il tono di voce. "Bhè, sono appena arrivata, non posso di certo controbattere." feci spallucce e tornai a fissare fuori, avevamo raggiunto il ponte di Brooklyn. Quando Kate spense il motore, realizzai a pieno che potevo finalmente farmi una bella dormita risanante. Presi in braccio Jordan, che era di giá nel mondo dei sogni, e la raggiunsi all'appartamento. La metratura era perfetta per tre persone: c'erano due spaziose camere da letto, un bagno con doppio lavabo e un bel soggiorno con cucina a vista. "Mettiti comoda. La vostra camera è alla fine del corridoio." "Ti ringrazio." "Devo molto a tua cugina, questo è un piccolo modo per ripagarla." sorrise. Adagiai mio figlio sotto le coperte del letto matrimoniale e sistemai la valigia accanto il guardaroba. Mi crogiolai in un caldo bagno rilassante e poi mi accoccolai accanto a Jordan, che dormiva beatamente. Afferrai il blackberry dalla tasca della borsa e navigai un pò su internet in cerca di qualche notizia in più su quell'attore tanto amato da Kate e, da quanto lessi, dalla maggior parte dell'universo femminile. Digitai 'Robert Downey Jr' sulla barra di google. "Vediamo un pò se sei veramente così sexy." Attesi che la ricerca finesse e cominciai a scorrere le varie foto. Per poco caddi in tronco dal bordo del letto, quando vidi il complesso fascinoso di quell'uomo. Rimasi estasiata dalla bellezza pragmatica del suo volto. C'era qualcosa di misterioso nei suoi occhi, qualcosa che mi intrigava a livello molecolare. "Ah, però!" mi passai un dito sul labbro, sperando che non stessi sbavando come un'adolescente in piena crisi ormonale. "Robert Downey Jr, nato a New York il 4 Aprile 1965..." ripetei leggendo la sua wikipedia, "Per avere 46 anni, complimenti!" sorrisi maliziosamente. Tra uno sbadiglio e l'altro spensi la connessione dati e mi addormentai prontamente, stremata. L'indomani mattina la sveglia suonò decisa alle sette in punto. Ci volle non poco autocontrollo per non distruggerla in mille piccoli circuiti. Sgattaiolai attentamente in cucina e preparai il caffè. Ne bevvi una tazza piena allungata con un pò di latte e cercai da qualche parte un paio di biscotti per Jordan. "Hai preparato la colazione vedo." constatò Kate, entrando nella stanza. "Il caffè è nella tazza." "Dormito bene?" sussurró sorseggiando la bevanda bollente. "Si, abbastanza." "Miley, per l'affitto e la spesa dovresti darmi circa 350 dollari al mese. Spese extra escluse." "Mia cugina me lo aveva detto, si. Te le ho lasciate sul comodino ieri sera." "Se può esserti d'aiuto, mia nonna abita qui di fronte e le ho chiesto di fare da baby sitter a Jordan mentre sei al lavoro." "Naturalmente, grazie." conclusi, per poi andare in camera a svegliare il mio bambino. Non avevo avuto il tempo materiale per iscriverlo all'asilo e non avrei avuto neanche sufficienti soldi. Così, per i primi tempi avrei dovuto lasciarlo alle cure dell'arzilla nonna della mia coinquilina ed occuparmene io nelle ore libere. Mancavano pochi minuti all'inizio del turno ed eravamo entrambe elettrizzate all'idea di ció che stava per accadere. Il Palace aveva radicalmente cambiato aspetto: era molto piú 'lussuoso' di quanto non fosse prima e tutti gli impiegati erano impettiti all'estrema potenza. Mi sbrigai nell'indossare la divisa blu cobalto lunga un pò sopra il ginocchio e il grembiule bianco asettico in stile 'Alice in Wonderland'. Posai tremolante il dito sul pulsante del 35esimo piano e quando la porta si aprì sentii un tuffo al cuore. Quel piano era riservato alle superultramega suite e, tranne celebrità o persone ricche sfondate, nessuno ci pernottava mai. Era da perdifiato sapere che dietro quelle porte di legno pregiato avevano dormito personalità così famose. "A quest'ora saranno nella sala ristoro privata e poi di corsa alla riunione con il cast." sbuffò Kate che sembrava essere molto informata. "Quando sarà la convention?" "Dopo domani." puntualizzo. Aprii la porta della stanza 392 e dentro non vi era altro che un letto disfatto e asciugamani usati lasciati sparsi sul lavabo in marmo. "E io che speravo di trovare Robert, mentre gli sistemavo la camera. Che sciocca!" scosse la testa con disappunto, "Finiscile tu le ultime due stanze, vado in lavanderia a portare queste lenzuola." "D'accordo." Entrai senza far caso al rumore che stavo producendo, trascinandomi dietro l'aspirapolvere e il cestino dei rifiuti. Stranamente era ancora tutto buio e silenzioso, così spalancai le tende e lasciai entrare la luce del sole. Il pavimento era un completo disastro: bottiglie di birra sparse ovunque, fazzoletti accartocciati sulla tappezzeria da pavimento e indumenti maschili gettati sulla poltrona di fianco al letto. Entrai nel bagno e per poco non svenni dall'odore acido che proveniva dal gabinetto. Mi avvicinai chiudendomi le narici e buttai un'occhio all'interno: una colata copiosa di vomito ne riempiva per tre/quarti la capienza. Tirai lo sciacquone disgustata e cominciai a dare una sistemata sul piano del lavandino. Qualche minuto più tardi tornai nei pressi del letto e rimossi tutte le bottiglie di vetro e le cartacce. Mi avvicinai al baldacchino e mi concentrai un attimo sul rigonfiamento sconnesso che si alzava e si abbassava fino alla testata di ferro battuto. 'Dio! Quì c'è qualcuno.' pensai. Non mi ero neppure resa conto che c'era ancora una persona nella stanza che dormiva. "Scusi." mormorai scrollando la figura dal tessuto delle lenzuola, "Devo farle la stanza e lei non dovrebbe trovarsi quà." "Aaah sono innocente, lo giuro!" urlò un uomo sradicandosi le coperte di dosso e notai che era completamente nudo. Mi voltai di scatto senza dire una parola, sapevo perfettamente chi era. L'avevo riconosciuto all'istante.
  
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